Quando mi sono iscritta al concorso a scuola, non avrei mai creduto di poter vincere un primo posto. Forse perché non ne ho mai vinto uno, forse perché pensavo che qualche studente del linguistico ce l'avrebbe fatta sicuramente meglio di me.
Eppure, qualche mese dopo, la prof responsabile del progetto mi ha incontrato sulle scale dicendomi: “you go!” e finchè non è stato giugno ho faticato a credere all'idea di andare in Finlandia.
Perchè la Finlandia? Nelle mie preferenze c'erano Finlandia, Svezia e Norvegia: volevo vedere la “grande natura”, quella “wilderness” che tanto amano i poeti inglesi ed americani in particolare. Quella che noi abbiamo,ma in modo radicalmente diverso.
Il mio viaggio in Finlandia è stato fantastico, sono state tre settimane di puro divertimento, precisamente: due settimane in una famiglia di Kokkola e una nel campo giovani sempre nell'omonima città, in un luogo chiamato Villa Elba.
La famiglia è composta dalla madre, il padre e due figlie, una di 13 e l'altra di 14 anni. Sono stati davvero gentili e cordiali in qualsiasi momento ma soprattutto disponibili, se avevo domande o problemi di cui parlare, loro mi hanno ascoltato sempre con molta attenzione e abbiamo cercato di risolvere il tutto.
Mi sono sentita subito parte della famiglia.
Quando mi è stata proposta l’esperienza di uno scambio giovanile Lions sono rimasta inizialmente molto perplessa. Credevo avessero chiesto alla persona sbagliata e avevo paura di non essere adatta. L’unico motivo che mi ha convinta ad accettare è stato il fatto che opportunità di questo genere capitano una sola volta nella vita, e io non sono certo la persona che spreca le occasioni. Quindi l’ho colta al volo, non senza dubbi e difficoltà pre-partenza. E così destinazione Finlandia, proprio “fin là” come mi dicevano scherzando i miei amici.
Era la prima volta che facevo un viaggio così lungo. E da sola. Mi spaventava il dover fare scalo, parlare sempre e solo inglese, avevo paura di non venire accolta e di molto altro ancora. Ma se sono qui a parlarne, ciò significa che sono sopravvissuta, e anzi, ho imparato molte cose e sono cresciuta come persona.
La Finlandia mi ha impressionato fin dal finestrino dell’aereo prima di atterrare. Tutti quei laghi, quelle foreste, le casette in legno colorato nel mezzo della natura, mi davano l’idea di un posto dove regnava la tranquillità.
La mia esperienza in Finlandia è stata divisa in due parti: la prima di due settimane in una host family, la seconda di una settimana in un camp.
Il 2 luglio sono arrivata all’aeroporto di Helsinki e ho subito incontrato la famiglia ospitante che vive ad un’ora dall’aeroporto ad Hameenlinna, una città di medie dimensione. La famiglia è composta dai due genitori, una bambina ed un bambino.
Sono stati subito molto ospitali e hanno sempre cercato di offrirmi il meglio, partendo da una camera in cui potevo avere i miei spazi da sola fino al cibo, nonostante gli orari fossero abbastanza diversi da quelli italiani. Con la famiglia ho potuto visitare diversi luoghi sempre immersi nella natura e tra questi i più importanti sono stati diversi parchi nei quali si potevano trovare magnifiche viste sul paesaggio.