Viaggiare è sempre stata una cosa che mi appassiona molto e poterlo fare da sola per poter conoscere ancora meglio le parsone e i luoghi di destinazione sembrava un’idea perfetta per farlo, così ho deciso di partecipare a un’esperienza all’estero con i Lions.
Sono partita l’undici luglio dall’aeroporto di Roma Fiumicino e fino a lì mi era sembrata la cosa più tranquilla e facile del mondo da fare, ma quando sono arrivata alla porta che delimita l’accesso per i non viaggiatori e quindi il luogo in cui ho dovuto salutare i miei genitori per arrivare dall’altra parte del mondo, la paura mi ha un po’ colto alla sprovvista.
Trovarsi in un aeroporto così grande da sola è stato a primo impatto molto malinconico, ma allo stesso tempo la voglia di partire ed andare mi ha travolto, così con un trambusto di emozioni sono partita su un volo interminabile e arrivata a Boston.
L’ansia per la personalità e per il carattere della famiglia non erano troppi dati i contatti che abbiamo intrattenuto prima del viaggio, ma restava un po’ di ansia legata alle attività che avremmo svolto e alla convivenza con la ragazza tedesca con cui ho condiviso la casa e la famiglia ospitante.
All’arrivo ho incontrato la mia host-mum, Gretchen Juliano, una donna molto gentile e ospitale che con la sua estroversione e con l’aiuto dapprima di una sua amica poi di suo marito Anthony mi ha fatto sentire a casa in un luogo che non era simile a quello che abitualmente chiamo così.
Dopo una giornata di attesa in aeroporto ho conosciuto la mia sorella tedesca, Tiffany, lei durante tutto il periodo all’estero mi è stata molto vicina e amica e sono felice di aver condiviso con lei tutte le esperienze divertenti ed interessanti che abbiamo avuto la fortuna di fare.
Il primo giorno in famiglia siamo state a vedere il Boston Ballet in una location molto suggestiva e bella chiamata Tanglewood, abbiamo avuto il piacere di vedere una performance non solo del balletto ma anche dell’orchestra, cosa che, per quanto mi riguarda è stata una novità molto interessante ed entusiasmante.
Nei giorni seguenti abbiamo provato esperienze da veri americani, tipo barbecue con gli amici e compere in uno dei giganti gorcery shop, che sono spaventosamente grandi. La domenica abbiamo fatto una gita fuori porta a New Port, una tipica località marittima e turistica delle coste del Rhode Island, in questo luogo abbiamo provato l’esperienza della barca a vela e visitato le enormi ville sul mare che un tempo appartenevano a ricche famiglie che le hanno poi date in usufrutto alla comunità per crearne dei musei. Vedere queste abitazioni è stato veramente impressionante data la loro maestosa estensione.
Nel tempo successivo si sono alternati altre escursioni e visite turistiche come quella al lago di Walden Pond e a Cape Cod, dove abbiamo visitato anche l’istituto oceanografico, a periodi passati a casa in cui anche noi abbiamo fatto conoscere i nostri paesi cucinando per i nostri genitori ospitanti alcuni piatti tipici.
Tutte queste esperienze erano circondate da piatti tipici americani come le colazioni super abbondanti e i fast food.
L’esperienza in famiglia è stata davvero molto intensa e mi ha aiutato molto ad aprirmi a nuove persone, perché in questo caso seppur all’inizio è intimorente vivere con persone nuove nella loro casa, in un periodo più prolungato ti aiuta a creare rapporti importanti e ti insegna ad apprezzare persone con culture diverse dalla tua ancor di più.
La prima parte di questa esperienza è perciò volata e la seconda si è avvicinata in fretta, tornando a mettere timore per la nuova situazione, ma grazie all’aiuto di Tiffany e lei al mio siamo riuscite ad integrarci a pieno in un nuovo contesto che è quello del Camp.
Infatti siamo state portate dai coniugi Juliano in un hotel in cui un sacco di nuove persone ci hanno accolto, persone con cui abbiamo poi creato legami importanti nel corso della settimana e che è stato un vero dispiacere dover lasciare.
Il camp è stata un’esperienza molto diversa, in esso infatti il divario culturale era ancora maggiore e i ragazzi presenti, provenienti da tutto il mondo si sono mescolati e stati accanto in un periodo che è diventato indimenticabile per quello e per le altre gite turistiche che gli organizzatori ci hanno fatto fare.
Le visite turistiche molto interessanti e allo stesso tempo divertenti sono variate da musei e state house a luoghi di svago come spiagge, giri in canoa, Crumbl cookies e shopping.
Con gli accompagnatori che spesso cambiavano abbiamo visitato vari posti anche molto esclusivi come appunto la state house e vissuto altre esperienze da vero americano come il pomeriggio in spiaggia sull’oceano dopo il barbecue e abbiamo anche avuto momenti liberi in cui creare amicizie internazionali con i ragazzi di tutto il mondo presenti. Infatti, ci sono state anche serate e notti insonni di pure conversazioni e credo che anche questo sia un motivo importante per cui fare queste esperienze, infatti si sono andate a creare amicizie che non badano a nessun confine o a nessuna distanza geografica.
Questa esperienza è e sarà sempre una delle più significative della mia vita e sono molto contenta di essermi battuta con qualche mia paura interna e di essere partita, per questo devo ringraziare tutte le persone facenti parte del distretto Lions italiano e del Massachusetts e tutti i ragazzi che hanno condiviso con me questo periodo, ma in particolare i coniugi Juliano che ci hanno ospitato e accolto nella loro vita.