Il 25 luglio 2024 è stato l’inizio di questa meravigliosa esperienza in Michigan, è stato un mese indimenticabile. E’ stata la mia seconda esperienza negli USA ma la prima volta senza la mia famiglia. Ho avuto la splendida opportunità di di fare tantissime nuove esperienze e di provare tante emozioni. Durante quasi tutto il viaggio ero completamente assuefatta dalla felicità ,come se stessi vivendo in un film ma non sono mancati anche i momenti meno belli, si, ho vissuto anche quelli, momenti emotivamente diversi, fatti di alti e bassi che mi hanno comunque insegnato tanto, anzi, sono stati quelli che mi hanno insegnato di più, mi hanno insegnato a gestire diversamente alcune cose, mi hanno insegnato a vedere sempre del positivo in tutto, mi hanno insegnato a fidarmi di più delle persone, anche di quelle conosciute da poco.
Ho trascorso le prime due settimane e mezzo a casa di una fantastica signora indiana, insieme a me erano ospitate anche una ragazza spagnola, Maria, e una ragazza ungherese , Loretta, con la quale, a fine viaggio sono stata nella seconda famiglia. La mia host mum, Roshni, è stata accogliente, ospitale e attenta a tutte le nostre esigenze. Mi ha fatta catapultare in un altro mondo , in altre realtà , con materna naturalezza. Da subito abbiamo avuto l’opportunità di esplorare e conoscere la realtà del Michigan.
Come fanno molti ragazzi stranieri che vanno in America, la prima cosa che abbiamo fatto è stata visitare un supermercato americano. Un impatto con una nuova realtà che definirei GIGANTE, una parola che sarà quella più ripetuta in questo racconto. Appunto, tutto gigante come i sacchi di cereali da circa 10kg, i bottiglioni di latte grandi quanti quelli del detersivo, ma sopratutto , ciò che mi ha più colpita di più, poiché sono un’appassionata di cucina, sono state le orribili imitazioni di cibi italiani. A proposito di “ gigante” , un’altra cosa che potrei definire tale è stata la colazione che abbiamo consumato in un tipico diner americano,con pancake e french toast esageratamente ricolmi di zucchero e burro . Credo che per ogni porzione fossero state usate cinque o sei uova . A parte il cibo e le sue esagerazioni , lontane dalle nostra cultura mediterranea, il mio sguardo curioso era verso tutti e tutto .
Avendo trascorso la maggior parte del tempo negli states nel cityside , ho avuto la possibilità di visitare abbastanza bene Detroit. Una città fatta di grandi palazzi, luci, culture e arte che mi ha lasciata stupefatta. Non posso non parlare del DIA(Detroit institute of art) pieno di tante epoche, culture e storie diverse. Arte classica e moderna, che comprende peculiari rivisitazioni di dipinti famosi. Insomma cultura sotto diverse forme. Tornando al cibo , ho avuto l’opportunità di provare tante cucine diverse, cominciando dal cibo indiano (quasi obbligatorio visto che per più della metà del tempo sono stata ospitata da una signora Indiana), passando poi per il centroafricano, giapponese, coreano e finendo poi con il colombiano, tutto intervallato ovviamente da classici cibi americani come hamburgers, mc and chees, patatine fritte e root beer ( una delle cose più orribili che abbia assaggiato), si tratta di Coca-Cola con dentro gelato alla vaniglia. Questa combinazione di ingredienti va a creare una sorta di frappe ultra dolce, annacquato e frizzante. Non potevano mancare intermezzi Made in Italy in quanto la mia “ famiglia” americana mi ha fatto cucinare qualcosa di italiano .
Nella seconda famiglia(tipica famiglia super americana)(con cui siamo state solo 5 giorni) la mia esperienza è stata un po’ controversa in quanto io e Loretta , la mia compagna di viaggio ungherese, dal punto di vista umano e culturale non condividevamo alcuni atteggiamenti che a noi apparivano un po’ maleducati , insomma, dal mio punto di vista un po’ strani, lontano dalla mia educazione e cultura familiare. Comunque sia è stata comunque un’esperienza importante; sono stati ospitali e con questo non voglio dire che non mi ci sia trovata bene ma voglio dire che certe esperienze servono a capire quanto possano essere diverse le famiglie e quindi le realtà sociali e culturali. Voglio dire che bisogna essere psicologicamente preparati ad essere ospitati in una famiglie dove i modi di essere sono molto diversi da quelli a cui siamo abituati.
L’ultima cosa che mi resta da raccontare, ma non per importanza, è l’esperienza del camp.Dicono che al camp piango due volte, una quando parti e una quando arrivi. Delle giornate memorabili con momenti iniziali non proprio piacevoli legati all’organizzazione . Normalmente il campeggio dove siamo stati , ospita solo bambini piccoli e nonostante noi fossimo tutti ragazzi , comunque abbastanza maturi per la nostra età , che arrivavano da diverse parti del mondo , siamo stati trattati da subito come bambini incapaci. Un esempio era il fatto che non potessimo tenere con noi farmaci personali , oppure l’ obbligo di avere un adulto che dormisse con noi per poterci controllare , ma anche per le attività che erano state organizzate, pensate per essere realizzate da bambini, come un gioco in cui dovevamo fare una sorta di passaparola con due peluche. Però, noi ci siamo “ difesi “ bene tra falò e serate , che finivano sempre per diventare una sorta di feste con musica e balli. Ci disponevano tutti in cerchio per giocare ,saltare e divertirci , putroppo però tutto si doveva interrompere intorno alle 10 perché alle 11 , teoricamente , era imposto il coprifuoco. Però sono stati 4 giorni in cui ho inaspettatamente legato tantissimo con tantissime persone diverse, creando rapporti meravigliosi(anche grazie alle scappatelle notturne con tanto di falò con i marshmallows e musica). Amici meravigliosi , amici nuovi provenienti dal Brasile , Belgio, Spagna, Francia, Bulgaria, Croazia, Olanda, Ungheria, Polonia e tanti altri paesi d’Europa, e poi dal Giappone e perfino dalla lontana Mongoli. Eravamo tutte persone di sesso, età, nazionalità e colture diverse, tutte unite da un unica cosa: la voglia di esplorare il mondo.
Eravamo tutti felici e consapevoli di aver avuto la opportunità di vivere giornate che avremmo ricordato per sempre . Il fantastico service dei Lions è stata la cosa che , la mattina dei saluti e poi il giorno dei saluti in aeroporto , ci ha fatto piangere tanto tutta l’acqua che avevamo in corpo.
Detto questo è stata un esperienza piena di emozioni diverse che non avrei mai pensato di provare tutte in così poco tempo, che però ricorderò per sempre.