Ho visitato un paese stupefacente, e ogni giorno mi sono svegliata con il sorriso. Ho trovato una seconda famiglia e moltissimi nuovi amici, ho visto paesaggi mozzafiato e soprattutto ho realizzato il mio sogno, ovvero visitare questa nazione che mi era sempre sembrata una meta irraggiungibile poiché lontanissima.
Il giorno della partenza ero tranquilla, ma solo perché non sapevo cosa mi aspettasse. Per fortuna ho dovuto fare solo scalo a Francoforte ma per me che non ho mai viaggiato da sola, anche quella è stata un’avventura. Il secondo volo è durato nove ore e mezza, una vera e propria odissea. Appena sono scesa però il gentilissimo personale di terra, con tanto di cappello da cowboy, mi ha saputo dare una mano per giungere al ritiro bagagli. Questa frase contiene le due parole più significative del mio viaggio: gentilezza e cowboy, ma probabilmente saprò spiegarmi meglio in seguito. Ho riconosciuto subito la mia host family grazie alle foto che mi avevano inviato per mail; all’aeroporto ho conosciuto anche il responsabile del camp a cui avrei partecipato, Tony Prettegiani, e alcune ragazze provenienti da vari paesi. Tim e Gail mi hanno parlato di come in quei giorni ci fosse lo “Stampede”, ovvero un gigantesco festival che si svolge ogni anno a Calgary, o come preferiscono chiamarlo loro “The greatest outdoor show on earth”. Prima pensavo che in Canada ci fossero solo boscaioli ma mi sono dovuta ricredere, dato che nel Sud dell’Alberta si sentono tutti, profondamente, dei cowboy.
Quest'estate sono stata in Canada, precisamente in Ontario, nei pressi di Brussels.
Dopo un lungo viaggio di più di 8 ore, sono stata accolta in una famiglia meravigliosa, nella quale ci ho passato tutte e tre settimane, insieme ad una ragazza finlandese di nome Siiri.
Dopo una giornata passata a conoscere meglio la famiglia e Siiri, ho iniziato il mio percorso in Canada.
Le prime due settimane sono state piene e movimentate.
Tra giornate in spiaggette in riva al lago e visite alla stupenda Toronto il divertimento è stato assicurato.
“Mamma mamma, vado in Canada!!” Era un giovedì di metà inverno, stavo aspettando il tram per tornare a casa quando il mio telefono ha vibrato e mi è stato comunicato che sarei partita alla volta del Canada.
Canada dove? Toronto? Vancouver? No, Saskatchewan.
La mia avventura è iniziata nel cuore della notte di domenica 26 giugno, quando i miei genitori mi hanno accompagnato all’aereoporto di Bologna, da dove, alle prime luci del giorno, partiva il primo dei miei tre voli.
Dopo interminabili 26 ore di viaggio, sono arrivata a Saskatoon, nel cuore del Canada, dove mi attendeva la mia host family: Karen Jim e la loro figlia, mia coetanea, Alison. Dopo “a short trip home” che è stata circa equivalente a Milano-Firenze, siamo arrivati a Lake Lenore. Paese disperso nelle immense e piatte campagne sud canadesi, abitato da 300 anime o poco più.
Firstly I want to say thank to everyone that help out during the camp. Thank you for made this awesome experience possible and for all the time and hard work that you spent for us. Thanks goes also to Sandy, for the warm and genuine welcome that gave to me and her District A-711 that greeted me and the other 3 youth during the month.
This experience played an important role in my life.