Il 20 Dicembre 2019 sono partito per la Nuova Zelanda, il paese dei Kiwi e di paesaggi unici al mondo.
L’Oceania era l’unico continente che ancora non avevo visitato (sempre grazie agli scambi giovanili Lions ho avuto la possibilità di andare in Brasile e in Giappone).
Partendo da Milano ho fatto scalo a Dubai, dove ho incontrato gli altri tre ragazzi italiani, Elena, Francesco e Marta, con i quali ho preso il secondo volo per Auckland, che ha fatto scalo a Bali, in Indonesia. Il volo in totale è durato quasi 30 ore, è stato il viaggio più lungo che abbia mai fatto, ed è stato abbastanza stancante.
Una volta arrivati all’aeroporto di Auckland io e Marta abbiamo preso un ultimo piccolo aereo che ci avrebbe portato dalla nostra prima famiglia ospite, gli Shoemark, Leah e Malvern.
Mi hanno accolto per una settimana, ho passato il Natale insieme alla loro grande famiglia (avevano 3 figli per un totale di 8 nipoti).
La mia esperienza in Giappone è durata 20 giorni, dal 7 al 27 Dicembre 2019. Il 7 Dicembre ho lasciato Milano per partire per un paese lontanissimo e completamente diverso dal mio: il Giappone. Ancor prima di partire, al solo pensiero di dover affrontare un viaggio così lungo e intenso, ero emozionatissima.
Dopo più di dieci ore di volo sono finalmente arrivata, non riuscivo a credere di essere in Giappone! La prima cosa che ha attirato la mia attenzione è stata la grandissima generosità e disponibilità da parte delle persone giapponesi che lavoravano all’aeroporto, c’ era infatti chi mi dava indicazioni e aiuto senza nemmeno chiederlo. Sono stata poi accolta calorosamente da due membri del Lions Club di cui uno successivamente si è occupato di portarmi verso la casa della mia host family.
Questa estate sono stato in Wisconsin cinque settimane, dal primo luglio all’otto di agosto, ed ho viaggiato tra due stati: Illinois e Wisconsin. Sono partito pieno di entusiasmo con l’idea di conoscere una famiglia tipica americana e riuscire a vivere con loro attimi di vita americana. Il primo periodo l’ho trascorso in Wisconsin, più precisamente in una piccola cittadina di nome Wausau, a casa di una famiglia composta da sei persone, poi ho trascorso una settimana di “Camp” nella capitale di quello stato: Madison.
L'esperienza poteva essere una bella esperienza se non fosse che purtroppo non tutto è andato come ci si aspettava visti i numerosi aspetti negativi, che andrò ad elencare uno ad uno.
Ho avuto la fortuna di essere stata selezionata per uno scambio con il Brasile, un paese che ho sempre sognato visitare.
Dopo un lungo volo – che ha previsto lo scalo a Parigi e poi a Rio de Janeiro - sono atterrata a Foz do Iguaçu, una località che si trova nello stato del Paranà.
Un vero paradiso terrestre, meta di molti turisti, dove si possono ammirare le cascate di Iguaçu, che sono tra le più grandi al mondo.
Il benvenuto delle famiglie ospitanti è stato caloroso e io e le mie compagne di viaggio (siamo partite in quattro dall’Italia, per questa esperienza) ci siamo subito sentite a nostro agio.
Avevo davvero tanta paura che l’esperienza potesse non essere come quella di un’anno prima in Turchia ma ho comunque deciso di non avere aspettative e di vivere al meglio l’esperienza.
Mi appaiono in questo momento in mente tutti i bellissimi momenti di questo viaggio.
Tutto iniziò da quando, per la seconda volta, sono salita sull’aereo con solo una valigia e mille paranoie.
Pensavo che sarei stata più forte a lasciare per circa un mese la mia famiglia e la mia città ma invece ero comunque impaurita e triste,però emozionata al massimo: il cuore mi batteva a mille e quelle due ore mi sono sembrate lunghissime.
Sono sempre stata molto in contatto con la mia famiglia ospitante, i Nieuwstraten, composta da due sorelle gemelle (Iris e Anne), i due genitori (Kees e Irene) e un fratello e un’altra sorella che vivevano già da soli.
La mia esperienza in Estonia è stata senza dubbio una delle più belle della mia vita.
Il tempo trascorso in famiglia è stato piacevole date le opportunità che ho avuto di visitare la zona con la mia host family. Allo stesso tempo, i tempi morti sono stati lunghi, numerosi e frequenti.
Le mie mattine erano spesso occupate con visite ed uscite. Nonostante i genitori non parlassero inglese e la mia host sister spesso lavorasse, la famiglia riusciva sempre a trovarmi un parente con il quale potessi svolgere le attività.
I pomeriggi invece li passavo quasi sempre sola.
Aver convissuto 3 settimane in un paese apparentemente molto simile all’Italia, mi ha portato a sviluppare un certo sentimento introspettivo, soprattutto per quanto riguarda l’aspetto sociale e umano.
Dall’8 al 28 luglio sono stato ospitato in Francia, a Vichy; città nota per i suoi centri termali.
Questo viaggio si è sviluppato in due parti: durante la prima settimana sono stato ospitato da una famiglia di 4 persone che ha accolto –oltre a me- anche due ragazzi spagnoli, dalla quale sono riuscito a ponderare alcuni aspetti che potessero mettere in correlazione la cultura italiana da quella francese; notando che le sottigliezze sociali e culturali (soprattutto) che dividono i due paesi vicini vanno ben oltre la morale comune, e soprattutto scindono da stereotipi o luoghi comuni.
Il mio Lions Youth Exchange si è svolto in Giappone, dal 14 luglio al 5 Agosto. La mia esperienza può essere suddivisa in tre parti: dal 14 al 18 luglio sono stato ospite del Kamioka Lions Club nella prefettura di Gifu, dal 19 al 26 ho partecipato al Lions Camp MD334 e infine ho concluso la mia avventura presso il Yokkaichi Lions Club nella prefettura di Mie.
I primi 5 giorni li ho trascorsi in una realtà molto diversa da quella che mi aspettavo di incontrare in un paese urbanizzato e industriale come il Giappone.
Infatti Kamioka è una piccola cittadina molto caratteristica circondata dalle Alpi Giapponesi in una delle zone più remote dell’isola di Honshu, la principale dell’arcipelago nipponico. In questa prima settimana, oltre ad avere un primo assaggio degli usi e costumi nipponici, ho visitato l’antico villaggio patrimonio dell’Unesco di Shirakawa, il parco nazionale di Kamikochi e le città storiche di Furukawa e Takayama.
Downsizing, così si intitola un film che ho selezionato completamente a caso sull’aereo che mi stava portando a Hong Kong. Mai mi sarei immaginato che tra quell’assortimento di film che ho l’abitudine di lasciare a metà avrei trovato uno spunto su cui avrei poi basato la maggior parte delle riflessioni a cui l’esperienza di Hong Kong mi ha portato.
Il film è ambientato in un futuro non troppo lontano in cui uno scienziato riesce a mettere a punto un trattamento che permette di ridurre di dimensione gli umani per combattere la crisi ambientale provocata dal sovrappopolamento del Mondo. Le persone che scelgono di sottoporsi all’operazione vivono quindi nel lusso di una vita in cui lo spazio e le risorse sono abbondanti, contribuendo al contempo a rallentare la crisi ecologica che il pianeta sta affrontando.
11 giorni trascorsi in famiglia.
Altri 11 giorni trascorsi nel camp.
22 giorni indubbiamente straordinari.
Sono felice di poter affermare che ho visto Istanbul in tutta la sua bellezza.
Il lato asiatico e il lato europeo della città, come lo chiamano i Turchi di Istanbul, a gran voce urlano il loro passato storico e il loro presente. Quasi come fanno i venditori del Grande Bazar, uno dei mercati coperti più grandi e antichi del mondo.
Grazie al progetto degli Scambi Giovanili promosso dal Lions Club, quest’estate ho avuto la possibilità di passare due settimane in Grecia, nella zona di Salonicco.
Descrivere la mia esperienza non è facile: non ci sono parole accurate per esprimere tutte le emozioni che ho provato in quel periodo e per la mia gratitudine di aver avuto l’opportunità di intraprendere questo viaggio.
Durante queste due settimane sono entrata in contatto con la cultura e le abitudini greche, che sono per certi versi molto simili a quelle italiane e per altri totalmente opposte e che proprio per questo mi hanno affascinato tantissimo.
Durante l'estate del 2019 ho avuto la possibilità di passare 3 settimane in Turchia a Istanbul.
Sono state probabilmente le 3 settimane più belle della mia vita, dal momento in cui sono arrivato all'aereoporto fino a quando sono ripartito lo staff è sempre stato in contatto con noi tramite whatsapp o in prima persona per essere sicuri che tutto stesse andando bene e in sicurezza, specialmente il camp director Egemen.
Entrambe le famiglie mi hanno portato in giro per la città mostrandomi parte dei monumenti storici e religiosi.
La parte che ricordo meglio, però, è lo scambio culturale che ho avuto con ognuno di loro, parlando fino a tardi parlando delle tante differenze e delle molte similitudine tra i nostri due paesi, da un punto di vista culturale, religioso e della vita di tutti i giorni.
Quest’anno , grazie al Programma di scambi giovanili Lions , ho avuto l’opportunità di vivere un’ esperienza unica nei Paesi Bassi , entrando in contatto con una cultura differente e portando a casa più di un semplice viaggio all’estero.
La prima settimana l’ho trascorsa in famiglia , nel sud dei Paesi Bassi , in una tranquillo paese immerso nel verde dei prati, nel blu intenso dei canali e il tipico scenario dei mulini a vento e fiori.
Già al mio arrivo la mia Host –family mi ha fatto sentire come a casa( forse con un po’ di pioggia in più) , invitandomi ad una festa di famiglia molto divertente e che mi fece subito sentire a mio agio.
Mi chiamo Elena De Filippis, vengo dalla Valtellina e l’estate scorsa, precisamente nel periodo 21 luglio-11 agosto, ho trascorso tre settimane in Finlandia grazie al programma Lions Youth Exchange.
Trovo che sia stata un’esperienza molto positiva e ricca di emozioni.
Ho trascorso per l’esattezza 10 giorni in famiglia e 11 nel campo.
Durante il primo periodo, grazie alla mia host family, ho potuto conoscere la cultura finlandese e ammirare i bellissimi paesaggi naturali, ricchi di laghi e foreste.
Il 29 giugno sono partito per il Michigan, dove mi è stata data la possibilità di partecipare per la prima volta al Lions Youth Exchange Program.
Un po’ stordito dal jet lag sono sceso dall’aereo all’aeroporto di Lansing dove ad aspettarmi c’era Eileen, la mia host mum, che con un caloroso abbraccio e un: Welcome to our family, mi ha fatto subito sentire a mio agio.
Per quasi quattro settimane ho vissuto con Eileen e suo marito Steve, una dolcissima coppia sposata da 40 anni, insieme a Vinnisius, il mio host brother brasiliano.
La prima settimana l’abbiamo trascorsa presso un autentico lake cottage americano nel north Michigan dove la quiete e il silenzio regnavano sovrani e alternavamo battute di pesca poco redditizie con relax e puri barbecue americani.
Venerdì 19 Luglio, la sveglia suona alle 5 di mattina, direzione aeroporto di Malpensa. Destinazione finale? Calgary, Canada.
Mi chiamo Chiara e quest’anno ho avuto la possibilità di partecipare nuovamente ad uno degli scambi giovanili dei Lions, questa volta spingendomi al di fuori del nostro continente. Arrivata a destinazione ad accogliermi insieme alla mia compagna di viaggio Sara ci aspettava un pick-up bianco con a bordo Page, la nostra hostmom e Brooklyn, la figlia 19enne.
Una volta stipate le valige a brodo e ricaricato le pile con un cinnamon roll siamo partite per le Rocky Mountains. Ad aspettarci l’indomani vi erano distese di boschi, meravigliose cascate, laghi dall’acqua cristallina, il tutto contornato da montagne con cime innevate.
Mi chiamo Carola Rodigari e quest'anno ho partecipato al mio secondo scambio con i Lions nel Sud del Brasile.
Onestamente, a primo impatto, la notizia che sarei potuta partire per il Paranà non mi convinse molto. Ora, consapevole di quanto questa esperienza mi abbia arricchito, ritornerei in Brasile molto volentieri.
Grazie a questo viaggio non solo ho scoperto una nuova cultura, a tratti lontanissima dalla nostra, ma ho anche approfondito una "realtà" italiana parecchio diversa dalla mia. Infatti, ho trascorso 3 settimane assieme a Chiara, una ragazza del Sud Italia con cui ho stretto un bellissimo rapporto d'amicizia.
Ci siamo più volte confrontate sulle nostre città, le tradizioni, le abitudini alimentari e abbiamo inoltre costatato che non solo spesso risultava difficile comunicare con la famiglia in inglese, anche capirci a vicenda a volte era un'impresa ardua!
During the summer I had the opportunity to live a new experience in a country totally different from Italy. I spent about twenty days in Serbia, initially in Novi Sad and then in the capital, in Belgrade.
I spent the first ten days in two different families. I was able to attend one of the biggest music festivals called EXIT FESTIVAL, located inside the Novi Sad fortress.
It was a lot of fun because there were so many young people and I could relate to new people even from other nationalities.
I was also able to visit new places in Serbia and above all to learn about a new culture that I did not expect to be mso different from the Italian one, thanks to the help of the girls who hosted me with their families.
Il giorno 7 luglio 2019 ho preso per la prima volta l'aereo da sola, direzione Budapest, per incontrare quella che sarebbe stata la mia host family per la prima settimana all’estero.
Sono stata accolta calorosamente dalla famiglia e mi sono sentita subito a mio agio.
Subito il primo giorno ho conosciuto molti dei ragazzi che avrebbero poi frequentato il camp a Pilzen e con loro ho passato tutta la settimana a Banska Bystrika. Insieme abbiamo visitato città, musei, grotte, visto pano- rami mozzafiato, camminato per ore nella natura e pas- sato molte serate insieme e tutto questo grazie alle nostre host family che ci hanno organizzato molte attività.