Sono le 5:30, suona la sveglia, mi alzo, vedo la valigia pronta davanti alla porta. Era veramente arrivato quel momento in cui avrei dovuto prendere due aerei, trascorrere 9 ore fra persone che non conoscevo e che parlavano lingue diverse dalla mia, di cui 5 in uno degli aeroporti più grandi di Europa, per poi arrivare in uno stato sconosciuto, tutto questo per la prima volta da sola.
La sola idea mi emozionava, e ritrovarmi catapultata in quello che poco prima era solo un sogno è stato incredibile. Nonostante tutto non sono mai stata in ansia né tantomeno triste, mi sentivo a mio agio, autonoma, e tutt’ora ne sono soddisfatta. La mia paura però non era nel volo in realtà, piuttosto nell’arrivo, nell’incontro con una famiglia, una lingua, una cultura e uno Stato completamente diversi.
I arrived Bologna Airport the 1st of July, after some difficulties and delays.
Nevertheless, the very long trip to Italy was worth it when I got to meet my host mom, my Canadian host sister (Amelia) and Federico at the airport.
Our host mom drove me and my host sister to Camping Tahiti, her very own camp site in Lido delle Nazioni.
At first, I was a little worried that I wouldn´t learn anything about Italy from living at a camp site, but I was wrong.
I had a great experience there, and I learned a lot, especially about the Italian culture and language.
During the days there, Amelia and I hung out with other youths that worked there, and I felt very included from the very first day.
I felt like a part of their family. Cristina, our host mom, was very busy during our stay, but she did her best to make us feel comfortable and welcome.
I must say she did a great job ruling the camping at the same time as she was our mom.
Dicembre 2018
Il momento in cui mi è stato comunicato che ero stata scelta per lo scambio giovanile Lions, le emozioni tante, tra cui ovviamente anche paura di ciò che mi aspettava; essendo la prima esperienza del tutto da sola. Comunque ho voluto mettermi alla prova.
Marzo 2019
Quando mi era stato chiesto di scegliere le tre mete che preferivo ho scritto senza pensarci come prima scelta Olanda;il perché non lo so nemmeno io;ma proprio in questo mese mi hanno comunicato che era proprio quella la mia destinazione.Ero felicissima non ci credevo.
13 Luglio 2019
Finalmente é il grande giorno, in me tantissime emozioni:felice di fare nuove amicizie, di visitare posti stupendi, di divertirmi;ma sinceramente al momento della partenza, quando mi sono imbarcato su quell'aereo da sola, avevo solamente tanto timore.
Questa estate ho avuto la possibilità di partecipare a un programma di scambi giovanili grazie ad una collaborazione tra il mio liceo ed i Lions.
Quando ho scoperto che la meta destinatami era l’Australia mi sono sentito molto privilegiato, infatti era uno dei paesi che avevo messo tra le mie preferenze e ritengo sia uno degli stati che poche persone hanno l’opportunità di visitare.
Nonostante questa ottima premessa quando mi è stato comunicato che la città dove avrei alloggiato sarebbe stata Coleraine, un piccolo centro di 900 abitanti nello stato di Victora (sud dell’Australia), mi sono sentito un po’ spaesato perché temevo ci sarebbero state poche attività da svolgere, ma questi timori si sono dimostrati totalmente infondati.
Quando mi hanno proposto come destinazione la Cina sono rimasto di sasso. Non avrei mai pensato che potessi andare in Cina, era un paese che non avevo mai minimamente considerato: ma è questo lo spirito di questa avventura, scoprire una cultura che mai avresti pensato di scoprire, esplorare un paese (anzi, nel mio caso addirittura due!)
Dopo un lungo viaggio in aereo atterro a Pechino: la mia host-mother cinese è li ad aspettarmi e mi presenta anche gli altri ragazzi che arrivavano con il nostro volo e che avrei reincontrato al campus e nei giorni successivi perché si, i genitori sono riusciti ad organizzarci anche delle attività insieme per iniziare a conoscerci tra ragazzi (e vi assicuro che è un’ottima cosa!).
La prima settimana è davvero passata in fretta ma è stata piena di attività: visita dei luoghi più significativi di Pechino, attività sportive come parapendio, escursionismo e ferrata. La famiglia è sempre stata estremamente disponibile fin dal primo giorno: conoscendo la mia passione per l’informatica e la robotica ed essendo loro impiegati nello stesso campo hanno regalato a me e a loro figlio, Billy, un robot ciascuno per giocare e sfidarci, programmando e sparando in giro per la casa. Hanno trovato anche il tempo di farmi conoscere le montagne cinesi e farmi visitare il futuro villaggio olimpico invernale di Pechino, ora in costruzione, tramite un soggiorno di 3 giorni in una località montana!
Tutto ha inizio da un'email inaspettata: "cara Giulia, abbiamo per te una bellissima destinazione in Brasile!".
Devo rileggerla qualche volta ancora per convincermi che è tutto vero e che, a distanza di qualche mese, trascorreró 21 giorni dall'altra parte del mondo.
Solo qualche settimana più tardi arrivano i primi contatti con le 4 famiglie ospitanti e con le altre 3 ragazze italiane che vivranno con me questa esperienza.
Passano i mesi e il giorno della mia partenza si fa sempre più vicino.
Ecco che l'11 luglio, dopo aver salutato la mia famiglia, io e Carola, una delle 3 ragazze, partiamo da Milano per raggiungere Parigi. Incontrata anche Matilde, saliamo insieme su un altro aereo diretto a Rio de Janeiro. Un ultimo volo ci porta poi a Foz do Iguaçu , destinazione finale, dove ci aspettano Chiara, nostra compagna di viaggio, e le prime due famiglie ospitanti.
Sono Martino Pignatta, ho 17 anni, frequento la quarta liceo scientifico e vivo a Milano.
Durante questa estate 2019 ha avuto luogo la mia prima esperienza con gli scambi giovanili deiLions Clubs International,ai quali ho potuto partecipare grazie al Lions Club Lainate e, più direttamente, grazie all’interessamento di Marcello Belotti, ex presidente del Club e oggi presidente di zona di otto Club del Distretto Lions “La Grande Milano”. Un’esperienza, inoltre, che ha coinciso con il mio primo viaggio in aereo da solo e con la mia prima visita degli Stati Uniti d’America.
Dal1° luglio al 1° agosto dell’estate2019: un meraviglioso viaggio di un mese.
Sono stato impegnato in qualcosa di mai sperimentato prima nella mia vita, anche se ero già stato all’estero con i genitori, e che si è rivelata una delle esperienze “solitarie”, di sviluppo della mia capacità di auto organizzazione, più preziose e divertenti che abbia vissuto sinora.
L'esperienza di quest'anno è stata la prima per me.
Devo dire che non mi sarei mai aspettato di trovare uno staff così preciso e organizzato.
Il campo è stato bellissimo e siamo riusciti subito a fare amicizia.
È stato bellissimo vedere come 20 persone siano passate da perfetti sconosciuti a grandi amici.
Dopo una settimana dalla fine del mio viaggio in Finlandia, cerco di ripercorrere passo dopo passo, giorno dopo giorno tutto ciò che ho vissuto in quella terra così affascinante. Ancora non ci credo di aver passato 3 settimane in quel luogo che mi ha rubato il cuore.
Il 24 luglio 2019 ho intrapreso il mio viaggio grazie alla proposta di scambi giovanili del gruppo Lions; le paure prima di partire erano tante: avrei viaggiato per la prima volta da sola, 2 aerei, 3 treni... ma una volta messo piede in quel paesino che sarebbe stato la mia casa per poco più di 10 giorni, tutte le preoccupazioni sono sparite. Ad accogliermi c’erano Sari, la mamma, Rasmus e Juha, i miei host-brothers e Siiri,la mia host-sister. Fin da subito mi hanno fatto sentire parte di quella famiglia che mi ha accolta in casa propria come se fossi loro figlia, ho acquisito un fratello danese, con cui ho vissuto 24 ore su 24 per tutto il viaggio.
Prima del mio scambio LIONS la Macedonia non era altro, per me, che uno stato sconosciuto con un nome un po’ buffo, e non sarebbe probabilmente stata la meta di una mia vacanza estiva. Ma poi ho scoperto che proprio in quella nazione avrei trascorso tre settimane della mia estate, e ancora non immaginavo che sarebbero stati giorni così intensi e emozionanti.
Il 23 giugno ho preso per la prima volta l’aereo senza i miei genitori, ma, fortunatamente, ad allontanare quel po’ di ansia che era per me inevitabile, c’erano altre due ragazze italiane che ho poi conosciuto meglio nel campo.
Devo ammettere che ci sono sicuramente stati ben più organizzati della Macedonia, tanto che nei primi giorni mi sono trovata a dormire da sola in un appartamento, perché la mia host-family, informata del mio arrivo solo pochi giorni prima, era in vacanza.
La mia esperienza in Turchia iniziò il 7 luglio quando, arrivata al nuovo aeroporto di Istanbul, incontrai per la prima volta la famiglia che mi avrebbe ospitato per questo scambio nei successivi 10 giorni. Ricordo a primo impatto la felicità di conoscerli, da subito furono molto gentili con me ed il padre già dall’inizio sempre disponibile a raccontarmi tutto ciò che c’era da sapere su quello che avremmo potuto vedere intorno a noi. La loro casa si trovava nella parte asiatica di Istanbul in una cittadina commerciale chiamata Gebze.
Il mio soggiorno in famiglia non lo potrò mai dimenticare, grazie a loro ho conosciuto come davvero si vive, si pensa e soprattutto grazie alla madre come si mangia in Turchia; mi accompagnarono quasi tutti i giorni tratti di strada lunghissimi durante il quale ho conosciuto la musica del posto e gruppi rock del passato per me nuovi, ma la parte più bella era quando andavamo a casa degli amici perché grazie a questo sono davvero riuscita a capire tutte le loro usanze e costumi.
Prima di tutto vorrei ringraziare molto il Lions Club, al quale sono infinitamente grata di avermi dato questa meravigliosa opportunità di conoscere differenti culture e di crescita personale.
Al Camp ho trascorso due splendide settimane insieme a tanti altri ragazzi provenienti da paesi diversi sparsi per il mondo. Eravamo sistemati in quattro grandi camerate, due per le ragazze e due per i ragazzi e questo ci ha dato la possibilità di legare molto in fretta. Grazie alla perfetta organizzazione delle numerose e varie attività da parte del Lions Club e di tutto il meraviglioso staff del Camp, ho avuto la possibilità di conoscere tutti i partecipanti e di entrare in contatto con le loro culture, grazie anche alle apposite serate di presentazione della propria nazione fatte da tutti i ragazzi.
E' stato poi molto bello e interessante visitare le principali città dell'isola di Cipro e le spiagge più belle. Memorabile é stata in particolare la gita in barca durante la quale abbiamo potuto tuffarci e fare il bagno in uno splendido mare e vedere nuotare vicino a noi i delfini.
Durante questo breve ma intenso periodo ho avuto l'occasione di stringere forti legami con alcuni ragazzi e sono sicura che la nostra amicizia durerà nel tempo, nonostante ci siano molti chilometri a separarci, e certamente ci rincontreremo per passare altro tempo insieme. Ancora oggi ci scambiamo messaggi quasi tutti i giorni per tenerci aggiornati sulle nostre vite.
Spero di poter ripetere un'esperienza di questo genere e consiglio a tutti i ragazzi di approfittare di questa meravigliosa iniziativa del Lions.
Il primo giorno, il 21 luglio, sono atterrata ad Helsinki con la testa annebbiata dalla stanchezza del viaggio. I miei sensi però si sono ripresi quando son stata pervasa dalla tranquillità e dalla pace che emanava tutto quello che avevo intorno.
Mi hanno accolto tre paia di occhietti vispi e curiosi e due sorrisi calorosi. Per 10 giorni mi son sentita quasi una sorella maggiore, lì a spingere le altalene, montare puzzle e a giocare fin troppe volte a Cluedo. Tra un gelato con i mirtilli e l'altro, ascoltavo il vento che scuoteva le fronde degli alberi. Cantava la vita che brulicava nascosta nella foresta: piccoli scoiattoli, volpi, cervi e alci. Saltavo con i bambini da una roccia all'altra e mi sentivo piccola fra tanto verde.
Lì la natura domina e ostenta i suoi colori con arroganza.
Adoravo andare al lago e guardare i bambini tuffarsi in un cielo dalle sfumature calde e avvolgenti. Il sole, maestro d'arte, non ci abbandonava mai del tutto. La notte è timida d'estate lì. Mi sembrava tutto così etereo.
Quest’anno il 31 luglio sono partito per il mio secondo campo lions con come destinazione il Taiwan.
Dopo un volo di circa quattordici ore sono arrivato alle 9 del mattino, ora locale, all’ aeroporto di Taipei dove ho incontrato due dei tre figli della famiglia con la quale avrei trascorso i successivi sette giorni. Arrivato a casa mi hanno dato una delle camere che di solito affittavano a studenti o turisti e per le usccessive 10 ore ho dormito causa stanchezza del viaggio e jet lag.
La prima sera ho conosciuto i genitori dei quali apprezzo la voglia di aiutarmi e farmi sentire a mio agio nonostante non sapessero una parola d’ inglese.
Successivamente siamo andati al night market, un posto pieno di street food, giochi e persone, tipico del Taiwan, dove ho incontrato amici dei miei fratelli e provato le specialià locali.
Il mattino seguente ho capito che avrei amato quella famiglia perché mi parlarono di tutte le cose che avremmo visitato insieme, praticamente tutta Taipei, tutto quello di cui avevo letto su siti e recensioni della città.
14 Luglio 2019, ore 4.00: giorno della partenza, giorno cruciale.
Indosso la mia maglia blu, il mio zaino, un auricolare all’orecchio con le mie canzoni preferite per allontanare le lacrime e conservo nella tasca un pacchetto di fazzoletti di riserva per gli sfoghi indesiderati.
Due parole di conforto, una coccola, un sorriso finto; così lascio i miei genitori guardarmi, mentre faccio ingresso nella zona di controllo dell’aeroporto di Bologna.
A noi tre: io, volo e biglietto aereo.
Approdata all’aeroporto di Helsinki per l’ora di pranzo, sperimento il mio inglese frammentario con la barista del bar in cui ho la mia prima colazione, poi con la responsabile del campo Lions finlandese che mi manda ulteriormente in confusione parlandomi in italiano.
Aspetto meno di un’ora per incontrarmi con la mia “guest sorella”, la ragazza svizzera con cui avrei condiviso non solo l’esperienza al campo, ma anche la host family.
Si chiama Fabienne: espansiva, gioiosa e chiacchierona; ovvero tutto ciò che non sono io ad un primo incontro con uno sconosciuto mentre cerco di prendere dimestichezza con le mie primitive conoscenze di inglese.
India is very vast and a mega diverse nation.
I have been travelling within India since I was a kid. 12 years though, I haven't been to every part of her. This year, I traveled across the seas, to visit another nation. I was fascinated by the architecture, art , cuisine and the rich history of Italy. I shortlisted Italy as my destination.
Since I participated for the first time in the youth exchange programme, I didn’t know what to expect. I was warmly welcomed by my host brother and my host mom at the Bologna airport. As I met them, I felt cheerful and I was excited to explore a new land. Having reached the house, I met my host sister and host grandma. I met my host dad the next day when he returned to Modena, from a trek.
No sooner did I reach their house, their love and affection made me feel that I was a member of their family. I had an amazing experience with my host family.
My stay with the family had been absolute fun.
Il mio viaggio verso la Cina e Taiwan è cominciato il 26 luglio da Cagliari. a soli 16 anni, dopo aver salutato la mia famiglia, con un misto di emozioni che non scorderò mai, ho preso un aereo per l’aeroporto di Malpensa, il primo scalo del mio lungo viaggio.
Qui ho conosciuto Pier, 17 anni di Milano, uno dei tre ragazzi italiani che sarebbero partiti con me.
Dopo esserci presentati, aver pranzato insieme e dopo aver condiviso un po’ di emozioni, abbiamo preso l’aereo che ci avrebbe portato a Monaco, per poi prendere l’ultimo aereo diretto, finalmente, a Pechino.
Su quell’aereo ho iniziato a pensare a come avrei trascorso le settimane seguenti, cercando, nella mia testa, di dare un volto alla mia host family e intuendo quanto fossi stata fortunata.
Quando siamo scesi dall’aereo abbiamo incontrato Federica, 22 anni di Gorizia ed Eleonora, 19 anni di Castellarano. Insieme siamo andati agli arrivi e subito le nostre famiglie ci hanno accolto con allegria ed entusiasmo, abbiamo fatto un sacco di foto e ci siamo presentati.
Primo Agosto, ore sei del mattino circa, ha inizio il mio viaggio o meglio, la mia avventura in Taiwan. Sì perché più che una semplice permanenza per me si è trattata di una vera e propria avventura.
Scesi dall’aereo dopo 13 ore di volo a dir poco estenuanti, eppure l’entusiasmo e l’adrenalina in circolo annullavano totalmente la stanchezza del lungo viaggio, in quel momento l’unico mio desiderio era di conoscere la meravigliosa famiglia che mi avrebbe ospitato nei giorni successivi.
E subito, appena sbirciai fuori al Terminal arrivi, vidi un ragazzo paffutello con stampato sul viso un sorriso a trentadue denti che mi salutava gioiosamente sventolando un cartoncino di benvenuto, lui era mio fratello Bob. In quel momento tutta la tensione che aveva accompagnato il volo, l’ansia di conoscere una nuova famiglia e di esser catapultato in una nuova realtà, svanirono e mi sentii quasi a casa. Così iniziò la mia avventura. Salendo in macchina con Bob e suo padre incontrai però subito un grosso ostacolo, la lingua. Nella mia famiglia, infatti, nessuno conosceva l’inglese. ingenuamente pensai che avrei potuto facilmente aggirare il problema, purtroppo mi sbagliavo e comunicare in quei giorni fu pressoché impossibile.
L’esperienza che ho avuto il piacere di vivere attraverso il Lions Exchange, è stata una delle esperienze più belle, complete, gratificanti e piene di emozioni che abbia mai vissuto. Vedere un altro paese, toccare con mano una diversa cultura; una cultura così lontana come quella Brasiliana, è stato un vero onore, per non parlare di tutte quelle persone che giorno dopo giorno hanno contribuito ad arricchire, ciò che ormai si stava trasformando in quell’immenso bagaglio culturale, che avrò la fortuna e il privilegio di portarmi avanti per il resto della vita.
Visitare un paese straniero non è mai una cosa semplice, soprattutto all’inizio; quando quel senso di smarrimento e solitudine, fatica a lasciare libera la nostra mente di viaggiare ed assorbire il più possibile questa nuova cultura.
Ed è così che il 6 luglio la mia prima esperienza così lontano da casa è cominciata, alla volta del Brasile, una terra così lontana, quanto bella, detto col senno di poi. Iniziò così; da solo, in aeroporto con i miei bagagli; prevalentemente ricolmi di speranza, eccitazione, ma direi soprattutto di paura; che mi sono sentito realmente al mio posto ed in pace; come se quello fosse davvero il posto in cui dovevo essere in quel determinato momento.