Il 20 Dicembre 2019 sono partito per la Nuova Zelanda, il paese dei Kiwi e di paesaggi unici al mondo.
L’Oceania era l’unico continente che ancora non avevo visitato (sempre grazie agli scambi giovanili Lions ho avuto la possibilità di andare in Brasile e in Giappone).
Partendo da Milano ho fatto scalo a Dubai, dove ho incontrato gli altri tre ragazzi italiani, Elena, Francesco e Marta, con i quali ho preso il secondo volo per Auckland, che ha fatto scalo a Bali, in Indonesia. Il volo in totale è durato quasi 30 ore, è stato il viaggio più lungo che abbia mai fatto, ed è stato abbastanza stancante.
Una volta arrivati all’aeroporto di Auckland io e Marta abbiamo preso un ultimo piccolo aereo che ci avrebbe portato dalla nostra prima famiglia ospite, gli Shoemark, Leah e Malvern.
Mi hanno accolto per una settimana, ho passato il Natale insieme alla loro grande famiglia (avevano 3 figli per un totale di 8 nipoti).
Sfortunatamente durante gli ultimi 4 giorni ho avuto la febbre, e mi sono goduto poco il nostro tempo insieme.
In questo periodo di malattia si sono presi cura di me come se fossi stato loro figlio e mi dispiace di non essere riuscito a godermi questa settimana a pieno.
Il 27 io e Marta abbiamo preso un bus e ci siamo diretti a Tauranga per il campo.
Non vedevo l’ora che iniziasse: gli altri due campi a cui ho preso parte li ritengo tra le migliori esperienze della mia vita.
Abbiamo raggiunto così gli altri 30 ragazzi provenienti da vari paesi del mondo: Brasile, Giappone, Malesia, Australia, Nuova Zelanda stessa e, ovviamente, Italia. Il campo è durato 10 giorni, durante i quali ho fatto delle amicizie che sicuramente mi rimarranno per tutta la vita.
Abbiamo fatto innumerevoli camminate nella natura e visitato le città vicine. Ci è stato insegnato come performare un Haka, una danza tradizionale maori che ai tempi aveva la funzione di spaventare i nemici in guerra, oggi è eseguita prima delle competizioni sportive o in segno di rispetto e onorificenza per qualcuno. Ho sempre voluto impararla ed è stato abbastanza difficile ricordare tutte le parole in maori.
Passando così tanto tempo insieme mi sono affezionato a tutti e spero di poter incontrare queste persone in un futuro prossimo o non, magari visitando i loro paesi d’origine, oppure se dovessero venire qua in Italia.
Il 6 Gennaio noi ragazzi italiani abbiamo preso una serie di bus per andare a Whangarei. Una volta arrivati io e Francesco siamo stati accolti da Lesley, la quale ci ha poi ospitato per i sei giorni successivi. Lesley ci ha presentato uno dei suoi figli, il quale possedeva una fattoria di patate dolci di famiglia. Ci ha fatto salire su uno dei suoi
trattori, il quale era completamente diverso da come me lo ero immaginato: i trattori odierni sono muniti di computer che permettono di rendere tutto il processo della semina e aratura automatizzato. Lesley ci ha anche accompagnati a una riserva di animali, la quale ospitava anche i kiwi, animali indigeni e simbolo della Nuova Zelanda. I kiwi sono animali notturni, durante il giorno dormono e rimangono nelle loro tane, ma in questa riserva hanno costruito un ambiente quasi completamente buio e privo di rumore per far sì che siano attivi anche di giorno. Siamo stati molto fortunati a vederne uno da vicino, di solito essendo l’ambiente buio è difficile vederne uno chiaramente. Abbiamo anche conosciuto un’altra figlia di Lesley, la quale possiede a sua volta una fattoria di famiglia, questa volta dedita alla produzione di latte e ci ha dato la possibilità di mungere le sue mucche. Quindi io e Francesco, guidati da una bimba di 5 anni, nipote di Lesley, abbiamo guidato le mucche alla macchina per la mungitura. Abbiamo personalmente applicato i mungitori su tutte le mucche della fattoria (130 circa), e devo dire che è stata un’esperienza unica nel suo genere. L’odore di bestiame non era certamente ignorabile, ma dopo qualche minuto ci ho fatto l’abitudine.
Passati altri sei giorni ci siamo ritrovati con le altre due ragazze italiane, Elena e Marta, con le quali abbiamo preso un bus tutti insieme per Auckland, dove ci aspettava Linda, la quale ci ha ospitato tutti e quattro per gli ultimi sei giorni. Insieme a lei abbiamo visitato Auckland, siamo saliti sulla Sky Tower, abbiamo visto le spiagge e fatto shopping.
Questi ultimi giorni sono volati, ed è arrivato il momento di tornare a casa. Il 18 Gennaio siamo saliti sull’aereo che ci avrebbe portati tutti a Dubai e poi in Italia, con ognuno una destinazione diversa.
Mi sono molto affezionato alle famiglie da cui sono stato ospitato, le considero le mie nonne e nonni neozelandesi, poiché loro si sono presi cura di me come un nipote. Questo terzo scambio giovanile mi è rimasto nel cuore: la gentilezza e disponibilità di tutte le persone che ho incontrato, i paesaggi spettacolari e fauna unica al mondo. Spero davvero di avere la possibilità di tornare in questo paese unico nel suo genere in un futuro prossimo.
Grazie mille a tutti i Lions per la possibilità.