Mi chiamo Ilaria e il 22 luglio sono partita per una delle esperienze più emozionanti e costruttive della mia vita.
La destinazione era il Messico.
La mattina della partenza ero agitatissima, quasi incredula di ciò che stava per succedere e dell’esperienza che stavo per intraprendere. Un mix tra paura, curiosità ed euforia. La cosa che inizialmente mi spaventava di più erano le 13 ore di aereo, ostacolo che non fu facile da superare e sono orgogliosa di averlo superato. Durante il viaggio mille pensieri e , timori frullavano tra la mia testa e la paura di non essere all’altezza della situazione e la distanza dai miei affetti era ciò che più mi spaventava.
Partivo però con una voglia e un bisogno di liberazione di un periodo buio della mia vita, un bisogno di sfogo, di ritrovare me stessa e la mia indipendenza.
L’arrivo però non è stato uno dei migliori, infatti sono rimasta ad aspettare da sola nell’ aereoporto di Città del Messico per quasi 2 ore che la famiglia venisse a prendermi. In quel momento mi sentivo persa, sola in un luogo dall’altra parte del mondo e dispersa in un mare di persone che non conoscevano.
Nonostante questo disguido il resto dell’esperienza è stata davvero meravigliosa sotto ogni punto di vista. Ho trascorso la prima settimana in famiglia, la seconda in campus e la terza ancora in famiglia.
Ho potuto constatare che tanti degli stereotipi sulle persone messicane sono falsi e che anzi, spesso e volentieri sono persone davvero dolci, premurose e gentili che si interessano sempre al tuo benessere. Questo aspetto mi ha lasciato davvero senza parole, vedere tutti sempre col sorriso (diversamente da cui in Italia) mi dava unafelicità e una tranquillità immensa.
Ho visto un lato del mondo completamente diverso dalla realtà in cui sono abituata a vivere. Tutto era diverso, dalle abitudini, alle città. Le città erano divise tra zone ricche e zone povere quasi come fossero divise da un muro invisibile. Bambini per strada a chiedere l’elemosina, case che quasi crollavano a terra, cani magrissimi abbandonati per strada sono solo alcuni degli aspetti che mi hanno fatto aprire gli occhi sulle varie situazioni del mondo e mi hanno fatto rendere conto di quanto molto spesso non ci rendiamo conto di quanto abbiamo e di quanto siamo fortunati.
Ne ho ricavato una grande crescita a livello umano.
Per non parlare poi delle magnifiche esperienze fatte e delle persone stupende che ho avuto il piacere di conoscere. Ragazzi da varie parti del mondo che nella loro semplicità hanno saputo trasmettermi una piccola parte della loro cultura che mi porterò sempre nel cuore.
La famiglia ospitante era davvero unica e non avrei potuto desiderare di meglio. I genitori erano come i miei secondi mamma e papà, per qualsiasi cosa erano disponibili ad aiutarmi ma il merito più grande va probabilmente a quello che è stato il mio host brother. Un ragazzo di 21 anni che ha saputo gestire la situazione al meglio, dandomi tutto ciò che avevo bisogno e non facendomi mai mancare nulla, a volte sacrificando i suoi bisogni e il suo tempo per rendere felice me.
I luoghi visitati, i musei e le città saranno per sempre un immagine fissa e incisa nel mio cuore.
Auguro a tutti un giorno di intraprendere un esperienza come questa gestita da Lions Club, che ringrazio fortemente. Mai avrei pensato di essere così tanto grata per una tale possibilità data. Un esperienza che sempre porterò nel cuore, tante lacrime versate gli ultimi giorni ma mi sono portata a casa un gran bottino culturale e umano che sicuramente mi ha fatto crescere sotto tutti i punti di vista.