Prima di tutto vorrei ringraziare molto il Lions Club, al quale sono infinitamente grata di avermi dato questa meravigliosa opportunità di conoscere differenti culture e di crescita personale.
Al Camp ho trascorso due splendide settimane insieme a tanti altri ragazzi provenienti da paesi diversi sparsi per il mondo. Eravamo sistemati in quattro grandi camerate, due per le ragazze e due per i ragazzi e questo ci ha dato la possibilità di legare molto in fretta. Grazie alla perfetta organizzazione delle numerose e varie attività da parte del Lions Club e di tutto il meraviglioso staff del Camp, ho avuto la possibilità di conoscere tutti i partecipanti e di entrare in contatto con le loro culture, grazie anche alle apposite serate di presentazione della propria nazione fatte da tutti i ragazzi.
E' stato poi molto bello e interessante visitare le principali città dell'isola di Cipro e le spiagge più belle. Memorabile é stata in particolare la gita in barca durante la quale abbiamo potuto tuffarci e fare il bagno in uno splendido mare e vedere nuotare vicino a noi i delfini.
Durante questo breve ma intenso periodo ho avuto l'occasione di stringere forti legami con alcuni ragazzi e sono sicura che la nostra amicizia durerà nel tempo, nonostante ci siano molti chilometri a separarci, e certamente ci rincontreremo per passare altro tempo insieme. Ancora oggi ci scambiamo messaggi quasi tutti i giorni per tenerci aggiornati sulle nostre vite.
Spero di poter ripetere un'esperienza di questo genere e consiglio a tutti i ragazzi di approfittare di questa meravigliosa iniziativa del Lions.
Era il 6 luglio ed era anche la prima volta che viaggiavo completamente da solo, di notte.
Oltre alla tensione per quest’ultimo fatto mi riempivo la testa di domande su cosa avrei fatto lontano da casa per ben 2 settimane.
Io e il primo gruppo di ragazzi siamo arrivati di notte, per cui la prima mattina al campus eravamo tutti assonnati e cercavamo di scambiare timidamente due parole per passare il tempo.
Successivamente fra le varie attività di gruppo dei primi giorni abbiamo avuto il modo di conoscerci e di imparare di più gli uni sugli altri.
Al campus erano presenti ragazzi e ragazze da ben 18 paesi diversi e si trovava sempre qualcosa su cui scherzare tutti insieme.
Dopodiché sono iniziate le gite e le escursioni e da quel momento il tempo è letteralmente volato.
Prima di tutto volevo chiederle grazie per aver organizzato il mio viaggio per Cipro.
E’ stata per me la prima volta che ho preso l’ aereo da solo, il viaggio è stato lungo e stancante ma ne è valsa la pena. Arrivato a Larnaca ho fatto già le mie prime conoscenze del campo ed è stato abbastanza difficile comunicare ,almeno all’ inizio, in inglese perché non ero abituato.
Sono arrivato al campo la sera tardi e dopo aver mangiato qualcosa ci hanno fatto andare a dormire. La prima impressione del campo non è stata una delle migliori, il posto non era esattamene come lo immaginavo.
Trascorrevano i giorni e tra un bagno nel mare, un giro in barca o qualche visita in città ho conosciuto moltissime persone delle quali mi resterà un bellissimo ricordo.
Alla fine il campo è stato tristissimo. Persone che si salutavano, si abbracciavano e alcune che piangevano. Il campo ha iniziato a svuotarsi e alla fine eravamo rimasti in 6, non c’ era più niente da fare nel campo.
Alle 18:00 (ora della partenza ) salutai i camp leader che si erano presi cura di noi per tutto il campo e ci avviammo verso l’ aeroporto.
Spero di poter rivivere un’ esperienza simile ancora una volta.
Non nego che sia stato molto difficile per me come per altri adattarsi subito ai nuovi spazi ma comunque dopo i primi giorni capisci che si é tutti sulla stessa barca e inizi a fare amicizia, se non con tutti, con tanti ragazzi.
Il camp a Cipro mi ha fatto crescere perché mi ha fatto capire che pur venendo da paesi diversi abbiamo tutti un denominatore comune cioè la fame di libertà e la voglia di indipendenza.
Abbiamo discusso sui diritti umani e sono usciti argomenti molto validi per una discussione: uno tra tanti l’immigrazione; sentire che l’opinione di un bielorusso piuttosto che di uno spagnolo sia diversa dalla tua ti arricchisce e amplia la tua visione sul mondo.
Prima dell’arrivo a Cipro ero in apprensione per la nuova esperienza che mi aspettava, ma poi ho trovato un’atmosfera molto accogliente e nuovi amici con i quali ho condiviso splendidi momenti.
L’hotel mi è sembrato da subito stupendo, con una grande piscina che nei giorni a venire e stata luogo di molte conoscenze e momenti di svago, e con una sala al piano inferiore dove si tenevano tutte le riunioni, ma soprattutto dove ci divertivamo cercando di non inciampare imparando il Sirtaki, il tipico ballo greco, e dove cantavamo a squarcia gola.
Lasciare tutto e partire per due settimane verso un posto mai visto, con persone che non conoscevo e affrontare da solo nuove avventure, con questo spirito ho iniziato quest’esperienza, emozionatissimo, e non nego, anche abbastanza spaventato. Prima d’ora non avevo mai fatto viaggi all'estero senza la mia famiglia, e inizialmente sono stato trasportato dalla paranoia di compiere questo viaggio in solitudine circondato da altri trentanove ragazzi che non conoscevano nemmeno la mia lingua e tantomeno i miei costumi; sono sempre stato una persona socievole, ma queste prospettive mi spaventavano.
La mia avventura a Cipro non era iniziata bene, anzi non era iniziata affatto. A dicembre mi era stato detto che i posti per il campo a Cipro, per il quale avevo fatto richiesta, erano stati già assegnati e che quindi probabilmente sarei stato ricollocato da qualche altra parte. Ero molto dispiaciuto, perché desideravo vivamente partecipare a quel campo. Ma una sera di marzo ho ricevuto una telefonata dal dott. Nicoloso, il referente degli scambi del mio distretto, che mi annunciava che ero stato ripescato: sprizzavo letteralmente gioia da tutti i pori.
All’inizio ero davvero terrorizzato dell’idea di dover lasciare tutto e partire per due settimane verso un posto mai visto, con persone che non conoscevo e affrontare da solo nuove avventure.
Prima d’ora avevo fatto sempre viaggi con compagnie private con al fianco persone che conoscevo da una vita e con cui avevo condiviso tutto, ed essendo io una persona non molto socievole e molto timida, sono stato trasportato dalla paranoia di compiere questo viaggio in solitudine circondato da altri 39 ragazzi che non conoscevano nemmeno la mia lingua e tantomeno i miei costumi.
La mia esperienza al campo è stata istruttiva e molto piacevole..
Le signore che ci hanno aiutato in questa nuova situazione, sono sempre state gentilissime e attente con noi.
Il cibo era quasi sempre eccellente, le camere ordinate, le docce e i bagni sempre puliti.
L'esperienza al campo è veramente bella! Ho conosciuto tante persone e ho imparato molte cose sulle tradizioni degli altri ragazzi nei loro paesi!
Grazie per l'opportunità che mi avete concesso!
Domenica 8 luglio 2007 sono partita per cominciare l’indimenticabile esperienza a Cipro che sarebbe durata fino a sabato 21 luglio.
Io e un atro ragazzo, Riccardo da Udine, siamo arrivati da Venezia all’aereoporto di Milano Malpensa, dove abbiamo incontrato gli altri due ragazzi italiani (Valentina da Grosseto e Gherardo da Brescia) che avrebbero condiviso con noi questa esperienza.
Finalmente dopo, cinque ore di attesa, ci siamo imbarcati per l’aereoporto di Larnaca a Cipro, dove, una volta arrivati, abbiamo trovato ad aspettarci un membro lion. Quest’ultimo, dopo averci fatto salire su un taxi, ci ha condotto fino ad Aja Napa, dove si trovava il nostro campo.
Ad accoglierci i due fantastici leader, Maria e Manolis, che sarebbero stati le nostre guide per tutte le due settimane seguenti. Qui è iniziata la nostra”avventura”.
Come cominciare? Forse dicendo che è stata bellissima ? Non ci sono parole per descrivere ciò che ho provato in quei giorni , per la prima volta all’estero e per di più senza la mia famiglia ! Ma ci proverò !
Dopo essermi svegliato la bellezza di 50 volte durante la notte finalmente sono partito alla volta della mia prima tappa: l’aeroporto di Venezia dove mi dovevo trovare con la mia amica Laura di Padova per prendere insieme l’aereo per Milano-Malpensa. Dopo aver fatto il check-in e prima di superare i controlli di sicurezza i nostri genitori ci hanno dovuto lasciare poiché più in là loro non potevano andare. Una breve chiacchierata con Laura e…finalmente il nostro volo è stato annunciato! Non è stato affatto come me lo aspettavo, niente di pauroso anzi mi sono pure divertito. L’arrivo a Malpensa è stata la parte più difficile del viaggio. Non appena sbarcati Laura ed io non sapevamo né dove andare né cosa fare: i nostri genitori avevano richiesto l’assistenza a terra … ma purtroppo qualcosa non ha funzionato; beh, fortunatamente Valentina, l’altra ragazza destinata alla stessa meta, di Grosseto, era già arrivata e perciò ha potuto dirci con esattezza dove si trovava mandandoci un SMS …. e poi dicono che il cellulare non serve. Per fortuna tutto è andato per il meglio; dopo aver aspettato 5 ore in aeroporto a Malpensa , siamo finalmente partiti per Larnaka !Dopo tre ore di volo e innumerevoli chiacchierate con Gherardo, il quarto ragazzo con destinazione Cipro, di Brescia, che era arrivato in extremis, siamo giunti a destinazione.Secondo le istruzioni un responsabile sarebbe dovuto venirci a prendere subito ma purtroppo non è stato così.
Dall’8 al 21 luglio ho partecipato agli scambi giovanili organizzati dai Lions.
La mia meta è stata Cipro, la cosiddetta “isola di Venere”.
Ho viaggiato su un volo della Cyprus Airways insieme ad altri quattro italiani (Martina da milano, Giulia da Venezia, Lucia da Modena e Federico da Ancona) e siamo arrivati all’aeroporto di Larnaca intorno alle 6 di sera. Siamo stati accolti da un signore membro dei Lions molto gentile che ci ha illustrato come sarebbe stato il nostro soggiorno nell’isola. Il suo entusiasmo ci ha coinvolto e per questo abbiamo passato più serenamente le 3 ore nell’aeroporto ad aspettare due ragazzi della Mongolia e una ragazza Americana.
Una volta riuniti siamo partiti alla volta di Aja Napa ed il pulmino su cui viaggiavamo si è fermato davanti a un grosso cancello.
Questa esperienza ha avuto per me inizio Sabato 8 Luglio, con l’arrivo di noi cinque ragazzi italiani al campo, che si trovava nella città turistica di Ayia Napa, situata nella parte greca dell’isola. Cipro è stata infatti invasa dalla Turchia nel 1974, ed una sua parte è tutt’ora occupata.
Il giorno seguente il nostro arrivo siamo andati al mare la mattina e nel tardo pomeriggio, ma per il resto del giorno abbiamo avuto tempo per conoscerci. Eravamo in tutto 37 ragazzi provenienti da diversi Paesi: Italia, Germania, Austria, Russia, Polonia, Mongolia, Danimarca, Estonia, Grecia, Bulgaria, Slovenia, Cipro, Ungheria, Slovacchia, Croazia, Stati Uniti e Finlandia.La sera di lunedì c’è stata la cerimonia d’apertura del campo, durante la quale sono venuti a farci visita dei membri del Lions Club di tutta l’isola. Dopodiché è stata organizzata per noi una festa con un deejay.
Le ultime foto insieme, gli ultimi sguardi, le ultime parole, gli ultimi abbracci prima di indirizzarmi con gli altri compagni italiani verso il controllo di sicurezza prima del boarding, le ultime ore seduti su una panchina dell’aeroporto di larnaca, in silenzio, in attesa della chiamata.
Torno indietro di qualche ora per raccontarvi dell’ultima cena insieme ai ragazzi del camp, le parole e gli sguardi che ci hanno legato indissolubilmente nel tempo, nonostante la distanza fisica che ci separa tutt’ora, mentre scrivo e li penso, ripenso alla loro voce alle loro strette, ai momenti passati insieme come in una grande famiglia.
Abbiamo condiviso tutto in quelle 2 settimane: risate, pianti, qualche volta, stringendoci sempre, mano nella mano ognuno ambasciatore del proprio paese d’origine, cittadini dello stesso mondo.
Questo è stato il primo viaggio che fatto da solo, senza genitori, scuola o scout, e devo dire che ero anche un pò eccitato ma non a disagio perché, comunque, ho fatto molti viaggi in aereo.
Quando sono arrivato in tarda serata a destinazione, ho conosciuto un ragazzo italiano che, essendo arrivato già la mattina, mi ha dato informazioni sul funzionamento del campo.
Essendo circa 40 ragazzi di varie nazionalità primi giorni sono trascorsi dedicandoli alla conoscenza, ho fatto più amicizia con i miei compagni di stanza perché avevamo anche la notte per stare insieme.
La mattina stavamo tutti insieme. Abbiamo conosciuto e imparato canti e balli greci. Poi continuavamo con attività di gruppo come il mosaico o, a scelta, come cucina o basket, che io ho preferito.
Dopo pranzo le attività pomeridiane erano diverse per ogni giorno. Durante la siesta approfittavamo per giocare con la play station e per socializzare tra noi.
Ogni giorno andavamo in spiaggia e, un pomeriggio, abbiamo fatto una competizione di sculture di sabbia che è stata molto divertente.
Ogni tanto dopo cena siamo andati in un pub, l’Ambassaden, dove ci siamo divertiti ballando.
I 15 giorni, trascorsi molto piacevolmente, sono serviti a farci sentire uniti. La conoscenza di tutti questi ragazzi mi ha lasciato un ricordo di amicizia e solidarietà ma, purtroppo, tutto è finito troppo in fretta.
Il giorno più brutto è stato l’ultimo: quello delle partenze che si sono susseguite dalla mattina alla sera.
Fortunatamente abbiamo facebook, skype e i mezzi per comunicare tra noi e, infatti, sono in contatto ancora con qualche amico del campo.
Grazie per avermi dato questa opportunità.
Dal giorno 07/07/13 al giorno 21/07/13 ho partecipato, per la mia prima volta a un campo Lions; il campo si è tenuto a Napa, una cittadina dell'isola di Cipro.
Sono partita con entusiasmo (e un po’ di timore, visto che avrei viaggiato per la prima volta senza i miei genitori) per conoscere ragazzi e ragazze di altre nazioni e culture e approfondire le mie conoscenze riguardanti la lingua inglese.
Il giorno dell’arrivo sono rimasta impressionata dal numero di ragazzi che avrebbero condiviso il campo con me e con i quali avrei trascorso due settimane estive diverse dal solito.
Quando mi sono resa conto di dover stare in camera con 7 ragazze straniere, ho capito che sarei stata obbligata a parlare solo l’inglese. Anche l'altra ragazza italiana, con la quale si è instaurato un ottimo rapporto, stava nella stanza accanto con ragazze straniere. A primo impatto ero spaventata, ma, dopo che ho rivolto la parola per la prima volta alle compagne di camera, ho capito che erano simpatiche e che sarei riuscita a comunicare senza difficoltà. È stato bello non parlare l’italiano per due settimane. Inizialmente mi sono sforzata di affrontare tutti gli argomenti in inglese, nella lingua che più amo, dopo la mia; anche quando parlavo con i ragazzi italiani, ho scelto di comunicare in inglese per permettere agli amici delle altre nazioni di comprendere i nostri discorsi. Dopo alcuni giorni, mi sono resa conto di pensare (e sognare) in inglese.
Quest'estate ho partecipato ad uno scambio giovanile con i LIONS, nel mese di luglio.
Prima di partire ero un po' scettica, pensavo che avrei preferito un'altra destinazione, già mi immaginavo Cipro come un'isola triste, con pochi giovani e molti anziani ciprioti.
Non mi sarei potuta sbagliare di più! Le due settimane sono letteralmente volate ed ogni giorno che passava era uno in meno alla partenza verso casa.
Parlando dei ragazzi conosciuti nel camp, non avrei potuto chiedere di meglio: abbiamo legato moltissimo come gruppo, la maggior parte del tempo stavamo tutti insieme.
Ho avuto la fortuna di dormire in stanza con ragazze fantastiche, con le quali non ci saremmo mai stancate di chiacchierare, confidarci e ridere, ridere e ridere ancora.
Il posto era bellissimo, a cinque minuti dalla spiaggia e con edifici bianchissimi, caratterizzati da un porticato sul davanti, sotto il quale passavamo diverse ore della siesta.
Polina era la nostra group leader ed era assolutamente fenomenale: dolce, comprensiva e sempre pronta ad ascoltarci.
Le uniche note negative riguardano il cibo (mangiavamo quasi sempre maiale!), le docce (l'acqua scorreva molto lentamente) e alcuni atteggiamenti di Anna, sfociati in spiacevoli avvenimenti.
Nonostante questo, la considero un'esperienza favolosa, con tanto di shopping, "disoteca" e parco acquatico.
Non dimenticherò mai tutti quei ragazzi, con i quali abbiamo stretto un rapporto speciale e continuiamo tuttora a sentirci, via facebook, skype e altri social, fantasticando sul giorno in cui ci riincontreremo di nuovo.
Bologna, ore sei dl mattino inizia la mia avventura, insieme ad altri due ragazzi italiani. La nostra meta è Cipro nella città di Aya Napa famosa per le sue spiagge e per le serate movimentate.
Al nostro arrivo in aeroporto veniamo accolti e subito portati, insieme ad alcuni degli altri campers, nel nostro alloggio.
La partenza ammetto che non è stata delle migliori, il caos, l’ imbarazzo e la timidezza dei primi giorni si è fatta sentire ma nonostante ciò abbiamo continuato a mantener il sorriso e dopo qualche giorno eravamo diventati tutti una grande famiglia guidata dalle stupende animatrici che hanno saputo movimentare l’atmosfera.
Anche le attività passati due o tre giorni si sono fatte più interessanti: abbiamo fatto visita a diverse città dell’ isola, fatto attività di svago fra cui acquafan e giochi nautici e inoltre ci siamo confrontati con realtà molto diverse da ciò che siamo abituati quotidianamente.
Consiglio la mia esperienza a qualsiasi ragazzo della mia età, i legami che si creano, la possibilità di incontrare altre persone provenienti da tutto il mondo e con loro potersi confrontare sulle diverse culture è un occasione da non farsi sfuggire.
Ero partita con l’ intento di migliorare il mio inglese ma sono tornata con molto di più. Concludendo ringrazio i Lions italiani e ciprioti che hanno permesso questo camp.
Oltre allo shock creato dai 40°C e dalla guida all’inglese, l’impatto iniziale non è stato proprio come me lo aspettavo. Devo ammettere che ci ho impiegato un po’ di tempo a capire chi fossero gli organizzatori e in più, oltre ai giochi da tavolo non è che ci fossero molte altre attività all’interno del campo… ma come sempre, per dare un giudizio complessivo ad una cosa bisogna viverla fino in fondo. E’ risaputo che noi italiani dobbiamo farci riconoscere in ogni parte del mondo nella quale andiamo per il nostro carattere esplosivo, e come vuolsi dimostrare, soprattutto grazie a certi individui siamo riusciti a smuovere un po’ le acque sia con gli organizzatori che con gran parte dei campers.
Dopo pochi giorni abbiamo cominciato veramente a goderci le meraviglie che offre Cipro, tra mare, sole e cibo (escludendo di tanto in tanto quello del campus, senza offesa per i cuochi: due persone meravigliose!).
Anche se questa esperienza è durata solo due settimane siamo riusciti a fare il giro delle più importanti città di Cipro, oltre alla giornata in barca e ad alcuni sport acquatici meravigliosi!
Per quanto riguarda la lingua, io ero partito dall’italia con l’intento di migliorare il mio inglese; al contrario sono tornato con un bagaglio di lingua greca notevole (non c’è bisogno di specificare che la gran parte erano parolacce).
A parte il viaggio in se, questa esperienza mi ha permesso di conoscere persone stupende, che non dimenticherò mai! Giudizio finale: esperienza indimenticabile!
Per la prima volta, quest’anno, ho avuto l’occasione di partecipare ad uno scambio Lions: CIPRO HERE I COME!
Quindici giorni di camp nella più bella spiaggia di Cipro – Agia Napa – in compagnia di una trentina di ragazzi tutti con un bagaglio culturale diverso, pronti a condividerlo con me. Che emozione!
Una volta sull’aereo sono stata invasa da un misto di sentimenti contrastanti: ero emozionata per la partenza, curiosa di scoprire quello che mi attendeva, ma anche un po’ preoccupata per il mio primo viaggio da sola. Mi sono fatta coraggio e con un grande sorriso ho varcato la soglia dell’Agia Napa Lions Youth Camp.
I primi giorni non sono stati esattamente come me li aspettavo, ma cercavo sempre il lato positivo e mettevo buona volontà in tutto ciò che facevo: ho conosciuto gli altri ragazzi, ma i nostri tutors non hanno molto incitato lo scambio culturale tra di noi, e già dai primi giorni si erano formati dei gruppetti di ragazzi che, ovviamente, parlavano la stessa lingua, tra cui quello degli italiani. L’organizzazione scarseggiava, alla domanda “What are we doing today?” la risposta era “Siesta!”. Ero felicissima di trovarmi in un posto così straordinario, ma delusa di trascorrerci il mio tempo facendo la siesta.