Host family
I'm grateful for I had a very providing host family. I wasn't bored at all and we had such an amazing experience together.
During the time with host family I saw and tried many different things that I have never seen or tried before. We visited Ravenna on the west coast and I swam in the sea for the very first time. I visited also Bologna with my host brothers three or four times. I'm so happy how much I could see there and I learned very many new things about Bologna. The only thing that I knew about Bologna before I went there was that the first universe in the world has been founded there.
I also met a few of my host brothers' friends and it was great to meet very many new people. We did very many things together and I was little bit an outsider when they spoke Italian together but that was fine.
In the middle of the being with host family we visited Florence. We went there by train with my host brothers and two their friends. I also met one of my Finnish friends who was an au pair near Florence.
I really liked being with my host family and I really hope that we will meet again. I'm so glad that I had so friendly and great host family.
L’11 luglio, con il cuore a mille e gli occhi lucidi, lascio la mia famiglia in aeroporto per iniziare questa nuova tanto attesa esperienza, con ancora le idee confuse di quello che mi dovrei aspettare. Una famiglia accogliente, una cultura diversa e un nuovo magnifico paese da esplorare - nonostante non fosse tra le preferenze espresse al momento dell’iscrizione, tanti ragazzi di diverse nazionalità volenterosi di vivere questo scambio culturale all’insegna del divertimento: questi erano i pronostici che sentivo dire e ridire dai miei genitori, dai Lions, dai ragazzi che avevano già fatto dei campi Lions e di cui mi ero convinta. Sì, sarebbe stata un’esperienza fantastica. L’11 luglio, partendo verso un’avventura così lontana dalla realtà quotidiana, alle aspettative si erano affiancate le paure, ma qualcosa dentro di me non vedeva l’ora di andare e conoscere. Tornata a casa da qualche giorno non riesco a smettere di pensare agli incontri, alle scoperte, alle emozioni, ai momenti vissuti in questi indescrivibili e indimenticabili 20 giorni. Senza parole.
I can’t describe how grateful I am to have participated in this year Lions Campo Emilia. I am really thankful for all the love, kindness and help my hosts families gave me.
I was so happy to meet the host familie’s friends and relatives
I learned so much about the Italian culture and food.
I spent such a great time at Campo Emilia, I made so many wonderful new friends.
Furthermore, we had so many superb activities which expanded our knowledge of the Italian culture and many other cultures.
I fell in love with Bologna the moment I arrived, not only for its rich history and culture but the love of the first host family which was the best one could ever wish, they were absolutely adorable.
I want to thenk the Israeli Lions again for letting me havethis beautiful experience, the host families and especially for the awesome camp leaders and campers.
I had so much fun meeting you guys, and I love and miss every and each one of you
Iniziare dicendo che le tre settimane passate grazie all'International Exchange Program dei Lion sono state una delle esperienze più belle della mia vita, sarebbe forse un po' banale, ma veritiero.
Dunque consiglio a tutti di leggere il mio report di questa avventura, che spero possa invogliarvi ad intraprenderla e viverla in prima persona.
La destinazione di questo mio viaggio era Berlino, e la durata era di tre settimane.
Di queste tre settimane, ho trascorso la prima in famiglia e le altre due con gli altri ragazzi del Campus.
La famiglia, presso cui ho alloggiato con un altro ragazzo Ungherese, viveva a Berlino, a poche fermate con il tram dal centro. La breve distanza da esso e l'efficienza dei mezzi, hanno permesso me e l'altro ragazzo, di muoverci con facilità in tutta la città per visitare ciò che più ci interessava. In particolare dopo aver letto il programma delle ultime due settimane, abbiamo visitato quello che ci incuriosiva maggiormente e non era incluso nel programma stesso.
Sono partito il 6 luglio per la Turchia, Istanbul.
Non ero spaventato per il viaggio, mia prima esperienza Lions, e neanche troppo eccitato ad esser sincero.
Piuttosto ero molto curioso, curioso di scoprire un mondo, una cultura che siamo abituati a pensare molto lontani e diversi.
Ebbene sono molto più simili a noi di quanto ci si aspetti. I turchi li ho soprannominanti calabresi: amano il piccante, sono chiassosi, caotici ma gentilissimi, se non mangi abbastanza si arrabbiano.
Così è stata la famiglia che mi ha ospitato e lo sono state anche quelle in cui sono capitati gli altri ragazzi dello scambio.
Non avrei potuto chiedere più ospitalità, tuttavia un certo scontro culturale c’è stato. Il livello di cultura media lì è piuttosto scarso: ad esempio quando mi hanno chiesto cosa sapessi della storia turca ho immediatamente citato le popolazioni assire e attite, che qui si studiano alle elementari, e loro non avevano idea di cosa stessi parlando.
O potrei parlare del fatto che la cultura della salute del corpo o la coscienza ambientale sono molto scarse. Però ribadisco, saranno i turchi forse un po’ indietro su certe cose ma sono capacissimi di amare molto uno straniero per due settimane.
Quest’estate, precisamente dal 12 Luglio al 28 Agosto 2019, ho avuto la fantastica opportunità di partecipare per la seconda volta al Lions Youth Exchange Program. Grazie a questa associazione ho trascorso due settimane intense in Sacramento, la capitale della California e sono stata ospitata da una famiglia americana (Joe e Karon Bowers).
L’unico aspetto negativo di questa esperienza è stato il viaggio. Infatti, ho perso la coincidenza per Chicago da Monaco di Baviera a causa del poco tempo concesso tra il primo e il secondo volo, corrispondente a soli 40 minuti (da notare che l’aeroporto di Monaco è immenso e sono stati necessari più di 20 minuti per raggiungere il gate). A ciò si è poi sovrapposto il ritardo di 15 minuti del volo precedente. Purtroppo l’agenzia che mi ha organizzato il viaggio non ha tenuto conto dell‘ intervallo che avrei avuto a disposizione a Monaco. Così il mio tragitto per la California si è prolungato di 6 ore, costringendo la mia gentilissima famiglia di venirmi a prendere all’aeroporto all’una di notte. Spero che questo non ricapiti in futuro!
In ogni modo la famiglia Bowers abita a West Sacramento, città nel Nord della California paragonabile a Bologna per il numero di abitanti e distante un’ora e mezza di macchina da San Francisco. L’esperienza in famiglia è stata nuovamente sorprendente ed è stata ancora più coinvolgente grazie alla compagnia di un’altra ospite Lions tedesca di nome Julia.
Ed eccomi qui, a due settimane dal mio ritorno in Italia, a scrivere un report sul viaggio più emozionante della mia vita. Il 29 Giugno, che ricordo come fosse ieri, dopo aver rischiato di perdere la coincidenza a Dubai sono arrivato a Sydney, dove ad attendermi c’erano Denise e Brian, una dolce coppia di pensionati. Sono stato fin da subito accolto a braccia aperte da loro e dai membri del Lions club di Ulladulla, cittadina del Nuovo Galles del Sud in cui ho trascorso le mie prime tre settimane.
In questo primo periodo ho condiviso la maggior parte delle attività con Alice, ragazza italiana ospitata nello stesso paese da una signora molto amica della mia host family. Durante queste settimane ho potuto vivere la quotidianità australiana, assaggiando ad esempio piatti e dolci molto conosciuti come le pies e i lamingtons e praticando sport tipicamente australiani come il surf. Oltre a ciò ho avuto la possibilità di svolgere altre attività entusiasmanti, come il whale-watching, ovvero ammirare le balene e i delfini nel periodo della migrazione a Jervis Bay, e visitare Sydney, città stupenda e più importante dell’Australia.
On Saturday 13 July, I went to Milan Malpensa airport with my luggage and a lot of questions in my head: will I enjoy this new experience? What will I do with my host family? And in the camp? Will the other guys be nice? Will I become friends of them? But my questions were also about the country: I had never been in Poland and I didn’t know what to expect from it.
With my head full of question marks, I said goodbye to my family and I took my flight to Krakow. When I arrived, my host family welcomed me and we started talking about our different traditions. Then, my host mum took me in the city centre, where other four guys from another host family were waiting for me. Their host brother, Jakub, offered himself to take us in the most beautiful places in Krakow during the week, so he became our guide. Immediately, the other guys and me started knowing each other and after a few hours we became friends. Fortunately, they were really nice people and spending time with them was so funny and interesting, also because I knew many things about their countries: Indonesia, India, Ukraine and United States. During this incredible week, we visited some museums, a salt mine, the old city centre and some other wonderful places.
Quest’anno è stato per me una seconda occasione per viaggiare con i Lions e, come nell’esperienza precedente, ne è valsa davvero la pena.
Sono stata ospitata da una signora di nome Martha a Montclair, una cittadina fuori Los Angeles.
Grazie a lei e ad altre famiglie ospitanti ho potuto trascorrere giornate al Teresita Camp, ad Hollywood, a Catalina Island e agli Universal Studios.
In tutto eravamo diciassette ragazzi, sei dei quali erano californiani che avevano comunque deciso di prendere parte alle attività. Con il loro aiuto ho anche potuto sperimentare cosa si provi a partecipare a un vero e proprio giorno del Ringraziamento americano, in compagnia anche del direttore del distretto e di molti altri Lions.
Sono stato ospitato per una settimana da una famiglia di Kronberg, vicino Francoforte.
I genitori, Andrea e Gerd, mi hanno fatto sentire subito a mio agio e sono stati davvero accoglienti ed educati.
Ho passato una settimana fantastica, ho visitato luoghi mai visti e inaspettatamente meravigliosi.
Con Gerd la sera guardavamo le partite di calcio alla tv e abbiamo passato dei momenti davvero unici, indimenticabili.
Non mi dimenticherò mai di loro
L’esperienza che ho appena concluso in Germania è stata qualcosa di straordinario.
La settimana in famiglia, la famiglia più accogliente e ospitale che io abbia mai conosciuto, composta dai due genitori, una figlia di 18 anni e un figlio di 15, mi ha permesso di entrare dentro la quotidianità di una casa Tedesca, facendomi scoprire e apprezzare le differenze con l’Italia (per esempio, entrambi i genitori andavano al lavoro in bicicletta, cosa che nel mio paese non succede quasi mai, oppure come la colazione sia più abbondate del pranzo, ecc.).
Un mese a Istanbul: ecco l'avventura che inaspettatamente mi sono ritrovata a vivere a seguito della vittoria di un concorso di scrittura nella mia scuola, il Liceo Giulio Cesare di Roma. Non posso fare a meno di sorridere ripensando alla mattina in cui, riluttante, ho consegnato il mio elaborato in vicepresidenza. L'opportunità di partecipare a una tale esperienza è stata un'assoluta sorpresa, così come il fatto di visitare un paese tanto affascinante e culturalmente unico come la Turchia. Il 7 luglio, sull'aereo che mi avrebbe portato dalla mia Host family, cercavo di immaginare ciò che avrei vissuto nelle settimane seguenti, riempendomi la testa di idee e aspettative.
A posteriori, posso affermare con assoluta certezza di non aver avuto neanche una volta un motivo di delusione.
Posso descrivere questa esperienza con una parola: sorpresa!
Si, perché non mi aspettavo di provare così tante emozioni in così poco tempo, tutto è stato una sorpresa per me: i rapporti che si sono creati al campus soprattutto con alcuni ragazzi sono pazzeschi, il fatto di aver trovato una seconda famiglia che mi ama e si preoccupa per me è pazzesco!
La mia esperienza comincia l’8 e termina il 28 luglio, 20 giorni di puro divertimento e di scoperta.
Appena arrivata nell’aereoporto di Alicante in Spagna ho trovato la mia famiglia ad aspettarmi, composta da 5 persone: i genitori, due figlie e un figlio; chi si è principalmente occupato di me è stata Ana la figlia più grande (17 anni) che mi ha portato in giro per la città di Elche (dove si trovava casa loro), mi ha fatto conoscere i suoi amici (con cui tutt’ora sono in contatto) mi ha fatto partecipare ad attività divertenti che si tenevano nella sua scuola, mi ha portato con lei a due festival musicali, mi ha portato sulle isole... tutto questo in una sola settimana (breve ma intensa e divertentissima).
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Era il 6 luglio ed era anche la prima volta che viaggiavo completamente da solo, di notte.
Oltre alla tensione per quest’ultimo fatto mi riempivo la testa di domande su cosa avrei fatto lontano da casa per ben 2 settimane.
Io e il primo gruppo di ragazzi siamo arrivati di notte, per cui la prima mattina al campus eravamo tutti assonnati e cercavamo di scambiare timidamente due parole per passare il tempo.
Successivamente fra le varie attività di gruppo dei primi giorni abbiamo avuto il modo di conoscerci e di imparare di più gli uni sugli altri.
Al campus erano presenti ragazzi e ragazze da ben 18 paesi diversi e si trovava sempre qualcosa su cui scherzare tutti insieme.
Dopodiché sono iniziate le gite e le escursioni e da quel momento il tempo è letteralmente volato.
Un caldo torrido, umidità alle stelle e una spossatezza immane: ecco le prime sensazioni a Istanbul. Non l’ideale come inizio si potrebbe pensare ma è bastato solo un giorno e già ero innamorato di quella splendida città.
Ho avuto l’onore e la fortuna di essere figlio, non ospite, a casa della famiglia Sarı. Persone fenomenali che in ogni momento hanno avuto cura e interesse nei miei confronti, nemmeno le più dolci parole potrebbero esprimere il mio ringraziamento per quei 10 giorni meravigliosi trascorsi in quell’accogliente casa.
La lingua non era un problema. Solo Halil e Gokhun (i figli) sapevano parlare in inglese ma questo non ha impedito che io potessi comunicare con il resto della famiglia.
Seduti al tavolino del balcone trascorrevamo i nostri pomeriggi fra caffè, tè e semi di girasole a parlar del più e del meno mentre il sole tramontava. Nessuna fotografia potrebbe raffigurare la serenità e la gioia di quei momenti…
Parlavamo con le mani, con gli oggetti o con qualunque cosa ci permettesse di esprimerci, questo era il segno più evidente del loro volermi bene: volevano comunicarmi tante cose e se ne fischiavano della lingua, ad ogni costo mi insegnavano cultura e storia turca; e gliene sono veramente grato.
Ho deciso di intraprendere questa avventura il 13 luglio 2019 con il desiderio di aprirmi a nuove culture e scoprire nuovi paesi in un modo alternativo ma soprattutto per far conoscere il mio Paese e la nostra cultura ai ragazzi che avevano deciso di trascorrere l’exchange camp in Croazia.
All’inizio mi è stata presentata la famiglia Rosso, la quale mi ha accolto subito facendomi sentire parte di essa sin dal mio arrivo.
Dal 20 al 30 luglio ho soggiornato nel campo Lanterna (vicino POLA) con altri campers di nazionalità diverse.
Insieme abbiamo vissuto esperienze straordinarie, abbiamo partecipato a varie attività di volontariato, abbiamo trascorso giornate presentando la nostra terra e le nostre tradizioni.
Il 22 Giugno 2019 sono partita da Roma-Fiumicino, direzione Francoforte.
Grazie agli Scambi Giovanili Lions ho avuto l’opportunità di vivere in Germania per due settimane, di cui una in una famiglia ospitante e una in un campo, esperienza indimenticabile e formativa, con i suoi lati positivi e negativi.
Era la prima volta che partivo totalmente da sola: nessun genitore, nessun accompagnatore, nessun amico.
Solo io e il mondo intero.
Sebbene all’inizio fossi molto agitata e in ansia, appena giunta nella mia città, dalla famiglia, a due ore da Francoforte, sono stata accolta amorevolmente e calorosamente.