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La nostra famiglia è composta da sei persone, oltre ai due genitori abbiamo Anna di 17 anni, Pietro di 15, Emilio di 13 ed Emma di 10. Una situazione famigliare quindi piena di vitalità.

Ci siamo avvicinati a questa esperienza con entusiasmo: per una settimana ci sarà una figlia "speciale" da accogliere con entusiasmo e curiosità. Ci siamo organizzati per fargli vivere momenti da ricordare con piacere.
In parte giornate a casa in famiglia tutti assieme ed in parte uscite al mare e ad un parco acquatico.
Insomma tutti hanno cercato di dare a Daria il meglio; da Anna che ha messo a disposizione la sua camera sino alle serate in compagnia con gli amici dei miei figli.
Daria purtroppo ha reagito in modo negativo e manifestato in modo diretto la propria insoddisfazione sia verso la condivisione dei momenti in famiglia che nei confronti delle cose che abbiamo organizzato per Lei (il mare, il parco acquatico, le uscite con gli amici dei miei figli).
Non nascondo che è stata una esperienza negativa e difficile per la nostra famiglia e probabilmente anche per Daria.

Scendendo più nel concreto questa ragazza non ha mai mostrato entusiasmo o voglia di integrarsi.
Imbarazzanti, secondo il nostro metro, i comportamenti nel quotidiano: si univa a noi a tavola alla fine del pasto nonostante fosse invitata a farlo all'inizio, manifestava in continuazione lamentele per le cose cucinate nonostante le nostre attenzioni per evitare cibi a lei sgraditi.
Era l'unica che non portava il proprio piatto in cucina alla fine del pasto o che al ristorante commentava sistematicamente ed in modo negativo il menu o ordinava cose che nemmeno toccava. Ovviamente si tratta di semplici frammenti di vita quotidiana ma che rendono l'idea del contesto negativo.
Daria voleva andare a Milano o in grandi città a fare shopping. Questo noi lo abbiamo escluso ma sembrava l'unica cosa che le interessasse.

Credo che al di là degli aspetti caratteriali della ragazza ci siano delle responsabilità nell'organizzazione dell'ospitalità.
Daria ha 20 anni ed è una persona già autonoma che lavora e vive da sola in una grande città. Questa emancipazione deve essere a mio avviso tenuta in considerazione. Non mi meraviglia del tutto che si sia trovata in una condizione di frustrazione che ha scaricato nei comportamenti. Certamente non è a mio avviso una ragazza che è adatta ad una esperienza come gli scambi giovanili. Capisco che sia complesso ma qualcuno prima di organizzare l'esperienza di scambio deve effettuare alcune semplici valutazioni per capire se ci sono le minimali condizioni di equilibrio fra le due parti.
Da un lato ci sono la composizione della famiglia ospitante che ne determina le abitudini ed i comportamenti, dall'altro l'età, le condizioni di seniority del ragazzo ospitato, sono tutti elementi trasparenti che debbono essere valutati per limitare gli errori.