Il 15/07/2016 sono partita per la Nuova Zelanda grazie al programma Scambi Giovanili del Lions Club.
Sebbene fosse la prima volta che viaggiavo senza amici o familiari con come ultima destinazione una nazione dall'altra parte del globo, ero impaziente di visitare un paese di cui conoscevo poco e niente (tutto quello che sapevo riguardava il rugby).
Quello che ho imparato è molto, molto di più: sono stata posta di fronte a prove e a difficoltà che non avrei mai pensato di poter affrontare, ho fatto cose che i miei genitori non si sarebbero mai aspettati da una persona come me, e che nemmeno io mi sarei aspettata di riuscire a compiere.
Penso di aver vissuto una delle esperienze più belle della mia vita.
Questo bellissimo viaggio mi ha permesso di conoscere una realtà completamente diversa da quella che vivo ogni giorno, mi ha fatto crescere molto, ma soprattutto mi ha permesso di creare nuovi legami. Uno dei legami più belli che ho creato è stato con la mia compagna di viaggio, Giovanna. Ci siamo incontrate per la prima volta all’aeroporto di Dubai e fin da subito era tanta la voglia di conoscerci sempre di più.
Arrivate in Nuova Zelanda siamo state accolte da una bellissima famiglia. Tutti i giorni erano organizzati al meglio, ci hanno portato in giro e ci hanno mostrato posti incantevoli.
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Il programma Lions Youth Exchange mi ha permesso di recarmi nel mese di luglio in Nuova Zelanda, ospite in varie famiglie.
E’ stata un’esperienza molto interessante, sotto ogni punto di vista poiché mi ha permesso di conoscere approfonditamente la cultura neo zelandese.I primi giorni sono stati tremendi: faceva freddo, la famiglia che mi ospitava parlava in una maniera per me quasi incomprensibile e la differenza di fuso orario mi metteva un po’ in crisi.
Ma superate queste difficoltà con un infinito spirito d’adattamento, che giudico fondamentale per chiunque si appresti a partire con i Lions Exchange, le cose sono migliorate molto. In particolare nella terza settimana dato che dall’isola del sud mi sono spostata nell’isola del nord, caratterizzata da un clima decisamente più mite. Il programma di viaggio era ben articolato e mi ha permesso di avere una visione abbastanza globale di questa nazione bellissima.
Le famiglie che mi hanno ospitato erano molto diverse tra loro, avevano differenti abitudini e differenti modi di porsi nei miei confronti. Tutti comunque sono stati incredibilmente ospitali.
Il paesaggio è la prima cosa che mi colpisce appena arrivo in Nuova Zelanda.
Ovunque mi volto vedo il blu dell’oceano, il verde dei prati immensi e il grigio delle montagne che in cima sono ricoperte di neve…
Lo stupore si mitiga all’agitazione; con me c’è Ilaria, ci siamo incontrate all’aeroporto di Roma e adesso passeremo cinque settimane insieme, convivendo nelle stesse famiglie….non posso che essere contenta, si sa in due è più facile affrontare questa avventura!
La prima famiglia vive in campagna, in una fattoria (qui è normale averne una): ci accoglie una coppia abbastanza anziana, ma simpaticissima.
Con loro trascorriamo due settimane visitando Christchurch e i paesi vicini; andiamo alle terme, impariamo a mungere le mucche(!!),andiamo in barca a vedere foche e balene, passiamo un weekend in un motel sulla costa ovest (qui i motel non sono come quelli italiani!) e poi…festeggiamo il Natale!!
Proprio così..il 14luglio, mentre in Italia si muore dal caldo, io e Ilaria prepariamo la casa per il lions meeting: addobbiamo l’abete e mettiamo le ghirlande in sala.
Al nostro arrivo all’aeroporto di Aucland la mattina del 27 dicembre io, Claudio Casino ed Emanuele Rampa siamo stati indirizzati da un membro Lions all’imbarco per prendere il volo interno diretto a Rotorua.
Un volta li siamo stati condotti al campo di Okataina a circa 20 minuti di macchina da Rotorua. Il gruppo dei giovani del campo era composto da circa 40 ragazzi e ragazze di cui 19 neozelandesi e più di 20 di varie nazionalità tra cui oltre noi tre italiani, austriaci australiani giapponesi brasiliani americani e diversi malaysiani.
Lo staff di circa 6 o 7 persone è stato disponibile e ci ha portato a Rotorua e dintorni , Opotiki (sulla East coast ) dove abbiamo incontrato una famiglia Maori e abbiamo trascorso un pomeriggio e una notte al mare sulla Bay of Plenty.
Abbiamo visitato Wakatane e il lago Okataina e non sono mancate brevi passeggiate nei boschi intorno al campo.
Quest’ estate ho avuto la straordinaria opportunità di visitare la Nuova Zelanda grazie agli scambi giovanili organizzati dal Lions club.
Fin dall’inizio, tutto è andato per il meglio: i rapporti con l’agenzia di viaggi incaricata di procurarmi il biglietto sono stati molto cordiali e ogni mio problema o richiesta sono stati immediatamente risolti o soddisfatti con grande cortesia.
Dopo un estenuante volo di quasi 30 ore (comprensive di soste negli aeroporti) in compagnia degli altri ragazzi in scambio diretti verso Nuova Zelanda e Australia, siamo atterrati a Auckland, dove George Quinn ci aspettava per sistemarci nottetempo in famiglie che la mattina dopo avrebbero dovuto riaccompagnarci all’aereoporto per raggiungere la nostra meta finale.
Ho subito potuto constatare la straordinaria ospitalità neozelandese, veramente incredibile, e d’altro canto ho subito avuto un incontro-scontro con le loro abitudini alimentari, molto simili a quelle della cultura inglese in generale, alle quali è sempre difficile abituarsi per noi italiani, ma ci si fa presto il callo…
Dopo questa breve esperienza in famiglia durata poco più di 8 ore, mi ritrovo nuovamente all’aereoporto per imbarcarmi alla volta di Palmerston North, nell’isola del Nord.
(Breve inciso: La Nuova Zelanda è composta da tre isole, due molto grandi, quella del nord e quella del sud, e una più piccola, Steward Island, all’estremo sud. Le due isole maggiori insiemesono grandi all’incirca quanto l’Italia, ma sono abitate da soli 4 milioni di persone, 3,2 nell’isola del Nord, 1,6 dei quali nella sola Auckland, e 800.000 nell’isola del sud, 500.000 circa dei quali nella sola Christchurch)
"Vorresti andare in Nuova Zelanda?".
Ecco la frase che mi sentii dire appena sveglia un lunedì mattina di fine ottobre da mia madre. In un primo momento rimasi sconcertata ed allibita e la mia prima reazione fu di ignorarla e finire di prepararmi per andare ad affrontare una nuova settimana di scuola.
Eppure nelle cinque ore di lezione quella domanda continuava a ronzarmi in testa, era allettante come idea, ma la paura di un nuovo viaggio lontana da casa, dai miei amici, durante le vacanze di Natale, frenava la mia continua ricerca di avventura e di nuove esperienze. Accettai, anche se con qualche riserva.
Che sciocca! Non immaginavo la meravigliosa esperienza che mi preparavo a vivere.
Dopo alcuni problemi tecnici nei vari aeroporti, dove io e le mie due compagne di viaggio siamo transitate (scioperi in aeroporto, perdita dei bagagli...), ci siamo ritrovate in piena estate, con 30° all'ombra in una terra tutta ricoperta di un verde lussureggiante.
Dopo tre voli, due dei quali di più di dodici ore di durata, finalmente mettevo piede sul suolo neozelandese, ad Auckland. In questo aeroporto ho incontrato altri tre ragazzi italiani con i quali ho proseguito il viaggio fino a Christchurch, una cittadina dell'Isola del Sud. Lì la host-family di un connazionale ci ha permesso di visitare la città sia dall'interno che... dall'alto! Abbiamo fatto, infatti, un bellissimo giro panoramico delle colline che circondano questa cittadina, che panorama!!
Tutto questo per occupare il tempo in attesa dell'ultimo volo che avrebbe portato Beatrice (una ragazza ligure con la quale ho legato molto) e me alla meta finale: la nostra prima host-family a Blenheim (13-18/07/08).
Durante questa settimana abbiamo fatto cose interessantissime: un giorno una coppia di signori molto gentili ha portato Beatrice e me a vedere il lago Rotoiti. E' una grande distesa di acqua di un intenso colore turchino che riflette i monti innevati che la circondano. Dire bellissimo è dire poco!
Non poteva mancare un giro nel bosco (riserva naturale) sulle rive del lago. Ascoltando i rumori del luogo non si poteva non notare il verso dell' ”uccello campana” (che ho avuto la fortuna di intravedere tra il verde degli alberi) o del pappagallo Kea...
La mia esperienza in Nuova Zelanda è stata veramente bellissima: è sempre stato il mio sogno andare lì e, in più, mi sono trovata davvero bene.
Le famiglie sono state molto gentili con me, in particolare la prima (i Tait) e la terza (i Walshe). Mi hanno fatto vedere molti posti e ho provato delle attività uniche, come, per esempio, il whale-watching e il flyingfox.
Dopo il mio viaggio sono ancora più convinta di prima che la Nuova Zelanda sia un posto fantastico, non solo per gli splendidi paesaggi e la natura spettacolare e praticamente incontaminata, ma anche per le città, che sono quasi in contrasto perchè molto moderne e attrezzate.
Quello di quest'estate è stato sicuramente il viaggio più bello e importante per me e lo consiglio a tutti quelli che desiderano visitare questo luogo così lontano, perchè vale davvero la pena di andare dall'altra parte del mondo per entrare in contatto con una cultura così diversa e affasciante come quella neozalendese!
Partenza. Destinazione: Nuova Zelanda.
Arrivo: dopo circa due giorni di aereo. Auckland. Ho circa un’ora e mezza di macchina dall’aeroporto alla mia “famiglia adottiva”, famiglia ospitante.
E in quell’ora e mezza di macchina, o meglio, nei primi dieci minuti di quell’ora e mezza di macchina, curiosando qua e là dai finestrini, ho avuto la possibilità di notare e vedere tutte le gradazioni del verde. Campi, colline, enormi distese di verde e alberi e arbusti. E tutto così immenso, a grandezze sproporzionate in confronto alla nostra Italia. Più terreni che case. Più spazio che abitanti. Già è questa la prima cosa che scopro e poi… il Verde. Il colore della speranza. Il verde è stato il mio colore nel tempo che ho trascorso là. Arrivo alla casa in cui vivrò per una settimana. Località: Tauranga. È una bella casa con un giardino enorme. E quando dico enorme, intendo proprio enorme, qualcosa tipo 6 ettari. Già, “enorme” credo sia il termine esatto per un giardino domestico di queste dimensioni. È una bella casa, accogliente, più tardi scoprirò che l’hanno costruita loro.
Molte volte, nei miei viaggi, nelle famiglie che sono stata, mi è capitato di sentire che le case sono state costruite da sé. È un’usanza, una tradizione che noi non abbiamo, principalmente, credo, perché le nostre abitazioni, in genere, non sono di legno o pannelli ma ben più massicce e pesanti, cementate. Così il mio soggiorno in famiglia è stato splendido, sono stata molto bene, ancora una volta ho avuto la fortuna di imbattermi in brave persone, gentili, disponibili e ospitali.
Ho trascorso la prima settimana con la famiglia Tait in un paesino a circa mezz'ora da Christchurch, Rangiora.
La famiglia è stata molto gentile con me e mi ha portato in giro ogni giorno. Ho visitato molti posti, tra cui Lyttleton, Sumners, Christchurch e Willowbank. Dato che i signori Tait erano anziani mi hanno presentato la vicina di casa, che ha 16 anni proprio come me. Un giorno, infatti, io e questa ragazza con altre due sue amiche abbiamo passato una giornata insieme e ci siamo davvero divertite!!! La seconda settimana, invece, sono andata in un paese sulla costa occidentale, Kaikoura. Il posto era davvero fantastico, ma la famiglia Smith non lo era altrettanto. Francesco era ospitato dalla famiglia di fianco alla mia e nessuna delle due aveva molta voglia di portarci in giro e di farci vedere il posto. Per fortuna dopo un paio di giorni che eravamo lì hanno cambiato idea e le cose sono molto migliorate! E ho passato una settimana molto bella!
Le ultime due settimane sono stata nell'isola del Nord in una fattoria a circa 20 minuti da un paesino di nome Hunterville. Nonostante il posto fosse molto isolato, mi sono davvero divertita!! Cecilia e io eravamo vicine di casa e abbiamo fatto la maggior parte delle attività insieme. sono state le due settimane in cui mi sono divertita di più!!!!
Ho fatto davvero tantissime cose e la famiglia Walshe è stata fantastica!!! Anche i due figli sono stati sempre gentili con me!!! Sono state 4 settimane favolose e sono felice di aver avuto l'occasione di fare questa esperienza!
Come prima esperienza da sola all’estero verso una terra così lontana e diversa dalla nostra, il momento della partenza è stato davvero ricco di entusiasmo.
Il lungo viaggio di due giorni (causa fuso orario) che da Roma ha condotto me e altri 3 ragazzi italiani verso Greytown, una piccola cittadina a circa un’ora di macchina da Wellington, non è stato che l’inizio di un “viaggio educativo” che difficilmente potrò dimenticare.
La prima famiglia che ha ospitato me e un altro ragazzo italiano per le prime due settimane di Luglio si è mostrata da subito accogliente e molto disponibile. Ho avuto così l’opportunità di conoscere le tradizioni locali - come la tosatura delle pecore – ed esplorare gran parte del sud dell’isola nord.
Assieme siamo andati sulle eccitanti jet boat, a sciare su Ruapehu Mt., abbiamo partecipato a una cerimonia Maori, siamo andati a vedere i famosi Kiwi, praticare boogie boardingnell’oceano a 9 gradi( esperienza indescrivibile!) e poi escursioni in grotte nascoste, gite sulla costa alla volta degli imponenti lighthouses ( fari).
Una calorosa accoglienza è giunta anche dalle istituzioni locali, come i Lions ed il sindaco di Greytown, che ci hanno fatto sentire “ospiti speciali”.
Carissimi Anna, Fabrizio, Loris, Simonetta, Tina……………………..…… e tutti i Lions che con passione portano avanti l’attività degli Scambi Giovanili …………… grazie!
Grazie per l’opportunità meravigliosa che regalate ai nostri ragazzi: non offrite loro solo la possibilità di fare un viaggio fantastico, ma soprattutto date loro un’opportunità di crescita che li segnerà per tutta la vita. Scoprire posti , persone, abitudini, culture tanto lontane dalla propria, sapersi adattare, imparare ad affrontare la difficoltà di trovarsi da soli (anche se sempre protetti da voi!) a guardare il mondo con i propri occhi li fa crescere e li fa guardare ben al di là dei propri confini.
Nostro figlio Riccardo è rientrato dallo scambio con la Nuova Zelanda profondamente cambiato, è cresciuto, maturato e credo che in questa fase della sua vita nessun nostro insegnamento avrebbe potuto incidere in lui così profondamente e velocemente quanto questa incredibile esperienza. Ha fatto cose fantastiche, ha visto posti unici per la loro bellezza, ma ciò che lo ha segnato veramente è stato il rapporto con le famiglie che lo hanno ospitato: condividere con loro la vita di tutti i giorni, vedere il mondo dal loro punto di vista, dividere la tavola, il lavoro, le passioni gli ha trasmesso una grande serenità , gli “ha aperto la mente”.
Avendo già partecipato agli scambi in precedenza, sono partito sicuro che l'esperienza sarebbe stata fantastica, e non mi sbagliavo. La Nuova Zelanda è una delle mete forse più lontane, e il viaggio è lungo, ma posso dire con tutta sincerità che ne è valsa la pena.
La famiglia che mi ha accolto all'arrivo si è dimostrata subito estremamente accogliente e disponibile, e ha approfittato delle vacanze invernali per portare me e un'altra ragazza italiana, ospite insieme a me, in giro per tutta la parte meridionale dell'isola del nord. Con loro ho fatto boogie boarding nell'oceano, nonostante il freddo (era pieno inverno, e la muta non contava più di tanto), sono stato sulle mitiche jet boat, ho visto i kiwi, sono andato a sciare, ho giocato a beer pong e sono andato a caccia di anguille armato di torcia e arpione. Nella stessa piccola città di Greytown c'erano altri 4 ragazzi italiani, con cui mi vedevo spesso e con cui ho condiviso bei momenti, in armonia e serenità, apprezzando anche, e forse soprattutto, le cose più semplici.
Dopo due settimane ci siamo trasferiti per due giorni a Wellington, capitale politica e città per me stupenda, dove siamo stati ospiti dei Lions, che ci hanno mostrato la città e sono stati veramente generosi verso di noi.
Prima di partire ero molto scettico pensavo che i Kiwi(così si fanno chiamare) fossero i soliti isolani chiusi e scontrosi, fortunatamente, mi sono dovuto ricredere.
Le famiglie in cui sono stato, specialmente la prima, mi hanno fatto sentire davvero a casa non solo portandomi in posti meravigliosi , ma anche regalandomi attimi di vita quotidiana che mi hanno reso faolosamente sereno.
La prima famiglia che viveva in campagna poco fuori da Greytown piccolo paese nel Warairapa, mi ha reso immensamente felice e l'esperienza assieme a loro mi ha fatto crescere moltissimo. Le esperienze più belle sono state le più semplici come per esempio eeling(caccia di anguille) che praticavamo di notte fino a tardi: partivamo quando era notte da un paio d'ore con torce ,i mitici gumboots, un paio di birre e un immensa dose di niente da cui pensare nella testa..(sottolineo la figura retorica).
Ho fatto altre mille cose tra cui bungee jumping, upsailing nelle caverne, ho visto le foche finalmente in libertà e tanto altro ancora senza tralascire i paesaggi che abbinati a qualche canzone dei Coldplay mi hanno aperto la mente.
Il mio unico consiglio è quello di partire qualunque sia la meta, posso capire che, soprattutto da parte delle ragazze si abbia paura di non trovarsi bene con la famiglia, ma ho scoperto che la maggior parte dai bei ricordi sono prodotti da le esperienze più semplici e umili della vita e che spesso conti più un semplice I miss you detto con il cuore che un regalo costosissimo.
Grazie a tutti i Lions
...è stato il viaggio più bello di tutta la mia vita!
Avevo 12 anni la prima volta che ho visto " Il signore degli anelli" e mi sono completamente innamorata della terra nella quale era stato girato il film.
Ho scoperto che si trattava della lontana Nuova Zelanda e da quel momento ho deciso che un giorno sarei dovuta andare in quella terra d'incanto.
Gli scambi giovanili del Lions me lo hanno finalmente permesso e così il 24 giugno 2010 è iniziata la mia avventura dall'altra parte del mondo.
Le mie aspettative non sono state deluse.
La Nuova Zelanda è la terra più bella che io abbia mai visto, ciò che di più mi ha affascinato è stata la versatilità dei suoi paesaggi. Ho visitato moltissimi posti e città e conservo un bellissimo ricordo di tutti i luoghi.
Dopo le piacevoli esperienze negli Stati Uniti e in Danimarca anche quest’anno ho avuto la possibilità di partecipare ad uno scambio giovanile organizzato dai Lions in Nuova Zelanda e posso garantire che è stata una occasione e una scelta azzeccatissima.
Ma andiamo con ordine…
Sono partito domenica 20 Dicembre da Milano con altri due ragazzi italiani e dopo un viaggio interminabile siamo arrivati ad Auckland. Ad accogliermi c’erano la mia host family, Giovanni , un ragazzo di Firenze con cui ho condiviso gran parte della mia esperienza, e soprattutto un gran caldo!!
La mia prima settimana l’ho trascorsa appunto ad Auckland, una fantastica città, un mix perfetto di persone simpatiche, bei negozi, arte, sole e mare. Ad Auckland ho avuto anche la fortuna di conoscere altri due ragazzi italiani con cui uscivo ogni giorno : shopping , sport , mare…ci siamo davvero divertiti!!!
Il mio viaggio in Nuova Zelanda è durato tre settimane, tra il periodo di Dicembre e Gennaio.
Dopo un lungo viaggio aereo di tre giorni (due giorni effettivi, togliendo il fuso orario), la mia prima tappa è stata Auckland. Non è la capitale, ma è la città più moderna, quindi è come se lo fosse. Purtroppo l’ospitalità in famiglia non è stata delle migliori, sia a causa delle scarse condizioni igieniche della casa, sia perché sono stato totalmente abbandonato a me stesso: la famiglia era composta da una singola persona, non era mai presente in casa, e non mi è stato organizzato nulla. Fortunatamente sono riuscito ad organizzarmi autonomamente con i mezzi pubblici e con altri ragazzi che erano in ospitalità nei dintorni, anche se soltanto per gli spostamenti sono partiti molti soldi. La città, anche se piccola, è molto carina. C’è il museo, c’è la torre Skytower (l’edificio più alto dell’emisfero sud) e molto altro. Nei dintorni ci sono belle spiagge, bei parchi, un centro commerciale, e c’è anche la possibilità di raggiungere piccole isole turistiche con i traghetti. Per la vita notturna consiglio di portare sempre con se il passaporto, perché è un documento richiesto da qualsiasi locale.
La mia esperienza in Nuova Zelanda è stata un'esperienza assolutamente unica.
Il network dei Lions funziona sempre a perfezione con una precisione e una puntualità insuperabile.
Nonostante uno scambio giovanile quasi perfetto, secondo me è di vitale importanza che la famiglia ospitante riesca ad integrare l'ospite nella società locale, cosa che si è resa abbastanza difficile nella seconda settimana del mio scambio quando sono stato trasferito in una farm in mezzo al nulla.
Per carità, è stata un'esperienza mozzafiato ed senza simili, ma mi mancava l'interazione con coetanei e c'era un rischio più alto di annoiarsi.
Assolutamente centrata invece la terza famiglia, che ci ha accolti calorosamente e ha fatto di tutto per farci visitare il più possibile dell'isola nord e integrandoci nella vita quotidiana. Ringrazio di cuore i Lions che hanno veramente fatto di tutto per non deludere le mie (nostre) aspettative e mi hanno regalato una lezione per la vita.
Grazie,
Il giorno 30 giugno ho incontrato all’aeroporto di Vvenezia Daniele,Luca e Tommas con i quali sarei partito per nuovi mondi….. chi andava in Australia, chi avrebbe proseguito l’avventuroso percorso verso la Nuova Zelanda.
A me quest’anno è toccata la Nuova Zelanda ed ero, sono felice che sia andata cosi’.
Il viaggio e’ stato sapientemente organizzato da Guido (Anderloni), uno scalo a Dubai poi Australia ed infine atterraggio a Christchurch, Nuova Zelanda, Terra del Signore degli Anelli.
Ho visto la famosa saga al cinema da piccolo, e confesso che quei paesaggi così densi di natura e poveri di gente mi sono sempre sembrati irreali, e mai e poi mai ho pensato che ne avrei fatto parte.
La Famiglia Martin mi ha accolto con entusiasmo e affetto. Una famiglia di simpatici boscaioli nella quale mi sono subito inserito tagliando legna e portandola a domicilio davanti alle case.
Mi sono ritrovato da un’estate appena iniziata in un rigido inverno in cui non mancava nulla…né foche, né pinguini.