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Da sinistra a destra: Lucinda, Marlene, Dries, Jaime, Sara ed Io

Mi chiamo Enrico Calleris ed ho 19 anni, non sono un membro del Lions Club e non ero nemmeno a conoscenza di questa associazione prima di questa fantastica esperienza a cui ho preso parte.Tutto è iniziato nel dicembre nel 2014, quando la mia scuola ha indetto un concorso rivolto agli studenti, con in palio uno scambio all’estero di tre settimane, finanziato dal Lions Club della mia città. Con mia immensa sorpresa, sono risultato vincitore e qualche mese più tardi ho appreso che la mia destinazione sarebbe stata il Portogallo
Ero molto ansioso di iniziare questa avventura, ma allo stesso tempo anche un po’ intimorito, in quanto si trattava del mio primo lungo soggiorno all’estero.
I mesi passarono veloci e l’11 luglio arrivò molto velocemente, alle 6.55 stavo decollando dall’aeroporto di Torino, per iniziare un viaggio che non avrei mai potuto immaginare essere così bello ed indimenticabile.
La prima settimana mi vide ospite della famiglia Delgado a Povoa de Varzim, una piccola città nei pressi di Porto; con me si trovavano Marlene ( una splendida ragazza austriaca ) e Dries ( un simpaticissimo ragazzo olandese ). Mi sono sentito subito a casa, travolto dall’ospitalità, dalla simpatia e dalla voglia di far conoscere dei Delgado, che in soli 6 giorni ci hanno mostrato tutte le bellezze naturali e storiche della loro città e dintorni.
Ovviamente non abbiamo mancato di assaggiare le più tipiche specialità della cucina portoghese a partire dalle “Francesinhas” ( panini di carne ricoperti da una squisita salsa rosa ), le “Bolas do Berlim” ( sandwich ripieni di crema d’uovo e ricoperti da zucchero ) e il “Porto” ( squisito vino prodotto a pochi chilometri dalla nostra residenza ).
I tre figli della famiglia, Jaime, Sara e Lucinda, sono stati davvero tre fratelli per noi e non hanno mai negato un sorriso, un gioco da tavolo tutti insieme al pomeriggio o una serata in discoteca, per rendere il nostro soggiorno qualcosa di speciale e indimenticabile, tra una mattina in spiaggia ed un pomeriggio di relax sull’amaca.

Ecco in breve come è stato il mio soggiorno in Polonia. 
Sono partita da Firenze il 25 luglio, e dopo aver fatto scalo a Monaco, sono arrivata a Poznan dove mi hanno accolto Lena e Taddeo con un cartello con su scritto il mio nome e la bandiera italiana. Si sono rivelati fin da subito una coppia socievole, aperta, gentile e disponibile. La loro figlia si trovava in un campo Lions in Brasile e quindi l'ho potuta incontrare solo gli ultimi giorni della mia permanenza in famiglia.

Per essere sincero devo ammettere che alla proposta di andare in Polonia ero un po’ titubante sull’accettare.
Di primo impatto pensai che avrei passato due settimane al freddo a mangiare carne e a camminare su per i monti, cosa che effettivamente non mi allettava troppo.
Il giorno 22 luglio (3 giorni prima della data del mio arrivo in Polonia) partii con mio padre in macchina per attraversare tutta la Germania fermandoci a Monaco e a Berlino.

Il 12 luglio mi sono svegliata dopo pochissime ore di sonno, causa preparazione valigia ed emozione, e mi sono avviata verso l’aeroporto di Milano Linate. Fino al giorno precedente avevo ospitato una ragazza portoghese, Maria, ed insieme avevamo passato una bellissima settimana alla scoperta di Milano e delle zone limitrofe. Ciò mi ha permesso di entrare nel mondo dei Lions fin da subito. Devo ammettere che la mia preparazione al viaggio è stata praticamente nulla; del Perù conoscevo solamente Lima e Machu Picchu e prima della partenza mi domandavo spesso come avrei riempito un lasso di tempo così largo come cinque settimane considerando che i posti da visitare, o almeno quelli che io conoscevo, erano così pochi.

ll mio scambio culturale con i Lions è stato in Perù, meta completamente inaspettata ma che ha saputo andare ben oltre le aspettative. Infatti, diversamente da come si può credere, il Perù non è solo vestiti colorati, lama, Machu Picchu e Nazca, ma comprende una varietà ben più ampia di attrazioni, siti, cultura e natura. 

Parlando del viaggio vero e proprio, la partenza è stata il 12 Luglio, completamente senza informazioni su dove andare e cosa ci aspettava. Parlo alla seconda persona perchè ho passato tutto il viaggio Valentina, Filippo e Lorenzo, compagni di avventure, litigate e pisco.

Buongiorno mi chiamo Lorenzo Michelin e voglio innanzitutto scusarmi per il ritardo con il quale  consegno questa relazione,ma una volta tornato in Italia sono stato sobbarcato dagli impegni burocratici riguardanti l'imminente partenza per l'Eramus.Ringrazio l' associazione Lions italiana e peruviana per avermi dato l 'occasione di partecipare a questo splendido viaggio che mi ha permesso di visitare in 5 settimane molto del Perù .In primo luogo un esperienza utile perché  nonostante qualche difficoltà per l'organizzazione,ho conosciuto una realtà diversa fatta di paesaggi incantati ,persone semplici, odori nuovi,sapori deliziosi e inaspettati.

Il viaggio in Perù è stato sicuramente uno dei più belli che abbia mai fatto pur essendoci stati aspetti positivi e negativi , come in ogni viaggio.

Il Perù è sicuramente un paese con dei problemi ma questi problemi vengono offuscati dalla naturale gentilezza e disponibilità del suo popolo, dai paesaggi mozzafiato che vanno dalle immense scogliere,ai deserti rocciosi o sabbiosi fino alle imponenti montagne andine. Quando parlo dei problemi del paese mi riferisco alla diffusa povertà che comporta una serie di disagi a cui spesso non siamo abituati ma che si possono facilmente superare . Fondamentale è stato poter contare sui tre fantastici compagni di viaggio con cui ho condiviso questa esperienza e con cui ,forse anche per far fronte agli imprevisti del viaggio, abbiamo formato un gruppo molto unito.

Quest’ anno ho avuto l’opportunità di effettuare uno scambio Lions nei Paesi Bassi. Molte persone mi avevano già detto: sarà un esperienza indimenticabile, ma io non lo credevo, invece è proprio stato così. Infatti ho avuto la possibilità di scoprire nuove culture attraverso ragazzi provenienti da tutto il mondo, di prendere maggior familiarità con l’inglese e di conoscere persone meravigliose.

Ho cominciato il mio soggiorno in Olanda in una famiglia ospitante, oltre a me c'era anche una ragazza americana, con cui ho stretto un bel rapporto e continuo ancora ad oggi a sentirla. 
Purtroppo nonostante la famiglia fosse molto gentile, non sono stata molto bene, difficilmente mi lamento ma durante questa vacanza mi sono sentita un po' sola. La loro casa era in un paese isolato e anche se la famiglia aveva una figlia della mia età non ci ha fatto conoscere i suoi amici, siamo uscite solo una sera e il restante dei giorni abbiamo visto solamente qualche piccolo paese intorno a Heino, la città in cui abitavano. 

FAMIGLIA 10/10

Famiglia olandese residente nella città di Arnhem, composta da 6 membri.
Pur essendo persone molto impegnate nel loro lavoro, sono molto ospitanti e ospitano ogni anno una coppia di ragazzi da ogni parte del molto e hanno riservato per loro un piano intero della casa.
Presentazione della loro città era molto interessante, perché sono presenti tutti i ricordi della prima e seconda guerra mondiale.

Quella che posso definire l'esperienza più bella della mia vita è iniziata con un regalo di Natale inaspettato: la notizia che mi ero classificata al primo posto di un concorso per gli scambi giovanili, organizzato dall'associazione Lions del distretto di Guidonia Montecelio.

Da lì in poi è stato tutto un percorso in divenire, pieno di magnifiche aspettative. La prenotazione del biglietto aereo, la conoscenza via mail della mie host families e i contatti, ancor prima di partire, con alcuni dei ragazzi che avrei poi incontrato al campo.

3,2,1... si parte!

Non c'e piu bisogno di fare il conto alla rovescia, l'undici luglio, il giorno tanto atteso di quest'estate, e' finalmente arrivato!

Mi è stato raccomandato di fare una relazione della mia esperienza e pertanto spero sia gradito un resoconto cronologico.

Sabato 11: volo dall’aeroporto Marco Polo di Venezia verso Amsterdam Schiphol, ore 14 decollo.

L’arrivo nei Paesi Bassi è stato diverso dal solito: per la prima volta sono stato parte dello staff invece che partecipante al campo Lions Panta Rhei.

Appena arrivato in aeroporto sono stato accolto da Dick Westerhof, YCE. Con lui sono arrivato al campo, dopo circa un’ora, di viaggio durante il quale ho apprezzato subito le caratteristiche paesaggistiche di questa nazione: verde e pianeggiante.

Arrivato al campo ho conosciuto gli altri responsabili dello staff. Nonostante fossi l’unico a non parlare olandese abbiamo avuto modo di conoscerci e a pianificare le varie attività in inglese.

Che dire? Come descrivere questo meravigliosi 18 giorni? 
Semplicemente sono stati i più belli della mia vita. 
Li ho passati con i ragazzi più fantastici del mondo e in un luogo magico e pieno di verde che è l'Olanda.

Sono partita il 12 Luglio 2015 dall'aereoporto di Roma Fiumicino alla volta dell'Olanda, Paesi Bassi. Dopo un volo di sole due ore e mezza sono arrivata all'aereoporto di Schiphol Amsterdam, dando così finalmente inizio alla mia seconda esperienza con i Lions exchange students (l'estate scorsa sono stata in Finlandia).
La prima settimana, insieme a una ragazza inglese di nome Chrissie, ho vissuto a Zoetermeer, una carinissima cittadina nella periferia di Amsterdam, ospite di una famiglia composta da madre, padre, figlia di 13 anni, figlio di 10 anni ed una coniglietta di nome "Muchacha".

Senza ombra di dubbio è stata sicuramente l’esperienza più bella della mia vita! 

È stato il mio primo viaggio da sola e quando mi hanno proposto la Nuova Zelanda ammetto di essermi un po’ spaventata per la così enorme distanza, ma per fortuna non ci ho rinunciato!
Il viaggio è stato un po’ faticoso, ma alla fine ne è valsa veramente la pena!!

Questa è la mia seconda esperienza con gli Scambi Giovanili Lions infatti l'anno scorso sono andata due settimane in un campo in Turchia.

Quest'anno però, è stato molto diverso, sono rimasta in Nuova Zelanda un mese e ho passato la vacanza in famiglia.

Ho lasciato l’Italia il 1 luglio con 30 gradi per volare in Nuova Zelanda e trovare l’inverno con punte di freddo anche di -10 gradi e massime di 12 gradi, e 10 ore di fuso orario.

Quando mi comunicarono che sarei andata in Norvegia, la presi male. Avevo inserito tre destinazioni totalmente diverse da quella che mi era stata assegnata – Nuova Zelanda, Cuba, Brasile – e, in più, la Norvegia non figurava nemmeno nella mia lista dei dieci posti da vedere prima dei trent’anni. Avevo vinto il primo posto, il viaggio – alloggio e biglietto aereo – sarebbe stato pagato interamente dal Lions Club, per questo speravo in una delle tre mete da me scelte. Tuttavia, non è andata così. 

Partii il 3 luglio alle 4:30 di mattina, diretta all’aeroporto di Bologna. Ricordo che quella notte non avevo chiuso occhio nemmeno per un secondo: stavo lasciando la persona che più amo sulla faccia della terra nel momento più sbagliato, proprio quando volevo starci più insieme, e per di più per un mese intero. Salii sul primo aereo – diretto a Vienna – carica di odio per quello stato disperso nel nord del mondo, il countdown nella mia testa segnava meno ventidue giorni al mio ritorno. Presi tre aerei diversi, perché la mia destinazione non era semplicemente Oslo o una qualche altra città del sud: io sarei andata al Polo Nord, dove c’è luce ventiquattro ore al giorno, a fare trekking.

Ma per quanto odio potessi avere dentro, la Norvegia lo abbatté tutto nel giro di qualche ora. 

Nei mesi prima di partire, non credevo che il mio viaggio in Norvegia si potesse rivelare la più bella esperienza della mia vita. Per la prima volta ho affrontato da solo un viaggio all’estero in cui abbia dovuto prendere un aereo… all’inizio mi sembrava difficile comprendere come funzionassero gli aeroporti, ora, se dovessi fare un altro viaggio, sarebbe molto più semplice. 
Dopo circa tredici ore sono arrivato all’aeroporto di Evenes e da lì sono stato portato nella prima tappa del campo: Harstad. 

Vorrei ringraziare il lions club e i lions del  distretto 108Ya,che hanno reso possibile questa mia vacanza. 
Ringrazio la mia host family, che mi ha accolto nella sua casa come una figlia, cercando sempre di non farmi mancare niente, di rispettare le mie tradizioni, a volte totalmente differenti dalle loro. 
Ringrazio tutti i group leader del camp, senza i quali il campo non sarebbe stato così speciale. 

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