Quando mi è stato detto che sarei andato sull’isola di Hokkaido, devo ammettere che per un attimo ho provato una grande delusione. Solitamente quando si pensa al Giappone, le prime metà che vengono in mente sono Tokyo, Kyoto o al massimo Osaka. Guardando la cartina, il mio sconforto aumentava notando l’enorme distanza che separava l’isola più a Nord dai grandi centri urbani.
Tuttavia, dopo aver passato cinque settimane, in Hokkaido, posso tranquillamente affermare che non poteva esserci scelta migliore per me.
Ci sono svariati motivi per cui consiglierei di visitare Hokkaido a un’amante della terra del Sol Levante, innanzitutto la possibilità di scoprire una parte di Giappone, sconosciuta ai più e spesso ignorata, un luogo che esibisce certamente il legame con l’isola principale e la millenaria cultura nipponica, ma che ha anche un’identità propria, dall’innegabile fascino esotico.
“Il viaggio più intenso della mia vita da diciassettenne”, è così che penso sia giusto descrivere questa esperienza così ricca di tante emozioni .
Poche settimane prima della partenza per il Giappone predominava un iniziale stato di fibrillazione ed eccitazione, seguito poi dalla preoccupazione di eseguire correttamente tutti i procedimenti richiesti per la partenza. Ma dopo il decollo dell’aereo è cambiato tutto, pensavo “Sono sola su un aereo diretto a Pechino, dovrò fare scalo in Cina e raggiungere il Giappone in cui vivrò tre settimane con persone quasi sconosciute” questo pensiero non mi spaventava affatto, anzi mi rendeva cosciente e sicura di me. Mi regalava quell’autonomia che quasi mai mi era stata concessa.
I primi giorni sono stati i più impegnativi, dovevo tornare bambina, prendere come normale il fatto di non conoscere la lingua, le usanze e abituarmi a tutte quelle cose che nella mia vita in Italia avrei considerato stranezze. Non è stato difficile, quella giovanile curiosità, che mai ci abbandona, accompagnata dalla voglia di scoperta vincevano senza difficoltà sul timore e la perplessità del nuovo. Ogni giorno mi immergevo in qualcosa di inconsueto, dalla visita di un grande tempio alla scoperta della televisione giapponese, e a ogni genere di attività comune nella vita di una persona giapponese.
La ma esperienza in Giappone è stata fantastica. Quando ho scoperto che sarei stata tre settimane nel paese del Sol Levante non avevo idea di cosa aspettarmi, quello che conoscevo di questo posto erano solo poche nozioni apprese dai manga e da qualche cartone animato.
Sono arrivata il 21 dicembre all'aeroporto di Fukuoka, al Sud del Giappone, dove ho incontrato per la prima volta la mia famiglia. Non ho mai trovato delle persone così gentili e disponibili, così accorte ad ogni mia singola necessità o interesse. Con la prima famiglia ho visitato la città di Kumamoto e i dintorni, come il monte Aso e il famoso castello, ma la cosa che più mi è piaciuta è stato parlare con tante persone diverse, tutte molto entusiaste di conoscermi e di parlare con me. La mia famiglia cercava di farmi parlare con più persone possibili che conoscevano l'inglese, in quanto questa lingua non è parlata troppo da tutti i giapponesi. Ma anche se non parlavamo allo stesso modo c'era una certa intesa fatta di gesti e sorrisi.
Nella mia prima famiglia c'erano tre bambini di tre, sei e nove anni, rispettosi e curiosi. Ho un bellissimo ricordo di Rui-chan, di sei anni, che ha preso il suo libro di scuola e si è seduto accanto a me per insegnarmi come scrivere i Kanji giapponesi. Questi bambini sono stati come dei fratellini per me, e mi ricordo la felicità quando mi chiamavano "onee-chan", ovvero sorellina.
Mi chiamo Francesco Schwabe Brini e questa è la storia della mia indimenticabile esperienza in Giappone tramite gli scambi giovanili del Lions Club.
L’ idea di andare nacque quasi per caso: appena ci fu la possibilità di partecipare al viaggio, nonostante non rientrassi nei limiti di età prestabiliti, decisi di fare comunque richiesta.
Quando seppi che la richiesta fu accolta mi sentii davvero emozionato.
Il mio viaggio inizia il 13 Dicembre del 2013 ed il programma prevedeva un soggiorno di tre settimane da passare ognuna con una famiglia diversa e due notti allo ski-camp in montagna. La mia destinazione era la storica città di Hiroshima.
Il16 Agosto 2014 mi svegliai dopo aver fatto un sogno meraviglioso.
Avevo sognato di trovarmi in un paese molto lontano e diverso dal mio, il Giappone. Vi ero arrivata il 13 luglio dopo interminabili ore di viaggio in aereo, circondata da persone che non parlavano la mia lingua. All'inizio pensai persino che stavo vivendo un incubo, ma ben presto mi dovetti ricredere.
Giunta in Hokkaido, all'aeroporto fui accolta da persone sorridenti e gentili che mi portarono a Kitami dove avrei trovato due delle cinque famiglie che mi avrebbero ospitato durante la mia permanenza. All'inizio ebbi qualche difficoltà, soprattutto per quanto riguarda la lingua, dato che non molti sapevano parlare l'inglese. Ma, grazie al mio spirito di adattamento e a Sayumi (la ragazza che mi ospitava), imparai presto le espressioni basilari per poter comunicare nella quotidianità. Con il Sig. Yamamoto, Sayumi e Nanami imparai molte cose riguardo il territorio. Visitammo diversi posti e mi insegnarono molte cose riguardo la cultura, tra cui la preparazione di dolci tipici.
"Mi capita puntualmente tutte le volte che mi ritrovo ad aspettare il mio volo affacciata alle grandi vetrate dell'aeroporto: stomaco in subbuglio, ansia, agitazione, ma al tempo stesso speranza e quell' incontrollabile voglia di scoprire. Non importa quale sia la meta: viaggio per scoprire la bellezza che caratterizza questa misteriosa Terra, per imparare, conoscere ambienti e persone diverse da me, a cui potrò donare e da cui potrò ricevere.
Viaggio perché faccio parte di questo mondo come cittadina e il mondo è la mia casa e non ci sarà mai un paese a me straniero, ma solo un altro rifugio.
E come diceva il vecchio e caro Baudelaire: " i veri viaggiatori partono per partire e basta: cuori lievi, simili a palloncini che solo il caso muove eternamente."
Inizia il viaggio, inizia una nuova avventura: Giappone 2014!"
Queste sono alcune righe che avevo scritto prima della mia partenza alla volta di quella che è stata un'avventura strabiliante ed indimenticabile in Giappone.
Se dovessi riassumere in una sola parola questa esperienza, la parola giusta sarebbe: mozzafiato. Si, perché il Giappone è una terra che nel vero senso della parola "mozza il fiato": per la sua cultura, le sue tradizioni, i suoi modi di fare... e il suo caldo!
E’ così complicato descriverlo. Il Giappone non si può semplicemente riportare sulla carta. Il Giappone va vissuto!
Appena scoperto che l’Hokkaido mi avrebbe fatto da casa per quei 34 giorni in Giappone mi sono sentita crollare. E’ l’isola più a nord, la seconda più grande, ma anche la meno turistica. Solitamente le prime mete che vengono in mente sono Tokyo, Kyoto ed Osaka e sembra scontato visitarle, ma non è stato così per me.
Ma sono contentissima di questa iniziale “sfortuna” che poi si è trasformata in fortuna perché l’Hokkaido è uno dei luoghi che da turista semplice non visiti. E’ una terra selvaggia e immersa nella natura e dove la cultura giapponese è molto forte.
Sono passate ormai due settimane dal mio ritorno in Italia. Ed eccomi qui che con vero piacere ripercorro l’esperienza fatta nella Terra del Sol Levante grazie al Lions Club Youth Exchange.
Inizio premettendo che non fu un mero senso d’avventura a portarmi così lontano, fino all’aeroporto di Nagoya in quel 12 Luglio 2014.
E’ stata una passione iniziata molto tempo addietro, dopo essere stato in missione a Zanarkand (città immaginaria nel videogioco “Final Fantasy X”); aver seguito Goku sfrecciare in cielo nell’anime Dragonball; aver letto le imprese del ninja dai biondi capelli nel manga Naruto. Passione che da due anni si è tramutata in materia di studio. Difatti, al momento, sono studente all’Università di Ca’Foscari del corso Lingue, Culture e Società dell’Asia e dell’Africa Mediterranea (LCSAAM).
Non per questo partii alla volta del Paese del Sol Levante con meno ansia! Sebbene fossi preparato “sulla carta” ad affrontare questa esperienza, nella realtà dei fatti ero combattuto tra eccitazione e preoccupazione, proprio come gli altri miei compagni di viaggio.
Scrivo questa mail ai miei amici, dovunque si trovino nel mondo. Io sono in Giappone in questo momento e potrà sembrarvi banale ma è una delle esperienze più assurde e meravigliose che abbia mai fatto, con persone straordinarie ed immerso in una cultura davvero stravagante (almeno per un piccolo cesenate come me). Magari mi avete già sentito dire qualcosa di simile ma credetemi, era vero tutte le volte.
Dopo oltre 22 ore di viaggio, partita da Venezia via Amsterdam e con cambio a Fukuoka, sono arrivata nel piccolo aeroporto di Miyazaki, una città nell'isola di Kyūshūa a sud del Giappone.
Appena varcata l'uscita ho trovato un piccolo comitato con il presidente del Lions locale e la famiglia che mi avrebbe ospitato ad accogliermi con cartelloni di benvenuto, fiori e macchine fotografiche pronte ad immortalare il momento: ero ufficialmente entrata nell'atmosfera giapponese.
Inizio con il dire che grazie a questa esperienza sono riuscito a coronare il mio sogno di una vita: quello di poter visitare almeno una volta il Giappone.
Non avrei mai pensato di riuscirci così presto! Ma grazie alla possibilità che mi è stata offerta ne sono stato molto felice! Grazie Lions.
Il Lions Club mi ha permesso di trascorrere quattro fantastiche settimane in Giappone.
Non so come definire quest’esperienza usando poche parole, ma credo che la migliore descrizione sia “STRAORDINARIA”:
un’esperienza bellissima ma particolare, in contatto con persone magnifiche, sempre pronte a farmi sentire parte della loro famiglia. Un crescendo di emozioni che mi ha fatto amare un popolo e la loro cultura.
Eccomi qui, tornato in Italia, a scrivere quelle che sono state le esperienze da me vissute in Giappone, o almeno parte di esse, perché davvero tante sono le cose che ho visto, i posti che ho visitato, le attività in cui ho preso parte e purtroppo in questa sede posso solo cercare di farne una sintesi provando a fornire un’idea chiara e completa di quello che questo scambio giovani Lions ha significato per me.
Come premessa ci tengo a sottolineare che studio lingua e cultura giapponese all’università e pertanto non partivo certo impreparato per questo viaggio, anzi, devo ammettere che essendo la prima volta per me nel Paese del Sol Levante ed avendo sognato questo momento fin da quando ero bambino temevo di ritrovarmi deluso, temevo che il Giappone non fosse come lo immaginavo, che non rispecchiasse le mie aspettative, ma ciò fortunatamente non solo non è successo, ma l’intero scambio si è rivelato meraviglioso aldilà di ogni più rosea aspettativa.
Quello di questa estate 2015 è stato il mio primo scambio con il Lions club e l’organizzazione è stata impeccabile: il programma è stato rispettato con precisione meticolosa, non ci sono stati imprevisti di sorta e non ho mai avuto problemi.
Quest'anno i Lions Clubs International mi hanno permesso di andare in Giappone, precisamene nell'isola di Hokkaido, dove in circa un mese ho visitato buona parte di questa bellissima parte dell'Asia.
È stato il mio secondo anno di scambi e andare dall'altra parte del mondo mi terrorizzava ma non vedevo l'ora di partire e scoprire una nuova è stupenda cultura!
Il Giappone era la mia destinazione. Sarebbe stata la mia nuova casa, e dopo 16 ore di volo ero lì, quasi non ci credevo, non credevo che potessi essere capace di spingermi così lontana da casa a soli diciotto anni.
Ad accogliermi c'erano una decina di lions che mi hanno accompagnato durante tutta la mia avventura.
La mia prima famiglia viveva a Kobe, è stato difficile perché parlavano inglese molto poco e parlare diventava difficile, ma ero felice e l'assenza della lingua era sostituibile da tutti i posti stupendi in cui mi hanno portato! Ho dato da mangiare ai cerbiatti, sono rimasta incantata da Nara, ho visitato Osaka, seguito dei corsi di cucina e non mi sono mai divertita così tanto come quando siamo andati agli Universal Studios dove ho realizzato il mio sogno di entrare ad Hogwarts!
Quest’anno dal 1 al 29 luglio ho partecipato per la terza volta agli scambi giovanili Lions. La mia meta questa volta è stata il Giappone, ad Osaka.
Le prime due settimane le ho trascorse in famiglia i cui mi sono trovata molto bene i miei “genitori” sono stati molto ospitali e aperti nei miei confronti tanto che mi hanno portata una sera a dormire fuori presso uno Zoo.
La mia avventura in Giappone inizia il 14 luglio 2015. Sono stata ospite per quattro settimane di quattro famiglie giapponesi che hanno fatto di
tutto per farmi sentire a casa anche in un paese così lontano ed esotico come il Giappone.
All'inizio ero molto tesa all'idea di questo viaggio; non era la prima volta che viaggiavo da sola, ma mai ero stata via così tanto tempo e soprattutto
in un luogo così lontano e diverso dall'Italia e del quale avevo una conoscenza approssimativa.
Il Giappone non è un paese “dietro l'angolo”, ci sono 7 ore di fuso rispetto all'Italia e per raggiungerlo ho dovuto prendere due voli, il primo di 6 ore fino a Dubai e il secondo di 10 ore per Osaka.
Dopo oltre trenta ore di viaggio, sono finalmente arrivata all’aeroporto Narita di Tokyo, dove ad aspettarmi c’era Kay, il mio primo host father, con in mano un cartello con scritto “Welcome Vittoria”. In un attimo tutta la stanchezza del viaggio è svanita, poiché è subentrata l’emozione, l’emozione di prendere lo Shinkansen, quel famosissimo e velocissimo treno di cui avevo tanto sentito parlare. Una volta arrivata ad Hachimantai, ad accogliermi c’era il resto della famiglia, la quale è stata molto gentile con me fin da subito, anche se purtroppo era spesso impegnata per il troppo lavoro, quindi, durante la prima settimana, non ho avuto modo di visitare molti luoghi. In ogni modo, ho fatto lunghe passeggiate nella foresta, ha aiutato nelle faccende domestiche, ho indossato la yukata al festival di Hachimantai, abbiamo fatto dei bellissimi BBQ. Un problema che però inizialmente mi è pesato abbastanza, è il fatto che nessuno della famiglia e delle persone che ho conosciuto parlava l’inglese, quindi abbiamo deciso di utilizzare Google Translate.
Dopo un volo aereo durato un’intera giornata, sono atterrata in Giappone. Sapevo ben poco di come sarebbe stato il mio viaggio, e non mi sarei mai aspettata che questa sarebbe stata la più bella esperienza della mia vita.
Non avevo ricevuto molte informazioni né sul soggiorno né sulle mie famiglie ospitanti: sapevo solo che avrei passato il mese a Tamano, una città di 70.000 abitanti nella prefettura di Okayama, situata nella zona tra Hiroshima ed Osaka.
La permanenza in Giappone è stata, sin dal principio, meravigliosa. Per i primi tre giorni sono stato ospitato da una coppia di neo-sposi (Miyaura Kiyomi e Hosokawa Shingo). Subito dopo essere prelevato dall’aeroporto mi hanno portato in un tipico ristorante dove ho assaggiato 串カツe 天麩羅e me ne sono innamorato.
Già dalla prima sera ho potuto sperimentare una delle affascinanti “stranezze” giapponesi, il WC TOTO. Il WC elettronico che ti mette la musica, ti fa il bidè avanti e dietro permettendoti di regolarne, ovviamente, la pressione dell’acqua. Dico solo che ho passato 10 minuti su Google per cercare di capire come tirare lo scarico ed ho trovato un sito dedicato agli stranieri che usano quel WC per la prima volta. Questa storia ha fatto ridere i miei host parents così tanto che hanno dovuto raccontarlo a tutti i membri del Lions Club.