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Dopo una lunga attesa snervante all'aereoporto di Malta incontrai Roberto, un altro ragazzo italiano con il quale mi recai a Cipro mediante compagnia Emirates. 
A parte incidenti di percorso (per esempio il bel modo di fare amicizia rimettendo vicino al mio compagno di viaggio) arrivammo all'aereoporto di Cipro dove ci attendeva l'autista con altri ragazzi del camp, pronto a portarci alla meravigliosa Ayia Napa. 
Durante il tragitto era come capovoltarmi in un'altra realtà: dal finestrino scorgevo lunapark,acquapark, locali ovunque e vita, al contrario del mio paese che si popola solo a Ferragosto! 

Per la prima volta, quest’anno, ho avuto l’occasione di partecipare ad uno scambio Lions: CIPRO HERE I COME! 

Quindici giorni di camp nella più bella spiaggia di Cipro – Agia Napa – in compagnia di una trentina di ragazzi tutti con un bagaglio culturale diverso, pronti a condividerlo con me. Che emozione! 

Una volta sull’aereo sono stata invasa da un misto di sentimenti contrastanti: ero emozionata per la partenza, curiosa di scoprire quello che mi attendeva, ma anche un po’ preoccupata per il mio primo viaggio da sola. Mi sono fatta coraggio e con un grande sorriso ho varcato la soglia dell’Agia Napa Lions Youth Camp.

I primi giorni non sono stati esattamente come me li aspettavo, ma cercavo sempre il lato positivo e mettevo buona volontà in tutto ciò che facevo: ho conosciuto gli altri ragazzi, ma i nostri tutors non hanno molto incitato lo scambio culturale tra di noi, e già dai primi giorni si erano formati dei gruppetti di ragazzi che, ovviamente, parlavano la stessa lingua, tra cui quello degli italiani. L’organizzazione scarseggiava, alla domanda “What are we doing today?” la risposta era “Siesta!”. Ero felicissima di trovarmi in un posto così straordinario, ma delusa di trascorrerci il mio tempo facendo la siesta. 

Oltre allo shock creato dai 40°C e dalla guida all’inglese, l’impatto iniziale non è stato proprio come me lo aspettavo. Devo ammettere che ci ho impiegato un po’ di tempo a capire chi fossero gli organizzatori e in più, oltre ai giochi da tavolo non è che ci fossero molte altre attività all’interno del campo… ma come sempre, per dare un giudizio complessivo ad una cosa bisogna viverla fino in fondo. E’ risaputo che noi italiani dobbiamo farci riconoscere in ogni parte del mondo nella quale andiamo per il nostro carattere esplosivo, e come vuolsi dimostrare, soprattutto grazie a certi individui siamo riusciti a smuovere un po’ le acque sia con gli organizzatori che con gran parte dei campers. 
Dopo pochi giorni abbiamo cominciato veramente a goderci le meraviglie che offre Cipro, tra mare, sole e cibo (escludendo di tanto in tanto quello del campus, senza offesa per i cuochi: due persone meravigliose!).
Anche se questa esperienza è durata solo due settimane siamo riusciti a fare il giro delle più importanti città di Cipro, oltre alla giornata in barca e ad alcuni sport acquatici meravigliosi! 
Per quanto riguarda la lingua, io ero partito dall’italia con l’intento di migliorare il mio inglese; al contrario sono tornato con un bagaglio di lingua greca notevole (non c’è bisogno di specificare che la gran parte erano parolacce).  
A parte il viaggio in se, questa esperienza mi ha permesso di conoscere persone stupende, che non dimenticherò mai! Giudizio finale: esperienza indimenticabile!

Bologna, ore sei dl mattino inizia la mia avventura, insieme ad altri due ragazzi italiani. La nostra meta è Cipro nella città di Aya Napa famosa per le sue spiagge e per le serate movimentate.  
Al nostro arrivo in aeroporto veniamo accolti e subito portati, insieme ad alcuni degli altri campers, nel nostro alloggio.
 La partenza ammetto che non è stata delle migliori, il caos, l’ imbarazzo e la timidezza dei primi giorni si è fatta sentire ma nonostante ciò abbiamo continuato a mantener il sorriso e dopo qualche giorno eravamo diventati tutti una grande famiglia guidata dalle stupende animatrici che hanno saputo movimentare l’atmosfera.
Anche le attività passati due o tre giorni si sono fatte più interessanti: abbiamo fatto visita a diverse città dell’ isola, fatto attività di svago fra cui acquafan e giochi nautici e inoltre ci siamo confrontati con realtà molto diverse da ciò che siamo abituati quotidianamente. 
Consiglio la mia esperienza a qualsiasi ragazzo della mia età, i legami che si creano, la possibilità di incontrare altre persone provenienti da tutto il mondo e con loro potersi confrontare sulle diverse culture è un occasione da non farsi sfuggire. 
Ero partita con l’ intento di migliorare il mio inglese ma sono tornata con molto di più. Concludendo ringrazio i Lions italiani e ciprioti che hanno permesso questo camp.

La mia esperienza fatta in Ontario – Canada  - Distretto A-15 è stata diciamo un pò sfortunata. 
Questo è stato probabilmente dovuto alla famiglia da cui sono stata ospitata durante il mio soggiorno che evidentemente non mi aveva presa molto in simpatia. In più di un'occasione hanno dimostrato di non essere state persone corrette nei miei confronti, nonostante io sia sempre stata sempre più che educata con loro. Tanto per fare qualche esempio più di una volta sono stata lasciata a casa da sola, spesso senza nemmeno essere avvertita, talvolta anche senza un pranzo, senza il permesso di uscire nemmeno per fare un telefonata; ho visitato le Niagara Falls tre giorni prima della mia partenza dopo che li avevo implorati per settimane e questo è avvenuto non tanto perchè gli importasse che io visitassi qualcosa, quanto più perchè ero l'unica ragazza del distretto a non averle ancora visitate e questo era troppo vergognoso perfino per loro. Non per niente, nonostante sia rimasta lì un mese, nonostante le mie innumerevoli richieste e nonostante abbia fatto un totale di 24 ore di volo per visitare quell'unica cosa, non ho avuto l'opportunità di visitare Toronto (se non attraversandola in macchina la mattina della mia partenza prima di andare in aeroporto). 

 Quest’estate ho partecipato al “Lions Youth Exchange Program” con destinazione Alberta, Canada. Pur non avendo contemplato questo Paese fra le tre opzioni indicabili (nessuna delle quali era disponibile), sono stata scelta per tale meta perché sede di uno Youth Camp particolarmente adatto a Leo di giovane età quale io sono – e me ne ritengo molto, molto fortunata. Quella del “Waterton Leadership Camp” infatti è stato infatti una delle esperienze più interessanti e coinvolgenti che io abbia mai fatto. 
A differenza degli altri Lions Camps, a questo prendono parte ogni anno sia studenti internazionali che locali: su 43 giovani, noi exchangees eravamo solo 12.
A dispetto del considerevole numero di partecipanti, e del poco tempo a nostra disposizione (solo sei giorni, purtroppo) non è stato difficile per ognuno di noi fare conoscenza (e amicizia) con tutti – e sottolineo tutti – gli altri; ogni attività era organizzata in modo che ciascuno di noi avesse a che fare con persone diverse, appartenendo a più gruppi suddivisi in modo differente: quello della cabina, delle leadership sessions (chiamato con il nome di una delle montagne che circondano il camp), delle attività pomeridiane e del lavaggio piatti. Ad esempio, io dormivo nella cabina 7, partecipavo alle leadership sessions con i membri del gruppo Bellevue, alle attività pomeridiane con il gruppo blu e lavavo i piatti con quello marrone. Inoltre, il posto a tavola ci veniva assegnato ogni volta estraendo da un secchiello il nome del componente dello staff che sedeva ad un certo tavolo.

E’ stata un esperienza indimenticabile.La famiglia che mi ha ospitato si è dimostrata gentile e disponibilissima ed ha accolto me ed il ragazzo danese, mio compagno di avventura,come due figli. Ci hanno fatto vivere da canadesi. Ci hanno portato in giro ovunque: Toronto, Cascate del Niagara, partita di baseball (NY yankees contro Blue Geis), grigiate, zoo, messe domenicali protestanti, shopping, cinema, finale dei mondiali vista in diretta in inglese, feste country, grigliate con i lions, fast food, canoa, mountain bike...ma non sono mancati i momenti di relax in piscina e a casa,immersi nella campagna canadese e nella sua splendida natura (scoiattoli che vengono a cercare cibo fin dentro casa).Il camp poi è stato veramente organizzato a modo. Serio e professionale: maglietta e tesserino di riconoscimento, sfilata con le bandiere, cerimonie, cena di chiusura con tutti i lions club e spettacolo "internazionale"organizzato da noi ragazzi.Nessuna nota negativa. E’ stato veramente stupendo e zero problemi di adattamento anzi mi sentivo come a casa.

Innanzi tutto volevo sinceramente ringraziare l’organizzazione dei Lions  per l’opportunità concessami di viaggiare anche quest’anno, nell’anno passato sono stato in Finlandia e mi scuso se spedisco la relazione solo ora, ma al ritorno la mia famiglia ospitava una ragazza malese, Brenda Lyn, e poi sono partito con la mia famiglia e ad essere sincero ho avuto bisogno di un po’ di tempo.
Durante il mio periodo di permanenza in Canada a Meota c’era anche un altro ragazzo italiano Alberto.
So che questa relazione è importante e cercherò di spiegarvi quanto, secondo me, è accaduto durante la permanenza di Alberto in Canada.
Quando io sono arrivato Alberto era già arrivato da qualche giorno e si era sistemato presso la famiglia di Shannon.
Io ho avuto modo di conoscerlo subito perché le due famiglie si frequentano.

Salve! Sono rientrata circa tre settimane da Grande Prairie, Alberta, Canada. 
Devo dire che è stata un'esperienza magnifica e mi sono divertita moltissimo. Sono stata ospitata in due famiglie diverse, laseconda era quella di Betty Ann Robson, e mi sono trovata benissimo entrambe le volte!
La prima famiglia ci ha messo a disposizione delle biciclette per visitare la città e l'ho apprezzato molto, mentre Betty Ann ci ha portato al parco nazionale di Jasper e persino a Edmonton!

Sono tornata dal Canada qualche giorno fa e sono felicissima, è stata un'esperienza fantastica: in famiglia mi sono trovata molto bene, quattro figli dolcissimi ed educatissimi e i genitori giovanissimi.
Sono stata ospitata insieme a due ragazze, una di nazionalità finlandese e l'altra francese e ci siamo trovate benissimo insieme.

La mia esperienza in Canada è stato qualcosa di unico e irripetibile. 
Stare con le famiglie e sentirsene parte ti fa capire come culture diverse possano convivere e anzi ho ricevuto un sacco da tutte e due le famiglie. 
Naturalmente all'inizio non è stato facilissimo ma stare con le famiglie aiuta molto anche per l'inglese! 
Però ciò che non potrò mai dimenticare è ciò che mi ha dato una casa per quasi ogni paese dell'Europa perchè i ragazzi che erano con me ai due campo sono stati per più di 10 giorni come la mia famiglia e ognuno di loro è diventato praticamente un mio migliore amico... ho contatti con tutti naturalmente con qualcuno un pò di più ma ho imparato ad apprezzare le differenze che le persone hanno dal mio modo di pensare ... ho avuto più di un dibattito sulla politica internazionale ed è stato interessante capire come la storia di ogni paese possa condizionare il pensiero delle società future! Per non parlare dei posti visti soprattutto con le famiglie con una delle quali ho avuto la possibilità di andare anche negli stati uniti a Buffalo! Tra l'altro ho ricordi come le Cascate del Niagara o come una giornata in catamarano ma anche una serata a teatro allo Shackespeare festival o più semplicemente al cinema! 

Il  mio arrivo non è stato purtroppo dei migliori, complice forse la stanchezza dovuta alla giornata allungata da nove ore di fuso orario. L’accoglienza è stata calorosa, ma purtroppo il luogo non rispecchiava l’ambiente che mi sarei aspettata da uno scambio di questo genere; la signora era sola, di una certa età, e la piccola abitazione era davvero invivibile, tanto che mi sono sentita in dovere di portare con me delle foto.
Grazie alla rapidità  dello spostamento di famiglia, per cui mi sento di ringraziare il coordinatore europeo presente in America Kathy Schumer e il coordinatore italiano per gli USA Mariella Piccolini, tutto è proseguito per il meglio. 
La nuova coppia, Ruth&Randy, era deliziosa, e davvero disponibile. Lui lavorava, e quindi tornava a casa solamente di sera, ma la signora si è premurata di farmi conoscere buona parte dell’isola.. ho visitato molti posti, primo tra tutti Victoria, la capitale dell’isola, e per ultima Vancouver, anche se la visita è stata molto veloce (motivo per cui, il giorno della mia partenza per il ritorno in Italia, ci sono tornata per un’ulteriore visita prima di prendere l’aereo). 

Ho avuto una bellisssima esperienza sia in Canada che negli Stati Uniti.Sono stata due settimane nell'isola di Vancouver e due settimane a Sultan,una cittadina vicina a Seattle nello stato di Washington.Ho trovato due ottime famiglie con le quali mi sono trovata molto bene.La prima famiglia era composta da Gussy,una signora pensionata ma molto attiva e disponibile.Durante il mio soggiorno siamo andati tre giorni a Port Hardy,una cittadina dell'isola dove abbiamo avuto un incontro Lions e dove c'erano altri sette Lions exchange.La seconda famiglia era formata dai genitori,due ragazze della mia eta' e un ragazzo di 12 anni.Abbiamo fatto attivita' come camping,visitato Seattle.Ho avuto un altro incontro Lions.Questa volta piu' breve nella citta' di Snohomish dove ho tenuto un discorso riguardo alla mia esperienza in America e parlare un po' delle differenze che ho riscontrato.la coordinatrice americana Kathy Schumer e' stata premurosa e gentile.Infatti ha accompagnato me e altre due ragazze che facevano lo stesso programma dall'aereoporto di Vancouver alle nostre seconde famiglie e al termine ci ha riportato all'aereoporto di Vancouver.Sono contenta di aver avuto la possibilita' di vedere uno spezzato dell'America e di aver instaurato nuove amicizie.Se potessi rivivere questa esperienza lo rifarei subito!

 

Quest’anno ho fatto la mia prima esperienza degli scambi giovanili con i Lions. Ho scelto come mia prima destinazione il Canada che gia da tempo sognavo di visitare. 
Le prime due settimane sono stata ospitata insieme ad un altro ragazzo austriaco, Mathias, da una famiglia con tre figli circa della mia età, a Woodstock, una cittadina nel sud dell’Ontario. 
Al mio arrivo mi hanno accolto all’aeroporto sia loro sia i membri dei Lions della zona dove ho abitato. I mie “host parents” hanno fatto il possibile per farci sentire a casa, purtroppo non abbiamo potuto visitare molti altri posti perché sono stati impegnati con il lavoro e i preparativi del loro matrimonio a cui abbiamo partecipato insieme al nostro gruppo del camp! 

Anche quest'anno ho avuto la possibilità di partecipare agli scambi giovanili organizzati dai Lions e devo dire che è stata una grande opportunità.
Siccome questo è stato il mio secondo viaggio posso fare delle considerazioni anche raffrontandolo con quello dell'anno passato.
Se questo era un viaggio improntato sull'imparare l'inglese diciamo che è stato sfruttato al meglio poiché non ho mai avuto problemi di comunicazione; ovviamente avevo con me un piccolo dizionario che è servito in alcune occasioni, ma non troppe.

La prima famiglia,con cui avrei dovuto passare due settimane,era composta da una sola anziana signora e il suo cane. 
Ho passato una settimana pessima: essendo anziana e con molti dolori, non voleva uscire di pomeriggio se non per andare a fare la spesa; la casa era di un disordine indescrivibile (particolarmente la cucina e la mia camera) e sporca; il cane sporcava dappertutto, la signora non permetteva neanche che si aprissero le finestre perchè era infastidita dalla luce del sole, cosa che creava in casa un odore di chiuso molto spiacevole.
La città in cui viveva inoltre era costituita da sole case e due o tre negozi per cui anche uscendo da sola non avevo nulla da fare.
Sono riuscita a farmi cambiare famiglia dopo il campus e con la seconda famiglia (la famiglia Neggers) mi sono trovata benissimo, erano davvero persone splendide. 
Anche all'incontro con la nuova famiglia, la prima signora ha cercato di mettermi in cattiva luce ed è stata molto scortese, probabilmente offesa dalla mia richiesta di un cambiamento.

Vorrei fare i complimenti per l'organizzazione, poiché dopo una prima settimana un po' noiosa poichè ero quasi sempre da solo, c'è stato il campus che, come sempre è stata sicuramente la parte migliore. In seguito al campus sarei dovuto tornare nella prima famiglia, ma un'altra famiglia, che già ospitava altri tre ragazzi mi ha "adottato" dopo aver ovviamente chiesto il permesso alla mia famiglia ospitante. 
Anche lì mi sono divertito moltissimo. 
Avrei due consigli da dare: fare sempre in modo che i ragazzi vengano ospitati a coppia (spesso si rivela una cosa migliore sia per la famiglia ospitante sia per il ragazzo) e secondo organizzare sempre il campus all'inizio della vacanza, in modo che le amicizie che si creano possano continuare per tutta la durata della vacanza...

   

Questo è stato il primo viaggio che ho fatto completamente sola, per di più all’estero. All’inizio avevo qualche preoccupazione, legate in generale al fatto che, se avessi avuto qualsiasi difficoltà, anche la più piccola e banale, come avere problemi in aereoporto con i bagabli, me la sarei dovuta cavare da sola. Ma i medesimi pensieri che mi preoccupavano erano allo stesso tempo quelli che, visti sotto un altro punto di vista, mi esaltavano di più: conoscere posti e persone nuove, culture e idee diverse con cui confrontarmi. Poi è andato tutto per il meglio, sia il viaggio in aereo che il mio soggiorno in Serbia, e credo che il fatto di dovermi arrangiare, avendo come punti di riferimento non più i miei genitori, ma altre persone che inizialmente conoscevo appena, mi abbia aiutata anche a maturare un po’ . 

La mia permanenza in Serbia è stata assolutamente fantastica; per fortuna mi sono trovata benissimo in entrambe le famiglie, con cui sono tutt'ora in contatto, e non avrei sinceramente mai pensato di visitare luoghi così belli e culturalmente interessanti.
Ho avuto la possibilità di visitare non solo Novi Sad e Belgrado, ma anche le piccole città sparse nel territorio serbo.
Sono anche riuscita a recuperare i biglietti per il festival musicale Exit, che si tiene ogni anno nella Fortezza di Petrovaradin a Novi Sad!
Anche il viaggio è andato bene, non ho avuto assolutamente alcun problema con i bagagli ed entrambe le famiglie si sono dimostrate disponibilissime per venirmi a prendere e portarmi all'aeroporto.
Decisamente un'esperienza interessante e che rifarei senza pensarci due volte.

Sono davvero molto grata per l'opportunità che mi è stata data e vi ringrazio per avermi seguito e aiutato durante l'organizzazione del viaggio.

La Serbia è una terra dove molti uomini e molte culture sono transitati, incontrandosi, scontrandosi, confondendosi. Pensate quindi al mio arrivo all’aeroporto internazionale Nikola Tesla di Belgrado, che emozione! Subito sono stato accolto da Ivan, il mio host father, ed insieme siamo partiti alla volta di Novi Sad. 
Abbiamo percorso l’autostrada che attraversa veloce la pianura della Vojvodina, una delle regioni più ricche della Serbia. Novi Sad è la seconda città della Serbia ed è la capitale economica, culturale e amministrativa della Vojvodina. Questa città, costruita sulle rive del Danubio, è un grande centro industriale, importante nodo di comunicazioni e sede universitaria. Avevo l’imbarazzo della scelta su come trascorrere la giornata: dal visitare opere culturali come la fortezza di Petrovaradin che domina la città o Matica Srpska (la più antica istituzione culturale serba), al giocare a pallavolo o basket in uno dei campi predisposti lungo il fiume. Dallo distendermi semplicemente sulla Strand (la spiaggia costruita lungo la riva del fiume) per prendere un po’ di sole, al fare, la sera, un giro per i caratteristici locali che animano la città. 
Le giornate sono passate veloci fra compleanni di amici di famiglia, una giornata all’Acquapark, ed una visita di Belgrado. 
Le persone che ho conosciuto sono state la chiave di questa vacanza: tutti erano molto ospitali, cercavano di mettermi a mio agio e di farmi vivere pienamente la loro realtà. Vivere in due famiglie mi ha comunque permesso di conoscere più persone e capire meglio questo fantastico popolo. Piccole cose come andare a mangiare a casa di amici o semplicemente stare la sera sulla riva del Danubio a parlare, con ragazzi e adulti, sono stati i momenti che meglio ricordo. Ogni esperienza fatta mi riportava a situazioni familiari, spensierate, ricche di contatto con la natura e buon cibo. Inoltre non solo io imparavo la loro cultura e tradizioni, ma a loro volta le mie host family volevano capire la cultura italiana, e ciò mi ha fatto sentire estremamente orgoglioso del mio Paese. 
Per questo devo ringraziare ancora gli organizzatori e tutti quelli che animano questo progetto di scambi giovanili.

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