Prima di tutto volevo chiederle grazie per aver organizzato il mio viaggio per Cipro.
E’ stata per me la prima volta che ho preso l’ aereo da solo, il viaggio è stato lungo e stancante ma ne è valsa la pena. Arrivato a Larnaca ho fatto già le mie prime conoscenze del campo ed è stato abbastanza difficile comunicare ,almeno all’ inizio, in inglese perché non ero abituato.
Sono arrivato al campo la sera tardi e dopo aver mangiato qualcosa ci hanno fatto andare a dormire. La prima impressione del campo non è stata una delle migliori, il posto non era esattamene come lo immaginavo.
Trascorrevano i giorni e tra un bagno nel mare, un giro in barca o qualche visita in città ho conosciuto moltissime persone delle quali mi resterà un bellissimo ricordo.
Alla fine il campo è stato tristissimo. Persone che si salutavano, si abbracciavano e alcune che piangevano. Il campo ha iniziato a svuotarsi e alla fine eravamo rimasti in 6, non c’ era più niente da fare nel campo.
Alle 18:00 (ora della partenza ) salutai i camp leader che si erano presi cura di noi per tutto il campo e ci avviammo verso l’ aeroporto.
Spero di poter rivivere un’ esperienza simile ancora una volta.
Una decisione presa senza essermi posta troppe domande, si è rivelata una delle esperienze più belle!
È stato il mio primo viaggio all’estero, per me inizialmente era tutto un grande punto di domanda ma, appena mi è stata comunicata la destinazione, la Germania, ho accettato senza pensarci.
La prima settimana l’ho trascorsa in una famiglia che mi ha accolta con tanto affetto, facendomi conoscere la loro quotidianità e cercando di farmi diventare parte di essa. Terminata l’esperienza con la mia host family, 23 ragazzi ci siamo incontrati nel campus per iniziare questo viaggio insieme!
In aprile 2018 ho ricevuto la conferma di accettazione al programma di scambio famiglia più campo in Serbia.
La Serbia mi è stata presentata come un paese bellissimo e dalle mille sfaccettature architettoniche e culturali dal Lions responsabile per questa destinazione, Margherita Muzzi e posso dire che si è rilevata tale. Il mio scambio si è svolto tra il 30/06 e il 16/07 suddiviso in un primo periodo di famiglia a Belgrado, un periodo di campo intermedio a Novi Sad ed un ultimo di famiglia nella stessa città.
Il tempo trascorso nella prima famiglia è stato assolutamente piacevole, è stato facile comunicare con tutti i membri della famiglia che sapevano parlare un buon inglese e che si sono dimostrati nel corso della mia permanenza sempre gentili e disponibili. Sia il cibo che l’alloggio mi hanno soddisfatto ma più di tutto mi è piaciuto trascorrere del tempo con il mio fratello ospitante coetaneo, Andrjia che nel corso dei sei giorni mi ha fatto vedere quasi tutto tra punti turistici e non a Belgrado, come il tempio di San Sava, la fortezza o il parco di Kalemegdan, fornendomi anche informazioni interessanti sui siti visitati; ho avuto inoltre la possibilità di incontrare un ragazzo tedesco e due ragazze, una italiana e una turca, che avrei rivisto poi a Novi Sad nel campo insieme agli altri dato che i nostri rispettivi fratelli e sorelle ospitanti si erano organizzati per trascorrere delle serate ma anche alcune attività insieme.
Mi ritrovo, a pochi giorni dal mio ritorno in Italia, a ripercorrere i momenti salienti della mia permanenza in Nuova Zelanda.
Ho trascorso le prime due settimane della mia permanenza presso i Johnston, famiglia composta da Dean, Donna e i due figli Katherine, 18 anni, e Daniel, 15 anni.
I Johnston vivono in una piccola fattoria ad Invercargill, e la mia permanenza è stata piacevole alcune volte, meno piacevole altre volte.
I primi giorni trascorsi a Invercargill sono stati molto diversi rispetto agli altri: inizialmente la famiglia si è mostrata davvero interessata a me, era comprensiva quando dicevo loro che a volte non riuscivo a capire ciò che dicevano (problema dovuto principalmente alla diversità del loro inglese rispetto a quello standard a cui sono abituata) e mi includevano nelle attività di famiglia facendomi sentire parte di essa. Dopo alcuni giorni, però, questi atteggiamenti sono cambiati, ho iniziato a sentirmi estremamente a disagio in famiglia, perché quando dicevo loro che non riuscivo a capirli mi rispondevano "don't mind", mettendomi in difficoltà e portandomi a chiudermi in me stessa.
La situazione è diventata ancora più difficile per me quando incontravamo delle persone e la mia famiglia diceva loro che sarebbe stato inutile parlarmi perché non li avrei capiti: da quel momento mi sono definitivamente chiusa a riccio e non ho più parlato, e questo non è stato sicuramente fruttuoso.
Da dove iniziare!
Mi hanno sempre affascinato molto questo tipo di esperienze e quindi, alla proposta dei Lions del mio distretto, ho subito accettato anche senza sapere dettagliatamente cosa sarei andata a fare. Sono stata tre settimane in Belgio, una in famiglia e due in campo e non esagero dicendo che è stata una delle esperienze più belle di tutta la mia vita!
Inanzitutto un enorme ringraziamento alla mia host family, la famiglia Van Der Meersch! Eravamo due ragazze italiane ad essere ospitate (io e Simona, la mia compagna di avventure!) nell’incantevole cittadina di Bree e, sin da subito, ci hanno fatto sentire come parte della famiglia! Non dimenticherò mai il signor Bart e il suo senso dell’umorismo, la signora Leen e la sua dolcezza di madre e i ragazzi Raphaelle, Olivier e Arnaud che ci hanno trattato come fratelli.
Non nego che sia stato molto difficile per me come per altri adattarsi subito ai nuovi spazi ma comunque dopo i primi giorni capisci che si é tutti sulla stessa barca e inizi a fare amicizia, se non con tutti, con tanti ragazzi.
Il camp a Cipro mi ha fatto crescere perché mi ha fatto capire che pur venendo da paesi diversi abbiamo tutti un denominatore comune cioè la fame di libertà e la voglia di indipendenza.
Abbiamo discusso sui diritti umani e sono usciti argomenti molto validi per una discussione: uno tra tanti l’immigrazione; sentire che l’opinione di un bielorusso piuttosto che di uno spagnolo sia diversa dalla tua ti arricchisce e amplia la tua visione sul mondo.
Sono Valeria, ho trascorso grazie ai Lions un mese in Brasile.
È stato il mio primo exchange e quindi la paura per questa esperienza, che è risultata essere infondata, era tanta.
Sono qui seduta nella mia camera in Italia mentre il mio cuore e la mia testa sono nel paese che mi ha accolta calorosamente e che mi ha fatta sentire a casa.
Ho trovato una grande famiglia che mi ha insegnato molto e che porterò sempre con me, ho scoperto posti meravigliosi, sono stata a contatto con una cultura diversa e al contempo affascinante, ho avuto modo di provare cibi nuovi che non avrei mai immaginato mi potessero piacere .
Italy is an amazing country and I'm so happy that I got to experience the culture, food and people.
I fell in love with Campo Emilia the second I arrived at the castle and looked out over the landscape.
Even though I had to climb one million stairs to get to my room, I wouldn't have wanted it differently because as soon as I got to the top of the castle and looked out of the window, it was all worth it.
One week ago it was my last day in Australia. I spent the most incredible month of my life there.
Apart from the great experiences and activities, surfing, whale watching, camel riding..., the people that I met were absolutely the best part of my trip.
First I would like to thank Brian Hemsworth and Lorraine Hemsworth who hosted me for three weeks and I couldn't have asked for a better host-family.
Then Ray 'n' Jenny Godfrey with whom I spent the funniest days, Tony Vine, Cathie Vine, Ben Nabarro and Lorraine whose company was such a blessing.
Already when I saw the castle that we were staying at I became exited. It was a beautiful location! The second I arrived at the camp, people were introducing themselves and making friends. Everyone was so nice and welcoming!
Even though the bus rides were long and the times between meals longer, it was bearable, because every city we went to or every trip we made offered great experiences and memories.
The blind dinner for example made me realize how lucky I am and how I shouldn’t take anything for granted.
29 luglio ’18. Sono atterrato.
Sono di nuovo in Italia, con i piedi per terra ma con la testa per aria, volta a guardare dall’alto tutti coloro che mi sono lasciato alle spalle.
La mia vita non è più la stessa, adesso ho una casa in ben 13 Paesi, adesso vedo il mondo con occhi diversi.
Erano le 6 del mattino quando stringevo tra le mie braccia per l’ultima volta dei pezzi di cuore. Ripercorrevo in pochi secondi i 21 giorni precedenti e non riuscivo a credere che fosse realmente finita.
Mi chiedevo se quell’abbraccio fosse abbastanza per compensare la distanza che mi avrebbe separato da tutti gli altri solo poche ore dopo.
Quest’estate, dall’8 al 28 luglio, ho avuto la possibilità di partecipare ad una bellissima esperienza Lions in Belgio che per me è diventato come l’Italia, una seconda casa.
I primi istanti in Belgio sono stati magici ed emozionanti. Appena atterrata a Bruxelles la prima domanda che mi sono posta è stata: “Ma davvero mi trovo qui o è semplicemente un sogno?”. Alcuni secondi dopo l’atterraggio il mio sguardo si è subito catapultato sul finestrino dell’aereo, inteso ad ammirare l’ambiente che avrei dovuto chiamare “casa” per ben tre settimane.
La prima settimana in famiglia è stata davvero piacevole e rilassante, soprattutto grazie alla mia compagna di avventure Cristiana, una ragazza italiana che è diventata come una sorella per me. Di certo non possono mancare i mille ringraziamenti per la mia host family, in primis ai signori Van der Meersch che ci hanno accolto calorosamente e ci hanno trattato come loro figlie, non privandoci di nessun piacere.
Sono da poco tornata da 3 settimane in Messico e mi trovo a dover condensare tutte le emozioni e i momenti vissuti in poche righe: missione impossibile!
Sono partita l'8 luglio con i miei due compagni di viaggio Nicolò e Francesca e sono atterrata a Città del Messico dopo più di 13 lunghissime ore di volo.
Non dimenticherò mai quella sensazione di puro terrore non appena la città si è presentata ai miei occhi: dovunque guardassi sembrava non finire più tanto era grande e in quel momento mi sono chiesta che pazzia avessi mai fatto.
Quest’anno ho intrapreso la mia prima esperienza di scambio e campo giovanile Lions, con meta la Francia. Nonostante fossi stata delusa dalla meta (poiché, avendo visitato la Francia in diverse occasioni avevo il desiderio di esplorare nuovi Paesi e nuove culture), ho deciso di provarci e, seppur con alcune difficoltà, hoavuto un’esperienza indimenticabile.
Sono partita in data 1/07/2018 da Brindisi con scalo a Roma. Per problemi in aeroporto ho rischiato di perdere la coincidenza da Roma, ma fortunatamente ero in contatto con Marzia, una ragazza italiana assegnata al mio campo, e con la mia host family, che si sono mobilitati immediatamente.
È difficile esprimere in un report un’esperienza così ricca e significativa come quella che ho vissuto personalmente in Estonia per tre settimane. Inizialmente ero un po’ insicuro sulla meta del mio viaggio: l’Estonia. L’unica cosa che sapevo di questo Paese è che si trovasse molto a Nord e che fosse confinante con la Russia.
Non avevo ancora idea di quello che avrei trovato una volta giunto là, delle persone che avrei conosciuto e che mi avrebbero accolto come se fossi uno di loro, come se fossi stato parte della loro vita da molto tempo.
Appena arrivato all’Aeroporto di Tallinn, città capitale dell’Estonia, sono stato subito accolto dalla mia host sister con un abbraccio.
Ho trascorso la prima parte delle due settimane con la mia host family a Tallinn, dove la mia host sister lavora.
Ho ancora nella mente la voce del muezzin che recita l’adhandai minareti delle moschee: una melodia che mi ha toccato il cuore come mai prima. Forse la spiritualità, l’onestà spirituale degli islamici e la danza Semazensono ciò che mi porterò dietro per sempre. Un’emozione immensa nel vedere quelle architetture così diverse ma al contempo familiari. La Turchia è stata una grande avventura, per i suoi odori e le sue braccia aperte. Mi sono sentita a casa, ho avvertito tutto quell’amore che da secoli è riservato all’ospite.
Campo Emilia has blessed me with the best summer of my life: lasting friendships, eye opening experiences, and a million memories.
I cannot begin to describe how the connections I have made with my host family and fellow campers have impacted me and my future.
They have showered me with love and I am grateful for each and every one of them.
Italy
One of the most beautiful countries in the world, tastiest food and most romantic people. I’m in love with Venice and Milano. I hope to have a chance to discover more cities and visit more castles.
Emilia camp
Place where i discovered new cultures, new feelings and new myself. I had 10 most unbelievable days in my life. I had new friends. I had new interesting moments which will stay in my heart forever.