Il mio viaggio è iniziato sabato 18 luglio, nel momento in cui ho salutato i miei genitori per salire sul mio primo aereo.
Oltre ad un bagaglio di quasi 20 kg, mi portavo dietro un gran numero insicurezze e preoccupazioni per la mia nuova avventura.
26 luglio 2015, arrivata ad Helsinki, riparto per Suonenjoki, dove mi attende la famiglia “ospitante”, pronta ad accompagnarmi nella mia nuova casa, nei pressi di Rautalampi.
Durante il viaggio in treno, sola con la mia super mega valigia, le paure iniziano a delinearsi. E adesso? Cosa succederà? Con la host family? Col mio inglese? E con i ragazzi del campo? Ansia, ansia, ansia. Intanto il treno corre e dopo quattro lunghe ore giunge alla mia fermata.
Scrivere della Finlandia mi risulta parecchio difficile. È la terra che mi ha ospitato per tre settimane a cavallo del luglio e dell’agosto 2015, che mi ha accolto con le verdi foreste punteggiate dai laghi viste dall’oblò dell’aereo in atterraggio, che mi ha lasciato con la certezza che prima o poi ci tornerò. Potrei descrivere quello che ho fatto, delle due settimane in famiglia in cui i miei gentilissimi host-parents mi hanno fatto visitare tutto il visitabile, da Turku, l’estremo ovest, a un tiro di sasso dalla Svezia, al profondo est, la zona dei laghi, sul confine russo.
Sono partita il 18 Luglio da Verona e dopo essere finalmente arrivata a Helsinki ho incontrato la mia famiglia che mi attendeva all'aereoporto. Sono stata in famiglia per 12 giorni. In quei dodici giorni ho scoperto molte cose e visto molti bei posti. La mia Host Family era composta dagli Host Parents e da due Host Sisters, una di 15 anni e l'altra di 17. Nel tempo trascorso in famiglia ho visitato le seguenti città: Helsinki, Turku, Kirkkonummi, Espoo, Leppavaara e Sysma.
Può sembrare una frase fatta, ma è la verità: è stata l’esperienza più bella della mia vita!
L’11 luglio 2015 sono partita come Exchange Student per la Danimarca; nei mesi precedenti alla partenza cercai di documentarmi sulla vita e sugli usi e costumi di questo Paese, che allora mi sembrava sconosciuto.
La mia prima avventura nel mondo degli Scambi Giovanili Lions è iniziata una mattina di luglio, esattamente l’11 luglio.
Arrivato alle 4 all’aeroporto di Firenze, una volta effettuato il check-in, avevo tutto davanti e non sapevo cosa aspettarmi. Mi ero già messo in contatto con gli altri ragazzi del Camp e tutti mi sembravano molto simpatici, ci eravamo scambiati alcune e-mail di presentazione con la host family, mi sembravano molto carini, ma tutto era avvolto da un alone di tensione, tipico di quando si hanno grandi aspettative.
11 luglio ore 11.20 iniziava la mia esperienza Lions verso la Danimarca.
Emozione unica fin dalla partenza: seconda volta che volavo e prima volta che prendevo un aereo da sola, per lo più con uno scalo a Stoccolma.
Nei mesi precedenti alla partenza c’è stato un forte scambio di e-mails con la mia famiglia ospitante, sia per conoscerci, che per programmare le cose da fare durante la settimana in loro compagnia.
Sono partita con una grande voglia di scoprire nuove culture, di esplorare paesaggi diversi dal posto in cui vivo e intraprendenza nell’adattarmi alle abitudini culinarie e non della Danimarca.
Mi chiamo Marta, frequento il Liceo Linguistico e sono tornata da poco dalla Danimarca, precisamente da Lintrup dove ho vissuto un’ esperienza a dir poco meravigliosa!
…e va bene, lo dico: alla partenza la mia valigia era pesante, piena di vestitini, felpe e di tantissimi punti di domanda. Al rientro la stessa valigia: leggera nonostante gli inutilizzati vestitini e la valanga di punti esclamativi.
Magico! Bellissimo! Entusiasmante! Un incredibile viaggio a 5 stelle.
Che cos’è un viaggio all’estero con il programma “Youth Camp and Exchange”? È un’esperienza che trasporta i ragazzi in un altro mondo, completamente diverso dal proprio, una nuova realtà affascinante e coinvolgente che apre all’individuo nuovi orizzonti, lo porta a nuove conoscenze e a stringere amicizie solide e durature con le più diverse
sfaccettature di caratteri di diverse persone provenienti da ogni angolo del mondo. !
Che cos’è stato per me il viaggio di tre settimane in Danimarca con il Lions Club?
Molto di più.!!!
Cosa vuol dire viaggiare con i lions?
Vuol dire fare un'esperienza bellissima, grazie alla quale ho completamente cambiato il mio carattere, ho conosciuto persone provenienti da ventidue paesi diversi e, con le quali ho stretto dei rapporti fortissimi. Inizio col raccontare che ho scoperto i lions per caso quando vennero a presentare la loro associazione e il service degli Scambi Giovanili nella mia scuola(liceo linguistico Tommaso Stigliani) a Matera.
Ho inviato l’application form in dicembre e mi ritengo davvero molto fortunata in quanto sono riuscita a partire per la Danimarca. Ricordo ancora il giorno in cui Maria Martino mi chiamò per dire che c'era un posto libero per partire dall'11 luglio al 1 agosto.
La destinazione era la Danimarca. All'inizio ero un po' titubante se dare la mia conferma o meno, ma subito ho deciso di buttarmi in questa nuova esperienza e devo dire che non mi sono pentita per niente. Devo anche dire che la mattina di sabato undici luglio ero un po' timorosa in quanto per arrivare ad Aalborg dovevo fare due scali: uno a Milano, ed uno ad Amsterdam.
Ma alla fine è andato tutto bene. In questo viaggio ho affrontato momenti brutti come ho saputo godermi i momenti più belli.
Fortunatamente ho vissuto solamente una disavventura; arrivata ad Aalborg il pomeriggio dell'undici luglio, non ho ricevuto subito la mia valigia, ma la mia famiglia ospitante ha saputo prontamente aiutarmi. Abbiamo denunciato lo smarrimento della valigia e solamente due giorni dopo l'ho riavuta.
La mia esperienza con il Lions club quest'anno è avvenuta in Danimarca.
Una settimana in famiglia e due in campo.
La prima si è rivelata al di sotto delle mie aspettative, probabilmente perché la mia host family parlava spesso in Danese. Poi, dopo i primi sette giorni di incertezza, sono arrivata a Skals al campo B. Lì subito la situazione è cambiata in pochissimi minuti.
Quest'anno per la prima volta ho partecipato a un viaggio organizzato dai Lions con meta la Danimarca. Il mio viaggio è durato tre settimane, di cui la prima l'ho passata in famiglia. La famiglia ospitante abita in un piccolo paesino vicino al mare a un ora da Copenhagen. La cosa che mi ha subito colpito è stata l'ospitalità, che inizialmente pensavo fosse dono solo della famiglia, ma poi ho scoperto che è comune alla maggior parte dei Danesi. Un'altra cosa che mi ha incuriosito è la grandezza del paese rapportata al numero degli abitanti: di fatti l'estensione superficiale della Danimarca è quasi la metà di quella dell'Italia, ma il numero degli abitanti è pari a 1/14 di quello italiano (5 milioni circa contro 68 milioni circa); e quindi ciò che ne comporta ossia, enormi distese verdi disabitate.
L’esperienza di scambio culturale, prima in una host family, poi in un Camp Lions, avvenuta in Danimarca, è stata davvero magnifica e utile, infatti non solo mi ha fatto conoscere molte persone provenienti da ogni angolo del mondo, ognuna con le proprie tradizioni e i propri costumi, ma mi ha fatto comprendere meglio quanto in fin dei conti, siamo tutti uguali.
Il mondo è come un libro, chi non viaggia legge sempre la stessa pagina!
Questa frase esprime bene la necessità del viaggio come strumento per compiere appieno la nostra umanità.
Il tema del viaggio ricorre sempre come valenza per lo più metaforica, come analogo della vita o ancora più dell'evoluzione personale.
Inizierei col dire che per me è stata una delle esperienze più belle delle mia vita, se non la più bella (fino a questo momento chiaramente) ed è forse per questo motivo che di cose negative ce ne sono state davvero poche o meglio irrilevanti.
Sono arrivata nell’aeroporto a Copenaghen l’11 luglio ed ho subito incontrato la mia famiglia ospitante e devo dire che se il buon giorno si vede dal mattino avrei dovuto subito capire che con loro sarebbe stato un bellissimo soggiorno.
Infatti ho avuto la fortuna di capitare in una bellissima famiglia composta da quattro persone: Charlotte la madre della famiglia, Henrik il padre, Mathias il figlio sedicenne e Laura la figlia dodicenne.
Sapevo come partivo ma non come tornavo, ed ora che sono tornato posso dire che è stata un’esperienza fantastica, una delle più belle della mia vita. La prima settimana sono stato ospitato da una famiglia Danese e le successive due in un campo con altri ragazzi che come me hanno partecipato a questo scambio giovanile.
La mia famiglia mi è venuta a prendere all’ aereoporto con le bandierine danesi, due ragazzi giovani di 20 e 21 anni che si sono preoccupati di farmi conoscere il più possibile la cultura danese in una settimana tramite attività culturali, ludiche, culinarie e soprattutto si sono preoccupati di parlare inglese anche tra di loro per non escludermi mai dai discorsi! Ho speso i primi due giorni delle restanti due settimane di campo in un villaggio ambientato nell’ età della pietra senza wi-fi, cellulare e valigia, che a sentirsi sembra estremo, ma è un’ ottima opportunità per iniziare a conoscere gli altri partecipanti. 35 ragazzi provenienti da 21 paesi diversi, che hanno reso questa esperienza unica! Le attività durante il campo erano principalmente culturali: gite, lavori di gruppo, presentazione dei paesi… in relazione al tempo atmosferico, che è molto variabile!
Non mi resta che ringraziare tutti per questa esperienza indimenticabile, tak (grazie)!
Sono partita la mattina dell'undici luglio dalla mia casetta di Arceto, in provincia di Reggio Emilia, in direzione dell'aeroporto di Bologna carica di aspettative e, ammettiamolo, ANSIA.
Era la prima volta che sarei salita su un aeroplano come era anche la prima volta che sarei stata lontana da casa (da sola) per così tanto tempo, ma non ero spaventata: non vedevo l'ora di partire alla volta di questa nuova ed emozionante avventura.
Mi chiamo Francesca Osella e nel mese di luglio ho passato tre settimane in Danimarca, in particolare una settimana in famiglia e due al Camp B, il cui tema era “Sports, Sustainability and Social Skills”.
Ammetto di non sapere come iniziare questo report, perché la mia testa è così piena di ricordi ed emozioni e tutto risulta un po’ confuso, avvolto in un’atmosfera di nostalgia e felicità, sempre mischiate.
Sono partita l’undici luglio, mezza addormentata alle sei del mattino; ho fatto scalo ad Amsterdam, dove ho incontrato il sorriso di Tommaso, che sarebbe stato nel mio stesso campo, così come Max, elegante come solo lui può essere.
Era una grigia giornata invernale quando la vice-preside del Liceo B. Cavalieri a Verbania mi chiese di seguirla fino in presidenza dicendomi che aveva qualcosa da dirmi in privato. Nel frattempo, facendo mente locale sui possibili motivi per i quali avrebbe potuto chiedere proprio di me, mi diressi verso l’ufficio attendendo ansiosamente l’annuncio che aveva da farmi. Una volta arrivati, mi fece accomodare e mi annunciò che avevo vinto, grazie ai risultati scolastici conseguiti, la possibilità di partecipare gratuitamente ad uno scambio giovanile organizzato dal Lions Club del distetto della mia città. Colsi al volo l’opportunità offertami e mi iscrissi per andare a scoprire un paese stupendo come la Danimarca.