Il Lions Youth Exchange in Estonia è stato il viaggio all’estero più bello della mia vita, un’esperienza arricchente, stimolante, coinvolgente, in cui ho fatto amicizia con tante persone che mi hanno voluto bene.
Partirei col descrivere i primi 10 giorni passati con la famiglia a Viimsi, una trentina di chilometri a nordest di Tallinn, paesino tranquillo, rilassato, in una zona benestante, con la spiaggia di Haabneeme a due passi come valore aggiunto importantissimo.
Riina, la madre ospitante, si è presa cura di me e del mio compagno di viaggio Leonardo (tra l’altro lui è di Perugia, io della Valtiberina toscana, quindi diciamo vicini di casa) con tutte le attenzioni immaginabili, ci ha fatto assaggiare tutti i cibi e le bevande tipiche estoni, tra cui abbondavano aneto, patate, burro, panna acida, cetrioli, spratt (una specie di acciughe marinate intere che avevano più sapore di sgombro), acqua con varie erbe e bacche infuse ma anche chicche come la focaccia alla farina d’orzo, la torta al rabarbaro, il kama ( un muesli di cereali misti) e la Kali, bevanda analcolica nazionale, quasi una Coca-Cola ma al gusto di pane nero di segale fermentato, lo stesso che mangiavamo tostato a colazione. Io sono un amante del cibo, soprattutto dei sapori tipici della tradizione, e mi è piaciuto veramente ogni piatto cucinato da Riina, cuoca davvero unica!
Passando alla cultura, abbiamo visitato con la mamma e la sua figlia più piccola, Sophie, un sacco di monumenti in giro per Tallin, tra cui la città vecchia, con le sue mura imponenti sormontate da torri maestose ( le più famose sono quelle di Hermann l’alto e Margherita la grassa) e le sue viuzze strette, ma anche i luoghi del potere, tra cui il palazzo del parlamento e del governo, e le chiese (luterane) tra le quali il duomo. Inoltre abbiamo fatto un giro nei giardini del Kadriorg, la residenza del presidente della repubblica, e nell’antistante Kumu, il museo d’arte.
A proposito di musei, ne abbiamo visti molti, tra cui il Lennusadam, all’aeroporto degli idrovolanti, l’Estonian Open Air Museum, ricco di case storiche e architetture tipiche di varie parti dell’estonia, e poi molti luoghi in cui si rievoca il fosco passato dell’occupazione sovietica, come il Patarei Prison Exhibition "Communism is Prison", una prigione comunista fredda e buia, Vabamu Museum Of Occupations & Freedom, molto multimediale e proiettato verso un futuro luminoso per l’Estonia, guidata dallo sviluppo tecnologico.
Le esperienze più belle con la famiglia, però, sono scaturite entrambe dalla fantasia di Lauri, il figlio maggiore di Riina (38anni), che ci ha portato un giorno lungo il fiume Pirita, dove abbiamo noleggiato le tavole con il remo e abbiamo risalito il fiume; ridiscesi a valle, ci ha portato su una spiaggetta del fiume stesso a fare il bagno, è stato fantastico.
Un altro giorno siamo andati con Lauri alla torbiera di Viru Raba, all’interno del Parco Nazionale Lahemaa, dove eravamo già stati a visitare tre ville dell’epoca prussiana, un villaggio di pescatori dove ho mangiato da sogno (al ristorante Altja kõrts) e il Käsmu Meremuuseum, museo privato con moltissimi reperti della civiltà di piccoli pescatori di questi villaggi a nord del’Estonia, ma tornando alla torbiera, ambiente ovviamente protetto perché unico e utilissimo all’ecosistema, abbiamo fatto il bagno in un laghetto d’acqua nera calda, verso le 10 di sera, che mi ha completamente rigenerato insieme all’ambiente completamente selvaggio che ci circondava.
Per finire con la famiglia, la cosa che più ci è piaciuta di Viimsi è stata la possibilità di stare al mare fino a tarda sera, nella spiaggia di Haabneeme piena di giovani che giocavano a beach volley, con il discobar e il baltico liscio come una tavola, freddo come il ghiaccio e talmente poco profondo che all’altezza delle boe ancora toccavo l fondale sabbioso. Il bagno al tramonto sul mare è stato veramente indimenticabile.
Al camp le cose sono andate altrettanto bene, con tanto divertimento e attività sempre ben organizzate, come l’uscita nel bosco con la kickbike, in cui abbiamo imparato molte cose sulle foreste, che occupano circa il 50% del territorio estone, oppure la gita in canoa in coppia, discendendo un fiumiciattolo con molti ostacoli nel percorso. I leader, due ragazzi e due ragazze poco più grandi di noi, sono sempre stati gentili e disponibili, accondiscendenti e rigidi secondo necessità, insomma perfetti.
Anche la regia dell’organizzazione, guidata da vicino da Rauno e Kristjan e da lontano da Margus, è stata veramente impeccabile, soprattutto nelle tempistiche.
Ovviamente abbiamo giocato moto nel tempo libero a calcio, pallavolo e frisbee, ma anche con le carte, ad esempio a blackjack, e ciò all’inizio ci ha aiutato molto a conoscerci meglio.
Le gite nelle città di Viljandi e Tartu (la seconda per popolazione in Estonia) sono state molto interessanti; nella prima abbiamo visitato le rovine di un antico castello e imparato a suonare una minuscola arpa da tenere in bocca, buffissima, mentre nella futura capitale europea della cultura del 2024 abbiamo fatto un tour della street art più genuina dell’Estonia. Un’altra attività estremamente coinvolgente è stata la presentazione dei paesi, ed essendo l’Italia maggioritaria tra le altre nazioni con 5 partecipanti su 14 abbiamo deciso di far assaggiare a tutti il nostro piatto tipico per eccellenza: la pizza. Io e Francesco, un ragazzo di Savigliano (CU) molto simpatico e spigliato, ci siamo dati da fare e seguendo i consigli di mio fratello Ludovico, che ha 14 anni e cucina benissimo, abbiamo fatto una pizza in teglia eccellente, divertendoci un sacco e soprattutto ricevendo l’ammirazione e i complimenti di tutto il gruppo, non abituato ovviamente ai nostri sapori.
Ma venendo ad argomenti più seri, sono stato estremamente grato all’organizzazione per aver avuto l’opportunità di andare un giorno intero a visitare gli orfani di Taheva, al confine sud con la Lettonia: abbiamo giocato tutto il tempo con bambini che avevano estremo bisogno di sentirsi importanti e considerati con tutte le attenzioni, e anche se erano tenuti molto bene credo che non si dimenticheranno facilmente quella giornata, soprattutto poiché alla fine ognuno di noi ha lasciato a un ragazzo specifico un piccolo regalo composto da una cartolina, una spilla Lions, un dolcetto e un altro oggetto.
In generale il posto in cui era organizzato il camp era un po’ sperduto nel nulla: Taagepera, a sud dell’Estonia, quattro case e un castello, tutto sviluppato intorno a un placido lago, estremamente tranquillo e silenzioso, camere molto pulite (io ero con Devansh, indiano di Mumbai molto simpatico che mi ha fatto divertire moltissimo) e cucina tipica estone, con patate fisse nel menu e tante salse. L’attività più originale che abbiamo svolto però è stato dover girare un cortometraggio che rappresentasse tutto il camp e in cui comparissimo tutti noi, esperienza veramente illuminante; dobbiamo ringraziare Cecilie, la regista danese, è stata spaziale poiché abbiamo fatto un video senza tagli della durata della canzone “Welcome to Estonia”, quella che ci svegliava ahinoi tutte le mattine, con tanto di voiceover che allego a questo report (io sono il gallo che sveglia tutti la mattina, ero un meme vivente!).
Ma parlando dei picchi più alti di felicità raggiunti durante il camp, questi sono stati raggiunti in una giornata in particolare e in altre due serate; nel primo caso quando siamo andati all’Otepää Adventure Park e poi al trampolino di salto con gli sci di Tehvandi la mattina e al lago di Tõrva con il suo trampolino di legno nel pomeriggio, nel secondo poiché abbiamo fatto esperienza della vera sauna estone. Nel giorno dedicato al divertimento ci siamo diretti a Otepää, la cosiddetta capitale estone d’inverno poiché è l’unica zona del paese in cui sono presenti delle piccole colline dove quando nevica si può praticare lo sci alpino; nel resto dello stato lo sci di fondo è lo sport più amato (a Tallinn si va molto in barca a vela, questo è uno sport molto popolare soprattutto tra i più piccoli, anche per il fatto che per le Olimpiadi di Mosca del 1980 nella città estone sono è stato costruito il centro velistico olimpico), ma qui, nel parco avventure, oltre a un percorso a livelli di difficoltà in cui l’ultimo era abbastanza probante ma che ho completato per primo mettendo al primo posto l’orgoglio italiano, c’erano due carrucole o teleferiche che dir si voglia entrambe enormi, la prima molto grande ma la seconda, per cui si doveva risalire la collina, era veramente smisurata.
Ci siamo lanciati come pazzi ed è stato meraviglioso, come volare. In seguito siamo saliti su una piattaforma di salto con gli sci, e devo dire che fa veramente impressione immaginarsi delle persone che si tuffano nel vuoto da quell’altezza sconvolgente, da cui tra l’altro si poteva ammirare un panorama stupendo. Ma la chicca è arrivata nel pomeriggio, quando siamo arrivati in un lago dall’acqua nera come la striscia della bandiera estone ma estremamente profondo in cui c’era una passerella che portava in mezzo all’acqua dove era stata costruita una piattaforma di legno con quattro livelli da cui tuffarsi, l’ultimo dei quali alto 10-11 metri. Subito sono salito e ho iniziato a tuffarmi, ovviamente per gradi, partendo dal livello più basso, fino ad arrivare al test finale, l’ultima piattaforma: da quell’altezza è molto importante entrare in acqua perfettamente perpendicolare alla superficie e con le braccia attaccate al corpo, ma stando attenti a questi elementi di sicurezza si possono provare dei salti lunghi anche 5 secondi, con ingresso in acqua a velocità spaventose, insomma salti davvero emozionanti. Per concludere, due parole anche sulla vera sauna estone, che abbiamo provato due volte dopo cena, la prima in un ambiente storico, con una stufa a legna vecchissima, piccolo, una casetta di legno dove si stava stretti stretti a sudare da matti; io ovviamente sono rimasto dentro fino all’ultimo insieme a Hilkka, una ragazza finlandese che non avrei mai potuto “battere” in resistenza perché lei fa la sauna due volte a settimana e io non l’avevo mai provata prima, e tuffarsi nel lago subito dopo nel freddo della notte è stato troppo bello e rilassante. Anche l’altra sauna è stata molto interessante, fatta questa volta in un ambiante molto più moderno con una stufa elettrica ma altrettanto piacevole.
Chiudo con una mia riflessione sul fatto che questi viaggi organizzati dal Lions Youth Exchange sono estremamente a misura di ragazzo della nostra età, e, giustamente, mirano sì a far conoscere il paese dove ciascuno va (in questo caso ho scoperto di non sapere nulla sull’Estonia, che è una nazione giovane, pratica, avanti anni luce rispetto all’Italia riguardo la digitalizzazione e che guarda al futuro con occhi radiosi), ma soprattutto a creare legami che, spero, dureranno per tutta la vita.
Grazie infinite per l’opportunità che mi è stata offerta (io non facevo parte dei Leo né la mia famiglia del Lions, ma sono potuto andare in Estonia, diciamo, per meriti scolastici) e per l’organizzazione impeccabile.