A Luglio del 2024 ho partecipato al programma degli scambi giovanili Lions, che è strutturato in tre parti: l’esperienza come famiglia ospitante, quella come ragazza ospitata e infine il camp, un punto di ritrovo per i ragazzi che, come me, hanno avuto l’opportunità di conoscere una cultura diversa dalla propria (nel mio caso quella americana).
Mi concentrerò sulla seconda e sulla terza parte, che sono quelle in cui sono stata in America (in particolare a St. Louis, Missouri) e quelle in cui ho potuto confermare alcune delle mie aspettative e ricredermi su altre.
Ho avuto due diverse famiglie ospitanti: la prima era composta solo da una signora che vive a 10 minuti dalla città di St. Louis, Barbara, che è stata fin da subito molto gentile e accogliente.
Mi ha fatto sentire a casa e ha fatto sì che vedessi il più possibile della sua città per tutto il tempo in cui sono stata insieme a lei.
Un’altra nota positiva è stata che una sua amica, Judy, stava a sua volta ospitando una ragazza francese, quindi ho conosciuto Clotilde, che ho poi ritrovato al camp.
Con Barbara, Judy e Clotilde ho visitato l’History Museum, l’Art Museum, la Grant’s Farm, la Cattedrale di St. Louis e l’hotel Union Station, che è a tutti gli effetti un hotel ma è talmente grande che è diventato anche un’attrazione turistica.
Ho partecipato ad un barbecue, assaggiato i ravioli fritti tipici di St. Louis, ho visto una delle tante parate e i fuochi d’artificio riservati all’Indipendence Day, ho assistito ad uno spettacolo al teatro all’aperto “Muny”, ho visitato i giardini botanici, le università SLU e WASHU, lo zoo, la Meramic Cavern, la casa delle farfalle, l’arco (considerato il simbolo di St. Louis), e altro ancora.La seconda famiglia, invece, era composta da una ragazza e dai suoi genitori. Questa ragazza, Cheyenne, è la stessa che avevo ospitato in Italia la settimana precedente.
Con loro ho vissuto di più la quotidianità; spesso la sera portavamo il cane a fare una passeggiata, guardavamo un film oppure giocavamo a carte tutti insieme.
Nonostante questo ho anche girato parecchio: nella “loro” settimana sono stata in un museo dell’illusione, da Six Flags (un parco divertimenti), in una miniera, a Main Street, al cinema con le sale più grandi che abbia mai visto e al Johnson's Shut-Ins State Park.
Insieme abbiamo preparato un falò e mangiato gli smores (dei biscotti con dentro cioccolato e marshmallow fuso), giocato a bowling, golf e fatto il giro dei ristoranti del paese.
Abbiamo fatto volontariato in una food pantry e assistito anche a qualche incontro Lions.
L’ultimo giorno, insieme a Cheyenne, mi sono diretta verso St. James, dove si è tenuto il camp.
Questa settimana è stata senza dubbio la mia preferita: ho conosciuto nuove persone da tutto il mondo, ho stretto amicizie che spero dureranno nel tempo, mi sono divertita a imparare parole in lingue diverse dalla mia, ma anche ad essere guardata in modo strano quando usavo gesti che usiamo solo in Italia, pretendendo di essere capita.
Durante questi giorni abbiamo visitato il Capitol di St. Louis, abbiamo pranzato con militari che venivano da ogni parte del mondo, tirato con l’arco, preso in mano un serpente in una riserva naturale, fatto volontariato in un campo da baseball per ciechi, cenato alle 4 del pomeriggio (cosa che da soli non avremmo mai fatto), mangiato il gelato da Central Dairy (un’istituzione per la gente del posto), pescato, pitturato, cenato come gli americani cenano il giorno del thanksgiving e cucinato la pizza per noi e uno dei piatti della nostra tradizione per la festa finale.
L’ultimo giorno, alla festa, abbiamo rivisto le nostre famiglie ospitanti e siamo tornati a casa con loro.
Si è conclusa così la nostra esperienza, che consiglierei a chiunque volesse fare un viaggio diverso, provare nuove cose con nuove persone.
A chi ha voglia di indipendenza, a chi ha voglia di fare e di scoprire, a chi vuole mettersi in gioco e a chi vuole avere qualcuno da chiamare in ogni parte del mondo in cui si trova.