Questa è la mia seconda esperienza con gli Scambi Giovanili Lions infatti l'anno scorso sono andata due settimane in un campo in Turchia.
Quest'anno però, è stato molto diverso, sono rimasta in Nuova Zelanda un mese e ho passato la vacanza in famiglia.
Ho lasciato l’Italia il 1 luglio con 30 gradi per volare in Nuova Zelanda e trovare l’inverno con punte di freddo anche di -10 gradi e massime di 12 gradi, e 10 ore di fuso orario.
Quando mi comunicarono che sarei andata in Norvegia, la presi male. Avevo inserito tre destinazioni totalmente diverse da quella che mi era stata assegnata – Nuova Zelanda, Cuba, Brasile – e, in più, la Norvegia non figurava nemmeno nella mia lista dei dieci posti da vedere prima dei trent’anni. Avevo vinto il primo posto, il viaggio – alloggio e biglietto aereo – sarebbe stato pagato interamente dal Lions Club, per questo speravo in una delle tre mete da me scelte. Tuttavia, non è andata così.
Partii il 3 luglio alle 4:30 di mattina, diretta all’aeroporto di Bologna. Ricordo che quella notte non avevo chiuso occhio nemmeno per un secondo: stavo lasciando la persona che più amo sulla faccia della terra nel momento più sbagliato, proprio quando volevo starci più insieme, e per di più per un mese intero. Salii sul primo aereo – diretto a Vienna – carica di odio per quello stato disperso nel nord del mondo, il countdown nella mia testa segnava meno ventidue giorni al mio ritorno. Presi tre aerei diversi, perché la mia destinazione non era semplicemente Oslo o una qualche altra città del sud: io sarei andata al Polo Nord, dove c’è luce ventiquattro ore al giorno, a fare trekking.
Ma per quanto odio potessi avere dentro, la Norvegia lo abbatté tutto nel giro di qualche ora.
Nei mesi prima di partire, non credevo che il mio viaggio in Norvegia si potesse rivelare la più bella esperienza della mia vita. Per la prima volta ho affrontato da solo un viaggio all’estero in cui abbia dovuto prendere un aereo… all’inizio mi sembrava difficile comprendere come funzionassero gli aeroporti, ora, se dovessi fare un altro viaggio, sarebbe molto più semplice.
Dopo circa tredici ore sono arrivato all’aeroporto di Evenes e da lì sono stato portato nella prima tappa del campo: Harstad.
Vorrei ringraziare il lions club e i lions del distretto 108Ya,che hanno reso possibile questa mia vacanza.
Ringrazio la mia host family, che mi ha accolto nella sua casa come una figlia, cercando sempre di non farmi mancare niente, di rispettare le mie tradizioni, a volte totalmente differenti dalle loro.
Ringrazio tutti i group leader del camp, senza i quali il campo non sarebbe stato così speciale.
"Non smetteremo di esplorare.
E alla fine di tutto il nostro esplorare
ritorneremo da dove siamo partiti
e conosceremo il luogo per la prima volta. "
[T.S. Eliot]
Ogni viaggio è νόστος, ritorno. Ogni singola esperienza, che sia breve o duri più a lungo ci dona nuovi strumenti per comprendere il mondo che ci circonda. E se cambiare Paese ci lascia in un continuo stato di meraviglia, le persone che ci accompagnano per tutta la durata del viaggio ci riportano a casa, anche se non condividono la nostra lingua e la nostra cultura.
Ma cosa importa se ad unirci è un mare cristallino che biancheggia ai piedi dei fiordi ed un sole che sembra immobile se non per quel leggero velo arancio che lo avvolge a mezzanotte?
Tra il 3 ed il 22 Luglio di quest’anno ho partecipato ad un campo di scambi culturali nel nord della Norvegia.
Premetto col dire che non è stata l’esperienza più bella della vita, ma è stata un’esperienza che andava fatta e che non mi pento assolutamente di avere fatto.
Alcune esperienze ci cambiamo la vita, è vero, ma quali esperienze non ci hanno cambiato la vita?
Delle tre settimane trascorse in Norvegia conserverò molti ricordi preziosi.
Ringrazio i signori Reium per la loro accoglienza ed i bei momenti trascorsi in barca, a pescare nei magnifici laghi immersi nella natura, le passeggiate nel fantastico paesaggio di montagna tra la fauna caratteristica del paese, così come la bellissima esperienza in Svezia.
La Norvegia,terra del sole di mezzanotte e della natura incontaminata. Non rimpiango assolutamente la scelta di passare tre settimane al "Grande Nord",circondata da persone sorridenti e paesaggi caratteristici.
Al mio arrivo in aereoporto,vengo accolta calorosamente dai responsabili del distretto Stefan ed Helle,che ringrazio per essere stati sempre presenti. Incontro poi la mia host family ,che si é dimostrata da subito disponiblie,e una ragazza che condividerà con me il campus.
La settimana trascorsa in famiglia mi ha permesso di conoscere nuove abitudini e condividere momenti diversi,senza mai sentirmi fuori luogo.
Il giorno della partenza ero estremamente euforico: non vedevo l'ora di arrivare in Norvegia, una terra che da sempre mi aveva affascinato per i suoi paesaggi straordinari, dominati da una natura lussureggiante e pressocchè incontaminata. Ad attendermi in aeroporto c'erano Stefan e Helle, responsabili del camp, nonchè miei host parents: due persone di gentilezza e disponibilità rare, che spero davvero di incontrare nuovamente in futuro. Durante la prima settimana, sono stato nella bellissima residenza estiva della famiglia a Töcksfors (Svezia), insieme ad altri ragazzi, con i quali ho da subito stretto un legame speciale e con i quali ho in seguito condiviso l'esperienza del campo.
Non avrei mai pensato che sarebbe stato così difficile trovare le parole adatte per parlare della mia esperienza in Mongolia, eppure è così. Questo non perché io non abbia niente da raccontare, ma, al contrario, perché avrei così tanto da dire che mi riesce difficile scegliere solo alcuni episodi o momenti da condividere. Dall’altra parte, però, penso che questo sia inconsciamente anche un comportamento protettivo nei confronti di quelle immagini e di quei momenti che sono dentro di me, è come se raccontandoli si rovinassero e perdessero la loro purezza, perché quello che questa esperienza mi ha regalato sono dei gioielli veramente preziosi.
Il bilancio finale del viaggio è stato positivo, anche se sfortunatamente a Città del Messico per un ritardo aereo ho perso l'aereo successivo e il personale dell'aeroporto a cui chiedevo dei chiarimenti e delle indicazioni o non era qualificato o per una informazioni pretendevano la mancia e così alla fine ho dovuto passare la notte in aeroporto.
Nella sfortuna, io e l'altra ragazza italiana con cui ho fatto il viaggio, lì abbiamo trovato anche la terza ragazza italiana che doveva andare a Merida e così abbiamo passato la notte in aeroporto insieme.
La mattina seguente siamo riuscite a partire e ad arrivare a destinazione.
Inizio con il ringraziare tutti coloro che mi hanno permesso di realizzare la mia quarta fantastica esperienza con i Lions.
Ogni anno,al mio ritorno, avverto di aver aggiunto un tassello di vita in piu al mio bagaglio culturale e affettivo. Non ci sono parole per descrivere l'apertura mentale e il senso di adattamento che questi viaggi mi hanno offerto. Spero che leggendo il mio report,riesca a farvi percepire,almeno in parte, le stesse sensazioni che ho provato io.
Sono partita il 17 luglio alle ore 19.00 dall'aereoporto di Roma Fiumicino,ero entusiasta ed emozionata ma allo stesso tempo la preoccupazione di dover affrontare per la prima volta un viaggio di ben 20 ore si faceva spazio dentro me.
Il mio viaggio per il Messico é iniziato Domenica 19 luglio dall'aeroporto di Bergamo. Il tempo per raggiungere la mia destinazione era di circa 20 ore di volo, ma per dei ritardi aerei le ore sono state intorno alle 24. Arrivata a Guadalajara (nello stato di Jalisco) mi hanno accolto in aeroporto Manuel, il responsabile del Camp, e una delle due Camp leader, Montse. Oltre a loro due vi erano lo zio e la cugina di una ragazza italiana, con cui ho affrontato il viaggio, che con tantissima gentilezza e attenzione sono venuti ad accoglierci in aeroporto.
Quel giorno sarebbero arrivate tutte le altre ragazze del Camp, così ci hanno portato nell'hotel in cui alloggiavamo per poterci riposare nell'attesa di esserci tutte. (Nel Camp eravamo in 7 e tutte ragazze).
La mia avventura messicana era iniziata!!
Salve mi chiamo Monia L'Abbate e vivo a Polignano a mare.
Quest 'avventura con l' associazione lions club è stata a dir poco entusiasmante e travolgente.
Per 15 giorni ho potuto conoscere e vivere la cultura messicana, avendo avuto la possibilità di essere ospitata da una famiglia a Merida, capitale dello Yucatán.
Ci sono tantissime cose da raccontare della mia esperienza in Messico, ma, dato che non basterebbero 10 pagine per riassumerla e non vorrei annoiare chi sta leggendo questo report, scriverò poche cose con la speranza di invogliarvi a scoprire questa terra indimenticabile che occuperà per sempre un posto speciale nel mio cuore.
Dunque, innanzitutto dovete sapere che tra le mie tre preferenze nel modulo di iscrizione, il Messico non c’era neanche per idea. Il mio sogno era quello di andare in Nuova Zelanda e quando mi hanno comunicato la destinazione ho letteralmente pianto per la delusione. Ora mi viene da piangere al pensiero di non poter tornare un’altra volta in quel luogo incantato. Non cambierei questa meravigliosa esperienza per nulla al mondo.
Il 19 luglio scorso sono partita da Bergamo con destinazione Messico!
Già all’arrivo in aeroporto ero emozionata, questo sarebbe stato il primo viaggio lungo (24h!) da sola. Per fortuna un’altra ragazza italiana, Claudia è partita dal mio stesso aeroporto. Abbiamo fatto subito amicizia e siamo state ottime compagne di viaggio. Dopo aver cambiato tre aerei, siamo finalmente arrivate a Guadalajara, la capitale dello stato di Jalisco situata nella zona ovest del Messico.
É impossibile raccontare una simile esperienza in così poche righe.
Questo è il mio primo viaggio con i Lions (che ringrazio tanto), nonché la prima volta in Asia .
Il mio viaggio in Malesia con il Lions Youth Exchange comincia un caldo 16 luglio da Roma. Ma se quello in Italia era caldo, non ci sono parole per descrivere la temperatura nel Paese in cui ho vissuto per un mese.
È stata più che un’avventura: è stata una full immersion nelle tradizioni, cibi, lingue e culture di una terra dove convivono diverse etnie e gruppi sociali. Sinceramente mi aspettavo una popolazione omogenea e ben integrata, ma in realtà le diverse etnie continuano a vivere quasi separate, mantenendo le usanze delle proprie origini. Questo fa si che visitare la Malesia sia come visitare Cina, India, Tailandia, Bangladesh e territorio Malay allo stesso tempo.
Esperienza indimenticabile, un luogo che mai immagineresti, che scambi per un mix di frutta, ma se non la visiti non puoi scoprirne la cordialità delle persone, la bellezza dei paesaggi, il silenzio durante le passeggiate e la tristezza nel tornare al proprio paese.
La Macedonia e’ un luogo inimmaginabile, non avrei mai pensato di trovarmi così bene, famiglie ospitali, amici fantastici, organizzatori mitici, e soprattuto tre settimane fantastiche.
"Le mie tre settimane in macedonia sono state emozionanti e piene. La prima settimana l'ho passata a Prilep, ospite di una famiglia davvero meravigliosa: Mihaela, la mia host sister, è una ragazza simpaticissima così come tutte le sue amiche, che lei mi ha presentato. I suoi genitori, Vesna e Goram, sono stati sempre gentilissimi con me e mi hanno trattato come una figlia. Già si parla di una possibile visita in Italia :) in questi primi giorni mi sono divertita a passeggiare la sera per le strade di questa città piena di vita, ma anche ad esplorare, durante il giorno, le moltissime attrazioni storiche, architettoniche e naturali che la zona aveva da offrire - in particolare le Torri del Principe Marko, i resti di una vera e propria reggia scavata nella montagna.