Le ultime 3 settimane di Luglio sono state le più belle ed emozionanti di tutta l’estate; volete sapere perché? Grazie ai Lions ho potuto vivere un’esperienza fantastica in Belgio. Sono stata ospitata da 3 famiglie locali molto disponibili, gentili e simpatiche; ho adorato stare con loro e condividere questa esperienza che mi ha arricchito e fatto crescere.
Appena arrivata all’aeroporto di Bruxelles ( o Brussels in lingua) la prima famiglia mi ha accolta nella loro adorabile casa in un paesino non molto distante dalla capitale; mi hanno subito messo a mio agio e ci è voluto molto poco perché io mi abituassi e mi sentissi parte della famiglia.
Nei giorni successivi insieme a loro abbiamo visitato in lungo e in largo la meravigliosa città di Bruxelles, incontro di diverse etnie, religioni, lingue e usanze; ho potuto visitare moltissimi musei e luoghi d’interesse storico/artistico ma ho sperimentato anche eventi mondani e sociali come molti festival musicali ai quali ho partecipato con la ragazza della famiglia, la mia prima host-sister Svenja e i suoi amici.
Avendo vinto un concorso locale indetto dai Lions ho avuto l'inaspettata quanto meravigliosa opportunità di poter partecipare ad uno scambio culturale che avrebbe coinvolto me e tanti altri ragazzi da svariate parti del mondo.
Non conoscevo ancora nessuno e questo contribuì non poco ad alimentare la mia curiosità quanto l'emozione che mi avrebbe accompagnato durante tutto il soggiorno in Danimarca.
Non ebbi paure, ansia, solo entusiasmo e impazienza di dare il meglio di me, come ambasciatore all'estero della mia grande nazione quanto pervicace curioso delle altre.
Non riuscii a contenere il sorriso incalzante appena vidi in aereoporto la mia host family, vi avrei trascorso una settimana insieme e questo mi parve come il preludio dei bei momenti che avremmo poi avuto.
Un’esperienza durata dal 29/07 al 23/08 dell’anno 2017, che mi ha fatto scoprire usi e costumi del Colorado totalmente diversi dai miei.
Nelle prime due settimane ho vissuto con la mia Host Family formata solamente da Nancy Pike, una madre single in pensione, molto disponibile, comprensiva e gentile, che mi ha mostrato Windsor, il paesino dove abita a circa 2 ore dalla capitale Denver, e i dintorni.
Nella mia terza ed ultima settimana sono stata nel Colorado Lions Camp nella cittadina di Colorado Springs, con tutti i ragazzi ospitati in Colorado e New Mexico.
Prima di partire per l'India non sapevo molto più che questa parola. Ero naturalmente contento di conoscere una cultura nuova, ma non avevo idea di quanto fosse profondamente diversa dalla nostra, quasi immune alla forza culturalmente devastante della globalizzazione.
Mi sono trovato in un mondo regolato da norme sociali, civili, religiose che non credevo esistenti, mi ha mostrato una varietà e ricchezza che credevo appartenesse a tempi ormai passati.
All’arrivo sono stato accolto dalla famiglia ospitante che mi ha “decorato” con una collana di fiori e il bindi, un punto di colore rosso apposto al centro della fronte.
Quest’estate, precisamente dal 15 Luglio al 6 di agosto 2017, ho avuto la grande opportunità di essere coinvolta in un’esperienza Lions in Finlandia.
La prima settimana sono stata ospitata dalla famiglia Gustafsson, la seconda sono stata ospitata dalla famiglia Lohi e l’ultima settimana sono stata nel campo Lions Youth Camp Finland 100 years 1000 lakes in Lappenranta.
La prima settimana:
La famiglia Gustafsson abita a Porvoo, una piccola cittadina distante 40 minuti dalla capitale Helsinki. Perciò il viaggio dall’aeroporto a casa loro non è stato estenuante. Oltre a me non hanno ospitato nessun altro ragazzo/a, ma non ero da sola perché le figlie si occupavano di me.
Il 29 giugno ha avuto inizio l'esperienza più emozionante e stravolgente della mia vita: il mio viaggio in Australia!
Dopo una giornata intera di volo, al mio arrivo all'aeroporto di Melbourne mi sono subito sentita come a casa, infatti ad accoglierci c'erano i responsabili Lions che poi avrei incontrato di nuovo al Camp Koala e il mio host-dad, che mi ha portato a fare colazione nell'attesa di Katri, una ragazza finlandese con cui avrei condiviso l'esperienza in famiglia e al camp.
Già da questo primo incontro con il mio host-dad ho capito che avrei passato tre settimane ridendo a crepapelle.
La mia esperienza è iniziata con una mail da parte di Lions Club che mi proponeva di trascorrere tre settimane in una piccolissima cittadina del Canada, Minnedosa nel Manitoba, con poco più di 2500 abitanti.
Anche essendo un po’ demoralizzata per non aver letto città come Toronto o Vancouver, accettai subito.
Il 25 giugno partii da Venezia per il mio viaggio aereo più lungo con ansia e curiosità e con un’altra ragazza italiana di Vicenza. Dopo 14 ore arrivammo all’aeroporto di Winnipeg e ad aspettarci al ritiro bagagli c’erano 3 ragazze (mia “sorella” e due amiche) e la mia host mum.
Nel tragitto dall’aeroporto a casa scoprii che la famiglia era composta dalla mamma, Beth, il papà, Mark e i due figli, Shae e Ty.
I started this wonderful experience on the 22nd of July in the München Airport, where I first met my host family and a few other exchangers of my camp.
We were all scattered in the South Bavarian area, in some different places: I was in Friedberg, a tiny beautiful city near Augsburg, with a Finnish girl, a Mexican guy and a French one.
We have bonded very deeply and become true friends: even if there are thousands of kilometers between us, we are sure that sooner or later we will meet again.
For the first week of our exchange, the four of us were always together, because our host families are friends, so they organized activities and experience for all of us.
It has been absolutely beautiful: we visited both Friedberg and Augsburg, went to high school (and compared that to the ones in our own countries), tried Bavarian specialties, but - most importantly - we lived with our families, sharing moments of their everyday life.
Quest'anno ho avuto la possibilità di partecipare per la prima volta al Programma di Scambi Giovanili Lions, destinazione... Australia!
All'inizio ero terrorizzata al pensiero di fare un viaggio così lungo : ben 21 ore di volo!
Mi preoccupava dover rimanere per la prima volta lontano da casa per ben quattro settimane: i primi giorni,infatti,tra la differenza di fuso orario e la nostalgia di casa,ero un po’ spaesata.
Ringrazio preventivamente il Lion club per le ottime esperienze che propone e sollecito affinché gli scambi giovanili non abbiano fine poiché sono grande motivo di crescita per chi partecipa ad essi.
Quest'anno ho partecipato per la terza volta ad uno scambio giovanile Lion. Sono partito senza aspettative o pronostici, con una scatola vuota da riempire.
Ero vagamente spaventato poiché sono sempre stato ospitato da una famiglia per poi spostarmi la settimana seguente in campo, ma questa volta non è stato così.
12.864,93 km, 19 ore di volo, 12 ore di fuso orario.
Non ero mai stata così lontana da casa mia.
Ero eccitata all’idea del viaggio dal momento in cui ho saputo che sarei partita, al pensiero di andare tanto lontano, in un luogo così diverso.
In aeroporto conobbi Pietro e Anna, gli altri due ragazzi italiani; i primi due membri della mia nuova Ohana, la mia famiglia internazionale alle Hawaii. Il viaggio d’andata fu interminabile; pensavo solo al momento in cui sarei atterrata. Provammo a lavorare un po’ alla presentazione che avremmo dovuto fare, confrontare il materiale, dividerci i ruoli, ma non facemmo altro che parlare di quello che ci aspettavamo di trovare.
Eh già, di nuovo in Italia… ma c’è qualcosa che mi richiama nella magnifica Austria. Proverò a raccontarvi com’è stata la mia prima esperienza con gli scambi giovanili dei Lions. La settimana prima della partenza (dal 30/06 al 07/07) ho ospitato una meravigliosa ragazza della California, Isabella. Con lei ho potuto sperimentare la vita da famiglia ospitante e com’è interessante trascorrere del tempo con qualcuno che vive dall’altra parte del mondo. Ho imparato moltissime cose a proposito della cultura del suo paese. È stata una settimana fantastica, INDIMENTICABILE!
Report sullo Youth Camp and Exchange in Thailandia 2017
Comincio preannunciando che questo è stato il mio terzo scambio (primo in Croazia e secondo in Wisconsin) quindi sono partita avendo gia fatto esperienza di altri camp e altre famiglie.
La Thailandia come tutti sanno è un posto bellissimo, incontaminato e spettacolare, e tutto quello che io mi aspettavo di vedere l'ho visto... però è anche vero che ho visto molto altro.
Ho visto la povertà di un popolo, il dislivello sociale incolmabile tra una ricchezza smisurata fatta di case lussuose e servitù, e la miseria di chi vive senza una casa.
Mi chiamo Federico Nasi e voglio raccontarvi la mia esperienza in America Latina, precisamente in Perù.
All’inizio, quando mi hanno proposto questo viaggio, devo ammettere che ero un po’ spaventato, dal momento che era la prima volta che viaggiavo da solo, senza la mia famiglia e non ero troppo fiducioso della mia potenzialità linguistica con la lingua inglese.
A mano a mano che si avvicinavano i giorni iniziavo ad entrare nell’ottica, a essere sempre più carico e a conoscere gli altri ragazzi italiani con cui avrei fatto il volo in aereo: Roberto, un ragazzo napoletano con cui ho legato moltissimo, e Adriana, una ragazza di Perugia.
Il 15 Luglio sono partita da Milano MXP per andare il Danimarca, nell'aeroporto di Milano ho conosciuto le altre due ragazze italiane che sarebbero state con me per le due settimane al Camp. Da Milano sono arrivata a Copenhagen, dove ho fatto scalo per poi prendere il secondo volo per Aalborg, il volo è andato bene ed essendo la prima volta che facevo un viaggio in aereo da sola, è stato molto facile trovare il Gate del secondo aereo.
Una volta arrivata all'aeroporto di Aalborg, ho conosciuto la mia host family, una volta salutati siamo partiti per andare casa, che distava circa un'ora e mezza da Aalborg.
Il giorno successivo al mio arrivo abbiamo pranzato insieme a tutto il resto della famiglia (nonna, zia e cugini).
Durante la settimana di permanenza nella famiglia, siamo andati a visitare un'antica cava di calce, situata a pochi km dalla casa. Siamo andati a Ringkobing, a vedere una mostra di sculture di sabbia vicino alla spiaggia, molto affascinante, dopo di che siamo andati a fare una passeggiata sulla spiaggia. Una volta terminata la passeggiata siamo partiti alla volta di un museo del mare, dove veniva raccontata la storia del naufragio di una barca nei mari del Nord.
All’inizio l’idea di andare in Thailandia mi intimoriva e mi elettrizzava allo stesso tempo.
D’altronde visitare un paese completamente diverso dal mio e da quelli in cui ero stata fino a quel momento mi affascinava come prospettiva; ma dall’altra parte ero preoccupata per più di una ragione.
La Thailandia non era tra i luoghi che avevo indicato nelle mie preferenze, e, facendo qualche rapida ricerca su internet, le notizie riguardanti le possibilità di contrarre malattie “strane” non erano particolarmente incoraggianti. In più lo scambio con la Thailandia non prevedeva un Camp e, poiché fino a qualche giorno prima del volo non vi erano notizie sulle famiglie che mi avrebbero ospitato durante il mio soggiorno, l’ansia ha continuato a crescere per tutto il periodo precedente la partenza.
Dopo mesi di attesa, il 6/7/2017 sono partito alla volta dell’Islanda da Malpensa, passando prima da Oslo, per effettuare lo scalo.
Dopo essere atterrato all’aeroporto di Keflavik nel tardo pomeriggio e dopo aver raggiunto la capitale Reykjavík con un autobus, ho incontrato per la prima volta Johanna: la signora con la quale avrei passato la prima delle tre settimane previste. Dopo aver caricato i bagagli in macchina abbiamo fatto un breve giro nel quartiere dove Johanna risiede (non molto distante dal centro) e poi abbiamo preso una pizza che abbiamo mangiato a casa, dove ci siamo potuti conoscere meglio.
Sono Giorgia, ho 18 anni e scrivo questo report principalmente per coloro che come me hanno sempre sognato di visitare l'India e che sono in procinto di compiere quest'avventura.
Potendo esporre solo la mia esperienza personale, come consiglio di viaggio vi direi di prendere tutto quello che pensate di sapere su questo posto e cancellarlo.
Arrivata il 16 luglio all'aeroporto di Delhi sono stata ospitata da due famiglie: la prima la famiglia Khillan, la seconda la famiglia Agarwal, entrambe numerosissime ma nonostante il grande numero di parenti mi sono sentita accolta e a mio agio con ognuno di loro.