I spent the month I was in New Zealand with three different families.
With all three, I had unforgettable moments and created memories that I will carry with me forever.
I spent the first ten days with a lady named Karen in a small town called New Plymouth.
I lived with her in her house, which was located in a large retirement village, where I met many elderly people with whom I talked a lot about Italy. Many of them had visited it before and shared their experiences with me.
Vi immaginate mai come deve essere fare il giro del mondo?
Come si deve essere sentito Magellano, quando quasi alla fine del suo viaggio è morto nelle Filippine?
All’altro capo del globo si cammina a testa in giù?
Domande che possono sembrare sciocche, eppure erano le uniche che si affacciavano alla mia mente nei mesi precedenti al mio viaggio, oltre alla comprensibile paura di perdersi negli aeroporti, addirittura, di perdere l’aereo. Ho 17 anni e non avrei mai pensato che un’opportunità del genere potesse presentarsi.Sono partita a metà dicembre per una di quelle che considero come le esperienze migliori della mia breve vita.
Per la prima volta ho viaggiato da sola, ho imparato cosa vuol dire dover contare solo su se stessi e non avere un adulto che ti guida nelle decisioni e ti riporta nella giusta direzione se ci si perde.
Il 20 Dicembre 2019 sono partito per la Nuova Zelanda, il paese dei Kiwi e di paesaggi unici al mondo.
L’Oceania era l’unico continente che ancora non avevo visitato (sempre grazie agli scambi giovanili Lions ho avuto la possibilità di andare in Brasile e in Giappone).
Partendo da Milano ho fatto scalo a Dubai, dove ho incontrato gli altri tre ragazzi italiani, Elena, Francesco e Marta, con i quali ho preso il secondo volo per Auckland, che ha fatto scalo a Bali, in Indonesia. Il volo in totale è durato quasi 30 ore, è stato il viaggio più lungo che abbia mai fatto, ed è stato abbastanza stancante.
Una volta arrivati all’aeroporto di Auckland io e Marta abbiamo preso un ultimo piccolo aereo che ci avrebbe portato dalla nostra prima famiglia ospite, gli Shoemark, Leah e Malvern.
Mi hanno accolto per una settimana, ho passato il Natale insieme alla loro grande famiglia (avevano 3 figli per un totale di 8 nipoti).
Tutto è iniziato il 4 luglio, Roma Fiumicino direzione Christchurch. Primo volo intercontinentale, da solo. Dopo circa 24 ore di volo estenuante, arrivo a Christchurch con una fortissima emicrania. In una terra così lontana da casa, trovo un po’ di Italia nel mio compagno Davide, con cui passerò le prime due settimane. Il nostro host-father poi ci accompagna in auto nella sua casa ad Ashburton, precisamente Lake Hood, un piccolo quartiere costruito vicino un lago artificiale. Appena arrivati a casa conosco la mia host-mother, la mia host-sister (che abbiamo visto solo pochi giorni) e i miei host-brother, uno di 18 anni e il piccolino di 12 anni. I primi giorni la famiglia porta me e Davide in giro, e soprattutto nelle cittàdi Dunedin e Oamaru.
Nei lunghi tragitti in auto, tra un riposino e l’altro resto incollato al finestrino per ammirare quegli splendidi paesaggi che la NZ mi stava regalando.
Lo scorso 4 Luglio sono partita alla volta della Nuova Zelanda carica di curiosità, grandi aspettative e anche un po’ di timore.
La Nuova Zelanda è tanto bella quanto difficile da raggiungere, infatti dopo 4 voli e 38 ore sono arrivata all’aeroporto di Christchurch dove Toni, la mia “host-mum” mi aspettava con un sorrisone a 32 denti.
Ho trascorso il mio mese nella terra dei kiwi insieme a due famiglie diverse, avendo così la possibilità di visitare entrambe le isole.
Sicuramente posso definire questa esperienza come “l’esperienza delle prime volte”, infatti ho visto per la prima volta i delfini, ho pescato un paio di squaletti, ho giocato a golf e dato da mangiare alle anguille.
Mi trovo a scrivere il report circa due settimane dal mio rientro in Italia dopo aver focalizzato bene il mio pensiero a riguardo di questa magnifica esperienza.
La Nuova Zelanda per me è stato un passo molto importante della mia vita perchè mi ha cresciuto a 360°; sono partito da neofita, perchè è stato il mio primo viaggio importante da solo, senza aspettative per non rimanerci male nel caso non fosse stato come me lo sarei immaginato e con un bagaglio d'inglese molto risicato.
Dopo un lungo tempo passato in aereo (circa 25/26 ore senza contare gli scali) sono arrivato a Invercargill, una cittadina al sud della Nuova Zelanda che conta circa 50 mila abitanti.
All'areoporto mi è venuta a prendere la mia prima famiglia, composta da due persone Sue e Robert; una coppia molto simpatica e accogliente che mi ha fatto sentire subito a mio agio e per il poco tempo che ho abitato nella loro casa (3 notti) mi hanno trattato molto bene e hanno portato pazienza quando cercavo di dialogare e faticavo.
Quando si passano ore e ore su interminabili voli per arrivare dall’altra parte del mondo si hanno necessariamente delle preoccupazioni: chi mi verrà a prendere mi piacerà? Chissà come sarà la mia famiglia...
Purtroppo, spesso ci si dimentica della reciprocità, tutti noi speriamo che le famiglie ci piacciano, ma quasi mai si pensa al contrario; intendo dire che non sempre ci si chiede: gli piacerò? Chissà se sarò abbastanza simpatica per loro, chissà se sarò in grado di “arrivare” o meglio di lasciare un pezzo di me come ricordo, il suono della mia risata...
Chissà se capiranno davvero come sono.
Si tratta di essere sé stessi anche quando si attraversano oceani e continenti e la cosa più bella è riuscire a dimostrarlo.
La mia esperienza in Nuova Zelanda è stata indimenticabile, sia per le persone che ho avuto modo di incontrare, sia per i posti mozzafiato che ho visitato.
Mi ritrovo, a pochi giorni dal mio ritorno in Italia, a ripercorrere i momenti salienti della mia permanenza in Nuova Zelanda.
Ho trascorso le prime due settimane della mia permanenza presso i Johnston, famiglia composta da Dean, Donna e i due figli Katherine, 18 anni, e Daniel, 15 anni.
I Johnston vivono in una piccola fattoria ad Invercargill, e la mia permanenza è stata piacevole alcune volte, meno piacevole altre volte.
I primi giorni trascorsi a Invercargill sono stati molto diversi rispetto agli altri: inizialmente la famiglia si è mostrata davvero interessata a me, era comprensiva quando dicevo loro che a volte non riuscivo a capire ciò che dicevano (problema dovuto principalmente alla diversità del loro inglese rispetto a quello standard a cui sono abituata) e mi includevano nelle attività di famiglia facendomi sentire parte di essa. Dopo alcuni giorni, però, questi atteggiamenti sono cambiati, ho iniziato a sentirmi estremamente a disagio in famiglia, perché quando dicevo loro che non riuscivo a capirli mi rispondevano "don't mind", mettendomi in difficoltà e portandomi a chiudermi in me stessa.
La situazione è diventata ancora più difficile per me quando incontravamo delle persone e la mia famiglia diceva loro che sarebbe stato inutile parlarmi perché non li avrei capiti: da quel momento mi sono definitivamente chiusa a riccio e non ho più parlato, e questo non è stato sicuramente fruttuoso.
Il viaggio in Nuova Zelanda è stata una delle esperienze più belle della mia vita.
Sono sempre stata affascinata dal quel punto del mondo così lontano dall’Italia a 32 ore di viaggio.
Il viaggio in Nuova Zelanda è iniziato il 18 dicembre con un volo per Doha e si è concluso il 19 con il mio arrivo a Wellington dopo ben 36 ore di volo, nelle quali ho potuto conoscere meglio le mie compagne di viaggio Federica, Rosella e Camilla.
Arrivato a Wellington sono stato accolto da David Rumsey il mio host dad, che per non sprecare il poco tempo a nostra disposizione mi ha portato a vedere la città e il suo museo principale, il quale era pieno di manufatti Maori e altre cose interessanti.
Prima di informarmi tramite gli scambi giovanili Lions non avevo mai preso in considerazione la possibilità di recarmi in Nuova Zelanda, un posto così lontano e per me quasi sconosciuto, di cui mi era nota solo la bellezza della natura. Mi è stato proposto di recarmi per tre settimane nell'isola nord, prima in famiglia, poi in camp, e penso che accettare sia stata una delle decisioni migliori della mia vita.
Sono partita il 18 dicembre e dopo un viaggio di quasi due giorni sono arrivata a Wellington, esausta per i tre voli che sembravano non terminare mai, dove mi aspettava la mia host family, una coppia di gentilissimi e dolcissimi anziani, che nonostante l'età aveva moltissima energia e voglia di fare.
Fin dal primo giorni mi ha colpito il paesaggio stupendo, tanto diverso rispetto alle città a cui siamo abituati in Italia: persino nella capitale c'è moltissimo verde, mentre le strade extraurbane sono affiancate da prati, colline e file di alberi.
Sono Rossella, ho 19 anni e questa è stata la mia prima esperienza con gli scambi giovanili Lions. Sono stata in Nuova Zelanda dal 20/12/17 al 06/01/18. Il viaggio è stato molto lungo e destabilizzante ma sono riuscita presto a prendere il fuso. Sono partita da Milano il 18 Dicembre e sono arrivata in Nuova Zelanda, a New Plymouth il 20 Dicembre, dove c’erano ad accogliermi il presidente del Lions club di Opunake (lake district) e la dolcissima Susan (unico membro della mia famiglia ospitante).
Che dire...questa è stata la mia prima esperienza con i Lions, e anche il mio primo viaggio in aereo, ma nonostante ciò, ho deciso una delle destinazioni più lontane dall’Italia, la Nuova Zelanda.
Un viaggio lungo e stancante, 24 ore di volo per arrivare in uno dei posti più belli del mondo, sia dal punto di vista dei paesaggi che delle persone, gentili, disponibili e pronte ad aiutarti in qualsiasi situazione, sopratutto con la lingua.
Le prime due settimane le ho passate nell’isola del Sud della Nuova Zelanda, nel Distretto di Gore, vicino a Invercargill.
Ho soggiornato in una fattoria in mezzo a campi e pecore, con giornate prevalentemente fredde.
In quelle due settimane sono andata in diversi posti, come Bluff, la punta estrema dell’isola del sud, Invercargill, Dunedin, il lago Te Anau e le grotte Luminosa (bellissime), il giadino Maple Green (un posto affascinante), Queenstown, una città molto battuta dai turisti, con tante cose da visitare, come lo skyline, Alexandra e tanti altri posti
Sono partito per la NZ il 29 Giugno, molte aspettative e tantissima carica in corpo.
Appena atterrato in NZ mi sono trovato subito bene e la mia famiglia ospitante era già subito li ad aspettarmi.
La cosa che mi ha sorpreso di più è che la responsabile scambi sia venuta ad accogliermi anche lei.
Come prime due settimana ho vissuto nell’isola sud, in una fattoria di allevatori e circondato da un paesaggio magnifico.
… alcune ore dopo…
“Salve, ho deciso di accettare la Nuova Zelanda”
Da questi due semplici messaggi inizia la mia indimenticabile esperienza in una terra tanto lontana quanto affascinante e selvaggia.
Nonostante le mie parole trasudino decisione e fermezza, nell’accettare la proposta di un luogo così distante e diverso dall’abituale non nego di aver avuto i miei tentennamenti.
Tante le domande che mi sono posto e soprattutto tante le incertezze che ho avuto nel decidere di affrontare il mio primo vero viaggio da solo, un viaggio che sapevo sarebbe stato lungo, magari non semplice in alcuni momenti, ma che allo stesso tempo mi avrebbe permesso di mettermi in gioco, di testare e superare i miei limiti e, per questo, di maturare.
Con il Lions Club anche quest’anno ho avuto la possibilità di partecipare al Lions Exchange con destinazione Nuova Zelanda.
Il mio viaggio è iniziato il 29 Giugno da Milano Malpensa, quando dopo aver salutato la mia famiglia, ero pronta per una nuova avventura dall’altra parte del mondo, per l’esattezza a 18.000 km di distanza, pronta a conoscere una nuova terra.
Il viaggio è stato molto lungo ma dopo ore e ore di volo, il 1 luglio sono finalmente arrivata a destinazione più precisamente a Invercargill, dove avrei passato due settimane in compagnia della mia splendida famiglia i Johnston.
La prima famiglia ospitante era composta da quattro persone, il padre Dean, la mamma Donna, e due figli Katherine, la ragazza con la quale ho trascorso la maggior parte del mio tempo, e il fratello David, all’apparenza timido, ma con il quale sono riuscita a legare tantissimo, è diventato il mio fratellino.
Mi chiamo Vittoria Antonelli, quest'estate ho avuto la splendida opportunità di andare un mese nella verdissima Nuova Zelanda grazie ai Lions.
Il piano iniziale era l'Australia ma in seguito mi é stata proposta la Nuova Zelanda e allora ho colto l'occasione e non avrei potuto fare di meglio.
Entrambe le tre famiglie che mi hanno ospitata sono state in primis davvero tanto comprensive ma sopratutto si sono dimostrate persone affettuose e gentili.. Infatti le sento spesso per mail e social network e continuerò a farlo..Vi é anche la possibilità che le possa andare a trovare dato quanto mi sono trovata bene..
Le prime due settimane trascorse nel sud precisamente in una fattoria vicino a Dunedin sono state molto utili dal momento che io abito in pieno centro e non avevo mai vissuto la vita di campagna..
Mentre le altre due passate nella pittoresca città di Wellington sono state altrettanto indimenticabili..
Ringrazio di cuore tutti i membri dei Lions che danno l'opportunità di fare questi scambi così che la mente di ogni ragazzo che parte si apra a nuove esperienze ed emozioni