Le tre settimane passate al campo Lions in Belgio sono state tra le più belle di tutta la mia vita.
Entrambe le famiglie con cui ho passato la mia prima settimana sono state accoglienti e hanno fatto di tutto per farmi sentire a casa, coinvolgendomi al massimo nelle loro attività, quali gite in bicicletta, pranzi e cene con parenti e amici, canottaggio nei fiumi vicini, ma anche creandone di alcune solo per me, portandomi a visitare alcune città e luoghi di interesse. Sono riusciti in pochi giorni a farmi sentire completamente a mio agio e ad apprezzare al massimo le loro abitudini, per quanto differenti dalle mie esse fossero.
E, nonostante non pensassi fosse possibile, le due settimane passate al campo sono state anche meglio. Abbiamo visitato tantissimi posti, tra città, parchi di divertimento e parchi naturali, il tutto scoprendo molti fatti interessanti sulla storia del Paese e sulla sua cultura.
L’unica pecca di questa esperienza è stata la non sempre efficiente organizzazione sul posto: a volte gli orari non venivano rispettati e c’era un senso di incertezza su cosa si dovesse fare. Nonostante ciò, siamo sempre riusciti a organizzarci, come quando in poche ore abbiamo programmato una giornata di beneficenza per alcuni bambini del luogo, giornata che si è poi rivelata essere una delle mie preferite: abbiamo giocato e ballato tutto il giorno, regalando a tutti loro delle ore di pura allegria.
Ma la cosa migliore di queste due settimane sono state le amicizie che si sono venute a formare tra noi ragazzi, amicizie che mi porterò dentro per sempre.
Ho trovato delle persone con cui poter essere me stessa al 100%, con cui poter fare qualsiasi cosa, dal divertirsi in modo spensierato al discutere di argomenti più seri, senza paura di essere giudicata.
E secondo me è proprio questo che rende queste esperienze multiculturali così uniche e speciali: l’apertura mentale di chiunque partecipi, la curiosità priva di pregiudizi e la voglia di arricchire le proprie conoscenze.