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ITALIA: what else?

Sono appena tornata dal Messico, per la precisione nello stato dello Yucatan dove ho trascorso le settimane più belle della mia vita e tutto questo non sarebbe stato possibile senza di voi, quindi vorrei fare un ringraziamento speciale ai Lions Youths Exchange Program e in particolare a Maria Martino e Attilio Beltrametti,grazie di tutto.
Sono partita il primo luglio, un viaggio lunghissimo, 15 ore tra i vari aerei ,diverse ore in aereoporto per gli scali e le 7 ore di fuso orario…insomma un’avventura vera e propria!

Come al solito è stato fantastico, arricchente.
In questo viaggio, sembra impossibile, ma ancora più che nei precedenti, si è instaurato un legame molto forte con gli altri ragazzi tanto che, con alcuni, ci siamo già rivisti in Danimarca neanche un mese dopo il ritorno a casa, e altri 2 viaggi sono già programmati.
Tutte le volte che ci penso (ma non sono solo io a dirlo), mi rendo conto di quanto sia fantastico sapere di avere amici e una casa, in quasi tutti i paesi d'Europa. Davvero, come ho detto anche in una cena Lions, dopo questi viaggi la geografia si comprime. 
Il Messico, la Svezia, la Polonia, la Danimarca, l'Inghilterra non sono più a migliaia di chilometri di distanza, ma semplicemente dietro casa.
E non solo.

Quest’anno lo Youth Exchange Program del Lions Club mi ha permesso di trascorrere tre settimane in Messico.
L’esperienza è stata fantastica! Il 28 luglio sono partita con un altro ragazzo italiano che ho avuto la possibilità di conoscere, Giulio, dall’aeroporto di Venezia per raggiungere Morelia.
Ad attenderci vi era la famiglia che mi avrebbe ospitata, la famiglia (…) composta dai genitori, Mercedes e Alfonso, e tre figlie, Mercedes (10), Rebecca (19) e Valeria (18), con cui ho trascorso la maggior parte del soggiorno.
Dato che la mia famiglia ospitante possedeva tre abitazioni (a Morelia, ad Apatzingan e a Guadalajara), ho potuto visitare non solo queste tre città, ma anche i loro rispettivi dintorni.
È stato molto interessante conoscere la cultura messicana ed in particolare Michoacana (dello stato di appartenenza della famiglia), e simpatico, o meglio GUSTOSO, è stato assaggiare le varie piccanti specialità che la signora Mercedes preparava quotidianamente.
Ho costruito uno splendido rapporto con Valeria, con la quale continuo a sentirmi, e inoltre ho mantenuto i contatti con Giulio, il mio compagno di viaggio.Il mio soggiorno si è concluso il 18 agosto, con la felicità di riabbracciare parenti e amici, ma soprattutto con la tristezza di dover salutare le persone lì conosciute.Del Messico ora conservo i colori dell’agave, la musica dei Mariachi, la potenza delle onde oceaniche di Ixtapa e il calore e l’allegria dei messicani!
Qualche suggerimento per migliorare l’esperienza? Beh, forse avrei avuto piacere di potermi preparare meglio alla partenza, dato che forse conoscere la data del decollo un giorno prima è un po’ poco.
Comunque, nonostante la fretta iniziale, è stata un’esperienza incredibile che, come al solito, raccomando a tutti.

Al mio arrivo a Morelia, capitale dello stato del Michoacan, sono stato accolto dalla famiglia della mia compagna di viaggio Rita Base che volava con me dall’aeroporto di Venezia; la famiglia che doveva accogliermi non c’era e ciò mi ha messo un po’ in ansia.  Poi, arrivato in città ho fatto conoscenza con la responsabile dello Youth Exchange, la signora Adriana Acevedo, che mi ha spiegato che la famiglia dove avrei dovuto essere ospitato aveva un parente malato, quindi non poteva accogliermi però non c’era nulla di cui preoccuparsi; infatti nel frattempo era stata contattata un’altra famiglia quella della signora  Gamiño Ortiz con il figlio Jorge Fernando, ventunenne e studente alla scuola per stilisti.La prima cosa che ho notato andando verso la loro casa è stata la differenza tra le nostre città e quelle messicane: le strade, molto larghe, straripano di negozi alimentari con la merce esposta sulla via, moltissimi i luoghi sulla strada dove la gente cucina con bancarelle sui marciapiedi. Anche la casa di Fernando era molto diversa da quelle nostrane, innanzitutto moltissime immagini sacre (e riproduzioni del cenacolo di Leonardo) dato che la famiglia era molto religiosa; l’acqua minerale non la comprano al supermercato ma da appositi camion che la mattina setacciano la città assieme a quelli delle immondizie che passano alle nove di mattina casa per casa.