Il 4 dicembre 2024 sono partito per la mia prima esperienza in Giappone grazie al programma di scambio Lions.
Ho avuto l’opportunità di visitare questo Paese che da sempre mi affascina per la sua cultura, così diversa dalla nostra, sia per le tradizioni sia per lo stile di vita.
Ciao, mi chiamo Viola Corbelli, ho 17 anni e l’11 luglio 2024 sono partita per un’avventura incredibile in Giappone, grazie alla compagnia dei Lions. Era la prima volta che viaggiavo così lontano, e all’inizio, lo ammetto, ero un po’ spaventata. L’idea di lasciare l’Italia per un paese così diverso mi metteva addosso una certa ansia. Tuttavia, appena mi sono resa conto che l’aereo stava atterrando in Asia, tutte le paure sono svanite come per magia. Mi sentivo piena di emozione e curiosità.
La mia esperienza in Giappone è durata 20 giorni, dal 7 al 27 Dicembre 2019. Il 7 Dicembre ho lasciato Milano per partire per un paese lontanissimo e completamente diverso dal mio: il Giappone. Ancor prima di partire, al solo pensiero di dover affrontare un viaggio così lungo e intenso, ero emozionatissima.
Dopo più di dieci ore di volo sono finalmente arrivata, non riuscivo a credere di essere in Giappone! La prima cosa che ha attirato la mia attenzione è stata la grandissima generosità e disponibilità da parte delle persone giapponesi che lavoravano all’aeroporto, c’ era infatti chi mi dava indicazioni e aiuto senza nemmeno chiederlo. Sono stata poi accolta calorosamente da due membri del Lions Club di cui uno successivamente si è occupato di portarmi verso la casa della mia host family.
Il mio Lions Youth Exchange si è svolto in Giappone, dal 14 luglio al 5 Agosto. La mia esperienza può essere suddivisa in tre parti: dal 14 al 18 luglio sono stato ospite del Kamioka Lions Club nella prefettura di Gifu, dal 19 al 26 ho partecipato al Lions Camp MD334 e infine ho concluso la mia avventura presso il Yokkaichi Lions Club nella prefettura di Mie.
I primi 5 giorni li ho trascorsi in una realtà molto diversa da quella che mi aspettavo di incontrare in un paese urbanizzato e industriale come il Giappone.
Infatti Kamioka è una piccola cittadina molto caratteristica circondata dalle Alpi Giapponesi in una delle zone più remote dell’isola di Honshu, la principale dell’arcipelago nipponico. In questa prima settimana, oltre ad avere un primo assaggio degli usi e costumi nipponici, ho visitato l’antico villaggio patrimonio dell’Unesco di Shirakawa, il parco nazionale di Kamikochi e le città storiche di Furukawa e Takayama.
Quest’anno ho avuto la possibilità di essere ospitato dal Lions Club di Osaka in Giappone e ho sperimentato una delle più belle avventure che si possano vivere.
Ho visitato un sacco di posti stupendi in giro per il Giappone
All’inizio il cibo giapponese sembrava strano , ma alla fine ho imparato ad apprezzarlo
Rame, soba, sushi, yakiniku, tutto era delizioso.
Durante il campo ho incontrato nuovi amici da tutte le parti del mondo.
Dal 10 luglio al 5 agosto ho partecipato ad uno scambio giovani YCE in Giappone, ed è stata un'esperienza fantastica.
Non conoscendo una parola di giapponese (o quasi), sono partita dall'Italia con molte incertezze, non sapendo se sarei riuscita a comunicare con la gente del posto e farmi capire.
Tuttavia appena arrivata ho trovato delle persone accoglienti, che mi hanno fatto sentire subito a mio agio. Quasi nessuno parlava inglese, ma siamo riusciti a comunicare attraverso i Pocket-Talk, degli strumenti di traduzione simultanea che ogni giapponese sembrava possedere.
La mia prima famiglia, con la quale sono rimasta solo per i primi 4 giorni, mi ha dato una prima impressione bellissima dei giapponesi: delle persone cortesi, che fanno di tutto per poterti aiutare!! (A volte al punto da farti sentire in colpa per aver chiesto indicazioni per strada).
Il giorno 10 luglio è iniziato il mio viaggio alla volta di un paese prismatico e affascinante: il Giappone, unico e al contempo globalizzato.
Unico perché appena arrivata ho avuto subito l’opportunità di apprezzare la proverbiale gentilezza nel sorriso accogliente del mio padre ospitante e negli innumerevoli saluti cordiali che echeggiavano nelle strade.
Ho creduto per un attimo di essere in un favoloso manga in cui il buon umore sembrava contagioso.
Unico, soprattutto il giorno in cui mi sono potuta mettere letteralmente nei panni di una giapponese indossando un meraviglioso yukata (nonostante le sue maniche lunghe e i quasi 40 gradi) e perdermi nei mille colori delle bancarelle di un festival tipico.
Il 12 luglio 2019, a soli sedici anni, ha avuto inizio il mio primo viaggio fuori dall’Europa e la mia prima esperienza in Giappone.
Il desiderio di visitare e conoscere un paese così lontano dal mio, mi ha fatto quasi dimenticare delle tredici ore di volo.
Dopo due aerei e due treni sono finalmente arrivata alla stazione di Okayama, dove ad aspettarmi ho trovato tre delle persone che hanno segnato maggiormente il mio soggiorno in Giappone.
Dopo una breve presentazione, è iniziato subito un tour della zona e poi mi hanno accompagnato a casa della prima famiglia ospitante.
Nella famiglia Inai ho conosciuto i piedi hosts parents, il figlio, la moglie del figlio e i loro adorabili tre bambini. Due giorni dopo di me, è arrivato Chen po Ti, un ragazzo di Taiwan che è stato il mio compagno di avventure per i successivi 21 giorni.
Posso descrivere queste mie quattro settimane con una parola: divertimento.
Quest'estate ho provato un'esperienza unica, è iniziato tutto ad ottobre quando una professoressa mi ha introdotto ai lions, e sembra sia passata una settimana da quando ho intrapreso il primo viaggio intercontinentale da solo. Le varie attività che ho fatto con la famiglia o con il camp mi hanno colpito perché erano sempre interessanti e la maggior parte delle volte cose nuove. Non mi aspettavo di fare così tante amicizie, sia con i ragazzi del camp, sia con altri ragazzi che la mia seconda mamma mi ha fatto conoscere.
Sulla durata di 25 giorni in Giappone ne ho passati soltanto tre in camp, ma nonostante fosse corto mi sono divertito ed ho conosciuto meglio i due ragazzi del Taiwan che erano in camera con me e la ragazza della Finlandia. Ma ho trovato pure molti ragazzi delle medie, che si trovavano lì grazie ai loro professori, e che erano molto simpatici.
Quando mi è stato detto che avrei potuto visitare il Giappone quasi non mi sembrava vero.
Ho sempre voluto poter visitare questo paese molto lontano da noi, sia dal punto di vista geografico che culturale.
Sono partito col desiderio di vedere qualcosa di diverso da noi, e sono tornato soddisfatto.
Il modo in cui i Giapponesi parlano e interagiscono tra di loro risulta davvero strano a noi occidentali, ma allo stesso tempo curioso. Sono sempre tutti molto gentili ed educati, non riesco a pensare ad una volta in cui qualcuno è stato maleducato nei miei confronti.
My name is Camilla Kulka; I am an eighteen-year-old from Italy, and in December I had the opportunity to live in Japan thanks to the Lions Club. At first, when I got an email telling me that I had been chosen for this exchange, I was overcome with uncertainty: it's a long travel, I have never been so far away from home, and I would have to skip two weeks of school. I was sure my parents and my teachers would forbid me to go: my flight was scheduled on the 7th of December, but Christmas Holidays don't start until the 23rd. I'm in the fifth and final year of high-school, I can't afford to lose so many days of school.
However my parents supported me, and to my surprise my teachers did too: they scheduled all my exams in advance in order to allow me to finish the trimester before my classmates, so I could leave with no problem.
Sono Maria Nelide Longo, ho 18 anni e questo è stato il mio primissimo viaggio da sola.
Ricordo che quando mio padre entrò in cucina per dirmi che sarei andata in Giappone, insieme alle lacrime causate dall'emozione, si accumularono parecchie preoccupazioni.
Nei due mesi d'attesa prima di partire, la notte non dormivo perché mi chiedevo "Sarò capace di portare avanti una cosa del genere? Non è troppo per me? Forse devo aspettare!"
Adesso posso sorridere di fronte alle paranoie che mi facevo mesi fa, sorridere e ammettere a me stessa di essere stata in grado di vivere l'esperienza più bella della mia vita.
Da quando sono venuta a conoscenza della destinazione che mi aspettava sono rimasta subito molto contenta.
Il Giappone è un paese molto lontano dal nostro sia geograficamente che culturalmente e per lingua e storia eppure ho trovato molto semplice legare con le famiglie che mi hanno ospitato.
Certo inizialmente a causa della lingua inglese parlata da loro poco frequentemente è stato difficile dialogare.
Eppure siamo tutti uomini e abbiamo trovato un modo per farlo alla fine.
Giappone, paese tanto affascinante quanto particolare.
Devo dire la veritá che le mie aspettative erano più alte, certamente a causa del fatto che sono stato in una zona "rurale", dove certamente ho potuto provare il vero stile di vita giapponese, ma non gustare l'avanguardia teconologica di una città come Tokyo.
Mi sono trovato abbastanza bene nelle 3 famiglie che mi hanno osiptato e mi sono sentito accolto e voluto bene dai rispettivi Lions Club.
Dico abbastanza perchè la comunicazione con le famiglie è risultata molto complicate e talvolta frustrante a causa della loro scarsa e talvota nulla conoscenza dell'inglese.
Nella mia vita non ho mai conosciuto un popolo così gentile, disponibile e generoso, qualità preziose che ho percepito sin dal mio arrivo in Giappone. Infatti, già con la prima famiglia ho trascorso momenti indimenticabili ed ho iniziato ad assaporare la cultura, le tradizioni, a visitare templi e ad assaggiare cibi tipici della cucina nipponica, in particolare della città dove mi trovavo, Himi. Non tutti i membri della famiglia sapevano parlare inglese, ma la barriera linguistica non è riuscita ad ostacolare la comunicazione tra di noi - che spesso utilizzavamo anche i gesti - anzi, proprio questa volontà da entrambe le parti di comunicare ha contribuito al rafforzamento del nostro legame. Infatti, dopo questi cinque giorni insieme è stato difficile dirsi "arrivederci".
Il secondo step dell'esperienza è stato un camp di 8 giorni svoltosi a Sabae, Fukui e Kyoto. Tanti i luoghi visitati che permettevano di respirare a pieno la secolarità dei monumenti e di una cultura straordinaria; tuttavia, non possono essere taciuti alcuni aspetti organizzativi sicuramente migliorabili.
Anche al camp la gente che ho conosciuto ha fatto la differenza.
Quest’estate ho avuto l’opportunità di partecipare per la terza volta a uno scambio giovanile Lions e dopo Brasile e Taiwan sono partita alla volta del Giappone, un paese che mi ha sempre affascinata e che ho sempre desiderato visitare.
Sono atterrata all’aeroporto di Nagoya il 12 luglio e ad accogliermi ho trovato la mia prima host family, una coppia sulla sessantina con cui da subito mi sono trovata benissimo. La mia host mum, Tomomi, è una donna straordinaria che conosce abbastanza bene l’inglese (cosa del tutto non scontata in Giappone) e con cui ho, quindi, potuto chiacchierare molto. Sono rimasta da loro per cinque giorni in cui ho preso parte alle tantissime attività che i Lions locali avevano preparato per me tra cui assistere alla cerimonia del tè e vedere i fuochi d’artificio durante un tipico festival in cui mi hanno fatto indossare lo Yukata (abito tradizionale).
Il mese che ho passato in Giappone è volato, mi sembra passata nemmeno una settimana da quando ho varcato le soglie dell’aeroporto di Roma pronta, o quasi, a prendere l’aereo che mi avrebbe condotto dalla mia nuova famiglia.
Questo è stato il mio primo viaggio da sola e all’andata ero così agitata che mi stavo per mettere a piangere al primo piccolo inconveniente.
Ma per fortuna tutto si è risolto per il meglio ed una simpatica coppia italiana con la mia stessa destinazione, vedendomi in crisi, mi ha aiutata per tutto il resto del tempo.
Stasera “Purtroppo” per me e’ la mia ultima sera qui in Giappone.
Sono davanti a numerose splendide persone che hanno fatto della loro vita un esempio di lealta’ e rispetto!
Mi avete fatto trascorrere ogni giorno sempre piu’ bello attraverso le vostre iniziative e la vostra accoglienza.
Voglio Ringraziare Tutti i Soci del Lions Club, perche’ e’ grazie solo a loro se oggi esistono gli Scambi Giovanili Interculturali in tutto il Mondo, e’ un privilegio, un onore poter avere la possibilita’ di conoscere, studiare culture e tradizioni diverse le une dalle altre.
E’ un bene che sin da giovani ragazzi, figli dei Lionisti possano avere questa occasione sin da giovani, di potersi accostare, di potersi sensibilizzare a questa causa: perchè il motto del Lions e’ “Noi serviamo”, dove c’e’ un bisogno, c'è un Lions.
Estate 2014: Scambi giovanili Lions in Olanda
Estate 2015: Scambi giovanili negli Usa
Due esperienze speciali, importanti, che mi hanno cambiato e fatta crescere. Dopo gli Stati Uniti decido che ho ormai ricevuto da questi viaggi tutto ciò che avrei potuto sperare, quindi scelgo di non partire più e dare la possibilità ad altri ragazzi di mettersi in gioco. Fino a quando però, lo scorso autunno mi viene proposto di partire per il Giappone per tutto il mese di dicembre. In quel momento ho sicuramente pensato a quanto potesse essere triste non passare il Natale con la mia famiglia, perdere l’inizio della sessione invernale all’università e lasciare la presidenza del distretto Leo.