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Ricordo ancora com’è iniziato. Un’insolita mite domenica di fine gennaio: ricevo una chiamata da un numero da me sconosciuto, ma non esito un attimo a rispondere.
Dopo i primi minuti di incredulità e sorpresa, capisco... sarei partita per gli scambi giovanili Lions!
Due cose erano chiare nella mia mente: Olanda, luglio 2018.
Ero perplessa perché le destinazioni da me inserite erano ben altre, ma al termine di questa esperienza, posso dire di aver trovato un Paese bellissimo!
Così decido di partire. Informo tutti, parenti, amici, professori; prenoto il volo e inizio a curiosare suinternet per capire cosa aspettarmi dall’Olanda. Prima della partenza contatto l’host family e i responsabili del campo per avere informazioni aggiuntive e più dettagliate, soprattutto sul clima che prospettava essere non proprio dei migliori!

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Questo per me è stato il primo anno in cui ho avuto l’occasione di partecipare allo scambio e al campo giovanile Lions.
La meta che mi è stata assegnata è la Finlandia che prima di allora non avevo mai preso in considerazione come tappa di un mio ipotetico viaggio.
Quando mi hanno indicato la famiglia presso cui avrei alloggiato ho scoperto che abitava in campagna e in mezzo al nulla, alquanto lontana da qualsiasi centro abitato.
A primo impatto ho pensato che avrei potuto annoiarmi o non trovarmi bene poiché non ho mai vissuto un ambiente rurale essendo sempre vissuto in città.
Una volta lì, ho smontato tutti i miei preconcetti provando ‘’la vita di campagna’’ e non è stato poi così tragico come Esopo descriveva nella sua favola sul topo di campagna e quello di città.

Voglio iniziare a raccontare la mia avventura partendo dalla fine.
Dalla prima domanda che mi è stata posta dai miei genitori appena tornato in Italia. Una richiesta che fin da subito mi ha sconcertato, nonostante possa sembrare all’apparenza quasi di circostanza.
Lì, in quel momento mi è sembrato di non poter rispondere.
La domanda che mi è stata fatta è questa: Com’è andata l’esperienza in Danimarca? Ti sei divertito?

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Nel trascorrere del tempo volano via gli anni, i giorni, i minuti, le ore.
A volte si ha nostalgia persino di quei secondi spesi a contemplare un orizzonte. 24/06-14/07/2018.
Tutto ha preso inizio quella domenica di giugno, quando ormai la scuola era terminata già da un po' e non stavo nella pelle per l'entusiasmo di partire ed essere accolto in una nuova casa. Sette ore nell'aeroporto di Istanbul, uno scalo non del tutto chiaro, vista la destinazione: Macedonia.
Tuttavia l'emozione era tale da prevalere sull'attesa, e ne è valsa decisamente la pena. Sin da subito la famiglia si è mostrata calorosa e disponibile nei miei confronti, questa è stata la tessera dominante in un mosaico di culture, gioie e vibrazioni.
Perché la mia esperienza è stata proprio un lucente mosaico sullo sfondo delle alture macedoni. Tre settimane sembravano una durata cospicua lontano dalla mia solita dimora, eppure la prima settimana è andata, una rapidissima eternità. Parlo di eterno perché è stato stupefacente comprendere quanti aspetti di una società distante dalla mia, nei modi e nei costumi, siano pervenuti ai miei occhi in una così breve durata. Stare a parlare di vita imbattendosi nel tentativo di rispondere a quelle domande esistenziali che spesso chiamiamo dogmi non è esattamente un'impresa facile da compiere. Talvolta può sembrare addirittura anti-produttivo. Nonostante ciò posso farmi ora portavoce di una delle vie più efficienti per intraprendere la missione: i viaggi.

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Sono una Leo del distretto AB e questa è la mia seconda esperienza con gli scambi giovanili.
Sono passati esattamente quattro anni dalla mia prima esperienza in Messico, avventura che ha cambiato radicalmente la mia vita e il mio modo di vedere il mondo.
Grazie ai Lions ho acquisito una grande sicurezza in viaggio e una immensa capacità di abbracciare il mondo, condividendone con esso le culture, i cibi, le religioni, le lingue che ho il piacere di incontrare.
Quest’anno ho avuto la possibilità di partire per la Moldavia, una meta forse un po’ insolita ma che mi ha segnato positivamente.

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This summer I got the chance to attend Italy Lions Emilia Camp and it was one of the best times of my life!
I got to meet wonderful people all around the world and when you spend 10 days together, you can have really good friendships.
Also I believe we had the best camp leaders. They made everything more fun. It’s such a good feeling to see that whenever you had a problem about the place or sleeping or accidentally twist your arm(
), they have the same problems like you and they slept less than you and they are walking all the way up to the castle when you ankle is bad.
So they 

It all begins on the 28th of June, the day when I flew from Bologna to Bodrum, Turkey.
From the very first moment I really loved the environment and the general mood in this place, everyone was always kind, energetic and friendly.
The group of us campers was composed of 14 people: four Italians and all the others came from different countries such as Spain, Belgium, Lithuania, Hungary, Serbia etc. In addition, because of all the differences we had, we all became very good friends in the first days.
The first 3 days of the camp were organized in a Hotel right next to the shore in Bodrum; the place was amazing and we had lots of fun even in those first moments. In a normal day, we would have, at first, a swim in the pool of the Hotel, then we would go on the beach to play some sports or games out in the sea and, in the evening, the camp leaders would bring us around the city centre to enjoy the “night life” in Bodrum.

Dal 24 luglio al 16 agosto di quest’anno ho avuto la possibilità di effettuare per la prima volta uno scambio giovanile in Taiwan ed in Cina grazie ad un’imperdibile opportunità offertami dal club dei Lions.
Nonostante non avessi mai davvero pensato di visitare la Cina, non ho esitato neanche per un attimo ad accettare questa proposta, conscia di quanto potesse essere speciale tale esperienza e di quanto potesse arricchirmi culturalmente. Il 24 mattina all’alba ho preso il primo dei quattro voli che mi avrebbero portato all’aeroporto di Kaohsiung, dove sono arrivata dopo ben 33 ore di viaggio.
Ad accogliermi c’era uno dei responsabili del club Lions di Taiwan e la mia host family, composta da Mia, una ragazza della mia età, sua madre e la sua sorellina più piccola

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I° parte 

II° parte 

Non è facile contenere in poche pagine tutto ciò che questa indimenticabile esperienza ha significato per me, tre settimane di vita intensa, piena, ricca di emozioni, di storie, di racconti, di esistenze che sono entrate in contatto, alcune addirittura in collisione, con la mia, lasciando un segno indelebile.
I ricordi si accavallano e le sensazioni provate rinascono nel cuore e nella mente: sia la prima settimana passata in famiglia che le due settimane di camp sono state meravigliose.

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Quest’anno ho avuto la possibilità di partecipare ad uno degli scambi giovanili dei Lions nel periodo dal 7 al 28 luglio.
Nonostante la meta che avevo scelto in origine, mi è stato proposto di passare tre settimane in Belgio di cui la prima in famiglia e le restanti in campus.
Ero parecchio carica e allo stesso tempo insicura per ciò che mi aspettava...infatti ho preso due aerei in una volta per arrivare a destinazione!
Una volta atterrata ho sentito dentro di me un mare di emozioni tra cui la “paura” del nuovo, quella paura eccitante di conoscere e di esplorare una nuova nazione e la sua cultura, tradizioni, ma soprattutto le persone!
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Il 19 luglio mi sono ritrovata catapultata insieme ad altri 4 italiani ed una francese nell’aeroporto di Jakarta in Indonesia con una valigia enorme ed un carico di adrenalina non indifferente.
È stata la prima volta che mi sono spinta così lontana da casa e l’ho fatto senza pensarci più di tanto.
Già all’aeroporto di Jakarta si comincia a percepire quello che è il “mood” indonesiano.
Mi ha infatti colpito il forte odore di spezie (che hanno tormentato il mio povero stomaco per tutto il viaggio) e gli abitanti del posto che ancora prima di incontrare le nostre famiglie ci chiedevano foto e ci gridavano “CANTIK” che significa “bellissima”.

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Tutto è incominciato in un pomeriggio simile a tanti altri.
Ero concentrata nello studio quando ho ricevuto una chiamata di Luigia Fortunato (YCEC Distretto 108 Ab). Avevo atteso con tanta ansia questo momento e, a dirla tutta, ero sul punto di perdere le speranze, invece... invece è arrivata questa fatidica telefonata in cui mi veniva offerta la possibilità di trascorrere tre settimane a Sioux Falls, in South Dakota (USA), dall’8 al 28 luglio.
Desiderosa di poter vivere quest’esperienza di viaggio e di scambio culturaleall’insegna del lionismo, non ho esitato un attimo ad accettare la proposta.
Finalmente, dopo alcuni mesi e dopo vari preparativi, con la tipica ansia della valigia fatta e rifatta più volte perché non superasse il peso consentito, la data della mia partenza è arrivata: non mi sembrava vero! Malgrado la sveglia alle tre di notte e gli occhi pieni di sonno, il mio cuore era in fibrillazione perché mai avrei creduto di poter affrontare da sola questo viaggio per una delle mete dei miei sogni.
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R omania:
O riginal
M ajestic 
A wesome
N ice
I nteresting
A dventurouse

Last summer I spent two weeks in Romania. If I must use only one word for describing my experience, I’m saying: AMAZING. When I discovered that I was supposed to go there, I didn’t expect that: this nation is full of beautiful views, a lot of amazing cities and wild landscapes. I stayed in a beautiful host family, Balan’s family, they were fantastic, and they considered me as a real member of the family.

Italy 2018

Thanks everyone who made this experience possible for me and who were part of it!
It was amazing time, I spent great three weeks in Italy. I wish the camp had been longer but I still like that the host-family time and camp time were quite equal, cause these different experiences are priceless.

Living in host-family

I had the best host-family I could wish for. Already few months before my arrival, host-sister sent me a letter and I felt really expected there, it made me feel safe and even more excited. They welcomed me at the airport and took me to eat, the food was perfect of course. I am really glad that I had a host-sister basically the same age as me and she also introduced me to her friends. We hanged out a lot, also went camping, I’m so grateful I got really close not only with my sister but also some of her friends!
I’m happy that I had a lot of time to rest while I was in the family but we still visited different places and did some activities together, for example we went bicycling. The best part was going to the sea for a weekend, cause I love sea and boating, I got tanned and it was the first time I travelled with caravan. My family was really caring and loving, I miss them so much!

"A Journey is best measured in friends, rather than miles" (Tom Cahill).
Credo che questa frase descriva perfettamente quello che ha significato per me il South Dakota, lo stato americano che ho avuto l’opportunità di visitare quest’anno con il progetto degli scambi giovanili Lions.
Se davvero il viaggio va misurato tramite alle persone che ho incontrato e conosciuto, allora questa esperienza è stata speciale e indelebile.
La mia permanenza negli Stati Uniti si è divisa principalmente in due momenti: due settimane in famiglia e una settimana di Lions Youth Exchange Camp.
Ho trascorso le mie due settimane in famiglia a casa di Jody (membro del Sioux Falls Downtown Lions Club) insieme a Daniela, l'altra ragazza italiana anch’essa ospite a casa sua; con Daniela ho legato fin dal primo momento e credo che questo legame durerà per tanto tempo.
Jody è sempre stata molto disponibile con noi ed ho apprezzato che già durante il primo giorno di ci ha fatto partecipare ad un pranzo organizzato dal gruppo Lions di cui lei fa parte; è stato solo l’inizio di una serie di iniziative che hanno accompagnato le attività di svago: abbiamo, infatti, avuto la possibilità di partecipare attivamente a importanti progetti dei club Lions locali come lo screening visivo gratuito per i bambini e la pulizia e divisione degli occhiali che vengono raccolti per poi essere dati in beneficienza.

Samba, carioca, carnevale, futebol, spiagge e estate perenne. La maggior parte delle persone pensa a questo quando sente la parola “Brasile”, ma la verità è che c’è molto altro, esiste un Brasile inaspettato e tutto da scoprire.
Quest’estate, a luglio, ho avuto la fortuna di partecipare per la terza volta al programma di scambi giovanili organizzato dal Lions Club e sono stata nel sud del Brasile, in particolare a Porto Alegre e in diverse città dello Stato di Rio Grande do Sul.
Una volta assegnata la destinazione, mi è stata data la possibilità di scegliere tra il camp e la famiglia nello Stato di Sao Paolo o nel profondo sud, ho scelto il secondo perché mi incuriosiva conoscere una parte meno turistica e meno famosa e posso dire di non essermi per niente pentita!

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Il mio scambio giovanile in Wisconsin è iniziato all'aeroporto di Green Bay dove sono stato accolto dalla famiglia Welles che in seguito mi avrebbe ospitato per 3 settimane.
L'opportunità che il Lions Club mi ha dato di poter spendere in famiglia tutto questo tempo mi ha permesso di imparare ad apprezzare e amare le abitudini e le usanze proprie degli americani. La mia host family si è dimostrata molto ospitale integrandomi nel loro nucleo familiare come se ne fossi membro.
Tammy, la mia host mother, faceva parte del Lions Club locale ed era una delle organizzatrici del camp nel quale sarei stato nella seconda settimana di permanenza; durante la prima settimana passata con lei ho quindi avuto modo di aiutarla nell'organizzazione del camp potendo così vedere tutto l'impegno e il lavoro che sta dietro a un Lions camp.
La mia famiglia abitava nella piccola città di Suamico, molto vicina a Green Bay; in quella parte di America le città sono strutturate in maniera molto diversa rispetto alle tipiche città italiane; ogni casa è separata dall'altra da un grosso prato e comprende spazi molto più grandi.

Il mio viaggio con gli Scambi Giovanili Lions è iniziato il 16 giugno con un volo diretto a New York e, devo ammetterlo, ero molto emozionata all’idea di dover fare un viaggio così lungo da sola perché era un esperienza nuova per me.
Poi al JFK ho incontrato Giulia, la prima campers che ho conosciuto. Insieme abbiamo preso un volo diretto a Norfolk, e da lì sarei andata con la mia famiglia ospitante a Franklin.
Ero entusiasta all’idea di conoscere i miei nuovi “genitori”, Lottie e Welton, che mi stavano aspettando all’uscita dell’aeroporto con un cartellone con scritto “Welcome to Virginia Alice!”.

La mia esperienza in Turchia è iniziata il 28 giugno, quando sono decollata in direzione Bodrum: ero un po’ agitata, non sapevo bene cosa aspettarmi ed essendo abbastanza timida, avevo paura di non riuscire a legare con nessuno. Invece, fin da subito, mi sono trovata a mio agio.
Ho trascorso i primi due giorni in un hotel affacciato sul mare, a Bodrum, dove ho avuto la possibilità di conoscere gli altri 12 ragazzi che avrebbero condiviso con me un’avventura fantastica: questo programma di scambi giovanili, infatti, prevedeva una settimana in barca, durante la quale avremmo visitato alcune zone della Turchia e seguito un corso di vela.
Non avevo mai viaggiato in barca, ma è stata un’esperienza indimenticabile.
Ho avuto la possibilità di visitare luoghi mozzafiato, tra cui Datça, Marmaris, Knidos e Bozburun, in ognuno dei quali ho lasciato un pezzettino di cuore.
Durante la mattinata, dopo colazione, seguivamo un corso, tenuto dal capitano della barca: abbiamo imparato ad alzare e ammainare le vele, a tenere in ordine le corde ed annodarle in modo corretto e molto altro.

È ormai passata una settimana da quando sono tornata dall’esperienza più bella della mia vita. 
Non ho ancora realizzato che possa essere già tutto finito e passato così velocemente.
Inizialmente ero spaventata e preoccupata, si trattava del mio primo vero e proprio viaggio da sola, ma una volta arrivata tutte le mie paure hanno lasciato spazio al divertimento.
Con la mia famiglia ospitante ho fatto cose che in un’ordinaria vacanza non avrei potuto vivere, mi sono dovuta adattare ai loro folli orari e alcune volte saltare i pasti perché non sempre avevano voglia di mangiare.
Mi hanno accolto come una figlia, con i miei “fratelli” si era creato un profondo rapporto (discutevamo, scherzavamo, giocavamo …)