Quest'anno ho vissuto una nuova esperienza: sono partito per il mio primo campo Lions il 5 Luglio per la Turchia.
Appena atterrato all'aeroporto di Istanbul ho conosciuto i capigruppo del campo con cui ho passato l'intera giornata, prima di essere accompagnato dalla mia host family.
Mi hanno permesso di visitare bei posti, nuotare nel mare blu di Bodrum, di provare la cucina tipica del posto e di conoscere altri ragazzi della mia età.
Appena decollato l'aereo... ecco mille dubbi! "Piacerò alle mie famiglie? Saranno entusiasti di vivere questa esperienza come lo sono io? Piacerò ai ragazzi del camp?"
Dopo sole tre ore di volo mi ritrovai in Finlandia, una realtà totalmente differente dalla mia, ma che mi ha dato la possibilità di crescere e di riflettere.
Durante queste tre settimane ho imparato non solo a convivere con estranei, ma a condividere con loro anche le cose più personali.
Ho imparato a sapermi adattare ed accontentarmi, ad aiutare chi aveva bisogno e a ringraziare chi mi aveva aiutato.
Le due settimane in famiglia mi hanno aiutato a conoscere la realtà che mi circondava, ho potuto vedere da vicino com'è la vita di un ragazzo della mia età e i duri sacrifici che deve fare. Infatti i miei coetanei, in Finlandia come in tanti altri Paesi europei, affiancano agli studi un impegno di lavoro.
Quest’anno ho avuto la possibilità tramite dei cari amici di famiglia di partecipare agli scambi giovanili e campi per la gioventù promossi dall’Associazione Lions Clubs
La mia esperienza inizia il 13 luglio giorno in cui da Napoli parto in direzione Danimarca.
Era la prima volta che affrontavo un viaggio in aereo da solo e per di più una volta arrivato a Copenaghen non sapevo proprio cosa mi aspettasse.
Era previsto dall’organizzazione che trascorressi una settimana in famiglia e due in un Camp, per cui l’ansia e l’emozione di conoscere persone e situazioni nuove erano i sentimenti che in quel momento mi accompagnavano.
L’11 Luglio arrivo in Spagna, precisamente all’aeroporto di Malaga dove ad aspettarmi c’era il mio host – dad che successivamente dopo i vari dialoghi spagnol/inglese mi scorta al Camp composto da 20 ragazzi/e all over theworld, tutti super simpatici, amichevoli ed anche un po’ spaesati per via ditutte le facce nuove.
Dopo aver fatto le necessarie presentazioni ci hanno illustrato le varie attività del camp, una tra queste che ho amato maggiormente è stata l’escursione al Caminito del Rey a.k.a percorso di 5km non adatto a persone con vertigini dato che il percorso era completamente sospeso tra le montagne.
Hi!
First, I’ll have to thank you and your colleagues for giving me the opportunity to come visit you and experience your culture. Overall, my stay in Italy was wonderful, and if I was given the chance I would gladly do it again. I’ve split the feedback into the different places I visited to give you a better overview.
Matera: I think Matera was a great place to start the exchange program because of the people we lived with. I am under the impression that all the different host families knew each other well, which in return made it easier for myself and the other travelling youths to get to know each other. The fact that we could take part of the Festa della Bruna was also very interesting. The only thing I would suggest to improve the experience is to delay the visit until our host siblings had finished their exams, so that we could enjoy more time together.
On the 30th of July my adventure in Italy started as my flight from Helsinki, Finland took off. I arrived in Bari, Italy in the afternoon where I was greeted by my first host family. They were very lovely. On the car ride I spoke italian with them, which was bizarre to me since I had only studied it at school. In Matera my host sister Anna took me for a walk around the city. The old buildings called “i sassi” were unlike anything I had seen before. They had a really interesting history which I came to learn during my stay in Matera. In the evening we went for dinner and met the Lions and other campers.
Matera.On the evening of June 30thI arrived at Bari Airport at about 18 o´clock together with Hendrik, the Norwegian boy. Our host-mothers picked us up and we went to Matera, the cultural capital of this year. We had dinner all together in a pizzeria with a nice view of the oldest part of the town. The next morning we started early to explore the beautiful center of Matera; we visited the cathedral and walked through the narrow streets, we passed at the old stone houses, Sassi, and watched an interesting movie about the history of Matera. We also visited a museum that showed us how people used to live in the rocks, how their houses looked like and which furniture they had. For lunch we turned back to our host families house and dinner was together in group in some restaurant. The next day, the second of July, was the day of the most important celebration of Matera, called “Festa della Bruna”.
È un mese che posticipo la stesura di questo report e la voglia di farlo non c'entra nulla.
Scriverlo è come mettere un punto a questo viaggio, equivale ad affermare che non ci sarà un "poi" ed equivale ad affermare che domattina nessuno mi sveglierá per portarmi chissádove. Per farla breve con un chè di poetico Ci saranno parecchie parole ma io ne leggo solo tre: "okay, è finita.". Fa sempre più male ammetterlo. Dire che è stato un mese fantastico è semplicemente riduttivo, raccogliere tutto all'interno di un solo testo è....difficile; ma farò del mio meglio.
Questo mese in Australia non è stato esplorare Sydney e dintorni o i 3 giorni che ho passato a Canberra ma sono state le persone, le persone che ho incontrato sono state "il mio mese in Australia".
Tutto è iniziato il 4 luglio, Roma Fiumicino direzione Christchurch. Primo volo intercontinentale, da solo. Dopo circa 24 ore di volo estenuante, arrivo a Christchurch con una fortissima emicrania. In una terra così lontana da casa, trovo un po’ di Italia nel mio compagno Davide, con cui passerò le prime due settimane. Il nostro host-father poi ci accompagna in auto nella sua casa ad Ashburton, precisamente Lake Hood, un piccolo quartiere costruito vicino un lago artificiale. Appena arrivati a casa conosco la mia host-mother, la mia host-sister (che abbiamo visto solo pochi giorni) e i miei host-brother, uno di 18 anni e il piccolino di 12 anni. I primi giorni la famiglia porta me e Davide in giro, e soprattutto nelle cittàdi Dunedin e Oamaru.
Nei lunghi tragitti in auto, tra un riposino e l’altro resto incollato al finestrino per ammirare quegli splendidi paesaggi che la NZ mi stava regalando.
Il mio Lions Club International Exchange inizia martedì 25 giugno.
Al mattino mi sveglio presto, sono molto emozionato e consapevole di iniziare un’esperienza meravigliosa, ma per me del tutto nuova. Accompagnato da mia madre, parto in treno da Torino per Milano Centrale e raggiungo con l’autobus l’aeroporto di Linate. Dopo il check-in, saluto mia madre, mi metto in fila per il gate e prendo l’aereo senza problemi. Il primo volo mi porta all’aeroporto di Londra, Heathrow. Visto che il terminal è lo stesso, avendo anche 4 ore per la coincidenza, non sono minimamente preoccupato per il secondo volo per Pittsburgh. Il viaggio intercontinentale è lungo ma confortevole. Atterro a Pittsburgh e, all’uscita dal terminal, trovo immediatamente Charles e Carolyn Sheets, la mia famiglia ospitante: grazie alle foto inviate in precedenza e al cartello con su scritto il mio nome, non è stato difficile riconoscerli. Dopo due ore di macchina e di lunghe chiacchierate, entriamo in West Virginia e arriviamo a Fairmont. Di primo impatto, la loro casa sembra spaziosa e molto “americana”, con la facciata bianca ed un ampio prato verde intorno. Arriviamo intorno alle 22 e, visto che sono molto stanco, Charles e Carolyn mi consigliano di andare subito a letto. La mattina mi sveglio e trovo già pronta una vera colazione americana: bacon, uova, pancakes, pane tostato con burro e marmellata, succo di arancia, latte e caffè!
Dal 10 luglio al 5 agosto ho partecipato ad uno scambio giovani YCE in Giappone, ed è stata un'esperienza fantastica.
Non conoscendo una parola di giapponese (o quasi), sono partita dall'Italia con molte incertezze, non sapendo se sarei riuscita a comunicare con la gente del posto e farmi capire.
Tuttavia appena arrivata ho trovato delle persone accoglienti, che mi hanno fatto sentire subito a mio agio. Quasi nessuno parlava inglese, ma siamo riusciti a comunicare attraverso i Pocket-Talk, degli strumenti di traduzione simultanea che ogni giapponese sembrava possedere.
La mia prima famiglia, con la quale sono rimasta solo per i primi 4 giorni, mi ha dato una prima impressione bellissima dei giapponesi: delle persone cortesi, che fanno di tutto per poterti aiutare!! (A volte al punto da farti sentire in colpa per aver chiesto indicazioni per strada).
Quando mi è stata comunicata la mia destinazione ero molto entusiasta di partire, solo poco dopo mi sono resa conto di non avere la minima idea di dove si trovasse la Macedonia del Nord.
Da quel momento sono cominciate le mie ricerche riguardo questa nazione e più mi informavo più cresceva la mia curiosità e la mia impazienza di partire. Sono stata in Macedonia per tre settimane, dal 23 giugno al 14 luglio. Per arrivarci ho dovuto prendere due voli aerei e, dato che si trattava del mio primo viaggio da sola e che non avevo mai fatto uno scalo in vita mia, ero molto agitata. In realtà il tutto si è svolto in maniera molto semplice, anche grazie alla compagnia di due ragazze italiane che avrei poi rivisto durante le due settimane di campo.
Questa estate, durante il mese di luglio, ho avuto l’opportunità di passare due settimane in Tunisia. Sono partita il sette e tornata il ventuno: il tempo è volato, mi sono divertita così tanto da non accorgermi nemmeno che il giorno di rientrare in Italia era arrivato.
Devo ammettere che, al momento della partenza, ero nervosissima: questo è stato il mio primo viaggio da sola.
Fortunatamente il volo era diretto e breve e all’arrivo mi hanno accolta due dei responsabili del camp in cui ho alloggiato la seconda settimana.
Sono stati loro ad accompagnarmi a casa della famiglia che mi ha ospitato, facendomi sentire a mio agio e facendo svanire tutta la mia agitazione.
La famiglia abita a Tunisi, nella capitale, e mi hanno accolta con baci e abbracci, come se mi conoscessero da tempo. Anche se loro parlavano francese e arabo non abbiamo avuto problemi nel comunicare, e già dalla prima sera abbiamo chiacchierato fino a notte fonda. Sono stati più che gentili con me, per esempio preparandomi cibi più simili a quelli italiani, per farmi sentire più a mio agio. Devo dire che quella del cibo era un’altra preoccupazione, ma sono rimasta piacevolmente sorpresa dal cibo tunisino, ho apprezzato in particolare la carne e i dolci.
Quest'anno ho avuto l'opportunità di volare in Bielorussia ed entrare in contatto con molte sfaccettature della loro immensa e affascinante cultura.
Ero la prima ad essere insicura dopo aver scelto di fare uno scambio culturale con la Bielorussia quest'anno.
Ma mi do della stupida al solo ricordo se penso a quanto sono state belle queste due settimane, ho conosciuto persone fantastiche e ho visto posti che non dimenticherò mai. Chiunque io abbia incontrato è sempre stato gentilissimo e splendido, erano tutti preoccupati che fossimo a nostro agio e che andasse tutto bene.
Non siamo stati fermi un attimo, abbiamo visitato musei, palazzi antichi, monumenti, parchi, foreste e non c'è stato un momento in cui ci siamo annoiati.
Bhe che dire di più, la Bielorussia sembra un luogo così lontano e diverso e invece ha molte più cose in comune con noi di quanto pensassi.
Mi trovo sull’aereo che, oggi 4 Agosto, mi riporterà a casa dopo una meravigliosa avventura, vorrei restare qui, vedere ancora ogni sera tardi il sole splendente, il verde che mi circonda e raccogliere i frutti di bosco nella foresta qui vicino a casa.
Questa stupenda esperienza è iniziato il 14 Luglio, quando sono partita da Milano Malpensa per Helsinki, devo dire che il giorno della partenza non ero particolarmente agitata cosa che però non si può dire della sera prima: ho aperto e controllato talmente tante volte la valigia e i documenti che ho perso il conto!
Appena arrivata nell’aeroporto della capitale sono stata accolta da un Lions e da Magdalena, la ragazza austriaca con cui avrei passato assieme due settimane in famiglia e nove giorni al camp.
Dal 14 luglio al 5 agosto ho avuto la possibilità di prendere parte ad una delle esperienze più belle della mia vita. Grazie all’associazione Lions ho avuto l’opportunità di esplorare una parte del mondo completamente sconosciuta a me fino a poco tempo fa: il Messico. Parto dicendo che, non appena mi è stata comunicata la meta, ho fatto i salti di gioia. Al contrario, la mia famiglia non era molto convinta nel lasciarmi andare, in quanto la reputazione messicana e la lontananza li spaventava. Ma d’altronde non potevo rinunciare a questo tipo di opportunità che capitano una volta sola nella vita e per conoscere veramente un paese bisogna visitarlo e girarlo, senza dare troppo peso ai soliti stereotipi. Quello che, a dire il vero, mi spaventava di più era il viaggio: sono partita da Milano Linate e, non essendoci un volo diretto, ho dovuto fare scalo a Roma. Considerando le mie abilità di orientamento, ero terrorizzata. Avevo tanta paura di perdermi e di non riuscire a trovare la giusta strada per prendere l’aereo in tempo, ma con mia grande sorpresa è stato più facile di quanto pensassi.
Con mille aspettative sono partita il 19 luglio 2019 dall'aeroporto di Milano Malpensa con un volo verso la meravigliosa Malesia.
Quello è stato l'inizio dell'esperienza più indimenticabile e fantastica della mia vita!
Dopo due voli di 6 ore l'uno e uno scalo a Dubai, arrivo all' aeroporto di Kuala Lumpur la capitale e lì vengo accolta dalle mie due host sisters: Sharon ed Alexandra accompagnate da un signore, membro dei Lions, che poi ci avrebbe portato in giro per tutto il mio soggiorno lì , la referente malese per gli scambi Lions ed altri due ragazzi giapponesi che avrebbero frequentato il campus con me.
Non avrei potuto immaginare accoglienza migliore, mi hanno tutti accolto come se mi conoscessero da una vita, mi hanno fatto sentire a mio agio e fin da subito le mie host sisters mi hanno trattato come se fossi una di loro.
Un saluto da 33008 piedi d’altezza. In questo momento mi trovo sul volo di ritorno da Seattle diretto a Francoforte. Mi aspettano ancora altre 8 ore e 43 minuti di crociera, ma stavolta, a differenza di quello di andata, la compagnia aerea ha deciso di trasmettere come intrattenimento per il tragitto un film decente!
Ad ogni modo, cominciamo da zero.
Mi chiamo Emanuele Benvenuti, ho 18 anni e sono uno studente del primo anno di Medicina e Chirurgia a Roma.
Grazie al Lions Club ho avuto la possibilità di spendere un mese delle mie vacanze estive nello stato di Washington, a nord-ovest degli Stati Uniti d’America. In realtà la mia prima scelta era il Giappone, ma, a causa di impegni personali, le mie date di partenza non corrispondevano con i periodi in cui i nipponici ospitavano i ragazzi; tuttavia gli USA erano la mia seconda scelta dato che volevo allenarmi un po’ con l’inglese e, fortunatamente, sono stato accontentato (la mia terza ed ultima scelta era l’Irlanda perché lì la birra è buona, ma dato che ci è proibito consumare alcolici durante questi viaggi sono contento di non esser capitato lì).
Il giorno 10 luglio è iniziato il mio viaggio alla volta di un paese prismatico e affascinante: il Giappone, unico e al contempo globalizzato.
Unico perché appena arrivata ho avuto subito l’opportunità di apprezzare la proverbiale gentilezza nel sorriso accogliente del mio padre ospitante e negli innumerevoli saluti cordiali che echeggiavano nelle strade.
Ho creduto per un attimo di essere in un favoloso manga in cui il buon umore sembrava contagioso.
Unico, soprattutto il giorno in cui mi sono potuta mettere letteralmente nei panni di una giapponese indossando un meraviglioso yukata (nonostante le sue maniche lunghe e i quasi 40 gradi) e perdermi nei mille colori delle bancarelle di un festival tipico.
Il mio viaggio inizia il giorno 6 luglio,quando dall’aereoporto di Napoli parto alla volta di Bruxelles.Appena entrato in aereoporto ho avvertito una strana emozione,un misto tra ansia,curiosità e felicità;tutte queste emozioni hanno lasciato spazio alla sola curiosità quando,una volta salutata la mia famiglia,mi sono diretto verso il gate del mio volo.Una volta salito sull’aereo ho realizzato che avrei passato le seguenti tre settimane da solo in un paese straniero per la prima volta,e non so perché al solo pensiero di ciò mi si è accennato un sorrisetto sul viso come per dire “E adesso che faccio?”.