Vi chiedo di scusarmi per il mio ritardo ma ho un po' girato l'Europa questa estate e tuttora mi trovo presso dei miei parenti a Timisoara.
Non posso dire altro che le mie impressioni riguardo al viaggio in Macedonia siano state positive, o anche piu che positive (scusate ma qua non ho gli accenti sulla tastiera), l'organizzazione era a dir poco ottima e non ho avuto modo di lamentarmi riguardo a nulla.
Salvo alcuni problemini di orario ( a volte ci svegliavamo piu tardi del dovuto) il viaggio e andato liscio come l'olio!
Gli animatori e gli organizzatori erano molto simpatici e comprensivi, non ci hanno fatto macare nulla, sono riusciti a trovare l'equilibrio giusto tra le varie attivita, le visite alle citta e il tempo libero per il nostro divertimento.Tutto questo e riferito ovviamente anche alla mia Host Family!
Non credo ci sia altro da dire salvo che sono ansioso di ripetere questa esperienza con i Lions!
Arrisentirci e scusate ancora!
P.S.: in Macedonia servono la pizza senza pomodoro e con il ketchup a fianco, e la pasta era perennemente scotta,queste sono le uniche cose di cui mi posso lamentare:)
La Macedonia è un paese di cui si sente parlare molto poco, infatti io non sapevo cosa aspettarmi.
Ho fatto qualche ricerca per conto mio, per avere quelle poche informazioni che mi servivano per partire e pochi giorni prima ho iniziato a mettermi in contatto con la mia host-family.
Quando sono arrivata all'aereoporto della capitale, ho riconosciuto la mia host-sister e la mia host-mum che mi hanno accolto con un gran sorriso.
Dal punto di vista alimentare non hanno grosse differenze dalle nostre abitudini: non mangiano nè carne di coniglio nè di cinghiale, ma per il resto non mi posso lamentare. I cibi tipici sono misti di verdure, peperoni e carne balcanica.
Chiunque incontri, almeno a Skopje, Bitola ed Ohrid, è molto ospitale e disponibile. Una delle cose che mi ha incuriosito è stata il togliere le scarpe prima di entrare in casa: dicono che lo fanno per principio ed abitudine (come in Finlandia ed Olanda), non per religione.
Durante il campus ho trovato un'ottima integrazione linguistica, poichè la ragazza ospitante stava frequentando all'università un corso biennale di italiano; infatti era molto entusiasta nel parlare con me senza usare l'inglese. Per questo, ci piaceva confrontarci e parlare del più e del meno quando si aveva del tempo libero previsto dal programma.
A volte parlavamo di storia e mi raccontava cosa ha passato di positivo e negativo la loro nazione.
La partenza sembrava molto lontana e invece in pochissimo tempo era già ora di partire. Arrivata all’aeroporto di Skopje, la capitale, ad aspettarmi c’era la mia host sister.
Con lei e i ragazzi del campus abbiamo passato una settimana nella capitale e in giro a visitare.
La capitale Skopje è bellissima ed è la patria di Alessandro Magno, i monumenti sono veramente grandi e gli edifici storici sono molto belli. Skopje è meravigliosa di notte quando è tutta illuminata. Lì c’è sempre molta gente in giro, sono solari e alla sera si divertono sempre.
Alla sera i locali sono belli perché c’è della buona musica e di molti generi.
Per la città ci sono molte bandiere della nazione. Per i turisti questa nazione è molto economica, la moneta che usano è il dinaro.
Ci sono posti veramente belli, dove il panorama e la natura sono meravigliosi come ad esempio Kokino.
Dopodiché ci siamo sposati per un paio di giorni a Bitola in un’altra host family.
Il mio viaggio in Macedonia si è sviluppato in tre tappe: Skopje, Bitola e Ohrid, ognuna delle quali mi ha mostrato diverse caratteristiche del paese e dei suoi abitanti.
Ho trascorso la prima settimana nella capitale, Skopje, ospite di una famiglia del posto. Dal momento dell’arrivo a quello in cui ci siamo trasferiti in una differente città, non mi hanno mai lasciata sola. Hanno dimostrato più volte la loro ospitalità preoccupandosi continuamente che mangiassi abbastanza, non avessi freddo o mi scottassi al sole e che mi divertissi a sufficienza. Mi sono sentita parte della famiglia e, passando molto tempo con loro, ho compreso tanto delle loro abitudini e tradizioni.
Skopje è sicuramente diversa da quello che immaginavo, è ricca di monumenti nuovi e moderni. Il centro, dove si possono trovare i maggiori luoghi di svago e i vari bazar, è molto curato e durante il giorno è davvero affollato. Ma la capitale è piuttosto una città notturna, dove la moda più diffusa sono i pub con musica dal vivo.
I servizi sono agevoli ovunque, a partire dai mezzi, i negozi di cambia valuta ed i grandi magazzini.
I Lions responsabili del campo si sono preoccupati di organizzare escursioni, gite e attività, in modo che non ci potessimo annoiare nemmeno volendo; sono stati gentili e premurosi, molto più di quanto potessi immaginare.
Quando mi hanno detto che la mia destinazione sarebbe stata la Macedonia non sapevo proprio cosa aspettarmi!
Devo dire che ero un po prevenuta nei confronti di questa nazione più che altro perchè ne avevo sentito parlare davvero poco (Non sapevo nemmeno dove potesse trovarsi in Europa!) ma anche molto curiosa di scoprire nuovi luoghi e usanze! Ho scoperto poi dopo che si trova sopra la Grecia ma non fa parte dell'unione europea.
Il fatto di non essere partita per una delle nazioni che avevo messo nelle preferenze è stato la mia fortuna perchè non mi sarebbe mai venuto in mente di visitare la Macedonia e non avrei così scoperto un paese meraviglioso quale è.
L’esperienza che ho vissuto è stata probabilmente la più bella della mia vita: non perché era un’esperienza, la prima, che facevo da solo, ma perché ho conosciuto il vero significato della parola “viaggiare” … ebbene sì, in un posto che da tutti potrebbe essere considerato triste e povero, io l’ho vissuto come un luogo pieno di storia e di cultura, infusa nelle vene di ogni abitante, il quale a sua volta la condivideva con te. Posso dire che mi sono considerato un macedone a tutti gli effetti, perché essere in una famiglia, come quella dei Talev, mi ha fatto dimenticare che ero lì con il Lions: mi sentivo a casa mia.
Il mio host brother è il fratello che non ho mai avuto, e i suoi amici erano i miei.
Questa esperienza penso sia stata l’esperienza più bella ed emozionante della mia vita, perché mi ha permesso di conoscere un paese fantastico ed incontrare persone gentili, disponibili e simpaticissime. Vorrei ringraziare infinitamente il LIONS Club che mi ha dato questa fantastica opportunità.
La prima settima in famiglia è stata molto divertente perché mi ha permesso di conoscere una parte della storia della Macedonia direttamente da persone che l’hanno vissuta. La ragazza che mi ha ospitato, Sofjia, era molto gentile e disponibile e mi ha fatto conoscere i suoi amici, facendomi conoscere la città dove viveva, Valadovo. Mi hanno reso anche partecipe della loro vita famigliare portandomi con loro alla cerimonia di laurea della cugina della cugina di Sofjia, nell’università americana di Thessaloniki, in Grecia. Quando ci siamo separate mi sono commossa, nonostante fosse solo una settimana che mi ospitavano.
Quest’anno ho partecipato per la prima volta a uno scambio Lions. La destinazione che mi è stata proposta era la Macedonia: all’inizio, sia io che i miei amici, eravamo un po’ scettici, poi ho pensato che visitare un paese nuovo, a differenza delle solite belle Francia, Spagna, Inghilterra, ecc. avrebbe potuto aumentare i miei orizzonti, anche molto.
Sono partita il 29 giugno e, dopo circa 5 ore di viaggio sono atterrata a Skopje, dove ad attendermi c’era il caloroso abbraccio di tutta la mia host family.
Era uno dei giorni più caldi dell’estate, ma fortunatamente la mia famiglia abitava a Krushevo, un piccolo paese su una montagna.
Con la mia host sister ho avuto la possibilità di fare lunghe passeggiate immersa nella natura e quindi anche di fare molte foto mozzafiato, tra cui quelle al panorama che si vede dalla croce che si trova sopra Krushevo.
it is so nice that Angelica and Giulia came to our country and participated in our camp. Communicating with them let us know more about your country, culture tand people.
E’ la prima volta che ho partecipato ad un scambio giovanile organizzato dai Lions. Prima della mia partenza ero sia felice che un agitato poiché non sapevo cosa aspettarmi! Al mio arrivo all’aeroporto di Vilnius la mia famiglia ospitante mi stava aspettando li con un cartello sul quale c’era scritto il mio nome. Sono stato veramente fortunato la mia famiglia era estremamente ospitale e ha fatto di tutto purché mi sentissi come a casa, infatti il secondo giorno che era una domenica mi hanno portato dai loro genitori che per fortuna parlano russo, ci è voluto veramente poco perché diventassimo buoni amici e di fatti tutt’ora comunico con questa mia famiglia ospitante di Vilnius. Il primo giorno di attività con gli altri ragazzi è stato divertente abbiamo parlato di come siano capitati li ecc. Ognuno di noi ha detto di avere una famiglia ospitante molto simpatica e ospitale solo che alcuni ragazzi hanno sottolineato il fatto che le loro famiglie ospitanti parlavano inglese a malapena, penso che per il futuro si dovrebbe verificare che la famiglia che ospita il/la partecipante parlasse inglese, se no almeno una lingua con la quale potesse comunicare con il/la partecipante (in questo caso russo e tedesco hanno rimpiazzato l’inglese ma tra di noi ragazzi parlavamo quasi esclusivamente in inglese anche se un po’ di altre lingue si sentivano qua e la ma non lo si faceva apposta! Le attività svolte a Vilnius erano ben preparate e divertenti! Solo che quel giorno nel quale abbiamo dovuto esplorare la città di Vilnius con l’aiuto di una cartina e di informazioni chieste ai passanti il piccolo problema della lingua si è ripresentato, era un giorno feriale la maggior parte della popolazione stava lavorando e in giro c’erano solo pensionati che di inglese non sanno nulla, ma per fortuna il russo lo parlavano in 3 nel nostro gruppo, era una cosa inaspettata ma non se ne può dare una colpa a nessuno. Ognuna delle persone che abbiamo incontrato quel giorno era pronta riempirci di storie e informazioni sulla storia lituana e di quella della città di Vilnius.
Questo è il primo anno che partecipo a questa esperienza e non sapevo proprio cosa aspettarmi ero molto ansiosa di partire!!
Quando ho saputo la mia meta ero un po restia, non sapevo nulla della Lituania, giusto quelle poche nozioni apprese alle medie, ma prima di partire mi sono ben informata: menzionata per la prima volta nel 1009, la Lituania crebbe fino a diventare un'importante nazione nel medioevo, prima del 1918 faceva parte della Russia, di cui costituiva il governatorato di Kaunas e parte di quelli di Vilnius e Suvalki, la lingua parlata è il lituano e la moneta corrente è la lita (nel 2014 si convertirà all'euro).
Appena arrivata in aeroporto mi ha accolto il padre della mia famiglia che mi ha portata in un edificio dove erano riuniti anche gli altri ragazzi, provenienti da Austria, Slovenia, Spagna, Polonia, Danimarca, Olanda, Israele..
I pochi giorni passati insieme alla host family li ho trascorsi nelle città vicine a Petach Tiqwa la città in cui si trovava il Lions camp e dove sono stato ospitato i primi giorni. Durante il mio soggiorno con la famiglia ho visitato Gerusalemme e Tel Aviv (le due capitali d’Israele) e ho potuto gustare il cibo Israeliano(che fra l’altro era pure molto buono ma un’po piccante)che la mia famiglia preparava ogni giorno per me,cercando ogni modo per farmi sentire a mio agio,e devo dire che ci sono pure riusciti. Le settimane passate con i ragazzi però sono state le migliori:li da subito sono stato accolto benissimo e ho subito trovato dei buoni amici in tutti i ragazzi del campo. Dopo una settimana passata a girare nei dintorni di Petach Tiqwa insieme ai ragazzi siamo stai costretti a lasciare il campus per trasferirci nel sud dove siamo rimasti per tre giorni,dormendo in uno ostello per ragazzi dell’università.L’ultima settimana la ho passata nel nord(a Nazareth città araba)insieme al ragazzo turco che è stato ospitato con me dal Lions Club. Sfortunatamente però il giorno degli addii è arrivato e dopo molti pianti e scambi di abbracci ci siamo lasciati,tornando tutti nei nostri paesi,con la certezza di non poter dimenticare mai questa bellissima esperienza.
Il mio viaggio in Israele è cominciato con una levataccia: è dura dover alzarsi quando la notte è ancora giovane per essere in aeroporto alle 05.30.
Questo è stato l’unico aspetto negativo di tutto il viaggio: l’Israele è un Paese stupendo e vi ho conosciuto molte persone meravigliose che me lo hanno fatto apprezzare ancora di più!
I primi due giorni sono stato in famiglia a Ness Ziona (cittadina a 20km da Tel Aviv), i dieci giorni seguenti ho viaggiato per tutto l’Israele e non avevamo un posto fisso dove fermarci, ogni giorno dormivamo in posti diversi; con questo tipo di Campo itinerante abbiamo visitato città magnifiche e ricche di storia: Tel Aviv, Nazareth, Gerusalemme, Akko, Jaffa...erano così numerose che non me le ricordo tutte. Avevamo una guida preparatissima e molto simpatica ed inoltre con noi c’era la figlia dello YCEC israeliano.
Quando sono partito per andare in Israele, non avevo la minima idea di cosa aspettarmi.
Devo ammettere che le informazioni in mio possesso riguardo quella realtà erano poche e frammentate. Nell’immaginario collettivo Israele viene visto come un paese pericoloso, in quanto in costante conflitto non solo al suo interno ma anche nei suoi confini.
Mi sono bastati pochi giorni per capire che la realtà è completamente diversa.
E’ vero che questo paese nel corso della sua storia ha affrontato diverse guerre con diversi paesi e continua ad avere dei conflitti, ma è altrettanto vero che in questo periodo la situazione è tranquilla e gli israeliani cercano in ogni modo di mantenere la pace nel rispetto di tutti.
Non trovo parole migliori per definire questa esperienza: indimenticabile.
Per una serie di motivi: in primis, la meta, assolutamente inusuale e pertanto ancora più interessante; in secondo luogo, l’accoglienza calorosa dei membri del Club così come della famiglia islandese ospitante; infine, il legame creatosi tra noi partecipanti- uniti dall’inglese, dalla passione per “l’esplorazione” e dalla curiosità, che si è accresciuta giorno dopo giorno di più, verso lo stile di vita e la diversa mentalità dei popoli con i quali abbiamo avuto modo di confrontarci.
Nonostante lo shock iniziale (bisogna ammettere che per chiunque provenga da una paese di più di mille abitanti, trascorrere nei piccoli villaggi islandesi ben tre settimane è un’impresa non indifferente), devo confessare che dopo qualche giorno ho iniziato ad amare la tranquillità e la pace dell’Islanda, grazie anche all’affetto, alla generosità e al calore dimostratimi dalla famiglia che mi ospitava.
Mr Oddgeirsson era sempre disponibile a soddisfare la curiosità mia e di Ziga (il ragazzo sloveno ospitato nella medesima famiglia): la sera non si andava mai a dormire prima della mezzanotte (e non solo per il fatto che nei mesi estivi il sole non tramonta praticamente mai!), ma soprattutto perché usavamo conversare della politica così come delle corse coi cavalli, delle imprese avventurose del nostro host father così come delle peculiarità dell’Islanda, terra piena di contrasti, delle curiosità culinarie italiane e slovene.
Nello scrivere e perciò ricordare questa mia bellissima esperienza, che ho potuto fare grazie all’associazione Lions Club, mi sento pervadere contemporaneamente da due sentimenti contrastanti: la gioia dei ricordi dei luoghi visitati e delle persone conosciute e la tristezza di non poterli rivedere a breve.
Il mio viaggio è cominciato il quattro Luglio alle ore 06.30 con la partenza dall’aeroporto di Bologna. Fin dall’inizio mi sono sentita molto agitata, come penso sia naturale per una persona che per la prima volta affronta un viaggio così lungo e sola. Una volta preso l’aereo l’agitazione è però diventata terrore, che fortunatamente poco dopo è svanito, grazie al pensiero che all’aeroporto di Amsterdam avrei incontrato un’altra ragazza italiana, che come me, grazie al Lions Club, andava in quella che in seguito avrei definito un’isola incantevole: l’ Islanda.
È difficile da descrivere in cosa consiste lo scambio giovanile in Islanda e in particolare il camp “Ice and fire 2010” cercando di far capire ciò che veramente ho vissuto e il perchè questo viaggio rappresenta per me ora una delle esperienze più significative della mia vita.
Dopo questo viaggio l'Islanda è per me diventata un luogo indimenticabile per ciò che ho visto, visitato e imparato sulla cultura locale, ma in primis perchè è il luogo dove ho conosciuto ragazzi provenienti da tutta Europa con i quali ho trascorso e condiviso giorni fantastici! Non solo ho conosciuto persone islandesi con una cultura e una visione del mondo decisamente differente dalla nostra, ma anche ho avuto la possibilità di confrontarmi con ragazzi provenienti da altre otto nazioni europee(Norvegia, Svezia, Finlandia, Danimarca, Olanda, Belgio, Ungheria, Slovacchia), scoprire cosa pensavano dell'Italia e degli italiani prima di conoscermi e se ciò che pensiamo noi sulle loro abitudini, tradizioni e modi di pensare è vero oppure sono solo credenze.
Il mio viaggio per la misteriosa Islanda è iniziato il 4 luglio 2013.
Ormai giunta in territorio islandese durante l’atterraggio ho potuto constatare con immediata evidenza che vi erano solo delle grande distese di lava (almeno per quanto riguarda la parte ovest dell’isola).
Il mio aereo è atterrato nell’unico aeroporto islandese che fa voli internazionali, Keflavik. All’aeroporto mi sono venuti a prendere i miei host-genitori più il responsabile dei Lions.
La mia famiglia abitava ad Akranes, un paese sul mare a mezzora dalla capitale, Reykjavik.
E' stata una delle più belle esperienze della mia vita.
Fantastico.
Ho conosciuto una famiglia bellissima che mi ha trattato come e meglio di un figlio. Ho visto una realtà molto diversa dalla mia ed ho conosciuto una nazione eccezionale. Incontrando anche lì una ottima organizzazione: decine di gite programmate, itinerari e mete bellissime. E poi soprattutto ho incontrato amici fantastici. Come le due ragazze italiane, Alessia e Chiara.
Ho visto posti bellissimi, che da sempre sognavo di vedere, ma soprattutto ho avuto la possibilità di conoscere e confrontarmi con giovani come me, provenienti da ogni parte del mondo.
Indimenticabile.