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Innanzi tutto vi ringrazio di tutto cuore per avermi dato l’opportunità di partecipare a questo fantastico progetto che solo chi lo ha vissuto di persona può rendersi conto di quanto sia sconvolgente in senso positivo e quanto aiuti a crescere e maturare.
Vivere un mese in un paese straniero,non proprio a due passi da casa (infatti il viaggio è abbastanza stancante, per fortuna ero insieme agli altri ragazzi italiani, Valeria e Andrea, inutile dire che dopo mezz’ora d’aereo eravamo già amicissimi), dove non parlano italiano e anche in inglese non è così facile comunicare, perché è molto difficile trovare delle persone che lo parlino bene o che vogliano parlarlo (la comunicazione è stata l’unica nota dolente del viaggio, soprattutto a Kanazawa, dove le Host families diciamo che 2 su 3 non lo parlavano affatto..), dove il cellulare non prende, non hai un computer tuo per chiamare in Italia…insomma devi un po’ imparare a cavartela con le tue gambe in ogni circostanza…e ogni giorno ti trovi ad affrontare una nuova sfida, perché molte tradizioni sono diverse dalle nostre,quindi a volte non sai se ti stai comportando nel modo giusto, speri solo che te lo dicano se sbagli qualcosa e punti tutto sull’emulazione.

Sono Riccardo Alberto CARAPELLESE, e ho avuto la fortuna di vivere l’esperienza degli scambi culturali in GIAPPONE o meglio OKINAWA E MYAKO.
E’ stata un’ esperienza diversa dalle altre perché non ho solo conosciuto un nuovo paese, tra l’altro fantastico, ma soprattutto un modo diverso di ospitare e un nuovo modo di approcciarsi con la gente.
Ho trascorso 2 settimane ad OKINAWA, dove ho vissuto in una clinica ginecologica perché il mio hostfather è un ginecologo, proprietario della clinica e sua moglie la manager della stessa. La cosa non mi è pesata, anche perché ero l’unico ragazzo.

Il Giappone è una terra lontana - e non solo geograficamente parlando. Per millenni vi è fiorita una civiltà ed una cultura che nulla ha a che fare con la nostra, qualcosa di completamente diverso da tutto ciò cui siamo abituati. Fino a poco più di un secolo fa, un europeo in viaggio in quel lontano Paese si sarebbe sentito catapultato in un altro mondo.

Il Giappone che vediamo oggi è indubbiamente molto diverso: la sua apertura all'occidente, per quanto relativamente recente, ha causato dei rapidi e vistosi cambiamenti di stile di vita, tanto che uno fra i principali centri urbani giapponesi come Osaka appare, a prima vista, come una metropoli statunitense. Tuttavia, queste innovazioni, per quanto importanti, non hanno cancellato la cultura e la mentalità della terra su cui si sono sviluppate. Al contrario: anche gli elementi più 'occidentali' vengono riletti in una chiave diversa, e convivono in armonia con la tradizione, formando un tutt'uno con essa. E così capita, per usare immagini forse un po' banali ma efficaci, di incontrare ristoranti tradizionali gomito a gomito con americanissimi McDonald's, o di vedere esposti nel reparto abbigliamento di un qualsiasi centro commerciale dei kimono, che per una ragazza è normalissimo indossare, e non solo in occasione di particolari celebrazioni; soprattutto a Kyoto, capita spesso di vedere ragazze che passeggiano semplicemente, vestite con abiti tradizionali.

La mia avventura in Giappone è cominciata come una vera e propria sfida con me stesso. Non sono mai stato un patito di manga e anime, e le mie conoscenze riguardo questa remota isola orientale erano piuttosto superficiali.  Il motivo per il quale ho deciso di fare uno scambio culturale Lions proprio in Giappone è molto semplice. Volevo vivere un’esperienza completamente fuori dal comune, in un paese occidentale molto diverso dal mio sia dal punto socio-culturale, sia da quello paesaggistico. Non avevo mai visitato paesi extraeuropei e mi sentivo pronto non solo per farlo, ma per ricercare uno “shock culturale”, vedere cose mai viste e fare esperienze completamente nuove. Posso dire per certo, che anche se non conoscevo così bene il Giappone, ero convinto (e lo sono tuttora) che questo paese potesse offrirmi tutto questo e tutta la voglia di novità che cercavo fuori dall’Europa. Sono partito pensando che un’esperienza del genere sarebbe stata indimenticabile e mi avrebbe arricchito tantissimo. E posso dire che così è stato.

Quest’anno, per la seconda volta, ho partecipato agli scambi giovanili del Lions Club e ho deciso di andare in Giappone. È una meta che molti sottovalutano (ricordo in un incontro sugli scambi che una madre, quando ha sentito che qualcuno andava in Giappone -cioè io- si è messa a ridere come se pensasse: “poverino, non è mica a posto….”, ma la sua ignoranza e la sua chiusura mentale non le potranno forse far comprendere quanto è stata emozionante e meravigliosa la mia esperienza); il Giappone è una meta con certamente più difficoltà da affrontare rispetto ad un Paese europeo o all’America.., che richiede forse più spirito di adattamento alle situazioni, al cibo, alle persone e anche al modo in cui si può comunicare con i giapponesi.

In effetti anche io prima di partire ero un po’ preoccupato, non tanto per il cibo o le famiglie in cui sarei capitato, quanto per la lingua, sapendo che in Giappone non tutti parlano inglese (ed è vero, posso testimoniarlo, ma non per questo sono stato un mese in silenzio, anzi..).

Ho sempre desiderato sin da bambina conoscere la cultura giapponese da un'ottica molto più ravvicinata di quella che si può avere tramite i libri o la televisione! 
Questo viaggio mi ha portato a conoscere una cultura che è tra le più antiche del mondo e che non è mutata più di tanto!   
Stando in Giappone ho vissuto in famiglie che hanno cercato in tutti i modi di farmi conoscere ciò che sono essendo fieri del portare avanti nei secoli una cultura che forse non si rispecchia con il resto del mondo !  
Mi sembrava di essere entrata in un altro mondo fatto di tecnologie che mai prima avrei potuto immaginare potessero esistere e allo stesso tempo mi rendevo conto che il loro spirito antico di gentilezza,  educazione, ospitalità e quant'altro persisteva in loro allo stesso tempo !  

Durante la mia vacanza in Giappone, in cui sono stata ospite di tre differenti famiglie, ho avuto la possibilità di entrare in contatto con la cultura Giapponese e le sue tradizioni.
Ho infatti soffiato il vetro, confezionato dolcetti, lavorato la creta e grazie al Lions Club di Kyoto, dipinto su tela con i colori tradizionali che si usano sui kymono.
Il Lions Club di Nara mi ha invece coinvolta nella cerimonia del tè; per me è stato un grandissimo onore potervi prendere parte.
Al mio arrivo una delle prime cose da cui sono stata colpita è stata la modernità con cui si sono sviluppate le città e come al contrario i paesini sembrino essere immersi nel verde della lussureggiante flora locale.
I monasteri e i templi, un piccolo antro all'interno di città a volte enormi, sembrano fondersi con la natura dando una sensazione di pace e tranquillità.

Da sempre sono stato affascinato dall’oriente e dal Giappone in particolare.
Quando sono partito mi ero già fatto un’idea del Giappone, avevo letto libri introduttivi sulla cultura, gli usi e le eccezioni del paese. Tuttavia ogni esperienza provata durante il periodo dello scambio culturale è stata unica e disarmante pur conoscendola attraverso i libri.
Ho avuto la fortuna di vivere questa esperienza con persone estremamente gentili, curiose e quindi a loro modo aperte allo scambio di idee ed esperienze.
Il Giappone era esattamente come l’avevo sempre immaginato: una specie di caos organizzato e in costante evoluzione, centinai di persone in  ogni città, luci e colori.
In famiglia sono stato benissimo. Sia nella prima (a Nagoya) che nella seconda (a Nagakute). Ho incontrato persone gentilissime che mi hanno sempre aiutato e fatto divertire.

Da sempre sono stato affascinato dall’oriente e dal Giappone in particolare.
Quando sono partito mi ero già fatto un’idea del Giappone, avevo letto libri introduttivi sulla cultura, gli usi e le eccezioni del paese. Tuttavia ogni esperienza provata durante il periodo dello scambio culturale è stata unica e disarmante pur conoscendola attraverso i libri.
Ho avuto la fortuna di vivere questa esperienza con persone estremamente gentili, curiose e quindi a loro modo aperte allo scambio di idee ed esperienze.
Il Giappone era esattamente come l’avevo sempre immaginato: una specie di caos organizzato e in costante evoluzione, centinaia di persone in  ogni città, luci e colori.
In famiglia sono stato benissimo. Sia nella prima (a Nagoya) che nella seconda (a Nagakute). Ho incontrato persone gentilissime che mi hanno sempre aiutato e fatto divertire.

Il viaggio in Giappone è stato assolutamente uno dei migliori che io abbia mai fatto in tutta la mia vita.  
Le emozioni che ho provato nell' "affrontare" un paese così diverso dal mio sono state impagabili! Il Giappone è decisamente diverso, un altro mondo. Bisogna partire da questo presupposto per poterlo affrontare nel modo giusto. Le famiglie in cui sono stata ospitata (Konno le prime due settimane e Wakana per le restanti due) sono state fantastiche. Con la seconda devo però ammettere che ho avuto un pò di problemi nel comunicare... ma si sono risolti appena abbiamo trovato un computer! Il lions giapponese è stato più che disponibile, anche se devo dire fare un giro di Tokyo (nella "città vecchia") appena atterrata dopo 17 ore di volo è stato un pò traumatico! Ma niente di non sopportabile! Volevo ringraziarla infinitamente per questa opportunità. Era un mio piccolo sogno.. e direi che questo paese ha decisamente superato ogni mia aspettativa!! Grazie davvero.

Ho trascorso in Giappone circa un mese e annovero questa esperienza tra le più belle che mi si siano mai presentate.  Sono stata ospitata da due famiglie diverse, dieci giorni in ciascuna, per poi trascorrere altri dieci giorni nel Campus.
La prima famiglia giapponese -i Nakagawa- è stata molto disponibile con me, ha saputo accogliermi come un membro della famiglia e mi ha portato a visitare moltissimi splendidi luoghi. Mi hanno portato a Nora, dove vi è il più grande tempio giapponese, a Kobe, città dallo splendido porto, e in altri luoghi per svolgere diverse attività. Ho preso parte ad una lezione di Ikebana, a un O-cha-no-yu (cerimonia del thé) e a un concerto di Koto, strumento tradizionale antico, mi è stato perciò permesso a tutti gli effetti di conoscere a pieno alcuni aspetti della cultura giapponese.

La  mia esperienza in Giappone, per motivi personali, è durata solo tre settimane, nello specifico dal 27 di luglio al 14 di agosto.
Nonostante questo imprevisto,  il soggiorno non è stato meno impegnativo, anzi le attività sono state concentrate nel tempo rimasto a disposizione.
Le attività svolte sono state tutte molto interessanti. Si è passato da visite culturali e artistiche, nei musei e templi più importanti della zona intorno a Osaka e Tokyo, a giornate di puro divertimento agli UNIVERSAL STUDIOS OF JAPAN o ai parchi divertimento di DISNEYLAND RESORT TOKYO.
Le famiglie e i Clubs, che mi hanno ospitato, hanno provveduto ad ogni cosa, mostrando la loro passione per gli scambi giovanili internazionali.
Sono felice di affermare che mai in nessun luogo, dove mi sono recata in questi anni, è stata apprezzata con tale entusiasmo la mia cultura e le mie origini, spesso fonte di discussione.
Per quanto riguarda l’ospitalità quotidiana, entrambe le famiglie si sono impegnate in ogni modo per mettermi a mio agio cercando di dialogare, con l’utilizzo di vocabolari, proponendomi giornate con studenti universitari con buone competenze in inglese e dotandomi gentilmente di un computer, con connessione internet.

Ero alquanto preoccupata alla vigilia della partenza su quello che mi aspettava e anche che le mie aspettative riguardo il viaggio fossero deluse. Per quanto mi piaccia viaggiare, non ero mai stata così lontana da casa e a contatto con abitudini tanto diverse dalle mie. Sono sempre stata attratta dalla cultura orientale, da quella giapponese in particolare, visto il mio interesse per due cose: gli anime (cartoni animati giapponesi) e i manga (fumetti giapponesi). Devo dire che l’esperienza in sé ha trasceso qualsiasi speranza avessi per questo viaggio. Sono stata benissimo con le mie famiglie e anche con tutte quelle persone che ho incontrato durante la mia permanenza lì.
Ma partiamo con ordine.

Il mio scambio mi ha portata a Sapporo dove ho trascorso cinque giorni con la mia prima host family:Nakayama. Sono persone adorabili, che hanno fatto di tutto per farmi sentire un membro della famiglia. Mi hanno mostrato la bellissima città di Sapporo, cercando di spiegarmi i vari luoghi più famosi ed importanti; credo che Lei sappia bene le difficoltà con la lingua, ma niente che un ben po' di buona forza di volontà non possa aggiustare!
Dopo il bellissimo soggiorno con i Nakayama ho trascorso cinque giorni di campus con altri ragazzi Lions provenienti da tutti il mondo. Durante questo campus ci siamo immersi completamente nella cultura giapponese avendo l'opportunità di provare le "attività" giapponesi per eccellenza,come lo studio della calligrafia,dell'o-koto shamisen,due strumenti tradizionali giapponesi,la cerimonia del tea e di poter assistere a rappresentazioni di arti marziali quali il kendo e l'iai.

The day I landed, I started realizing where I was. Japan: the Rising Sun land.
Land of poetry, cherry trees, kimono and so on. At least it was like that reading the book. A bit different was the information coming from the newspaper, which shows a land of fashion, noise, polluted and crowded (Tokyo).
I was really happy when I found out that the place where I was going wasn`t really like that. I found in Hasami a beautiful environment, beautiful landscapes and wonderful people.
My experience started at the Matsuo family, where I found two kind and wonderful “new Japanese parents”. I felt like part of the family from the start, even thought I had a couple of day getting used to the different tastes and habits.

Alle spalle del temutissimo Vesuvio,in quei luoghi contraddistinti dalla mestosità del vulcano campano,mia terra d'origine passai la notte del 12 Luglio...la mia ultima notte italiana. Difatti,le successive 26 le avrei passate sotto la custodia di un altro vulcano (uno stratovulcano attivo in realtà) di rara bellezza...il monte Fuji conosciuto anche come Fuji-san. Difatti è proprio la prefettura ove risiede l'altissimo mt. Fuji la zona del Giappone in cui ho vissuto 3 settimane delle 4 previste dal mio viaggio in terra Nipponica. 
Ubicata nella regione Chubu,sita nell'aria centrale del Giappone a 3 ore e mezza di auto da Tokyo,yamanashi-Ken è una prefettura immersa nella natura e nel verde dove le persone semplici e squisite non di rado,nel tempo libero,si dedicano per mero diletto all'agricoltura e all'allevamento; il vino di produzione locale è buono e la vita,dimentica dei frenetici ritmi della città,sembra essere piú a passo d'uomo.Vivendo quei luoghi,fin dalle prime ore lasciai cadere nell'oblio lo stereotipo comunemente diffuso tra noi europei che vede il Giappone come una grande metropoli dove le altezze dei grattacieli sono inversamente proporzionali alla statura media degli abitanti,lo sbrilluccichio delle luci contraddistingue le strade di ogni dove,le arti marziali e la meditazione Zen sono praticate da tutti e tanti altri luoghi comuni risultati poco conformi alla realtà. Il Giappone non è questo,o meglio non è solo questo! Uno dei fattori che piú apprezzo del programma YE ,punto di discrimine tra il viaggio comune e lo scambio culturale" e proprio la straordinaria possibilità di vivere il luogo che si visita conoscendone la vera natura. 

Il mio viaggio per il Giappone è iniziato il 13 Luglio 2012,quando,sola,per la prima volta,lasciavo la mia soleggiata Cagliari alla volta del Giappone.
Salvo un piccolo inconveniente iniziale,ho dovuto aspettare che qualcuno mi venisse a prendere all'aeroporto di Osaka per ben 8 ore in solitudine,la gente Giappone si è dimostrata subito affidabile e cortese.
Ho trascorso le prime due settimane del mio viaggio nella prefettura Shimane, ritenuta,dagli stessi Giapponesi,una terra fortemente tradizionalista.
In entrambe le mie prime due famiglie ho potuto assaporare la vera cultura giapponese,ho partecipato alla cerimonia del tè,ho visitato numerosi templi,ho suonato il koto,tradizionale arpa giapponese,ho assistito a una lezione di tyko,strumento a percussione,ho incontrato il sindaco della mia città e tenuto discorsi in diverse scuole per far conoscere ai ragazzi il mio paese. La mia casa era una piccola cittadina,Unnan,che mi ha accolto a braccia aperte,essendo io una giovane ragazza europea,certamente diversa dalle mie coetanee Giapponesi.

Non c'è nulla al mondo che mi appassioni e mi coinvolga totalmente quanto un viaggio. Per me girovagare per il mondo, conoscere luoghi lontani, confrontarmi con culture diverse è indescrivibile.
Ciao a tutti; mi chiamo Daniele Stefani e la scorsa estate, grazie agli scambi giovanili dei Lions, ho potuto intraprendere un viaggio verso l’Asia, con meta Giappone.
Il mio viaggio è iniziato parecchi giorni prima della partenza con la ricerca di tutte quelle nozioni e particolarità che mi hanno permesso di approfondire le mie conoscenze verso questa nazione senza entrare nel merito di cosa potessi fare in Giappone, in quanto sapendolo avrei certamente tolto tutto l’aspetto misterioso e intrigante del viaggio; insomma, alla sprovvista, senza sapere il programma del viaggio.
Come capita, quando la meta è lontana, all’aeroporto, prima di partire scatta la felicità e l’entusiasmoa per il viaggio, ma allo stesso tempo sono arrivati contemporaneamente dubbi e paure, ma una volta atterrato alla mia destinazione sia le paure che i dubbi sono scomparsi ed è rimasto il grande desiderio di scoprire nuovi luoghi con nuove avventure.
Avevo solo 3 obiettivi: divertirmi, rilassarmi e apprendere il più possibile sulla cultura nipponica.

Il Giappone mi ha sempre affascinato: la sua storia, il carattere deciso del suo popolo che si trova dipinto in numerosi romanzi, il tutto combinato con una tendenza al moderno che non ha eguali in nessun altro paese.
E dove sarei potuta andare, se non proprio qui?
La cosa che mi ha colpita molto, appena arrivata al Kansai International Airport di Osaka, è stata la calorosa accoglienza: mi aspettavano una decina di persone, tra cui il Presidente dei Lions del distretto di Inami, altri due rappresentanti Lions e quasi tutta la mia famiglia ospitante, con tanto di cartelloni e fotografie.

Il mio viaggio inizia il 14 luglio 2012,meta:Giappone. Durata viaggio: un mese e quattro giorni.
Si prospetta un'avventura.
Dopo 16 ore e mezza di volo eccomi atterrata in terra nipponica e già da subito noto l'incredibile ospitalità dei giapponesi. Oltre alla mia famiglia stretta (mamma, papà e sorelline) c'era tutto il resto della parentela, tra zii, zie, cugini, amici stretti...è stato a dir poco traumatico!La mia famiglia era molto dolce e premurosa...a volte fin troppo. Mi han fatto visitare numerosissimi posti, tra templi, negozi di kimono, festival e vulcani, tutto interessantissimo e mozzafiato.