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Ho potuto finalmente realizzare il mio sogno:il Messico!
Grazie alla disponibilità dei “nostri” Lions, prima del viaggio, ho conosciuto attraverso internet la famiglia che mi avrebbe ospitato e la ragazza italiana che sarebbe partita con me, Sara.
Per una settimana in luglio ho ospitato una ragazza turca,Selen, con la quale ho legato subito. Siamo diventate ottime amiche e spero di poterla incontrare in futuro.
Esattamente il giorno dopo che se n’è andata sono partita per il Messico.
Dopo un interminabile viaggio,io e Sara siamo arrivate a Morelia.
I primi dieci giorni del programma prevedevano la partecipazione al Paricutin Lions Youth Camp.

Dopo un viaggio che mi è parso interminabile sono finalmente arrivata a Morelia (stato del Michoacan), dove avrei conosciuto la mia prima famiglia ospitante. Nonostante questa sia stata per me le terza esperienza all’estero (la seconda con i Lions) al momento dell’atterraggio mi ha colto subito la sensazione di straordinaria emozione e curiosità verso la nuova avventura che mi aspettava… e stavolta era un’avventura molto calorosa, che mi stava accogliendo con un cartellone che recitava il famoso “motto” messicano, <>.
Se, come me al momento della partenza, collegate la parola “Messico” a “caldo”, “cactus”, “deserto”.. ebbene si, vi sbagliate! Arrivata con pantaloncini e maglietta leggera ho rimpianto la felpa stipata sotto chili di altri vestiti leggeri nella valigia; il clima a Morelia (perché essendo il Messico una nazione enorme, il clima varia da regione a regione) è particolarmente variabile: caldo umido e afoso alternato ad acquazzoni brevi ma fortissimi, che lasciano sulle strade fiumi di fango degni di questo nome.
La mia prima host-family, i Mendoza, era composta da Arisel e Aseret (10 e 13 anni), il padre Sergio e la madre Julieta; con loro ho passato giornate splendide e ho imparato molto della cultura e delle tradizioni locali. Nonostante la famiglia non parlasse inglese ci siamo sempre capiti e ho avuto la fortuna di imparare una nuova lingua grazie alla full-immersion messicana.

Come sempre inizio ringraziando l'organizzazione Lions International per questa splendida esperienza, questa volta con un po' di malinconia ... sapendo che per me l'età massima è ormai alle porte.
Passando al report vero e proprio, devo dire che l'esperienza è stata molto “godibile”, le persone che ho incontrato sono state incredibili (una in particolare, il mio nuovo “fratello messicano” Jorge!) e sempre gentili e disponibili.
Le escursioni con le famiglie, spaziando dagli “storici” siti archeologici precolombiani di Zinsunsan alle più moderne e votate al divertimento ... spiagge messicane, sono state molto divertenti e assolutamente interessanti.
Il campo ha avuto i suoi alti e bassi, dovuti però soprattutto alle difficoltà meteorologiche e solo raramente a effettivi problemi organizzativi.
E' stato comunque anch'esso molto interessante soprattutto durante le visite nelle città “storiche” del Messico a contatto con una vita e “modo di fare” per certi versi molto somigliante a quella italiana.

A luglio sono partita per un esperienza fantastica: MESSICO. 
All inizio ero molto titubante su questa meta, anche se  per me è stata la seconda esperienza viaggiare con i lions (la prima è stata Australia) ,xke non sapevo minimamente a cosa andavo incontro.
Arrivato il giorno della partenza ero molto emozionata e non vedevo l'ora di arrivare a Morelia capitale del Michoacan (Messico)  per conoscere la mia famiglia ospitante.
In famiglia con me c'era anche un altro ragazzo italiano di nome Luca quindi non vedevo l ora di conoscere anche lui visto che avremmo trascorso le 3 settimane insieme.
Arrivata a Morelia la famiglia mi accoglie in modo molto caloroso e subito dopo ci dirigiamo subito a casa nella città di Quiroga ad un ora di distanza dalla capitale. 

È stata un’esperienza davvero preziosa. 
Sono entrata in contatto con una cultura che all’inizio pensavo essere molto simile alla mia, ma che si è dimostrata invece essere tanto differente. 
Sia i paesaggi, le strade, le case del Messico, sia il cibo, sia lo stile di vita e la cultura delle persone sono diversi da ciò che abbiamo in Italia.
Ho avuto la fortuna di vivere al massimo la vita messicana in due famiglie completamente diverse, adattandomi alla loro tranquillità e spensieratezza. I primi giorni sono stati per me i più difficili, poiché il mio modo di pensare più agitato ed organizzato si è scontrato con il suo opposto. Dopo poco tempo ho però iniziato ad abbracciare questo stile, e mi ha insegnato a prendere di più le cose come vengono, senza troppa rigidità di programmi.

E’ stata l’esperienza più bella della mia vita.
So che è solito fare ringraziamenti alla fine di ogni esposizione ma penso stavolta sia più giusto farli in primo ordine.
Io vorrei ringraziare questa associazione che mi stupisce sempre di più. In Messico ho percepito davvero l’internazionalità e la vera essenza dei Lions. Vorrei ringraziare le mie famiglie: gli Espinoza Macias e i Ramirez Vélez che mi hanno accolta come una vera figliola.
Ringrazio la gentilissima Adriana Acevedo e tutto il suo staff per l’accoglienza nel camp e tutti i Lions che hanno lavorato per la realizzazione di questo service.
Sono una Leo del distretto AB e la mia partenza per il Messico è stata un caso; non ho mai creduto nel destino ma penso fermamente che il mio viaggio in Messico sia stato un dono del cielo.
Non vorrei dilungarmi sulla questione dei casi e dei destini poiché ho tanto da raccontare.

Quest’anno ho partecipato agli scambi giovanili Lions e sono stata ospitata in Messico nella città di La Paz (BCS). Il viaggio è stato complessivamente positivo in quanto ho visitato con piacere diverse località e luoghi culturali, sono state però evidenziate alcune criticità: Al mio arrivo in aeroporto non ho trovato subito una famiglia ad aspettarmi per dei disguidi di comunicazione (La famiglia Padilla era stata informata riguardo un’altra ragazza di nome Valeria con la quale aveva scambiato diverse mail); Inoltre ho vissuto sola con Maria Luisa Padilla, donna molto educata, ma proprio perché vive sola non mi è stata data la possibilità di conoscere molti ragazzi del luogo (obiettivo principale degli scambi giovanili). 
L’organizzazione è stata scarsa (ho passato interi giorni in casa da sola anche perché Maria Luisa pensava che avessi un programma prestabilito). 
Nonostante ciò Maria Luisa ci ha messo impegno per farmi sentire a suo agio, ma credo che la sua non fosse una famiglia adatta ad ospitare una ragazza di 18 anni in quanto la signora vive da sola e sua figlia convive con il suo fidanzato, studia e lavora, quindi non ha tempo a disposizione da dedicare ad un ulteriore “componente della famiglia”. 
Ho vissuto, comunque molte esperienze propositive ad esempio ho visitato Cabo San Lucas, magnifica località, ho nuotato con i leoni marini, ho scalato un “cierro” (collina arida) ed ho migliorato notevolmente il mio spagnolo.
Il consiglio che voglio dare è di controllare in precedenza con accuratezza l’adeguatezza delle famiglie, migliorare l’organizzazione e la comunicazione tra famiglie e comitato organizzativo.

Il 16 Luglio 2006 sono partito dall’aeroporto di Bari; destinazione: Kuala Lumpur, Malesia….Sicuramente ero eccitato ma non avrei mai immaginato l’incredibile avventura che mi aspettava.Le dodici ore di viaggio mi hanno stancato ma l’adrenalina cresceva sempre di più. Arrivato a Kuala Lumpur, ho preso il volo per Kuala Terengganu. La mia breve sosta nell’aeroporto della capitale mi ha subito provocato un cosiddetto cultural shock…persone di culture completamente differenti dalla mia: indiani, cinesi, malesi. Mi sentivo in imbarazzo infatti tutti mi guardavano e sorridevano. Che sensazione incredibile! Il volo per kuala terengganu è durato un’ora e appena sono sceso dall’aereo ho subito testato cosa realmente vuol dire il caldo tropicale; un’umidità pazzesca, indescrivibile.La famiglia (…), cinese, mi ha ospitato per una settimana e sono riusciti a trasmettermi grande affetto. La loro famiglia è composta da due gemelli di sedici anni, Terence e Terisa, e i loro genitori Yap Kea Ping e Gan Swee Bee.
Mi hanno fatto visitare moltissimi luoghi. A causa del caldo e del cibo a cui non ero abituato, solo la prima settimana ho perso ben 6 chili.

Ciao!
Sono Rita Base, di 21 anni da Venezia e quest’estate, dal 27 luglio al 26 agosto 2008, ho partecipato per la terza volta allo Youth Exchange Program. Quest’anno è stata la volta della… Malesia!
Prima della partenza avevo stretto i contatti via internet con le mie future famiglie ospitanti, di modo che al mio arrivo il clima fosse già tiepido. Arrivata all’aeroporto di Kuala Lumpur, il KLIA, ho trovato ad attendermi il mio host brother, Keat Lim, che si è subito dimostrato gentile e disponibile. Il primo approccio è stato un po’imbarazzante poiché ignoravo la guida opposta alla nostra e, dopo più di mezza giornata di volo, i miei occhi proprio non riuscivano a notare che il volante era sulla destra! Tutto sommato però, questo ha favorito la prima risata per rompere il ghiaccio. Arrivati a casa della famiglia Lee ho conosciuto i genitori e i fratelli di Keat Lim e assaggiato la mia prima cena malese, a base di granchi, riso, tofu, pesce e salse piccanti.
Per il giorno successivo al mio arrivo, Keat Lim aveva già programmato assieme a Yang (un amico simpaticissimo) una visita di due giorni a Malacca, un antico villaggio di pescatori ora diventato zona turistica. La mattina stessa quindi siamo partiti ed ho potuto conoscere altri due exchangers: Arnaud dalla Francia e Benjamin dal Belgio. Il viaggio in macchina, la città, il cibo e i nuovi amici sono stati l’inizio perfetto per il mio soggiorno in Malesia.

Per quanto mi riguarda, l’esperienza è stata estremamente positiva in ogni ambito; riguardo le famiglie ospitanti, le persone conosciute, le attività svolte ed, in generale, l’intera permanenza.
Mi viene richiesto di sottolineare in particolare gli eventuali aspetti “negativi”, ma, per quanto mi riguarda, non ne ho incontrato alcuno.
Le famiglie sono state veramente gentili e disponibili e il tempo passato “da soli” in casa è stato molto poco in quanto le attività organizzate sono state numerose.
Il campo è stato divertente e le persone conosciute rappresentano i migliori ricordi dell’esperienza; peccato quindi che il soggiorno sia stato piuttosto breve(2 notti).
Sarebbe stato molto bello poter utilizzare la spiaggia, purtroppo molto inquinata(all’interno del resort era comunque presente una piscina).
Il cibo, superato un po’ di disorientamento iniziale, è stato buono e generalmente molto fresco.

Per quanto mi riguarda, l’esperienza è stata estremamente positiva in ogni ambito; riguardo le famiglie ospitanti, le persone conosciute, le attività svolte ed, in generale, l’intera permanenza. 
Ho soggiornato per 25 giorni a Ipoh, una città nella parte nord-occidentale della penisola malese, ospitato dalla famiglia Tham. Sono stato accolto da subito come un membro della famiglia sia dai genitori che dai figli ( due ragazze e un ragazzo più piccolo).  
Grazie a loro, ho avuto la possibilità di visitare molti luoghi d'interesse (templi, parchi naturali, ecc.). Le attivita organizzate sono state numerose, nonostante gli impegni lavorativi dei genitori e scolastici dei figli. I miei host parents sono comunque riusciti a portarmi più volte in luoghi lontani dalla loro città: Malacca, Kuala Lumpur, Johor e Penang dove ho trascorso due giorni. 
Durante i giorni a Ipoh, solo pochi momenti sono stato in casa o nel loro ufficio. Come ho detto l'accoglienza in famiglia è stata davvero fantastica. Ho potuto assaggiare tantissimi tipi di cibo e devo ammettere che all'inizio del periodo mi sono trovato un pò disorientato.

Mi chiamo Marco e ho partecipato quest’anno agli Scambi Giovanili Lions per la mia seconda volta con destinazione Malesia. Non ero molto informato sulla mia destinazione, si trattava di un’esperienza per me totalmente nuova ma vi assicuro che è stata veramente magnifica.
Arrivo a Kuala Lumpur dopo 20 ore di viaggio tra aereo e scali, ad attendermi ci sono un gruppo di ragazzi Leo che mi danno il benvenuto, chiedendomi ancor prima di conoscermi la bandiera italiana che avevo portato con me (mah??). Assieme a loro ci sono anche i genitori della mia prima famiglia ai quali avevo conosciuto qualche settimana prima tramite FB. Tutti si sono dimostrati socievoli e accoglienti fin da subito facendomi domande e augurandomi un buon soggiorno in Malesia.

Lo scorso 26 luglio sono partito per un’esperienza che difficilmente potrò dimenticare. 
Mi sono infatti recato in Malesia nell’ambito del programma di scambi giovanili internazionali del Lions Club.
Essendo oramai alla mia quinta esperienza in tal senso, ho voluto recarmi in un paese con una cultura completamente differente rispetto alla mia, tale da mettere alla prova il mio spirito di adattamento e le mie capacità di comprensione e analisi, dinnanzi a un ambiente particolarmente complesso e infinitamente ricco di sorprese e contraddizioni agli occhi di noi europei. Una situazione resa ancor più difficile da un contesto socioculturale frammentato in differenti etnie, religioni, lingue e realtà socioeconomiche. 
La Malesia è infatti un paese plurietnico e pluriconfessionale caratterizzato da una rigida separazione e ferree distinzioni tra le diverse comunità, al fine di evitare contrasti e tumulti relativi soprattutto a questioni di carattere religioso. 

 

Nel mese di dicembre dell’anno 2013 ho avuto la possibilità, grazie ai Lions, di fare un viaggio in Malaysia, paese del sud est asiatico, del tutto particolare, almeno per me.
La Malaysia infatti è un paese multietnico, nel senso che nello stesso territorio e nelle stesse citta convivono le tre etnie principali del paese: i malesi, la popolazione autoctona di fede islamica, i cinesi, discendenti di popolazioni provenienti dal sud della Cina stanziati in Malaysia da alcune generazioni e gli Indiani, di fede induista.
Questo fatto, già di per se particolare, è stato per me ancora più interessante in quando ho avuto la “fortuna” di essere ospitato da due famiglie di etnie diverse: la prima cinese, mentre la seconda indiana (originaria dello Sri Lanka).

Il 18 luglio sono partita per iniziare quest’avventura che non potrò mai dimenticare, infatti grazie al Lions Club ho potuto trascorrere 4 settimane nella bellissima nonché diversissima Malesia.
Atterrata a Kuala Lumpur dopo 14 ore di viaggio vengo a sapere che il giorno dopo dovrò riprendere un aereo per recarmi al nord nella regione del Kalantan, nella città di Kota Bharu.
Appena arrivata io e gli altri YE provenienti dal Giappone e dalla Finlandia riceviamo un benvenuto calorissimo dalle nostre famiglie ospitanti, ovviamente non poteva mancare il servizio fotografico per cui tutti gli orientali vanno pazzi (dovete sapere che in Malesia fanno foto per qualsiasi cosa, anche semplicemente quando imbuchi le tue cartoline).
Non potevo chiedere una famiglia ospitante migliore : mi hanno subito fatto sentire parte della famiglia e secondo me questa è la parte più importante.

Malesia..un luogo così remoto di cui non sapevo neanche l'esistenza se non per Sandokan e la Formula 1!Questo stato, situato nella parte meridiomale della penisola di Malacca nel sud-est asiatico, confina con la Thailandia a sud e con la città stato di Singapore a nord; La sua bellezza si può trovare nelle città, nel paesaggio e soprattutto nelle persone che vi abitano: Sono rimasta colpita dalla mescolanza di culture che presenta! Tra i 25 milioni di abitanti possiamo infatti trovare la comunità Malay, la comunità cinese e quella indiana. Tante sono quindi le mescolanze e le particolarità che offre, dai bellissimi costumi tradizionali ( Batik) al cibo (Nasi, Roti canai, zuppe e tè), dalle lingue (malay, cinese mandolino, indiano e inglese) alle religioni (islamismo,quella ufficiale, induismo, buddismo e cattolicesimo).

Quando parti per la Macedonia, non sai bene cosa ti aspetta, cosa puoi immaginarti, come raffigurartela.
Così parti con molta curiosità, ma anche un po' di tensione. Poi però arrivi, e le settimane passano come non hanno mai fatto, vedi cose nuove, paesaggi quasi incontaminati, laghi che sembrano mari, da quanto sono imponenti, città, come Ohrid, dalle 365 chiese, una per ogni giorno.
E soprattutto conosci un popolo bellissimo, caldo, aperto e accogliente. La mia famiglia è stata unica nel farmi sentire parte di loro, e vivere la loro quotidianità. Sempre un occhio attento a come stavo e a cosa avevo bisogno, così come i Leo del campus. Delle ottime persone sotto ogni punto di vista che credevano in quello che facevano e volevano farlo al loro meglio, facendo stare ognuno a suo agio. Così, se eravamo stanchi, ci fermavamo e ci riposavamo un attimo, per poi ripartire sotto il sole cocente alla scoperta dei tesori nascosti della Macedonia. Certo, era la loro prima esperienza, così alcune volte hanno peccato di una cattiva organizzazione, come quando siamo saliti per mezz'ora arrampicandoci su per una montagna per vedere un monastero, per poi scoprire che il famoso monastero era chiuso. Ma la situazione è stata subito sdrammatizzata da un bel gruppo di giovani affiatati provenienti da tutta Europa che si sono fatti una bella risata.

Grazie al Lions quest’estate ho passato tre fantastiche settimane in Macedonia!!!!!
So che la meta può sembrare un po’ strana, ma è meglio non farsi ingannare dalle apparenze!Durante la mia permanenza in Macedonia ho passato la prima settimana a Skopje in famiglia, in cui ho avuto la fortuna di incontrare una delle ragazze del campus a cui avevano assegnato la stessa host-family e con cui ho stretto una fantastica amicizia.
Era una famiglia grandiosa e numerosissima, con genitori, nonna, figli, rispettive fidanzate, e amici: ci hanno portato a fare il tour della città, sul monte che domina la valle in cui è situata Skopje e su cui sorge la Croce Millenaria (simbolo del fatto che anche loro sono cristiani), alla Fortezza, al bazar turco, all’Universtà, lungo i viali che costeggiano il fiume Vardar pieni di negozi, bar e persone, e in numerose discoteche! Tutta la famiglia è stata gentilissima, anche se alcuni non conoscevano bene l’inglese cercavano comunque di comunicare con noi, ci spiegavano le loro usanze, i vari cibi, ci facevano conoscere la loro musica e le loro città, ci coinvolgevano sempre in tutto, tanto da farci sentire parte della famiglia.
Sempre a Skopje abbiamo conosciuto alcune delle altre ragazze del campus e il nostro responsabile, e insieme abbiamo visitato qualche chiesa ortodossa,  la TV nazionale, il museo più importante della città…Nell’ultimo week-end con la famiglia sono poi andata con i figli e tutti gli amici in un paesino chiamato Galicnik dove abbiamo assistito ad una festa tradizionale fantastica, con musica, balli e pure matrimoni!!!Trascorso il fine settimana io e la ragazza che viveva con me abbiamo cambiato destinazione e siamo arrivate a Mavrovo, un paese a 1200 metri sul livello del mare, in cui abbiamo trascorso quattro giorni in un bellissimo hotel insieme a tutte le ragazze del campus. Qui abbiamo visitato il paese e quelli vicini, tra cui Bunec, Tresonce, Selce, Rosoki, Rajcica e Vevcani, visto monasteri, fatto escursioni, pic-nic e un po‘ di sport. 

Come nel resoconto dell'anno scorso non posso che ribadire quanto io abbia adorato questa bellisssima esperienza.
Quest'anno poi ho vissuto una emozionantissima avventura prima dell'arrivo in macedonia che vale la pena raccontare.
Non so se ricorda ma ho avuto problemi con il passaporto inizialmente, poi finalmente due giorni prima della partenza ho ottenuto il passaporto e prenotato immediatamente il volo.
Ho preso poi l'aereo a  milano e dovevo cambiare a praga per skopje. a milano l'aereo ha avuto dei problemi e sono partita un'ora in ritardo, a praga sono arrivata un ora dopo, 5 minuti dopo l'ora prevista della partenza e il gate per skopje era già chiuso e non mi hanno lasciata passare, può pensare quanto fossi preoccupata e insicura su cosa fare. Fortunatamente ho sentito i miei genitori e il responsabile in macedonia per informarli, ho cambiato il volo ma l'unica possibilità era solo prendere un volo per budapest e poi per skopje. Ho aspettato 6 ore a praga e 5 a budapest e finalmente dopo 12 ore sono arrivata in macedonia. La mia più grande fortuna è quella di aver trovato un uomo con sua figlia, macedoni, che avevano perso il volo come me. Lui è stato gentilissimo, ha parlato con il responsabile macedone al telefono per me in macedone anche perchè io ero preoccupatissima, mi ha parlato in anticipo della macedonia tutto il giorno e ha aspettato con me a skopje per assicurarsi che fossi al sicuro. Grande finale, arrivata in macedonia all'una di notte finalmente sollevata scopro che la mia valigia era stata persa nonostante io avessi arrangiato l'arrivo a skopje insieme ai miei nuovi voli.

Quest’ estate ho partecipato per la prima volta ad un campo degli scambi giovanili promosso dal Lions, e fra le varie proposte che mi hanno sottoposto, ho scelto di andare in Macedonia. La scelta è stata positiva, perché il posto è risultato davvero bello e meritevole di essere visitato nonostante sia poco conosciuto; io stesso all’inizio ero un po’ titubante ma poi mi sono dovuto ricredere.
Prima di partire mi ero documentato in generale sulla Macedonia e durante le mie ricerche, nelle varie recensioni, avevo letto che qualche persona aveva avuto alcune difficoltà col trasporto aereo, ma nonostante queste notizie mi avessero provocato un  po’ di apprensione iniziale devo dire che io non ho avuto particolari problemi sia all’andata sia al ritorno. L’esperienza in generale è stata davvero bella e ricca di sorprese, con un piccolo avvertimento, se volete andare in Macedonia dovete anche essere preparati a sperimentare cibi nuovi e nuovi sapori poco comuni, ma che comunque alla fine vi risulteranno gustosi. E’ una esperienza per chi ha voglia di conoscere una cultura sicuramente molto diversa dalla nostra, in cui però i rapporti sociali sono molto naturali e pieni di disponibilità.  Un po’ di timore iniziale penso sia normale, ma dopo pochi giorni tutti i problemi spariscono anche perché in Macedonia gli italiani sono particolarmente ben accetti; tutti amano i nostri cibi tradizionali e in particolar modo il gelato italiano e la pizza.