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ITALIA: what else?

Sono Marco Castaldo, un ragazzo di 16 anni che quest’anno ha avuto la preziosissima opportunità di prendere parte al programma dei campi e scambi giovanili Lions.
Ho così avuto la possibilità di vivere per tre settimane all’estero in una famiglia ospitante e di viere indimenticabili momenti un’altra settimana in un campo che ospitava tutti i ragazzi accolti nel mio stesso Stato.
Quest’anno mi è capitato di viere questa esperienza negli Stati Uniti, nello Stato dell’Iowa in una piccola cittadina che conta poco di novemila abitanti, e per quanto l’eccitazione iniziale fosse grande non vi nascondo che l’ansia e la preoccupazione, per quanto forse passavano in secondo piano per la contentezza, erano emozioni vive dentro di me.

Per quanto fantastico non è facile per un ragazzo di 16 anni saper di dover passare un mese a migliaia e migliaia di chilometri di distanza dalla propria casa, in un posto sconosciuto, dovendo anche superare quella che forse, prima di partire, sembrava una delle sfide più complicate, ovvero il viaggio in aereo, dovendo fare scalo due volte e dovendo passare la frontiera, In America, parlando una lingua che non perfettamente padroneggi, ma dopo aver messo piede sul primo aereo ho capito che davanti avevo una sfida per nulla complicata e spaventosa, ma che con serenità e attenzione poteva facilmente essere superata ed inoltre, ho avuto la fortuna di viaggiare con una ragazza Italiana, che come me aveva preso parte agli scambi e campi giovanili, ed il fatto di viaggiare in coppia mi aveva ulteriormente rassicurato.
Arrivato a destinazione all’aeroporto di Des Moins , capitale dell’Iowa, per quanto l’accoglienza fosse calorosa, sia da parte della mia famiglia ospitante che da parte dei Lions locali, non riuscivo a sentirmi completamente sereno, probabilmente per una serie di motivi quali la stanchezza, vedere visi a me sconosciuti, e piano piano realizzare che ormai questa esperienza era pienamente iniziata; poco meno di trenta giorni da solo negli Stati Uniti.
I primi due giorni dopo quello del mio arrivo sono stati quelli di maggiore preoccupazione e insicurezza, mi resi subito conto che stavo per vivere un mese completamente diverso da come avrei fatto in Italia, in una famiglia formata solamente da un signore anziano che non sapevo quali esperienze mi avrebbe riservato, in una piccola cittadina che sembrava non aver nulla di che da regalare.
Superate queste preoccupazioni inziali l’avventura in famiglia è andata da subito per il meglio, inoltre con me era ospitato un ragazzo proveniente dalla Mongolia con il quale verso la fine della prima settimana ho stretto un buon rapporto ,inoltre abbiamo avuto modo di conoscere dei ragazzi che abitavano in quella città e di divertirci assieme in diverse occasioni; allo stesso modo la confidenza con il nostro padre ospitante aumentava sempre più e con molto piacere ho avuto modo, svariati giorni, di svolgere attività od intrattenerci a cena con dei suoi amici, rivelatisi subito molto simpatici e accoglienti, come in fondo era tutto il vicinato.
In famiglia ho avuto pienamente modo di immergermi nella cultura del posto e di provare una grande serie di attività. Ho avuto modo di vivere l'immensa parata organizzata in ricorrenza del 4 luglio e di riunirci tutti assieme in parchi sconfinati la sera per ammirare lo spettacolo dei fuochi d'artificio o assistere a diversi sport più caratteristicamente americani, come il baseball o gare automobilistica nel tipico circuito ovale, visitare musei, riserve naturali, praticare diversi sport, tra i quali tennis, golf, ciclismo e imparare la lavorazione del vetro e del legno; inoltre ho anche partecipato a diverse riunioni Lions,del Lions Club di cui la mia famiglia ospitante faceva parte.
Ormai i giorni trascorrevano sempre più velocemente ed io ero sempre più sereno fino a che non siamo arrivati alla fine del periodo in famiglia, e ammeto che dopo 20 giorni un po' mi dispiaceva lasciare una persona che avevo iniziato ad apprezzare molto, specialmente per il suo carattere amichevole, solare e sincero.
Sapevo però che stavo per iniziare la settimana nel campo con tutti gli atri ragazzi, e riguardo a ciò non potevo che esserne felice.
Questi ultimi giorni sono stati fantastici e indimenticabili, ho avuto a che fare con ragazzi incredibili con cui molto velocemente abbiamo legato, per non parlare dei Lions che gestivano il campo, impeccabili in tutto, disponibili e ben organizzati, e che ovviamente ringrazio molto per tutto ciò che hanno fatto e organizzato per noi.
Nel campo si respirava un'aria serena e di divertimento, senza pero mai esser venuti meno al rispetto delle regole e al rispetto reciproco, nonostante le barriere linguistiche scherzavamo e ci divertivamo come se la lingua la conoscessimo da una vita, e affiatati come se fossimo un gruppo di amici ormai unito da anni, ed ho davvero ammirato la semplicità di queste persone che mettevano al primo piano il divertimento e il vivere un'esperienza tutta nuova.
Nel campo non son mancate le attività, dai giochi all'aria aperta, alle gite al lago per fare canottaggio, lezioni di balli country, innumerevoli visite dei Lions Club vicini, tutti formate da persone splendide, con cui abbiamo avuto il piacere di intrattenerci svariate volte per mangiare tutti assieme, a una giornata all'insegna del divertimento nel parco divertimenti. Ovviamente non sono mancate anche attività più “serie” ma altrettanto belle quali la visita al palazzo di Stato situato nella capitale, la visita all’università di Stato e le cerimonie della bandiera accompagnate dal country talk.
Arrivati in aeroporto pronti per il rientro nei nostri Paesi, ho realizzato che quella esperienza, che sembrava infinita che e i primi giorni vivevo forse con troppa agitazione, è e rimarrà tra le più importanti della mia vita, ed era irrealizzabile pensare che davvero stesse finendo, più velocemente di quanto potessi mai immaginare, ma infondo si sa che quando ci si diverte il tempo vola.
Sicuramente mi faceva piacere tornare in Italia dalla mia famiglia, amici e abitudini ma nuovamente un po' di tristezza riemergeva in me, questa volta però, perché con quei ragazzi che avevo conosciuto solamente 5 giorni, ne avrei passato volentieri qualcuno in più.

Ci tengo a dire che, i Campi e Scampi giovanili Lions sono stati, per quanto durati solamente un mese, un’esperienza fondamentale per il mio percorso di vita sotto una grande varietà di aspetti, un'esperienza che mette alla prova sin dalla prima partenza fino al ritorno nelle proprie famiglie; una prova che richiede a giovani ragazzi di mettersi in gioco, uscire dalla confort zone e insega come adattarsi ad un diversa cultura e a situazioni piacevoli o talvolta sgradevoli che siano, contando principalmente su se stessi, dunque una vera e propria palestra di vita.
Sono quindi grato di aver preso parte a questo progetto e non posso non ringraziare chi rende ciò possibile, ovvero: Il Multidistretto Lions e Leo 108 Italy, Il Distretto Lions e Leo108 Ya, e Il Campo Vesuvio, formato da persone che portano avanti questo service perché spinte da una forte passione e voglia di regalare ai giovani esperienze indimenticabili, non posso quindi non citare la Ycec del Capo Vesuvio, Maria Martino, che con grande competenza e professionalità si è messa a disposizione per qualsiasi evenienza cercando di evitare qualsiasi tipo di problema e di rendere tutto il più perfetto possibile.