Ho avuto la possibilità grazie al Lions Club di poter stare 3 settimane in Messico.
La cosa che mi preoccupava di più inizialmente era il viaggio da Roma a Città del Messico della durata di 13 ore, ed essendo stato il mio primo viaggio intercontinentale fui colto dall’ansia per tutto il viaggio d’andata. Nel mio stesso camp ho avuto la fortuna di trovarmi con Annalisa e Francesca, altre due italiane che erano nel mio stesso campus.
Siamo giunti all’aeroporto di Città del Messico alle 3 dell’8 luglio e dopo i controlli passaporti e il ritiro bagagli ci siamo incontrati con le nostre rispettive famiglie.
La mia Host family era composta da Arturo e sua moglie Angeles, persone davvero molto simpatiche che sin dal primo momento mi hanno trattato come se fossi stato un figlio per loro.
Canada, sei lettere e mille sfumature, sei lettere e mille emozioni, sei lettere, ma tanto da vedere, da imparare e da affrontare.
La mia magnifica esperienza in Canada è iniziata il 14 luglio: sono partita con due valigie, tanta ansia, paura, ma anche tanta curiosità e voglia di incontrare una nuova cultura e quella che sarebbe diventata la mia seconda famiglia. Sono arrivata nella mia ormai seconda patria, Calgary, Alberta, dopo un viaggio lungo ed estenuante, con una sola valigia, con più ansia e paura, ma con la stessa carica con cui ero partita.
E’ bastato un giorno per dimenticare che la mia valigia fosse stata persa in uno dei tre scali, per capire quanto la mia host family fosse speciale, per comprendere che questa sarebbe stata l’esperienza più bella della mia vita. Così è stato, il mio sesto senso non si sbaglia mai!
Come dicevo, sono arrivata a Calgary il 14 luglio, ma il giorno dopo, nonostante l’effetto jet lag si facesse sentire, tutta la famiglia è fuori casa in cerca di nuove destinazioni. Ecco che Janeen e Doug, i miei host parents partono per Banff con i loro ragazzi, Alessia e Jack, i due simpaticissimi italiani, Nele, la tedesca con loro ormai da un anno, Braulio, il dolcissimo messicano e Connor, il loro figlio canadese sempre disponibile e altruista. Dimenticavo, i due cagnolini, membri fondamentali della famiglia allargata, Mulligan e Mira.
Questa estate, in particolare dal 17 agosto al 1 settembre, ho partecipato al mio primo scambio culturale promosso dal Lions Club Italiano.
Essendo la mia prima esperienza, ero abbastanza in ansia la settimana prima di partire, in quanto non sapevo come mi sarei dovuto comportare, specialmente, nella famiglia. Infatti, i primi giorni sono stati un po' difficili, in particolare, per via delle abitudini alimentari completamente diverse dalle nostre; al punto che ci sono stati giorni in cui non mangiavo, in quanto erano sapori a cui non ero abituato.
Per il resto, la settimana in famiglia è stata abbastanza bella, perché erano molto accoglienti e disponibili.
Siamo stati impegnati tutti i giorni in attività che andavano dalla visita al classico museo di storia alle lunghe esplorazioni del centro storico, dalla visita dei resti archeologici alle giornate passate alle terme.
Quest’estate ho avuto la possibilità di trascorrere il mese di luglio in Australia.
Inizialmente avevo scelto una meta in Europa, sia per motivi di costi, sia per la lontananza, però quando mi è stata proposta l’Australia, sapevo che sarebbe stata un’esperienza indimenticabile e non so se avrei avuto un’altra occasione per conoscere questa terra da così vicino.
Nonostante il volo di più di 24 ore, sono atterrata all’aeroporto di Melbourne piena di energia e curiosità.
Ad attendermi c’erano i Lions australiani, che erano i leader del Camp Koala, dove ho trascorso l’ultima settimana, e la mia host family.
Era composta dal papà, dalla mamma e dalla figlia di 13 anni, Eddie.
La prima impressione che ho avuto delle persone australiane è che sono molto simpatici, accoglienti e disponibili.
I have really appreciated the idea of including people with law vision in a camp like that.
In my opinion it has allowed me to challenge myself both in the English language and mostly in helping other people know my disability and what in means to live with that.
In my opinion the blind meal was great, in fact it made me understand how blind people live.
Personally I decided to cover my eyes because, even if I’m visual impaired, I think being blind is a greater disability than mine and I want to know it better.
Another thing I really loved was the bycicle tour. In fact I think it was very well organized and I loved it a lot! It is a different way to visit a city. It allowed me to know a city I had never seen before doing some sport.
“HAPPINESS [IS] ONLY REAL WHEN SHARED “
- La mia esperienza in Germania? Un autentico ‘colpo di fulmine’
“Solo se riusciremo a vedere l’universo come untuttuno in cui ogni parte riflette la totalità e in cui la grande bellezza sta nella sua diversità,cominceremo a capire chi siamo e dove stiamo”.
Tiziano Terzani
In questa citazione di Terzani è racchiuso uno dei valori cardine della mia esistenza.
Sono fermamente convinta che senza la diversità non ci sarebbe ricchezza nel mondo, curiositàe intento di esplorare negli individui.
Dove c’è diversità non c’è banalità ma solo bellezzaper l’appunto, e scoperta.
Inoltre, la diversità è necessaria per l’affermazione dell’individualità.
Dunque non bisogna esserne spaventati, ma cercare di valorizzarla e sfruttare le oppurtinità di condivisione come questa il più possibile.
Durante quest’ estate, dal 1 al 20 luglio 2018, ho avuto la possibilità di vivere la mia prima esperienza Lions Youth Exchange. Meta di questa avventura è stata l’ Estonia, piccolo paese memore soltanto di essere vicino alla Russia, di avere un clima molto rigido e ottimi bevitori.
Dato che era la mia prima esperienza di questo tipo, non avevo idea di cosa mi potesse succedere laggiù, della famiglia che mi avrebbe ospitato per 10 giorni, di una cultura molto distante dalla nostra e delle molteplici attività che avrei fatto.
Arrivato all’ aereoporto di Tallinn (la capitale estone) sono stato accolto molto cordialmente dalla mia host mother -Triin- e da un ragazzo macedone, Laze, con il quale ho condiviso sia il periodo in host famiy che nel Lions Camp.
Sono sempre stata affascinata dai paesi nordici, poiché li ritengo parte di un mondo assetante, molto diverso dal nostro se pur vicinissimo.
Così, quando mi è stato chiesto di indicare i tre paesi in cui mi sarebbe piaciuto maggiormente trascorrere la mia vacanza Lions, le mie opzioni sono state Norvegia, Svezia e Finlandia.
Con immensa gioia, il 19 luglio ho preso quel volo che mi avrebbe portata direttamente a Helsinki, la capitale della Finlandia, dove la mia famiglia ospitante mi avrebbe accolta.
Che dire, è stata senza ombra di dubbio l’esperienza più bella della mia vita e tutto ciò che ho imparato resterà per sempre parte di me.
A volte la vita ti sorprende, proprio come hanno fatto queste 3 settimane in cui ho vissuto esperienze e situazioni del tutto nuove, tali da modificare anche il mio modo di pensare. La prima settimana l’ho trascorsa con la host family, in una fattoria sul confine della Slovenia. Famiglia meravigliosa, difficile da definire solo ospitante, perché mi ha accolto sin dal primo istante come se facessi parte da sempre del loro gruppo.
Le esperienze che ho vissuto con loro sono state per me nuove ed entusiasmanti, in una tipica fattoria austriaca con tanti animali, posta a pochi passi dal confine con la Slovenia.
Quando rappresentanti del Lions sono venuta nella mia scuola e con un filmato molto coinvolgente hanno parlato di questa opportunità che ci veniva data mi immaginavo già seduta in aereo verso chissà quale meta perché io credo che viaggiare sia una una delle esperienze più belle che si possa fare e così presentai la mia domanda con molta speranza nel cuore.
Dopo qualche mese fui chiamata e avvisata che c'era un posto libero per me sulle Alpi francesi.
Non stetti a pensarci troppo perché come potevo giudicare un paese senza averlo mai visto?
Così accettai.
Quando decisi di accettare la Malesia non avevo la minima idea di cosa mi stesse aspettando dallʼaltra parte del mondo e non è semplice trovare le parole per descrivere il mese appena passato. Nessuna parola può rendere realmente lʼidea di quello che ho avuto lʼopportunità di vivere.
La Malesia è stata una sorpresa, un posto in cui divertimento e la meditazione si uniscono perfettamente.
Se hai voglia di divertirti troverai a qualsiasi ora un locale aperto in cui cantare a squarciagola con i tuoi nuovi amici. Troverai sempre qualche street food aperto per saziare la tua fame delle 3 di notte o un bizzarro festival cinese che sembrerà non finire mai.
Una vita che non si basa solo sul lavoro, ma che riesce a trovare il giusto spazio per i doveri senza rinunciare a niente.
Una vita che può sembrare così frenetica ma vi assicuro che in questo posto, è semplicissimo “staccare la spina”, perdersi in qualche foresta o scalare una mont#gna per ritrovare la pace con se stessi o rendersi conto di non averla mai avuta.
Giappone, paese tanto affascinante quanto particolare.
Devo dire la veritá che le mie aspettative erano più alte, certamente a causa del fatto che sono stato in una zona "rurale", dove certamente ho potuto provare il vero stile di vita giapponese, ma non gustare l'avanguardia teconologica di una città come Tokyo.
Mi sono trovato abbastanza bene nelle 3 famiglie che mi hanno osiptato e mi sono sentito accolto e voluto bene dai rispettivi Lions Club.
Dico abbastanza perchè la comunicazione con le famiglie è risultata molto complicate e talvolta frustrante a causa della loro scarsa e talvota nulla conoscenza dell'inglese.
Lions Exchange questʼanno mi ha dato lʼopportunità: di partire per la Turchia, un paese colmo di pregiudizi e stereotipi che meritano di essere smentiti.
In primis la Turchia non é pericolosa, è un normalissimo paese con i suoi rischi e pericoli, ma con il vantaggio di avere tanti controlli in giro per le città.
Riguardo la religione, non sono tutti musulmani, vengono spesso confusi con gli arabi e non ci sono regole su come vestirsi o come girare per le strade.
Dopo questa premessa posso parlare della mia esperienza, ho vissuto per la maggior parte del tempo ad Istanbul, città evoluta con attrazioni in ogni suo angolo.
Al momento é una delle mie città preferite in tutto il mondo, perché oltre ad avere meravigliosi siti storici risalenti allʼetù Bizantina, accoglie benissimo i turisti e permette una vita frenetica che non lascia spazio alla noia.
Oggi vi parlerò del mio viaggio in America, più precisamente in Colorado, in una cittadina di nome Windsor: innanzitutto vorrei ringraziare colei che mi ha permesso di fare un’esperienza così bella, Maria Martino, senza la quale non avrei mai fatto un’esperienza del genere che ricorderò per sempre; vorrei anche ringraziare Giorgio Dall’Olio che ha coordinato la mia permanenza in Colorado insieme alla referente statunitense.
Quando Maria mi propose di fare il viaggio negli Stati Uniti ero molto felice e allo stesso tempo abbastanza spaventato perché questo è stato il mio primo scambio giovanile e la prima mia esperienza di viaggio in solitaria fuori dall'Europa. La mia prima paura è stata quella del viaggio, perché affrontare un viaggio del genere sembrava veramente difficile… alla fine non ho avuto alcun problema, una volta arrivato è stato tutto molto più facile e non avevo più alcuna preoccupazione; arrivato all’aeroporto ad accogliermi c'era Shannon, la mia “madre” ospitante: devo dire che mi ha accolto benissimo come se fossi un membro della famiglia. Arrivati a Windsor ho notato che rispetto all’Italia mi trovavo in tutto un altro mondo: un altro tipo di vita, molte cose sono diverse e hanno il bisogno di avere le cose il più grande possibile (case, macchine ma anche supermercati e negozi ad esempio). Arrivati a casa mi ha fatto conoscere i suoi tre figli, tutti molto più piccoli di me: Bryant ne ha otto, Corbine cinque e Nash quattro; nonostante la differenza di età mi sono trovato bene con loro e spero che anche loro si siano trovati bene con me. Shannon, pur avendo tre bambini a cui badare, si è sempre preoccupata per me e si è sempre chiesta se avessi bisogno di qualcosa.
Quando mi è stato proposto lo "Youth Exchange Camp 2018 Hong Kong, Macao e Cina" posso dire di aver subito accettato con gioia questa immensa opportunità concessami: la mia prima volta fuori dal continente europeo, in Asia, un paese completamente diverso dal mio: tradizioni, modi di vivere, cibo, paesaggi e monumenti inimmaginabili per ciò a cui siamo normalmente abituati.
Tenutosi nel mese di Giugno per la durata di tre settimane, ha dato a me ed altri 23 ragazzi provenienti da tutto il mondo la possibilità di scoprire questo “nuovo mondo”, a noi sconosciuto.
E’ stato un campo organizzato in modo eccezionale, che suggerirei a chiunque per le nuove esperienze e le lezioni di vita che ne trai:
dalla lussuosissima Hong Kong ai semplici e paradisiaci paesaggi cinesi passando per la colonia portoghese di Macao (piccola Las Vegas orientale). Un’organizzazione non indifferente che ha avuto a che fare con il severo governo cinese, permettendoci di visitare il “mondo” cinese per oltre 500 km.
L’avventura è cominciata non nel migliore dei modi: il mio volo, dopo aver fatto scalo nella città di Helsinki, avrebbe dovuto raggiungere l’altra parte del mondo in 10 ore; sono stati rispettati gli orari nonostante il fatto che ad Hong Kong ci fosse un nubifragio in nostra attesa. La situazione, tralasciando un atterraggio in obliquo sulla pista a causa delle raffiche di vento, si è fortunatamente risolta nel migliore dei modi.
Quando i Lions mi hanno telefonato per comunicare le mete del mio viaggio, mi hanno proposto tre Paesi molto distanti dal mio, e per questo motivo i miei genitori non erano d’accordo. Ero davvero dispiaciuta, in quanto ci tenevo a poter partecipare a questa esperienza.
Fortunatamente i Lions, mi sono venuti incontro proponendomi una quarta meta: la Svizzera.
Così ho iniziato a fare il conto alla rovescia in attesa della partenza.
Finalmente è arrivato il 7 luglio. Ero sicura che mi sarei trovata bene perché le mie due host family mi avevano già contattato per e-mail, inviandomi anche delle loro foto. Sono partita dall’aeroporto di Bari Palese.
Il volo è durato poco e all’aeroporto di Zurigo c’era ad accogliermi la mia host mum, Katie, con sua figlia Fiona. Sono state fin dal principio molto gentili, mettendomi completamente a mio agio. Inoltre Katie conosceva discretamente l’italiano e questo mi ha molto aiutata in quanto non avevo mai fatto lunghe conversazioni in inglese e né tantomeno conoscevo il tedesco. La prima settimana passata con loro è stata davvero fantastica ed emozionante. Insieme abbiamo visitato le bellissime città di Lucerna e Basilea, la cittadina di Weggis e i resti archeologici di Augusta Raurica.
Si è da poco concluso il mio primo viaggio in Asia, che ho per tanto tempo sognato, e precisamente nella piccola isola di Taiwan; e, che dire, come tutte le occasioni inaspettate, sorta quando ormai avevo perso ogni speranza di partire questa estate, si è rivelata piena di sorprese.
Ma partiamo dall’inizio.
Il mio soggiorno è durato tre settimane, la prima e la terza di queste in due diverse host families, e nel mezzo tra le due ho trascorso sette giorni in camp. Appena atterrata all’aeroporto di Taipei, stanca, disorientata e un po’ in ansia, ho ricevuto un’accoglienza che mi ha subito fatta sentire a casa da parte della mia prima famiglia, composta da Wei Tzu, una ragazza di 22 anni, e sua madre.
Con loro ho trascorso dei giorni meravigliosi, tra la visita di paesini turistici e cascate, di Taipei e del grattacielo Taipei 101, pattinate sul ghiaccio e grigliate di pesce pescato da noi, e ho stretto un forte legame con la mia sorella ospitante, che presto verrà a trovarmi a Matera, a casa mia.
Durante il mese di marzo mi è stato proposto di partecipare allo scambio giovanile dei lions per il quale ho avuto il mese successivo l’accettazione con destinazione Russia. Da subito fui molto emozionata di andare in un posto per me tanto misterioso e con tante bellezze. La referente italiana Luigia Fortunato e la referente russa Armine Oganesyan si sono rese disponibili per qualsiasi aiuto. Armine ha creato un gruppo su facebook ed uno su whatsapp per dare le prime informazioni sulla storia della città e per far iniziare a conoscere i diversi partecipanti internazionali dello scambio che consisteva solo in un periodo di famiglia ma era stato organizzato sotto forma di camp: ogni mattina noi partecipanti con rispettivi fratelli e sorelle ospitanti ci incontravamo in un punto della città per passare insieme la giornata. Pochi giorni prima della partenza gli organizzatori attraverso i gruppi formati sulle piattaforme social ci hanno fornito le prime informazioni riguardo cosa avremmo dovuto fare e portare, infatti durante questi giorni ci è stato inviato il programma della permanenza: 11 giornate di visite di gruppo a musei, chiese e palazzi e due giornate dedicate alla famiglia in cui noi ragazzi ospitati potevamo decidere, chiedendo alle nostre famiglie nel caso di escursioni in altre città o simili, il da farsi.