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L’esperienza dello scambio culturale è stata fantastica: sono potuto entrare in contatto con culture molto diverse dalla mia e soprattutto approfondire la conoscenza di uno stato, che ha per me un particolare fascino: il Canada.
I giorni in famiglia sono stati meravigliosi: i genitori, per quanto fosse nelle loro possibilità, hanno cercato di farmi vivere esperienze differenti, cercando di non farmi mai sentire un estraneo e sono sempre stati molto accoglienti ed affettuosi.
All’inizio pensavo che i rapporti con il figlio sarebbero stati duri, poiché è meno obbligato a trattare l’ospite come un nuovo membro della famiglia rispetto ai genitori che ne hanno la responsabilità, ma sorprendentemente abbiamo stretto immediatamente amicizia e l’ostacolo della lingua non si è nemmeno manifestato.

Anche il vicinato e gli amici di famiglia hanno sempre cercato di coinvolgermi nelle loro conversazioni, intervistandomi approfonditamente su ogni aspetto del mio paese e questo mi ha fatto sentire apprezzato e mai escluso, anzi protagonista di un ambiente caldo e familiare. Ho scoperto che la cultura canadese non è così tanto diversa dalla nostra; ovviamente scoprire che non esistesse il pranzo è stato un duro colpo, ma alla fine hanno i nostri stessi valori, molte tradizioni simili e la vita quotidiana è pressoché la stessa: riunirsi a tavola la sera con tutta la famiglia, guardare la televisione sul divano durante il giorno.
Ovviamente c’è stato anche il puro divertimento andando nei parchi di divertimento o a sparare con le pistole laser soprattutto con il mio host-brother, i suoi amici e la mia host-mum, che non poteva mai mancare.
Se in famiglia ho potuto conoscere la cultura canadese, al camp Bruce Murray sono potuto entrare in contatto con molte culture tutte differenti, essendo presenti ragazzi provenienti dal Brasile, Messico, Indonesia e anche da realtà europee diverse dalla mia come quella tedesca, finlandese, danese, estone.
Eravamo tutti diversi, ma questo non ci ha impedito di legare in un unico grande gruppo di giovani interessati a scoprire ciò che non conoscono.
Sono molto felice del fatto che i ragazzi che provenivano dallo stesso paese non si siano isolati dagli altri; io stesso ho legato soprattutto con persone che venivano tutte da paesi differenti. Il camp era organizzato molto bene, non è mai successo nulla di imprevisto e le esperienze organizzate sono state meravigliose; di sicuro tra le più belle annovero la visita alle cascate del Niagara, la visita a Toronto e la partecipazione ad una partita di baseball, uno sport poco diffuso in Italia e che io poco conosco, ma assistere ad una partita dal vivo è stato davvero emozionante.
Sono grato ai Lions per aver potuto far parte di tutto questo; è stata una bellissima esperienza, che mi ha fatto maturare e mi ha permesso di avere un nuovo punto di vista nella mia visione del futuro e soprattutto che mi ha permesso di portare un pezzetto di Italia in Canada e ovviamente anche un pezzetto di Canada in Italia.
Non dimenticherò mai le risate, la sorpresa di conoscere qualcosa di nuovo e le lacrime degli addii.

GRAZIE LIONS!