Chi trova un amico trova un tesoro.
Mai questa frase nella mia vita ha avuto tanto significato.
Sono partito alla volta dei Paesi Bassi ad inizio luglio.
All’aeroporto l’host family mi ha subito accolto calorosamente, e quello non era che l’inizio di una splendida settimana passata insieme, a stretto contatto con la cultura e la tradizione locale del sud dello Stato. Mi hanno perfettamente integrato nei loro costumi ed abitudini, facendomi partecipare ad un sacco di attività meravigliose, come il volo in deltaplano e il canottaggio, oltre ad accompagnarmi e a guidarmi attraverso svariate città della zona. Sono riusciti a farmi quasi sentire parte della famiglia.
Alla fine della settimana mi hanno accompagnato al campo dei lions, dovrei avrei incontrato altri 32 ragazzi provenienti da tutt’Europa, dalla Danimarca alla Francia, dalla Turchia alla Finlandia. Nel momento che ho imboccato l’entrata dell’edificio principale, ho subito capito che quei 10 giorni sarebbero stati tra i più belli della mia vita, e di fatto non sbagliavo: tra una biciclettata e una partita di pallavolo il legame tra tutti noi non ha fatto che farsi sempre più stretto. Ogni momento era buono per scambiare opinioni o solamente chiacchierare con tutti, come se ci conoscessimo da una vita. Nessuno aveva pregiudizi di alcun tipo, anzi: la costante integrazione spontanea e reciproca tra tutti noi è stato il punto focale delle relazioni createsi all’interno del gruppo. Ruolo importantissimo lo ha anche giocato il Junior staff, che ha saputo sia magistralmente supervisionare le attività sia trattarci direttamente da fratelli minori, aiutandoci nel bisogno e condividendo momenti di divertimento. Ho conosciuto persone incredibili, che spero di tenermi stretto per tutta la vita; questo perché, come dicevo all’inizio, “chi trova un amico trova un tesoro”, che dura per sempre.
Mai questa frase nella mia vita ha avuto tanto significato.
Sono partito alla volta dei Paesi Bassi ad inizio luglio.
All’aeroporto l’host family mi ha subito accolto calorosamente, e quello non era che l’inizio di una splendida settimana passata insieme, a stretto contatto con la cultura e la tradizione locale del sud dello Stato. Mi hanno perfettamente integrato nei loro costumi ed abitudini, facendomi partecipare ad un sacco di attività meravigliose, come il volo in deltaplano e il canottaggio, oltre ad accompagnarmi e a guidarmi attraverso svariate città della zona. Sono riusciti a farmi quasi sentire parte della famiglia.
Alla fine della settimana mi hanno accompagnato al campo dei lions, dovrei avrei incontrato altri 32 ragazzi provenienti da tutt’Europa, dalla Danimarca alla Francia, dalla Turchia alla Finlandia. Nel momento che ho imboccato l’entrata dell’edificio principale, ho subito capito che quei 10 giorni sarebbero stati tra i più belli della mia vita, e di fatto non sbagliavo: tra una biciclettata e una partita di pallavolo il legame tra tutti noi non ha fatto che farsi sempre più stretto. Ogni momento era buono per scambiare opinioni o solamente chiacchierare con tutti, come se ci conoscessimo da una vita. Nessuno aveva pregiudizi di alcun tipo, anzi: la costante integrazione spontanea e reciproca tra tutti noi è stato il punto focale delle relazioni createsi all’interno del gruppo. Ruolo importantissimo lo ha anche giocato il Junior staff, che ha saputo sia magistralmente supervisionare le attività sia trattarci direttamente da fratelli minori, aiutandoci nel bisogno e condividendo momenti di divertimento. Ho conosciuto persone incredibili, che spero di tenermi stretto per tutta la vita; questo perché, come dicevo all’inizio, “chi trova un amico trova un tesoro”, che dura per sempre.