Quest'estate, grazie ai Lions, ho vissuto in Svezia un'esperienza davvero straordinaria e fuori dal comune, che mi ha arricchito enormemente, mi ha dato la possibilità di conoscere persone eccezionali e mi ha fatto diventare una persona nuova.
Quest’anno a luglio ho partecipato al mio primo scambio culturale tramite il Lions Club. Ho chiesto di poter partecipare poiché ero incuriosito dal tipo di proposta, vivere 3 settimane in un paese a mia scelta con ragazzi da tutto il mondo.
Pensavo che sarebbe stata un esperienza cheti sarebbe rimasta impressa per tutta la vita.
Ciao! Mi chiamo Sara e quest’estate ho avuto la bellissima opportunità di passare tre settimane in Svezia. Ho passato la prima settimana in famiglia: quando mi sono venuti a prendere in aeroporto mi sono sembrati subito gentilissimi e con loro mi sono trovata molto bene. La mia “host mamma” si chiamava Anne Marie e con noi vivevano suo marito e sua figlia Tatiana.
Quest’anno, grazie ai Lions, ho partecipato agli scambi giovanili in Svezia, al camp Hope. Prima della partenza ero piena di aspettative, ma questa esperienza è andata ben oltre quest’ultime. Gli organizzatori, i responsabili, hanno svolto un lavoro eccellente sin dall’inizio, come ad esempio informarci sulla host family in modo da permetterci di conoscerli e di farci conoscere prima ancora del nostro arrivo. Una volta arrivata in aeroporto ho preso il treno per Helsingborg dove mi attendeva la mia host family, che mi ha subito accolta abbracciandomi facendomi sentire a casa.
Prima di partire per la Svezia ho avuto dei ripensamenti fino all'ultimo momento,prima di salire sull'aereo, ma una volta arrivata ho capito veramente di essere stata fortunata ad avere avuto l'opportunità di intraprendere questo fantastico viaggio.
La prima settimana l'ho trascorsa nella casa di questa coppia di signori, Torsten e Inger, persone gentilissime e molto accoglienti che, oltre a me, hanno ospitato anche una ragazza polacca. Durante questa settimana abbiamo girato un po' nei dintorni di Ängelholm, il paese dove abitavamo, e abbiamo anche visitato la Danimarca (a venti minuti di traghetto dalla Svezia).
Premetto che prima di convincermi e partire per questo viaggio ho dovuto riflettere parecchio perché non sapendo molto l'inglese mi sentivo un po' impossibilitato nell'intraprendere questa esperienza, ma fortunatamente ho colto l'opportunità e mi sono messo in gioco.
I primi giorni sono stati forse i più difficili, sia per il fatto che dovevo rispolverare un po' le mie conoscenze in inglese, sia per il fatto che mi dovevo ambientare e conoscere le persone.
Avendo vinto lo scorso dicembre un concorso Lions per un soggiorno all’estero, questa estate ho passato tre settimane, dal 26 luglio al 16 agosto, in una famiglia spagnola nella località marina di Benidorm. Poco dopo aver saputo la destinazione, sono entrata in contatto con la signora che mi avrebbe accolta che mi ha descritto la composizione della famiglia: lei, il marito e due figlie, María José e Anna, rispettivamente di 16 e 15 anni.
La mia avventura è iniziata il 16 luglio, giorno in cui sono salita sull’autobus che mi avrebbe portato a vivere la mia prima esperienza lionistica. Il viaggio è durato 18 ore, un sacco di tempo per poter pensare a quello che mi avrebbe aspettato in un paese tutto da scoprire, la Slovenia.
Caro diario di viaggio,
Ho tantissime cose da raccontarti. Anche quest'anno, come l'anno scorso, sono andata in un paese vicino al nostro, in Slovenia. Come sempre, però, vicino non vuole dire più noioso, semmai vuole dire più comodo.
Il mio viaggio è iniziato il 17 luglio ed è finito il 3 agosto.
Eravamo tre ragazze nella stessa host family: io, una ragazza dalla Georgia e una dalla Turchia.
Tutto è iniziato il diciassette luglio duemilaquindici, era un venerdì e per chi segue le superstizioni avrebbe potuto pensare che non era il giorno adatto per partire tutta sola, fare cambi di aerei, e approcciarsi con una nuova famiglia! Beh io avevo deciso di partire lo stesso per un’avventura che oggi, dopo averla vissuta, ha lasciato un segno indelebile in me.
E’ stata la prima volta che sono partita per questo tipo di esperienza,non conoscevo i Lions, ma grazie ad un concorso scolastico, li ho conosciuti e ho scoperto questi viaggi, che credo, siano essenziali almeno una volta nella vita!
La mia avventura comincia Venerdì 17 Luglio 2015, giorno in cui la mia vita sarebbe cambiata per sempre. Subito prima di partire ho avuto un momento di crisi: per me era la prima volta in assoluto in cui avrei dovuto affrontare un viaggio da sola e avevo il timore di non farcela, di non riuscire ad arrivare a destinazione; ero sul punto di mollare ma per mia fortuna ho trovato grande forza in me stessa per affrontare la sfida che mi avrebbe fatta diventare grande.Così dopo tre voli sono arrivata all'aeroporto di Lubiana dove ad attendermi c'era la mia host mum ed un suo caloroso abbraccio basta a farmi dimenticare tutta la stanchezza. La settimana in compagnia di Katja, Andrej, Ursa ed Andraz passa velocemente, sempre alla scoperta di luoghi e panorami mozzafiato: ogni giorno una nuova avventura sempre diversa e speciale resa indimenticabile dalle loro voci, dalle loro risate, dal loro calore. Non avrei mai potuto immaginare di potermi sentire in famiglia a più di 700 km da casa mia, in una regione completamente verde e ricoperta di alberi, fiumi freddissimi, laghi cristallini e ben diversa dal mio Salento!
All'inizio di Luglio ho avuto modo di visitare la Serbia per due settimane, che ho passato ospite di due diverse famiglie.
A dire la verità non ero sicuro di cosa aspettarmi: avevo letto le relazioni, tutte estremamente positive, degli altri ragazzi che sono stati ospitati a Novi Sad, ma allo stesso tempo non conoscevo poi molto della mia destinazione ed era in ogni caso il mio primo viaggio da solo e per di più in famiglia.
Tutti i miei timori si sono rivelati infondati non appena sono arrivato all'aeroporto Nikola Tesla di Belgrado e sono stato accolto calorosamente da Aleksandar, il mio host brother, e da suo padre.
Arrivati a casa ho avuto modo di conoscere anche Sonja, sorella di Aleksandar, e la loro madre.
Mi hanno fatto sentire a casa e parte della loro famiglia sin da subito.
Questo è il titolo che ho voluto dare al mio report/video.
Durante la mia vacanza in Serbia, a Novi Sad, ho avuto l' occasione ed il piacere di conoscere luoghi e situazioni a me nuovi.
Principalmente ho potuto visitare le bellezze architettoniche, le piazze ed i monumenti della città in cui sono stato ospite: Novi Sad, per l'appunto, la seconda città più grande ed importante della Serbia, ricca di diverse etnie e culture.
Mi sembra ieri il giorno in cui di tutta fretta preparavo le valigie, cercando di mascherare l’ansia e ogni sicurezza ai miei genitori. Continuavo a ripetermi: “Chissà che clima farà a San Pietroburgo, del resto, è pur sempre estate anche là”. Optai quindi per il cosiddetto “abbigliamento a strati”, quello che tutte le mamme consigliano prima di ogni viaggio: un paio di felpe, jeans lunghi e qualche t-shirt, nel caso in cui il tempo fosse stato più caldo del previsto. E così, una volta sistemata con cura ogni cosa, cercai di prender sonno, invano. Mille pensieri mi tenevano sveglia: paura, ansia e una voglia pazzesca di vivere una nuova esperienza, e questa volta da sola.
Dopo quasi 4 ore di volo, arrivai nell’aeroporto Pulkovo, a 16 km da San Pietroburgo. Tra uno sguardo e l’altro, riconobbi Masha, la ragazza che mi avrebbe ospitato per il mio soggiorno in Russia, accompagnata dalla sorella minore, Anna. E la mia avventura ha così avuto inizio. Non saprei nemmeno da dove cominciare a descrivere quest’esperienza che mi ha lasciato così tanto e, al tempo stesso, ha cambiato una parte di me in modo permanente.
Ho vissuto un’esperienza che ricorderò per il resto della vita:
da quando sono partito a quando ho preso l’aereo per il ritorno ho vissuto ogni singolo giorno in modo emozionante.
Tutte le persone che ho incontrato durante il mio viaggio mi hanno lasciato qualcosa dentro e sono rimasto veramente stupito dell’ospitalità che la gente mi ha offerto, senza chiedere nulla in cambio.
Quest'estate ho avuto il piacere e il privilegio di partecipare per la prima volta a uno degli scambi giovanili Lions.
Inizialmente la meta mi aveva lasciato un po' perplessa ma è stato sufficiente un giorno per farmi cambiare completamente idea. Sono arrivata all'aeroporto di Bucarest il 26 giugno e era lì ad accogliermi un camp assistant membro dei Lions che mi ha accompagnato a prendere l' autobus per arrivare nella città della famiglia ospitante. Il viaggio in autobus è stato molto lungo e faticoso ma mi ha dato l'opportunità di vedere i piccoli paesi e villaggi circondati da montagne.
Non appena sono arrivata in famiglia mi sono sentita subito a casa: mi sono stati offerti tutti i comfort e soprattutto tutta la disponibilità e l'affetto dei familiari; con la mia host sister si è subito creato un bel legame che si è consolidato poi nei giorni successivi.
This Lions Exchange in Romania from the 4th to the 24th of july was the best camp ever. In this fantastic experience I learnt many new things and above all I met new kindly people. At the beginning when I left, I didn't believe that I could have fun for many reasons.
The first two days I was in Bucharest with a part of the campers and we visited the city,specially the Parliament a very famous building.
Se devo essere sincera, l'idea di partire per la Romania non mi entusiasmava per niente, forse perché non sapevo ancora che sarebbe stata l'esperienza più bella della mia vita.Il mio soggiorno rumeno si può suddividere in due fasi, l'una molto diversa dall'altra: l'esperienza in campo, e quella in famiglia.
Sono partita il 5 luglio, e dopo aver dormito una notte a Bucarest con persone che poi sarebbero diventate carissimi amici, parto per la Transilvania. Non nascondo il fatto che all'inizio mi sentissi abbastanza spaesata, e le due ore e mezza di camminata per arrivare al rifugio dove avremmo alloggiato per 12 giorni di sicuro non hanno contribuito a migliorare la situazione. Eravamo 20 ragazzi, 10 maschi e 10 femmine, con età compresa tra i 19 e i 22 anni, per cui (sebbene con qualche difficoltà iniziale nel parlare inglese) abbiamo tutti stretto amicizia molto in fretta. Il "topic" del camp era la montagna, per cui il nostro programma (eccetto qualche giorno di relax all'acqua park) includeva giochi nei boschi e scalate sulle vette della Transilvania (quel temutissimo hiking), roba alla quale non ero minimamente preparata.
Come iniziare a parlare di questa fantastica esperienza? Prima di tutto devo ammettere che all’inizio non ero così convinta che questa potesse essere un’occasione adatta a me e alla mia personalità un
po’ riservata ma poi, anche grazie ad alcune amiche, ho deciso di accettare la proposta dei Lions di andare per una settimana in famiglia in Slovacchia e per altre due in un camp in Repubblica Ceca.
In genere la maggior parte delle persone, definirebbe uno scambio culturale “bellissimo” o “fantastico”… io no!
Penso che nel mio caso siano più adatti aggettivi come: difficile, utile e indimenticabile.