Peru!
Parola d’ordine: Il tempo è relativo.
Si perché in Peru il tempo si ferma ed è tutto relativo. I tempi non sono mai rispettati ma in definitiva non è poi così male, non c’è mai fretta e nessuno si arrabbia se fai tardi. Il Peru a mio avviso non è un paese per tutti.
Mi spiego: per come è stato organizzato quest’anno si può andare a stare in famiglie che non hanno molte possibilità economiche quindi non sempre erano garantiti tutti i pasti e la visita della città. I due campi a cui ho partecipato sono stati molto divertenti. Ho conosciuto persone da tutto il mondo e abbiamo legato molto; anche qui dall’organizzazione di quest’anno la cena non era mai inclusa e anche 2 pranzi erano liberi (!!!). Più che un convenzionale campo Lions con tutte le attività sportive, visite attorno la nazione e presentazioni dei paesi, è stata una vacanza. Siamo stati sempre in hotel, girando per tutte le famose attrazioni del perù dagli insediamenti Inca vicino a Cusco a Machu Picchu, alla giungla mangiando sempre piatti tipici e mai fast food o zozzerie simili.
Ciao ragazzi, in questa breve lettera andrò a riassumere ciò che ho vissuto grazie lo scambio Lions in Perù.
Un' esperienza fantastica mai vissuta prima sia per i luoghi che ho visitato sia per la compagnia e l'accoglienza peruviana.
Tutto è iniziato con la semplice idea di andare a fare un'esperienza in uno stato diverso dall'Italia per scoprire le tradizioni di una cultura totalmente estranea; non mi sarei mai immaginato di andare in Perù perchè, come prima scelta, avrei voluto visitare l'America del Nord o il Brasile.
Dopo varie contrattazioni e diverse possibilità offerte mi si è presentato il Perù e, buttandomi, ho accettato.
14 Luglio 2013, aeroporto di Malpensa. Il mio aereo parte alle 19.00 e sono pronta per affrontare le 14 ore e mezza previste prima di atterrare all’aeroporto di Lima alle cinque del mattino successivo, ora locale. A Malpensa, con me, parte uno dei tre ragazzi italiani con cui condividerò l’esperienza in Perù, Damiano. Riccardo e Gherardo li conosciamo a Madrid, prima di prendere il secondo aereo.
Atterrati a Lima siamo accolti da Armando che mi ospiterà, insieme con Gherardo ogni volta che ci fermeremo nella capitale, insieme a lui ci aspetta il caos indescrivibile delle strade peruviane, a cui faremo fatica ad abituarci. Lima è una città piena di vita, che alterna quartieri poveri con persone che vendono qualsiasi tipo di merce su teli stesi per terra a strade con villette con giardini curatissimi e barbecue.
Dopo quattro giorni nella capitale passati a visitare la città con gli amici di Armandito, iniziamo il primo di una lunga serie di interminabili viaggi in pullman alla volta di Chymbote, il più importante porto peruviano per esportazione di pesce, dove siamo ospitati da Willy e sua madre Nora che ci fanno conoscere il posto e il ceviche, il piatto tipico a base di pesce crudo, limone e cipolla. Dopo altri quattro giorni ci spostiamo alla volta di Trujillo, città più turistica che ospita siti importanti come la Huaca del Sol y la Luna (templi delle popolazioni preincaiche), Huanchaco (spiaggia con una antichissima tradizione surfista), Chan Chan (cittadella costruita con sabbia e fango). Visitiamo tutti questi luoghi, ospitati da Carmela, proprietaria di un bed and breakfast, prima di tornare a Lima per poi prendere un aereo interno per andare a visitare una delle sette meraviglie del mondo: Machu Picchu.
La scorsa estate ho avuto l’opportunità tramite i Lions di trascorrere un mese in Perù, paese che non conoscevo per nulla, salvo ove si trova e la lingua che vi si parla.
Grazie a questa esperienza sono stato a contatto per un mese – dal 15 Luglio al 15 Agosto – con le tradizioni di quel popolo ed ora posso dire di sapere molto di quella gente.
Ho potuto visitare gran parte dello stato.
Ho trascorso i primi giorni nella capitale Lima, ospitato insieme ad una ragazza italiana da una famiglia locale. Abbiamo avuto modo di conoscere questa città di 12 milioni circa di abitanti con i suoi pregi e difetti.
Mi sono trovato discretamente in questa famiglia, da un lato simpatica e disponibile, ma talvolta troppo rigida ed oppressiva per le mie abitudini. Ad ogni modo l’esperienza è stata positiva anche se forse la permanenza a Lima avrebbe potuto essere più divertente.
Quando mi hanno comunicato che sarei partita per il Perù la mia mente ha iniziato a farsi mille domande, a cercare di capire mille cose: mi sono informata su Internet, ho preso dei libri e ho guardato tantissime foto.
Pensavo di partire con abbastanza informazioni, consapevole di cosa avrei trovato.
Invece atterrata a Lima quel 10 luglio ho capito che nessuna teoria, nessuna anticipazione avrebbe potuto darmi davvero un'idea di quello che mi avrebbe aspettato. Avevo volato per dodici ore e mezza :ero stanca ma felice.
All'aeroporto io, Veronica, Margherita e Leonardo ( i miei compagni di viaggio conosciuti a Madrid ) veniamo accolti in Perù da Armando e Armando Alvarado ( senior e junior), i quali ci portano nella loro casa .
Ero finalmente arrivata.
Nel periodo che va dal 9 di luglio al 3 agosto, ho partecipato al programma di scambi giovanili internazionali del Lions Club. il 9 sono partito dall'aeroporto di Torino Caselle, per arrivare 19 ore dopo a Lima, Perù.: lì il referente Lions di lima, Amando Alvarado Cerro, ci aspettava con il figlio Armando, per portarci a casa sua.
Una volta arrivati a casa abbiamo avuto il tempo di lasciare le valigie e di dirigerci verso il centro storico di lima, visitando la cattedrale e altre vie principali.
La sera del medesimo giorno, alle ore 21,30, abbiamo preso un autobus che ci ha portato da Lima a Chiclayo in 16 ore: siccome eravamo nello scompartimento di prima classe (110 soles -30 euro), dotato di poltrone completamente reclinabili, il viaggio, pur se "eterno"e senza fermate, non è stato faticoso.
Sono contento di aver viaggiato in autobus in quanto mi ha premesso di apprezzare i paesaggi selvaggi che caratterizzano il paese e vedere le parti più povere del Perù, tutte cose che un viaggio in aereo non può offrire.
Eccomi qui! Finalmente posso inviarvi anche io la mia relazione circa lo scambio in Perù.
Colgo l'occasione per salutare tutti, ringraziarvi ed elogiare la vostra associazione. Mi scuso per il ritardo, ma sono rientrata da poco e ho avuto molto da fare per rimettermi in pari con il lavoro scolastico estivo. Inoltre ho scelto proprio oggi per scrivervi perchè con oggi è un mese esatto che sono tornata e ho avuto molto tempo per rivivere e ripensare a questa bellissima esperienza.
Inizio con dire che questo viaggio mi ha molto cambiata poichè mi ha insegnato a essere più responsabile e a relazionarmi meglio con gli altri. Attraverso questa opportunità ho avuto modo di conoscere molte persone, sia del mio paese e mie coetane che non: sono state tutte gentilissime e non potrò mai dimenticarle!
Il Perù è una meta fantastica!
La mia esperienza inizia il 9 luglio nel pomeriggio quando mi sono recata all’aeroporto di Milano Malpensa per il primo passo del mio lungo viaggio. Arrivate a Madrid, io e Margherita (la ragazza che è partita con me da Milano), abbiamo dovuto attendere 7 lunghissime ore. Fortunatamente verso le 21 ci hanno raggiunte anche Leonardo ed Eleonora, gli altri due ragazzi con i quali ho condiviso la mia avventura.
Dopo 12 interminabili ore di volo atterriamo alle 7 del mattino a Lima (ora locale, considerando le 7 ore di fuso orario) dove ci attendeva Armando, un Lion peruviano che ci ha ospitato per quella giornata. Infatti di sera abbiamo dovuto prendere un autobus e raggiungere Chiclayo, una cittadina a nord del Perù che distava 12 ore. Da quel momento abbiamo iniziato a spostarci anche con Anton, un ragazzo belga che partecipava allo scambio.
A Chiclayo noi ragazze abbiamo alloggiato a casa del signor Sanchez. La nostra camera si trovava al secondo piano, quello inutilizzato dalla famiglia e per questo un po’ sporco e impolverato. Nonostante questo la famiglia non ci ha mai fatto mancare niente anzi di sera la moglie, la signora Nancy, si preoccupava di chiamare dei Lions locali perché ci facessero uscire e stare in compagnia con dei giovani. Abbiamo visitato, a volte con i ragazzi che alloggiavano in un’altra zona, a volte senza, diversi siti archeologici, musei e luoghi di interesse culturale. La nostra permanenza a Chiclayo è sempre stata accompagnata da un ottimo tempo, quasi estivo a differenza del resto del Perù.
Si parte! È il mio primo viaggio da sola e non vedo l’ora di giungere a destinazione. Sull’aereo conosco Niccolò, l’altro ragazzo italiano che sarà in famiglia con me. All’aeroporto di Amsterdam, come previsto, c’è qualcuno ad aspettarci: si tratta di una coppia, marito e moglie, amici intimi della famiglia che ci ospiterà. Hanno un foglio con i nostri nomi. Facciamo conoscenza. Sono simpatici, e ci offrono subito da bere, ma io, stanca dal viaggio, non vedo l’ora di arrivare a casa. Il viaggio in macchina dura ancora due ore: intanto comincio a conoscere l’altro italiano. E finalmente, eccoci a Dongen, piccolo paesino del sud-est dell’Olanda. L’abitazione è abbastanza moderna, non è delle più caratteristiche della zona. La mia famiglia ospitante saranno i coniugi Henk e Cookie Spaan: è la moglie che ci accoglie, mentre il padre di famiglia è alla stazione ad attendere l’arrivo di uno dei due libanesi che saranno ospitati con noi. L’altro arriverà la sera. Ci sediamo in giardino: benché siano le 11:30 di mattina ci offrono tè caldo e biscotti. Ben presto infatti mi accorgo delle diverse abitudini alimentari degli olandesi: colazione piuttosto abbondante (su modello inglese), a pranzo un sandwich, molte bibite nel pomeriggio, cena verso le 18:30, 19 e stuzzichini prima di andare a dormire. Ma soprattutto tanto burro e bibite gassate.
Se mi chiedessero di descrivere la mia esperienza in Olanda con una sola parola direi SPECIALE.
Non posso negare di aver incontrato qualche problema iniziale, soprattutto nei primi tre giorni. Solo 2 ore di volo per raggiungere la mia host family ma è stato come trovarsi catapultata un mondo distante anni luce dal nostro: a colazione qualsiasi genere alimentare, il pranzo non era altro che una seconda colazione, con lo stesso pane, lo stesso burro e tutte le mille altre cose da aggiungere, metà delle quali non avevo mai nemmeno sentito parlare; per la cena italiana pasta scotta o pizza margherita con ananas e banana, come mezzo di trasporto quasi esclusivamente la bicicletta.
Il viaggio è iniziato con il volo Treviso-Amsterdam il 14 luglio.
Ad attendermi all’aeroporto ho trovato la signora Mariet Heestermans, della famiglia ospitante. Insieme abbiamo aspettato l’arrivo di Taniel Hussar, un ragazzo estone con il quale ho trascorso sia il soggiorno in famiglia che il successivo periodo nel campo.
La famiglia vive a Emmeloord, una cittadina di 25000 ab. a circa 100 km da Amsterdam. La famiglia Heestermans è composta da Mariet, suo marito Rinie e tre figli: Tessa (16 anni), Geert (10 anni) e Joost (14 anni). Io condividevo la camera con Geert mentre Taniel stava insieme a Joost.
L’ospitalità della famiglia è stata ottima e mi hanno consentito subito di sentirmi a mio agio con loro; abbiamo instaurato un buon rapporto di amicizia con i due ragazzi. La prima settimana il programma delle giornate è stato discusso insieme la sera precedente, anche in base al tempo.
Mi trovo attualmente in Olanda - presso il Campus Port of Amsterdam a pochi chilometri dalla capitale olandese. (ho una tastisera olandese priva di accenti, abbiate pieta' per il mio italiano, sono costretta a scrivere con gli apostrofi!)
Innanzitutto devo dire che questa per me, oltre che la prima esperienza all'estero da sola, e' stata una splendida occasione per conoscere nuove persone e visitare un mondo per me del tutto nuovo.
Le FAMIGLIE sono state gentili, accoglienti e pronte a soddisfare ogni nostra curiosita'. Sono stata in Porsche, in barca, perfino in "water taxi'' a Rotterdam. Per non parlare della mia compagna di viaggio estone: simpatica e molto gentile. E' un peccato dover partire sapendo di non poter rivedere mai più la maggior parte dei nuovi amici incontrati in Olanda. Per quanto riguarda il CAMPUS, e' situato in una scuola e possiamo disporre di ogni comodità (eccezzion fatta per lavatrice e lavaggio vestiti, ma non e un grande problema per me)
Sono tornato solo qualche giorno fa dalle vacanze e ora è iniziata la scuola.. :-(
Comunque in Olanda è andato tutto bene sia in famiglia che in campus, i ragazzi (e le ragazze...) erano bravi/e e anche i ragazzi dell'animazione erano simpatici.
Anche l'organizzazione delle attività era interessante.
Poi l'Olanda, e soprattutto Amsterdam, è il posto in cui ognuno di noi sogna di soggiornare almeno una settimana...
Sono molto contento di tutto e spero di rifare un'altra vacanza con voi dei Lions.
Inizio con il dire una cosa che forse avranno già detto tutti ma io la ripeto...
per me quest è stata un'esperienza stupenda che mi ha insegnato moltissime cose.
Naturalmente ho dovuto imparare anche a sopportare cose che magari non mi erano tanto gradite ma questa era niente messo a confronto con la bellissima esperienza che ho vissuto...
devo essere sincera nella prima famiglia presso Heusden era molto strano il loro modo di vivere forse perchè avevano dei bambini molto piccoli però è stato bello lo stesso
E' stato un pò difficile alzarsi la prima mattina molto presto ma poi, la seconda mattina, sapendo che c'erano questi tre stupendi bambini che mi aspettavano per giocare non mi è più pesato svegliarmi.
Ringrazio del viaggio che mi è stato offerto dalla Vostra organizzazione.
I dieci giorni che ho trascorso nella famiglia ospitante in olanda sono stati a dir poco stupendi e degni di essere ricordati.
A proposito del campus non posso sentenziare altrettanto positivamente in quanto non sono stati giorni emozionanti. Le gite che facevamo erano, a mio parere, poco istruttive ed edificanti ma in compenso,molto noiose. Per quanto riguarda il mangiare parecchie volte le cene venivano affrontate in orario pomeridiano (ore 16.30, 17) non conforme agli stessi orari olandesi che prevedono la cena alle ore 18.30 generalmente; questo creava un non semplice scompenso nel ritmo di vita di tutti campeggiatori. Non nascondo che ci siano stati problemi con lo young staff dovuti alle telefonate dato che i membri dell'organizzazione non accetavano l'uso del cellulare mobile durante la giornata creando tensioni non indiferenti..lo staff è persino arrivato a sequestrare il cellulare di un ragazzo proveniente dallo stato d'israele. Io stesso ho avuto da discutere con il direttore dello staff a proposito di questa questione. Denuncio inoltre una cattiva organizzazione per quanto riguarda le gite o qualiasi altra attività dimostrata dalle lunghe attese prima dell'inizio di ognuna di esse.
Concludo con l'affermare che il comportamento del direttore del campus non era cordiale ma addirittura in certe situazioni scontroso e poco portato al confronto.
Vi ringrazio comunque con il dispiacere di aver in qualche modo intaccato il mio bellissimo ricordo dell'Olanda con le varie vicende realizzatesi nel campus
Sono un Leo e questa estate (anno 2009) sono andato venti giorni in Olanda di cui cinque in una famiglia, cinque in un'altra e dieci in un campus.
Le due famiglie si trovavano nel centro Olanda e, anche grazie ai loro figli della mia stessa età (17-18 anni), mi hanno fatto passare un periodo bellissimo poichè mi hanno mostrato le principali attrazioni del luogo e mi hanno fatto anche andare in discoteche e pub dove mi sono veramente divertito.
Inoltre mi piace far sapere che l'accoglienza che mi hanno riservato è stata un'accoglienza degna non di un figio ma addirittura di un Re.
Successivamente mi sono trasferito al campus dove sono stato dieci giorni.
Il campus era a venti minuti da Amsterdam e tra gli organizzatori giovani e simpaticissimi, i ragazzi provenienti da ogni parte del mondo come Messico, Finlandia, Grecia, Mongolia, Danimarca, Turchia, Ucraina, India, Repubblica Ceca ed altri ancora, tra le giornate passate a giocare a biliardo e biliardino, tra quelle passate a visitare musei come quello di Anna Frank o come quello dell'Heineken e tra le giornate passate nella bellissima città di Amsterdam, i venti giorni complessivi della mia vacanza sono stati assolutamente meravigliosi.
In vita mia sono stato anche tre volte in Inghilterra con i miei amici ma andare in Olanda da solo è stata senz'altro l’esperienza miglioree più arricchente che io abbia mai fatto.
Ve la consiglio vivamente
Volevo ringraziare per la splendida esperienza che ho fatto quest'anno in Olanda!
In famiglia ero con un'altra ragazza dalla Polonia e ci siamo trovate benissimo davvero, ci consideravano loro figlie, con loro siamo andate a fare un giro in barca a vela, a visitare musei, castelli,siamo andate in bicicletta ecc...
Anche al campo mi sono divertita molto, ho conosciuto delle persone fantastiche con cui mi sto sentendo ancora quasi tutti i giorni tramite skype!!
Con il campo sono andata a visitare Amsterdam, una città davvero stupenda, un'industria di carta, un'altra industria tessile, siamo andati in canoa (ed è stato davvero faticoso ma divertente;) , abbiamo fatto qualche passeggiata, alcune sere siamo andati a un festival in centro città...ecc...
Insomma, anche se potessi tornare indietro non cambierei proprio nulla della mia vacanza perché è stata STUPENDA!
Ora mi aspetta la scuola purtroppo!
Quando a novembre dello scorso anno, grazie alla scuola ho avuto la possibilità di fare quel test d’inglese non avrei mai immaginato che sarebbe proprio toccato a me e ancor meno avrei immaginato di vivere un’esperienza così unica.
Nel periodo che precedeva la partenza, ero molto felice, ma anche curiosa di ciò che mi avrebbe aspettato. Avevo solo sentito parlare di questi viaggi estivi per studenti e credevo non fosse proprio un’attività adatta a me, perché pensavo fatta per persone particolarmente estroverse, quale io non sono.
Per questo ero anche abbastanza impaurita e preoccupata, mi avrebbe ospitato per tre settimane un Paese straniero, in cui ero stata quando ero molto piccola con i miei genitori e che quindi ricordo appena. Ma i miei pochi e offuscati ricordi sono belli e di paesaggi tipici dell’Olanda.
Questa volta non c’era nessuno con me di conosciuto e avrei dovuto comunicare con una lingua che conosco a livelli scolastici.
Le mie aspettative erano comunque positive, mi aspettavo di incontrare una famiglia che mi avrebbe accolto come una loro figlia per dieci giorni. Avrei di sicuro visitato e conosciuto le tipicità di ogni genere e ciò mi avrebbe quindi permesso di conoscere questo bellissimo Paese in tutte le sue particolarità. Pensavo che di sicuro avrei incontrato molta gente disponibile a conoscermi sia in famiglia, sia al campo.
Il mio viaggio è iniziato il 9 luglio.
Era la prima volta che viaggiavo senza i miei genitori in un paese estero e per tutto il viaggio in aereo non ho fatto altro che pormi continue domande sulla mia decisione.
Appena arrivata sono stata accolta dai Lions che mi hanno accompagnata alla mia famiglia.
Dopo un viaggio di 2 ore, sono riuscita finalmente a conoscere le persone che mi avvrebbero ospitato, ovvero persone speciali, che sono riuscite a farmi sentire a casa nonostante i diversi usi e costumi.
La prima settimana è volata e io ho dovuto salutare la mia prima famiglia per andare a conoscere la seconda.
La mia avventura è iniziata il 14 di luglio, ero abbastanza tranquilla, visto che questa era la seconda esperienza con gli scambi giovanili (la scorsa estate ero stata in Finlandia). Partita da Linate, sono atterrata nell’immenso aeroporto di Amsterdam Schiphol, dove ho aspettato al meeting point in attesa della mia famiglia; in quell’arco di tempo ho avuto l’occasione di dare il benvenuto e salutare diversi ragazzi da tutto il mondo e conoscere le persone che sarebbero stati al campo con me.
In casa ero ospitata con Narjes, una ragazza proveniente dalla Norvegia, ma originaria dell’Arabia Saudita. Abitavo in un paesino chiamato Poortugaal, vicino a Rotterdam, che era anche collegato alla grande città dalla metropolitana, per cui era molto facile da raggiungere.
Paul e Gabrielle, i miei host parents, erano molto curiosi di conoscere le nostre culture e di mostrarmi la loro, assaporando i piatti tipici olandesi, come saucijzebroodjes, caldi bocconcini ripieni di salsicce, kroket, delle crocchette fritte a base di carne, patate fritte, lesse, in tutte le salse e zuppe a volontà, visto il clima freddo e la pioggia intensa della prima settimana.