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Dall’8 al 21 luglio ho partecipato agli scambi giovanili organizzati dai Lions.
La mia meta è stata Cipro, la cosiddetta “isola di Venere”.
Ho viaggiato su un volo della Cyprus Airways insieme ad altri quattro italiani (Martina da milano, Giulia da Venezia, Lucia da Modena e Federico da Ancona) e siamo arrivati all’aeroporto di Larnaca intorno alle 6 di sera. Siamo stati accolti da un signore membro dei Lions molto gentile che ci ha illustrato come sarebbe stato il nostro soggiorno nell’isola. Il suo entusiasmo ci ha coinvolto e per questo abbiamo passato più serenamente le 3 ore nell’aeroporto ad aspettare due ragazzi della Mongolia e una ragazza Americana.
Una volta riuniti siamo partiti alla volta di Aja Napa ed il pulmino su cui viaggiavamo si è fermato  davanti a un grosso cancello.

Questa esperienza ha avuto per me inizio Sabato 8 Luglio, con l’arrivo di noi cinque ragazzi italiani al campo, che si trovava nella città turistica di Ayia Napa, situata nella parte greca dell’isola. Cipro è stata infatti invasa dalla Turchia nel 1974, ed una sua parte è tutt’ora occupata. 

Il giorno seguente il nostro arrivo siamo andati al mare la mattina e nel tardo pomeriggio, ma per il resto del giorno abbiamo avuto tempo per conoscerci. Eravamo in tutto 37 ragazzi provenienti da diversi Paesi: Italia, Germania, Austria, Russia, Polonia, Mongolia, Danimarca, Estonia, Grecia, Bulgaria, Slovenia, Cipro, Ungheria, Slovacchia, Croazia, Stati Uniti e Finlandia.La sera di lunedì c’è stata la cerimonia d’apertura del campo, durante la quale sono venuti a farci visita dei membri del Lions Club di tutta l’isola. Dopodiché è stata organizzata per noi una festa con un deejay.

Quest'estate ho partecipato ad uno scambio giovanile con i LIONS, nel mese di luglio.
Prima di partire ero un po' scettica, pensavo che avrei preferito un'altra destinazione, già mi immaginavo Cipro come un'isola triste, con pochi giovani e molti anziani ciprioti.
Non mi sarei potuta sbagliare di più! Le due settimane sono letteralmente volate ed ogni giorno che passava era uno in meno alla partenza verso casa.
Parlando dei ragazzi conosciuti nel camp, non avrei potuto chiedere di meglio: abbiamo legato moltissimo come gruppo, la maggior parte del tempo stavamo tutti insieme.
Ho avuto la fortuna di dormire in stanza con ragazze fantastiche, con le quali non ci saremmo mai stancate di chiacchierare, confidarci e ridere, ridere e ridere ancora. 
Il posto era bellissimo, a cinque minuti dalla spiaggia e con edifici bianchissimi, caratterizzati da un porticato sul davanti, sotto il quale passavamo diverse ore della siesta. 
Polina era la nostra group leader ed era assolutamente fenomenale: dolce, comprensiva e sempre pronta ad ascoltarci.
Le uniche note negative riguardano il cibo (mangiavamo quasi sempre maiale!), le docce (l'acqua scorreva molto lentamente) e alcuni atteggiamenti di Anna, sfociati in spiacevoli avvenimenti.
Nonostante questo, la considero un'esperienza favolosa, con tanto di shopping, "disoteca" e parco acquatico. 
Non dimenticherò mai tutti quei ragazzi, con i quali abbiamo stretto un rapporto speciale e continuiamo tuttora a sentirci, via facebook, skype e altri social, fantasticando sul giorno in cui ci riincontreremo di nuovo.

Dal giorno 07/07/13 al giorno 21/07/13 ho partecipato, per la mia prima volta a un campo Lions; il campo si è tenuto a Napa, una cittadina dell'isola di Cipro.
Sono partita con entusiasmo (e un po’ di timore, visto che avrei viaggiato per la prima volta senza i miei genitori) per conoscere ragazzi e ragazze di altre nazioni e culture e approfondire le mie conoscenze riguardanti la lingua inglese.
Il giorno dell’arrivo sono rimasta impressionata dal numero di ragazzi che avrebbero condiviso il campo con me e con i quali avrei trascorso due settimane estive diverse dal solito.
Quando mi sono resa conto di dover stare in camera con 7 ragazze straniere, ho capito che sarei stata obbligata a parlare solo l’inglese. Anche l'altra ragazza italiana, con la quale si è instaurato un ottimo rapporto, stava nella stanza accanto con ragazze straniere. A primo impatto ero spaventata, ma, dopo che ho rivolto la parola per la prima volta alle compagne di camera, ho capito che erano simpatiche e che sarei riuscita a comunicare senza difficoltà. È stato bello non parlare l’italiano per due settimane. Inizialmente mi sono sforzata di affrontare tutti gli argomenti in inglese, nella lingua che più amo, dopo la mia; anche quando parlavo con i ragazzi italiani, ho scelto di comunicare in inglese per permettere agli amici delle altre nazioni di comprendere i nostri discorsi. Dopo alcuni giorni, mi sono resa conto di pensare (e sognare) in inglese. 

Questo è stato il primo viaggio che fatto da solo, senza genitori, scuola o scout, e devo dire che ero anche un pò eccitato ma non a disagio perché, comunque, ho fatto molti viaggi in aereo.
Quando sono arrivato in tarda serata a destinazione, ho conosciuto un ragazzo italiano che, essendo arrivato già la mattina, mi ha dato informazioni sul funzionamento del campo. 
Essendo circa 40 ragazzi di varie nazionalità primi giorni sono trascorsi dedicandoli alla conoscenza, ho fatto più amicizia con i miei compagni di stanza perché avevamo anche la notte per stare insieme.
La mattina stavamo tutti insieme. Abbiamo conosciuto e imparato canti e balli greci. Poi continuavamo con attività di gruppo come il mosaico o, a scelta, come cucina o basket, che io ho preferito.
Dopo pranzo le attività pomeridiane erano diverse per ogni giorno. Durante la siesta approfittavamo per giocare con la play station e per socializzare tra noi. 
Ogni giorno andavamo in spiaggia e, un pomeriggio, abbiamo fatto una competizione di sculture di sabbia che è stata molto divertente.
Ogni tanto dopo cena siamo andati in un pub, l’Ambassaden, dove ci siamo divertiti ballando.
I 15 giorni, trascorsi molto piacevolmente, sono serviti a farci sentire uniti. La conoscenza di tutti questi ragazzi mi ha lasciato un ricordo di amicizia e solidarietà ma, purtroppo, tutto è finito troppo in fretta.
Il giorno più brutto è stato l’ultimo: quello delle partenze che si sono susseguite dalla mattina alla sera.
Fortunatamente abbiamo facebook, skype e i mezzi per comunicare tra noi e, infatti, sono in contatto ancora con qualche amico del campo.
Grazie per avermi dato questa opportunità.

Le ultime foto insieme, gli ultimi sguardi, le ultime parole, gli ultimi abbracci prima di indirizzarmi con gli altri compagni italiani verso il controllo di sicurezza prima del boarding, le ultime ore seduti su una panchina dell’aeroporto di larnaca, in silenzio, in attesa della chiamata. 
Torno indietro di qualche ora per raccontarvi dell’ultima cena insieme ai ragazzi del camp, le parole e gli sguardi che ci hanno legato indissolubilmente nel tempo, nonostante la distanza fisica che ci separa tutt’ora, mentre scrivo e li penso, ripenso alla loro voce alle loro strette, ai momenti passati insieme come in una grande famiglia. 
Abbiamo condiviso tutto in quelle 2 settimane: risate, pianti, qualche volta, stringendoci sempre, mano nella mano ognuno ambasciatore del proprio paese d’origine, cittadini dello stesso mondo.

Durante il periodo compreso tra il 7 e il 21 luglio ho partecipato al programma degli scambi giovanili per la mia prima volta; il campo si trovava in una città dell’isola di Cipro chiamata Ayia Napa.Sono arrivata verso le tre del pomeriggio con altri tre ragazzi italiani che avevano fatto il volo con me e con altri ragazzi stranieri che avevamo incontrato all’aeroporto di Larnaca.

Quella del campo Lions di Cipro è stata una delle esperienze più belle, se non la più bella della mia vita. Io inizialmente non ero molto ottimista perché il primo impatto non era stato molto piacevole e stando da solo non sapevo cosa fare.. Poi con il passare dei giorni sono riuscito a stringere amicizia con tutti i ragazzi del campo.. È  una situazione molto particolare e piacevole da vivere perché vai in un paese dove si riuniscono ragazzi da tutto il mondo e riesci a confrontarti e provare emozioni che non avresti mai pensato di provare. I gestori del campo erano giovani e simpatici e questo ci ha aiutato molto.. Infatti con loro abbiamo visitato le principali città di Cipro: Lymassol, Nicosia, Lanarca.. Abbiamo fatto gite in barca, siamo andati a mare, visitato musei e molte altre cose.. Lo consiglierei a chiunque perché in due settimane riesci a stringere dei rapporti di ferro con persone fino a poco prima sconosciute, con le quali ti senti parte di una famiglia allargata. L'unica cosa non piacevole è l'addio, perché prendi consapevolezza del fatto che magari non rivedrai più i nuovi amici.. Se mai dovesse ricapitarmi l'occasione di rifare questa esperienza la riaffronterei  molto volentieri .

Dopo una lunga attesa snervante all'aereoporto di Malta incontrai Roberto, un altro ragazzo italiano con il quale mi recai a Cipro mediante compagnia Emirates. 
A parte incidenti di percorso (per esempio il bel modo di fare amicizia rimettendo vicino al mio compagno di viaggio) arrivammo all'aereoporto di Cipro dove ci attendeva l'autista con altri ragazzi del camp, pronto a portarci alla meravigliosa Ayia Napa. 
Durante il tragitto era come capovoltarmi in un'altra realtà: dal finestrino scorgevo lunapark,acquapark, locali ovunque e vita, al contrario del mio paese che si popola solo a Ferragosto! 

Per la prima volta, quest’anno, ho avuto l’occasione di partecipare ad uno scambio Lions: CIPRO HERE I COME! 

Quindici giorni di camp nella più bella spiaggia di Cipro – Agia Napa – in compagnia di una trentina di ragazzi tutti con un bagaglio culturale diverso, pronti a condividerlo con me. Che emozione! 

Una volta sull’aereo sono stata invasa da un misto di sentimenti contrastanti: ero emozionata per la partenza, curiosa di scoprire quello che mi attendeva, ma anche un po’ preoccupata per il mio primo viaggio da sola. Mi sono fatta coraggio e con un grande sorriso ho varcato la soglia dell’Agia Napa Lions Youth Camp.

I primi giorni non sono stati esattamente come me li aspettavo, ma cercavo sempre il lato positivo e mettevo buona volontà in tutto ciò che facevo: ho conosciuto gli altri ragazzi, ma i nostri tutors non hanno molto incitato lo scambio culturale tra di noi, e già dai primi giorni si erano formati dei gruppetti di ragazzi che, ovviamente, parlavano la stessa lingua, tra cui quello degli italiani. L’organizzazione scarseggiava, alla domanda “What are we doing today?” la risposta era “Siesta!”. Ero felicissima di trovarmi in un posto così straordinario, ma delusa di trascorrerci il mio tempo facendo la siesta. 

Oltre allo shock creato dai 40°C e dalla guida all’inglese, l’impatto iniziale non è stato proprio come me lo aspettavo. Devo ammettere che ci ho impiegato un po’ di tempo a capire chi fossero gli organizzatori e in più, oltre ai giochi da tavolo non è che ci fossero molte altre attività all’interno del campo… ma come sempre, per dare un giudizio complessivo ad una cosa bisogna viverla fino in fondo. E’ risaputo che noi italiani dobbiamo farci riconoscere in ogni parte del mondo nella quale andiamo per il nostro carattere esplosivo, e come vuolsi dimostrare, soprattutto grazie a certi individui siamo riusciti a smuovere un po’ le acque sia con gli organizzatori che con gran parte dei campers. 
Dopo pochi giorni abbiamo cominciato veramente a goderci le meraviglie che offre Cipro, tra mare, sole e cibo (escludendo di tanto in tanto quello del campus, senza offesa per i cuochi: due persone meravigliose!).
Anche se questa esperienza è durata solo due settimane siamo riusciti a fare il giro delle più importanti città di Cipro, oltre alla giornata in barca e ad alcuni sport acquatici meravigliosi! 
Per quanto riguarda la lingua, io ero partito dall’italia con l’intento di migliorare il mio inglese; al contrario sono tornato con un bagaglio di lingua greca notevole (non c’è bisogno di specificare che la gran parte erano parolacce).  
A parte il viaggio in se, questa esperienza mi ha permesso di conoscere persone stupende, che non dimenticherò mai! Giudizio finale: esperienza indimenticabile!

Bologna, ore sei dl mattino inizia la mia avventura, insieme ad altri due ragazzi italiani. La nostra meta è Cipro nella città di Aya Napa famosa per le sue spiagge e per le serate movimentate.  
Al nostro arrivo in aeroporto veniamo accolti e subito portati, insieme ad alcuni degli altri campers, nel nostro alloggio.
 La partenza ammetto che non è stata delle migliori, il caos, l’ imbarazzo e la timidezza dei primi giorni si è fatta sentire ma nonostante ciò abbiamo continuato a mantener il sorriso e dopo qualche giorno eravamo diventati tutti una grande famiglia guidata dalle stupende animatrici che hanno saputo movimentare l’atmosfera.
Anche le attività passati due o tre giorni si sono fatte più interessanti: abbiamo fatto visita a diverse città dell’ isola, fatto attività di svago fra cui acquafan e giochi nautici e inoltre ci siamo confrontati con realtà molto diverse da ciò che siamo abituati quotidianamente. 
Consiglio la mia esperienza a qualsiasi ragazzo della mia età, i legami che si creano, la possibilità di incontrare altre persone provenienti da tutto il mondo e con loro potersi confrontare sulle diverse culture è un occasione da non farsi sfuggire. 
Ero partita con l’ intento di migliorare il mio inglese ma sono tornata con molto di più. Concludendo ringrazio i Lions italiani e ciprioti che hanno permesso questo camp.

La mia esperienza fatta in Ontario – Canada  - Distretto A-15 è stata diciamo un pò sfortunata. 
Questo è stato probabilmente dovuto alla famiglia da cui sono stata ospitata durante il mio soggiorno che evidentemente non mi aveva presa molto in simpatia. In più di un'occasione hanno dimostrato di non essere state persone corrette nei miei confronti, nonostante io sia sempre stata sempre più che educata con loro. Tanto per fare qualche esempio più di una volta sono stata lasciata a casa da sola, spesso senza nemmeno essere avvertita, talvolta anche senza un pranzo, senza il permesso di uscire nemmeno per fare un telefonata; ho visitato le Niagara Falls tre giorni prima della mia partenza dopo che li avevo implorati per settimane e questo è avvenuto non tanto perchè gli importasse che io visitassi qualcosa, quanto più perchè ero l'unica ragazza del distretto a non averle ancora visitate e questo era troppo vergognoso perfino per loro. Non per niente, nonostante sia rimasta lì un mese, nonostante le mie innumerevoli richieste e nonostante abbia fatto un totale di 24 ore di volo per visitare quell'unica cosa, non ho avuto l'opportunità di visitare Toronto (se non attraversandola in macchina la mattina della mia partenza prima di andare in aeroporto). 

 Quest’estate ho partecipato al “Lions Youth Exchange Program” con destinazione Alberta, Canada. Pur non avendo contemplato questo Paese fra le tre opzioni indicabili (nessuna delle quali era disponibile), sono stata scelta per tale meta perché sede di uno Youth Camp particolarmente adatto a Leo di giovane età quale io sono – e me ne ritengo molto, molto fortunata. Quella del “Waterton Leadership Camp” infatti è stato infatti una delle esperienze più interessanti e coinvolgenti che io abbia mai fatto. 
A differenza degli altri Lions Camps, a questo prendono parte ogni anno sia studenti internazionali che locali: su 43 giovani, noi exchangees eravamo solo 12.
A dispetto del considerevole numero di partecipanti, e del poco tempo a nostra disposizione (solo sei giorni, purtroppo) non è stato difficile per ognuno di noi fare conoscenza (e amicizia) con tutti – e sottolineo tutti – gli altri; ogni attività era organizzata in modo che ciascuno di noi avesse a che fare con persone diverse, appartenendo a più gruppi suddivisi in modo differente: quello della cabina, delle leadership sessions (chiamato con il nome di una delle montagne che circondano il camp), delle attività pomeridiane e del lavaggio piatti. Ad esempio, io dormivo nella cabina 7, partecipavo alle leadership sessions con i membri del gruppo Bellevue, alle attività pomeridiane con il gruppo blu e lavavo i piatti con quello marrone. Inoltre, il posto a tavola ci veniva assegnato ogni volta estraendo da un secchiello il nome del componente dello staff che sedeva ad un certo tavolo.

E’ stata un esperienza indimenticabile.La famiglia che mi ha ospitato si è dimostrata gentile e disponibilissima ed ha accolto me ed il ragazzo danese, mio compagno di avventura,come due figli. Ci hanno fatto vivere da canadesi. Ci hanno portato in giro ovunque: Toronto, Cascate del Niagara, partita di baseball (NY yankees contro Blue Geis), grigiate, zoo, messe domenicali protestanti, shopping, cinema, finale dei mondiali vista in diretta in inglese, feste country, grigliate con i lions, fast food, canoa, mountain bike...ma non sono mancati i momenti di relax in piscina e a casa,immersi nella campagna canadese e nella sua splendida natura (scoiattoli che vengono a cercare cibo fin dentro casa).Il camp poi è stato veramente organizzato a modo. Serio e professionale: maglietta e tesserino di riconoscimento, sfilata con le bandiere, cerimonie, cena di chiusura con tutti i lions club e spettacolo "internazionale"organizzato da noi ragazzi.Nessuna nota negativa. E’ stato veramente stupendo e zero problemi di adattamento anzi mi sentivo come a casa.

Innanzi tutto volevo sinceramente ringraziare l’organizzazione dei Lions  per l’opportunità concessami di viaggiare anche quest’anno, nell’anno passato sono stato in Finlandia e mi scuso se spedisco la relazione solo ora, ma al ritorno la mia famiglia ospitava una ragazza malese, Brenda Lyn, e poi sono partito con la mia famiglia e ad essere sincero ho avuto bisogno di un po’ di tempo.
Durante il mio periodo di permanenza in Canada a Meota c’era anche un altro ragazzo italiano Alberto.
So che questa relazione è importante e cercherò di spiegarvi quanto, secondo me, è accaduto durante la permanenza di Alberto in Canada.
Quando io sono arrivato Alberto era già arrivato da qualche giorno e si era sistemato presso la famiglia di Shannon.
Io ho avuto modo di conoscerlo subito perché le due famiglie si frequentano.

Salve! Sono rientrata circa tre settimane da Grande Prairie, Alberta, Canada. 
Devo dire che è stata un'esperienza magnifica e mi sono divertita moltissimo. Sono stata ospitata in due famiglie diverse, laseconda era quella di Betty Ann Robson, e mi sono trovata benissimo entrambe le volte!
La prima famiglia ci ha messo a disposizione delle biciclette per visitare la città e l'ho apprezzato molto, mentre Betty Ann ci ha portato al parco nazionale di Jasper e persino a Edmonton!

Sono tornata dal Canada qualche giorno fa e sono felicissima, è stata un'esperienza fantastica: in famiglia mi sono trovata molto bene, quattro figli dolcissimi ed educatissimi e i genitori giovanissimi.
Sono stata ospitata insieme a due ragazze, una di nazionalità finlandese e l'altra francese e ci siamo trovate benissimo insieme.

La mia esperienza in Canada è stato qualcosa di unico e irripetibile. 
Stare con le famiglie e sentirsene parte ti fa capire come culture diverse possano convivere e anzi ho ricevuto un sacco da tutte e due le famiglie. 
Naturalmente all'inizio non è stato facilissimo ma stare con le famiglie aiuta molto anche per l'inglese! 
Però ciò che non potrò mai dimenticare è ciò che mi ha dato una casa per quasi ogni paese dell'Europa perchè i ragazzi che erano con me ai due campo sono stati per più di 10 giorni come la mia famiglia e ognuno di loro è diventato praticamente un mio migliore amico... ho contatti con tutti naturalmente con qualcuno un pò di più ma ho imparato ad apprezzare le differenze che le persone hanno dal mio modo di pensare ... ho avuto più di un dibattito sulla politica internazionale ed è stato interessante capire come la storia di ogni paese possa condizionare il pensiero delle società future! Per non parlare dei posti visti soprattutto con le famiglie con una delle quali ho avuto la possibilità di andare anche negli stati uniti a Buffalo! Tra l'altro ho ricordi come le Cascate del Niagara o come una giornata in catamarano ma anche una serata a teatro allo Shackespeare festival o più semplicemente al cinema! 

Il  mio arrivo non è stato purtroppo dei migliori, complice forse la stanchezza dovuta alla giornata allungata da nove ore di fuso orario. L’accoglienza è stata calorosa, ma purtroppo il luogo non rispecchiava l’ambiente che mi sarei aspettata da uno scambio di questo genere; la signora era sola, di una certa età, e la piccola abitazione era davvero invivibile, tanto che mi sono sentita in dovere di portare con me delle foto.
Grazie alla rapidità  dello spostamento di famiglia, per cui mi sento di ringraziare il coordinatore europeo presente in America Kathy Schumer e il coordinatore italiano per gli USA Mariella Piccolini, tutto è proseguito per il meglio. 
La nuova coppia, Ruth&Randy, era deliziosa, e davvero disponibile. Lui lavorava, e quindi tornava a casa solamente di sera, ma la signora si è premurata di farmi conoscere buona parte dell’isola.. ho visitato molti posti, primo tra tutti Victoria, la capitale dell’isola, e per ultima Vancouver, anche se la visita è stata molto veloce (motivo per cui, il giorno della mia partenza per il ritorno in Italia, ci sono tornata per un’ulteriore visita prima di prendere l’aereo). 

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