Mi chiamo Silvia Barbato e quest’anno ho avuto la grande opportunità di visitare il Giappone.
Un paese così lontano da noi, con cultura e tradizioni completamente differenti, ma allo stesso tempo misteriose e affascinanti.
Sono partita il 14 luglio e dopo quasi 24h di viaggio sono finalmente atterrata a Sapporo, la capitale dell’isola più a nord, l’Hokkaido.
All’aeroporto ho trovato ad accogliermi la mia host-family con alcuni membri dei Lions.
La prima famiglia mi ha fatto sentire parte di loro e, inaspettatamente, parlavano tutti molto bene l’inglese poiché la mia host-mother era originaria di Singapore. Abbiamo fatto lunghe chiaccherate che spesso duravano ore e la maggior parte delle cose su quello che per me era un nuovo mondo me le hanno insegnate loro.
Il 10 luglio, dopo undici ore e mezza di volo sono finalmente arrivata in Giappone.
Ero esausta ma tremendamente felice per questa nuova avventura che mi si prospettava.
All'aeroporto Kansai di Osaka subito sono stata accolta da alcuni membri del Lions club giapponese, che hanno accompagnato me e gli altri ragazzi alle nostre host families.
Al momento della partenza non sapevo cosa aspettarmi da questa esperienza, in quanto non ero molto esperta o particolarmente appassionata del Giappone, tuttavia questa mia impreparazione si è rivelata un aspetto positivo per l'esito del viaggio, infatti non ho avuto aspettative da soddisfare, ma al contrario ero pronta a lasciarmi sorprendere da questa cultura così lontana dalla nostra.
Non so se le parole e le foto possono bastare a descrivere quella che è stata forse la più bella esperienza della mia vita. Il Giappone, il paese del sol levante , la terra dei samurai , un luogo che non avrei mai pensato di riuscire a visitare, essendo così lontano da noi.
Eppure è stato possibile non solo visitarlo ,ma anche viverlo e non posso far altro che ringraziare il Lions Youth Exchange Program per questa meravigliosa opportunità! Ricordo ancora quel fatidico 10 luglio che aspettavo da mesi: era il giorno della partenza.
Dopo interminabili ore di volo e tre aerei finalmente arrivai ad Osaka. Io e Giuditta, la ragazza con cui ho affrontato il viaggio, siamo state accolte in aeroporto dai Lions locali,che, sebbene non sapessero parlare quasi per nulla l'inglese, hanno cercato di farci sentire a nostro agio e molto gentilmente ci hanno accompagnato in treno fino alle città delle nostre rispettive famiglie. Durante la mia permanenza in Giappone sono stata ospitata da tre differenti famiglie appartenenti a due Lions Clubs ( la prima al Club di Nankoku, le altre due al Club di Konan).
Il 15 agosto il mio viaggio in Giappone si è concluso. Definirlo ‘viaggio’ sarebbe troppo riduttivo poiché si può pensare ad uno come tanti altri. Invece no: questa incredibile esperienza vale molto più di un semplice viaggio, cela dietro di sé tanti insegnamenti, tanti modi di fare che l’atmosfera di quei luoghi ti fa acquisire involontariamente.
Infatti (quasi) tutti i giapponesi si presentano molto simili. E’ qualcosa di innato, fa parte della loro formazione ed educazione, che li fa compiere le stesse azioni, gli stessi gesti lo stesso modo di interagire che sicuramente si tramandano e che involontariamente trasmettono anche a chi si avvicina a loro.
Ventuno giorni della mia vita totalmente diversi dalla solita monotona ed ordinaria routine del mio paese.