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Ci sarebbero davvero tantissime cose da dire, ma cercherò di essere chiara e sintetica.
Parto dal presupposto che non avevo mai sentito parlare della Romania come meta turistica, e che quest'ultima viene spesso sottostimata, quindi, lasciando l'Italia per cominciare la mia esperienza (il primo di Luglio), le mie aspettative non erano delle più alte.
Arrivata in Romania però mi sono riceduta: l'accoglienza che ho ricevuto, a partire dalla famiglia ospitante, con cui ho trascorso i primi dieci giorni, è stata sbalorditiva. Sono sempre stata circondata da persone amichevoli e disponibili ad aiutarmi in qualsiasi modo e momento.
La famiglia ha fatto del suo meglio per non farmi mancare nulla, e per permettermi di scoprire una realtà diversa da quella in cui vivo.
Se il tempo in famiglia è trascorso velocissimo, quello al Campo (10/07-21/07) è passato ancora più in fretta.
Legare con i ragazzi del campo, fin dal primo giorno, è stato sorprendentemente facile. Mi sono trovata a convivere per dodici giorni con 13 adolescenti, in un rifugio (Cabana Diham Phoenix) nel bel mezzo dei monti della Transilvania.
Il tempo trascorso insieme ci ha permesso di conoscere e scoprire nuove realtà, e personalmente mi ha aiutato ad avere una mentalità molto aperta, nei confronti di ciò che non conosco.
Ho passato gli ultimi giorni della mia esperienza (dal 21 al 23 luglio) a Bucarest, dove io ed altri 5 ragazzi del campo, siamo stati ospitati dal responsabile del campo stesso (il dottor Kozma), in attesa di rientrare nei rispettivi Paesi.
Al termine del mio viaggio posso affermare con sicurezza che la Romania ha tanto da offrire, sia a livello paesaggistico, come ho potuto constatare specialmente durante il campo (le montagne della Transilvania sono davvero meravigliose), sia a livello di rapporti umani (per l'accoglienza dimostrata durante tutta l'esperienza).
Sono sicura che continuerò a mantenere i contatti con la mia famiglia ospitante, continuerò a coltivare le amicizie nate al campo, e ovviamente tornerò in Romania.