“Ciao” è stata la prima parola che ho imparato in serbo, difficile il serbo; poi la Serbia è lontana, ma non c'è la guerra? No, in Serbia non c'è la guerra e no, non è così lontana.
Questo Paese è stato una sorpresa per me, non perché pensassi che ci fosse la guerra o fosse chissà dove, queste erano solo alcune delle cose che dicono quando sentono che hai una meta non convenzionale.
Non che fossi partita con pregiudizi, però è stata una sorpresa, appunto, perché non ne sapevo veramente nulla, ora so che i serbi sono tra le persone più ospitali che siano.
Mi ritrovo seduta sulla scrivania a scrivere di ciò che ormai sono ricordi dell’esperienza migliore che io abbia provato nei miei ormai 18 anni, la Danimarca è stata semplicemente sublime.
Il viaggio in areo è stato ottimo a parte aver dovuto aspettare 5 ore all’aeroporto, però fortunatamente ero riuscita a mettermi in contatto con un ragazzo belga il quale, ha partecipato all’esperienza nello stesso campo con me, si è dimostrato fantastico nei miei confronti e nel campo eravamo assieme in uno dei quattro gruppi con i quali ci avevano divisi.
Arrivata all’aeroporto di Billund, la mia host family era lì che mi aspettava, sono stati fin da subito generosi e molto accoglienti, mi hanno mostrato la loro splendida casa e offerto una fantastica camera, tutta per me.
Nel luglio 2017 ho trascorso 18 giorni in Slovenia, un paese forse sottovalutato in cui, nonostante la vicinanza con l’Italia, non ero mai stata.
La mia esperienza è cominciata con la permanenza di una settimana presso una host family che vive a 500 metri dall’Italia!
Ovunque ci spostassimo, nella zona vicina al confine, mi sembrava di essere a casa: tutti sapevano parlare italiano molto bene. In famiglia ho trascorso 7 giorni magnifici insieme alla mia host mother e ad una ragazza proveniente dalla Turchia.
E’ stata una fortuna non essere da sola perché la nostra host sister è stata con noi pochi giorni; uno scambio in Finlandia la stava aspettando.
Nonostante ciò abbiamo passato momenti molto piacevoli in sua compagnia… abbiamo fatto addirittura il bagno nel fiume Isonzo!
Era il 10 maggio quando mi è arrivata la mail con la mia destinazione.
Appena ho letto Serbia ho pensato tutta entusiasta “ perché no?” e allora ho chiamato subito i miei genitori per informarli, ma la loro risposta è stata “ e non sappiamo , com’è la situazione in Serbia?”. Si sono subito informati e con un po’ del mio potere di convinzione si sono convinti.
Ricevute tutte le informazioni necessarie, ho subito scritto alle due famiglie che poi mi avrebbero ospitato e non vedevo l’ora di incontrarle .
15-07-2017 : si parte.
Ero davvero emozionata e ansiosa. Arrivo a Belgrado e vedo Aleksandra, la figlia della mia famiglia, con in mano un cartello con il mio nome e penso “ ok, ci siamo!”. Fin da subito c’è stata una bella intesa con lei e i suoi genitori ,visto che abbiamo iniziato a ridere e scherzare.
Quest’estate dal 25 giugno al 15 luglio grazie al club Lions ho avuto l’opportunità di partecipare allo scambio in Macedonia.
Sinceramente prima che mi venisse proposta questa meta non conoscevo nulla del paese , lo avevo solo sentito nominare nelle lezioni di storia quando si parlava di battaglie greche e romane.
Ma si è rivelato presto molto interessante e pieno di sorprese.
Ho trascorso la prima settimana presso una host family a Veles, una città nel centro della Macedonia.
Loro sono stati ospitali fin da subito, la prima sera infatti siamo andati a cena in un ristorante tutti insieme ( i genitori con le loro due figlie mie coetanee).
Un’ amica della figlia maggiore ospitava nello stesso periodo una ragazza italiana, quindi siamo uscite quasi tutti i giorni insieme.
Per la nostra famiglia è stata la prima esperienza di ospitalità di ragazzi di altrove in casa, fin da subito ci è sembrata una bella opportunità per Giacomo, che frequenta il liceo linguistico, poter ospitare per poter scambiare chiacchiere ed esperienze con chi arriva da luoghi non conosciuti e confrontarsi su vite magari molto diverse.
L’arrivo di Unubileg dalla Mongolia ci incuriosiva parecchio, conoscendo pressochè nulla di quel paese, era pieno di aspettative ed entusiasmo, ma anche con una leggera apprensione non sapendo se la nostra ospitalità da famiglia emiliana, allegra e aperta ma molto semplice, sarebbe stata gradita da un ragazzo cresciuto in famiglia e paese di tutt’altro genere.
Ma già dal suo arrivo all’aereoporto è stata una festa, nonostante il lungo viaggio è uscito sorridentissimo presentandosi alla nostra famiglia in modo estremamente educato, elegante e rispettoso (forse rideva anche del nostro rudimentale “cartello”). Da quel momento tutto è stato semplice e piacevole: qualsiasi situazione, momento, è stato di suo gradimento, rendendo facile, positiva e divertente ogni iniziativa, organizzazione o gita.
Premettendo che non sono un ottima scrittrice, cercherò di farle capire ciò che per me ha significato quest'esperienza.
Queste tre settimane sono state di totale assorbimento nel mondo finlandese.
La natura ha fatto si che venissi catapultata in una realtà totalmente nuova e differente da quella a cui sono abituata.
Padrona incontrastata di qualsiasi paesaggio è riuscita a darci grandi emozioni sia che si trattasse di un tramonto mentre nuotavamo in un lago per noi pressochè ghiacciato, sia in una semplice alba guardata insieme a tutti gli altri ragazzi la notte prima dei temuti addii.
In sole tre settimane tutti noi che abbiamo partecipato al camp siamo riusciti a sentirci non turisti o visitatori di passaggio, ma finlandesi nelle abitudini, nello stile di vita e nel modo di rapportarci con le persone.
Questo che segue è un breve resoconto di ciò che ho fatto e vissuto in Perù durante un meraviglioso viaggio iniziato il 19 giugno e terminato il 17 luglio 2017.
Il primo giorno di partenza ero molto nervosa anche se non lo davo a vedere; quel giorno partii di notte e presi l'aereo.
All'arrivo è stato strano perchè era di nuovo notte.
Nell'aeroporto ci hanno messo insieme a tutti gli altri ragazzi dell'intercambio dato che loro già erano arrivati e stavano aspettando le rispettive famiglie; eravamo tutti stanchi ma, nonostante la stanchezza, felici di essere arrivati a destinazione.
I giorni a seguire abbiamo trascorso la prima settimana in famiglia; in quel periodo ho potuto conoscere alcuni leo di Huachipa Norte.
Mi ero già rassegnata all’idea che quest’anno non sarei riuscita a partire perché non c’erano posti disponibili, poi la notizia, ancora più bella perché inaspettata, che avrei potuto andare in Indonesia.
Gioia all’ennesima potenza!
Le mie aspettative non sono state deluse, anzi è stata un’esperienza fantastica, più di quanto avrei potuto immaginare.
Arrivo a Malpensa e sono già carico, sto partendo per il Brasile! Lascio la ma famiglia al check-in e, all’imbarco, incontro Matteo, l’altro ragazzo italiano che viaggerà con me. Facciamo scalo ad Amsterdam, dove passiamo a prendere anche Giulia, anche lei farà lo stesso viaggio. Usciti dal controllo passaporti di Sao Paolo, ogni passo manda una scarica di adrenalina e scherziamo tra noi mentre ci dirigiamo all’uscita. Giulia e Matteo trovano subito le loro host families, mentre io devo aspettare un po’ perché la mia non è riuscita a trovare un parcheggio vicino. Mi vengono così a prendere Icaro e Giusepe, rispettivamente mio fratello e mio padre, con i quali mi trovo subito d’accordo e, per tutto il viaggio verso San Jose dos Campos, scherziamo e parliamo in inglese portoghese e italiano. Le cose vanno benissimo fino a quando, dopo aver incontrato la madre Rosmery e mia sorella Lorena, mi offrono per cena della pizza con delle banane! Penso che Icaro prenderà per sempre in giro per la faccia che ho fatto mentre mi spiega che in Brasile “everything is banana!” (e comunque alla fine la pizza non era malissimo).
Appena atterata in sud America, precisamente a San Paolo, ancora non potevo credere che ci avrei vissuto per un mese. Dopo il lungo viaggio in aereo finalmente arrivai; la mia host family mi aspettava con ansia all'aeroporto e appena li incontrai mi regalarono un caldissimo ed enorme abbraccio.
Ho vissuto un mese indimenticabile ricco di grandissime emozioni.
Quando sono arrivata ho trovato l'inverno (faceva buio alle 5 del pomeriggio) e i miei occhi hanno visto tanta povertà intorno, alla quale non ero pronta. Come penso sia normale i primi giorni non sono stati facili: trovarsi in una nuova casa con una nuova famiglia, con cibo totalmente differente, con abitudini e lingua diversa, è stato per me un po' disorientante; ma ho reagito e con l'aiuto della mia host family ho iniziato ad adattarmi.
Partita da Milano con un temporale, atterro finalmente a Skopje con un caldo che sembra tropicale.
Ad accogliermi vi è la mia famiglia ospitante, e ricevo subito un abbraccio dalla mia host sister. Passo dunque la mia settimana in Macedonia a Veles, vicino alla capitale, una piccola città piena di vita.
La settimana passa in fretta tra visite nei dintorni e uscite la sera con la mia host sister e le sue amiche: ricordo con affetto una notte sulla collina da cui si poteva osservare la città, le ore passate semplicemente a parlare.
Per la prima volta quest’anno ho avuto la possibilità di partecipare al programma Youth Camps & Exchange organizzato da Lions. La destinazione della Georgia (quella Europea) mi era inizialmente sembrata un po’ bizzarra, semplicemente perché non mi era proprio venuta in mente come meta. Con poche nozioni sul paese in cui mi dirigevo, mi sono apprestato al viaggio di una vita.
Il viaggio in sé è stato relativamente rilassato e privo di stress: alle 10 di mattina da Bologna sono volato prima a Vienna, poi a Tbilisi.
Arrivato verso mezzanotte (ora locale), sono stato accolto all’aeroporto dalla mia host-mum (Keti) e dal mio host-brother (Anton), nella cui casa ho passato la notte in attesa di congiungermi con gli altri ragazzi per dirigerci al Campo l’indomani mattina.
Tema Leo Photo Contest: Rappresenta in un'immagine il significato che ha per te l'Unione Europea.
Titolo dello scatto: “Ubi concodia est, ibi semper victoria est.”
Caro diario di viaggio,
Qui è Denise che scrive da casa sua, di ritorno da un'esperienza indimenticabile: Youth Camp, Danimarca, Camp E “Fun, Friendship and Memories for Life”.
Tutto è iniziato con la vittoria di un concorso fotografico del Leo Club Crema il cui premio era un'esperienza con lo Youth Exchange program in Europa.
Partecipare ad un'esperienza di scambio all'estero in famiglia era sempre stato uno dei miei sogni, ecco perché mi ero impegnata tanto.
Mesi dopo mi dissero che sarei andata in Danimarca, la cosa mi rendeva davvero molto felice a causa della mia passione per la Scandinavia, e mi confermarono che avrei trascorso due settimane in un camp. Malgrado desiderassi anche un’esperienza in famiglia, non sapevo che il camp sarebbe diventata la mia casa e tutte le persone che ho incontrato la mia famiglia.
Il giorno della partenza ero felicissima, avevo la maglia per la partenza e lo zainetto dati dalla Presidente dei Leo di Crema, Letizia Vanelli: ero pronta per l'avventura. Subito all'aeroporto ho incontrato il primo compagno di viaggio: Francesco, da La Spezia. Insieme abbiamo salutato i genitori e siamo partiti.
Come prima cosa voglio ringraziare di cuore tutta l’organizzazione e i Lions, che mi hanno permesso di fare questa fantastica esperienza che mi ha fatto crescere come persona e mi ha aiutato a capire e a scoprire nuove culture con le quali non ero mai entrato in contatto.
La prima settimana l'ho trascorsa a Potsdam, con una famiglia meravigliosa. Ho legato molto con il mio "fratellino" (Marten) di 13 anni e con la mia "sorellina" (Hannah) di 16, e stiamo già pensando ad un loro viaggio in Italia.
I primi tre giorni li ho trascorsi con Marten, e, grazie al suo ottimo inglese e qualche passione in comune, come quella per il basket, abbiamo potuto parlare e giocare molto.
Dal quarto giorno invece, i genitori, sono riusciti a ritagliare del tempo da trascorrere con me, e abbiamo visitato il cuore della città.
Nuovi odori, nuovi paesaggi, nuovi sapori: sin dall’uscita dell’aeroporto è questo che proverete in Indonesia, il tutto ovviamente unito ad un clima decisamente infernale ma a cui dopo qualche giorno si fa il callo.
Bisogna premettere che il programma di Exchange in Indonesia, tra tutti quelli proposti dai Lions, è forse quello più particolare e esotico, molto più simile ad un viaggio “on the road” che ad una vera e propria esperienza di vita in famiglia. Se non vi piace quindi l’idea di mettervi alla prova con un viaggio lungo l’isola di Giava da Jakarta a Bali, attraversando foreste e mari, vivendo realtà completamente diverse pur rimanendo nello stesso paese e soprattutto conoscendo moltissime nuove persone (durante la mia esperienza ho incontrato ben sette famiglie), forse l’Indonesia non fa al caso vostro.
Sono appena tornata a casa dopo un mese in Argentina.
Sono partita il 30 giugno piena di ansia ma felice, e il giorno dopo ero già a Rosario con la prima famiglia, che mi ha ospitata per i primi quindici giorni.
La mamma Gabriela è un’esplosione di energia e amore, e le due figlie sono state per me non sono delle amiche, ma delle vere e proprie sorelle.
Sono stata fin da subito a mio agio, fin dal momento in cui in aeroporto mi hanno abbracciata come se ci conoscessimo da sempre.
Mi hanno subito portata in giro per Rosario, mi hanno raccontato un po’ della loro vita ed io ho raccontato della mia.
Dopo circa tre giorni ci siamo trasferite a Gálvez, un piccolo paese in cui la famiglia vive (abbiamo trascorso i primi giorni a Rosario perché le due ragazze studiano lì).
Ore 4.30 di mattina del 15 luglio 2017 parto alla volta dell’ aeroporto di Bari, destinazione San Francisco per una esperienza che veramente mi segnerà.
Il mio Exchange in California è iniziato con l’arrivo all’aeroporto di San Francisco di me e Riccardo (gli unici due italiani del programma), lì ho potuto finalmente conoscere la mia prima famiglia ospitante: una coppia di simpatici anziani signori, David e Nellie.
Non dimenticherò mai le prime parole di David il giorno dell’ arrivo, che furono: you will be as son for us, bene mi hanno trattato meglio di un figlio, quasi come un nipote.
Il soggiorno a Linden, paese in cui ho trascorso i miei primi dieci giorni di Exchange, sono stati bellissimi.
22 Luglio 2017, aeroporto di Catania. Volo diretto per Monaco, volo diretto verso una delle esperienze più formative della mia vita.
Qualche mese prima della partenza avevo ricevuto la notizia di aver vinto una borsa di studio offerta dal Lions Club della mia città per partecipare al programma Scambi Giovanili in Germania presso il Lions International Bavarian Youth Camp. Durata della vacanza: tre settimane. Tre settimane di emozioni uniche, di meraviglia, di numerosissime “prime volte”: più semplicemente, tre settimane di crescita.
La mia fantastica esperienza con i Lions in Australia.
Il 29 giugno è iniziato un viaggio che non dimenticherò mai.
Dopo venti ore di volo sono arrivata a Sydney e da lì ho preso il treno per raggiungere Newcastle ( una magnifica città che si affaccia sull’Oceano Pacifico), dove mi attendeva la famiglia che mi avrebbe ospitata per tre settimane nel paese dei canguri.