Ciao, mi chiamo Alessia, ho diciassette anni e vengo da Matera e quest'estate ho avuto l'opportunità di partecipare per la seconda volta ad un Lions camp. Sono stata in Svezia per tre settimane, dal 13
luglio al 3 agosto. Ho trascorso la prima settimana ospitata da una piccola famiglia composta da due signori in pensione molto gentili, host dad Nils e host mum Rosa. Avevano preso l'impegno di ospitare
anche un'altra ragazza del Colorado insieme a me che però dopo solo un giorno di permanenza ha deciso di cambiare host family per stare insieme alla sua migliore amica.
Sono le 5:30, suona la sveglia, mi alzo, vedo la valigia pronta davanti alla porta. Era veramente arrivato quel momento in cui avrei dovuto prendere due aerei, trascorrere 9 ore fra persone che non conoscevo e che parlavano lingue diverse dalla mia, di cui 5 in uno degli aeroporti più grandi di Europa, per poi arrivare in uno stato sconosciuto, tutto questo per la prima volta da sola.
La sola idea mi emozionava, e ritrovarmi catapultata in quello che poco prima era solo un sogno è stato incredibile. Nonostante tutto non sono mai stata in ansia né tantomeno triste, mi sentivo a mio agio, autonoma, e tutt’ora ne sono soddisfatta. La mia paura però non era nel volo in realtà, piuttosto nell’arrivo, nell’incontro con una famiglia, una lingua, una cultura e uno Stato completamente diversi.
Il 23 luglio sono partita per il mio ultimo viaggio con gli scambi giovanili.
Questa volta è stato un po' diverso perché ho trascorso tutte e tre le settimane di permanenza in Svezia nel campo con gli altri ragazzi. Penso che l'esperienza in famiglia sia molto bella ma ho apprezzato moltissimo poter trascorrere tre settimane con i ragazzi perché ho avuto modo di conoscerli meglio e di stringere legami più forti, legami che spero si manterranno nel tempo.
Dopo l'atterraggio all'aeroporto di Arlanda, siamo partiti tutti e 17 verso Jokkmok, oltre il circolo polare artico. Qui abbiamo trascorso un paio di giorni in tenda, visitando un orto botanico in cui si trovavano tutte le piante artiche ed esplorando le foreste della Lapponia.
Successivamente ci siamo spostati a Skelleftea dove abbiamo trascorso un paio di giorni per poi scendere ancora verso Pitea.
Qui abbiamo incontrato Karl, un membro dei Lions incredibilmente gentile e simpatico che si è preso cura di noi e ci ha sopportati per una settimana. Il tempo trascorso in questo campo è stato forse il mio preferito soprattutto la visita alle cascate.
Erano solo le dieci di mattina di quel 15 Luglio, quando dall’aereoporto di Bari stava per incominciare una delle più belle ed entusiasmanti esperienze della mia vita.
Dopo che il mio viaggio di sole 4 ore si era trasformato in un’odissea a causa di un temporale che ha bloccato tutti i voli a Monaco di Baviera, arrivato a Göteborg trovai ad aspettarmi un gentilissimo uomo tutto vestito di giallo che con pazienza mi aspettava a causa del ritardo.
Solo in serata arrivai nella casa che mi avrebbe ospitato.
Mi trovavo in un piccolo villaggio nell’isola di Orust a 100 metri dal mare, qui tutto era ben curato e le casette caratteristiche della zona decoravano il paesaggio quasi fiabesco.