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La mia esperienza inizia il 9 luglio nel pomeriggio quando mi sono recata all’aeroporto di Milano Malpensa per il primo passo del mio lungo viaggio. Arrivate a Madrid, io e Margherita (la ragazza che è partita con me da Milano), abbiamo dovuto attendere 7 lunghissime ore. Fortunatamente verso le 21 ci hanno raggiunte anche Leonardo ed Eleonora, gli altri due ragazzi con i quali ho condiviso la mia avventura. 
Dopo 12 interminabili ore di volo atterriamo alle 7 del mattino a Lima (ora locale, considerando le 7 ore di fuso orario) dove ci attendeva Armando, un Lion peruviano che ci ha ospitato per quella giornata. Infatti di sera abbiamo dovuto prendere un autobus e raggiungere Chiclayo, una cittadina a nord del Perù che distava 12 ore. Da quel momento abbiamo iniziato a spostarci anche con Anton, un ragazzo belga che partecipava allo scambio. 
A Chiclayo noi ragazze abbiamo alloggiato a casa del signor Sanchez. La nostra camera si trovava al secondo piano, quello inutilizzato dalla famiglia e per questo un po’ sporco e impolverato. Nonostante questo la famiglia non ci ha mai fatto mancare niente anzi di sera la moglie, la signora Nancy, si preoccupava di chiamare dei Lions locali perché ci facessero uscire e stare in compagnia con dei giovani. Abbiamo visitato, a volte con i ragazzi che alloggiavano in un’altra zona, a volte senza, diversi siti archeologici, musei e luoghi di interesse culturale. La nostra permanenza a Chiclayo è sempre stata accompagnata da un ottimo tempo, quasi estivo a differenza del resto del Perù. 

Si parte! È il mio primo viaggio da sola e non vedo l’ora di giungere a destinazione. Sull’aereo conosco Niccolò, l’altro ragazzo italiano che sarà in famiglia con me. All’aeroporto di Amsterdam, come previsto, c’è qualcuno ad aspettarci: si tratta di una coppia, marito e moglie, amici intimi della famiglia che ci ospiterà. Hanno un foglio con i nostri nomi. Facciamo conoscenza. Sono simpatici, e ci offrono subito da bere, ma io, stanca dal viaggio, non vedo l’ora di arrivare a casa. Il viaggio in macchina dura ancora due ore: intanto comincio a conoscere l’altro italiano. E finalmente, eccoci a Dongen, piccolo paesino del sud-est dell’Olanda. L’abitazione è abbastanza moderna, non è delle più caratteristiche della zona. La mia famiglia ospitante saranno i coniugi Henk e Cookie Spaan: è la moglie che ci accoglie, mentre il padre di famiglia è alla stazione ad attendere l’arrivo di uno dei due libanesi che saranno ospitati con noi. L’altro arriverà la sera. Ci sediamo in giardino: benché siano le 11:30 di mattina ci offrono tè caldo e biscotti. Ben presto infatti mi accorgo delle diverse abitudini alimentari degli olandesi: colazione piuttosto abbondante (su modello inglese), a pranzo un sandwich, molte bibite nel pomeriggio, cena verso le 18:30, 19 e stuzzichini prima di andare a dormire. Ma soprattutto tanto burro e bibite gassate. 

Se mi chiedessero di descrivere la mia esperienza in Olanda con una sola parola direi SPECIALE. 
Non posso negare di aver incontrato qualche problema iniziale, soprattutto nei primi tre giorni. Solo 2 ore di volo per raggiungere la mia host family ma è stato come trovarsi catapultata un mondo distante anni luce dal nostro: a colazione qualsiasi genere alimentare, il pranzo non era altro che una seconda colazione, con lo stesso pane, lo stesso burro e tutte le mille altre cose da aggiungere, metà delle quali non avevo mai nemmeno sentito parlare; per la cena italiana pasta scotta o pizza margherita con ananas e banana, come mezzo di trasporto quasi esclusivamente la bicicletta. 

Il viaggio è iniziato con il volo Treviso-Amsterdam il 14 luglio. 
Ad attendermi all’aeroporto ho trovato la signora Mariet Heestermans, della famiglia ospitante. Insieme abbiamo aspettato l’arrivo di Taniel Hussar, un ragazzo estone con il quale ho trascorso sia il soggiorno in famiglia che il successivo periodo nel campo.
La famiglia vive a Emmeloord, una cittadina di 25000 ab. a circa 100 km da Amsterdam. La famiglia Heestermans è composta da Mariet, suo marito Rinie e tre figli: Tessa (16 anni), Geert (10 anni) e Joost (14 anni). Io condividevo la camera con Geert mentre Taniel stava insieme a Joost.
L’ospitalità della famiglia è stata ottima e mi hanno consentito subito di sentirmi a mio agio con loro; abbiamo instaurato un buon rapporto di amicizia con i due ragazzi. La prima settimana il programma delle giornate è stato discusso insieme la sera precedente, anche in base al tempo. 

Mi trovo attualmente in Olanda - presso il Campus Port of Amsterdam a pochi chilometri dalla capitale olandese. (ho una tastisera olandese priva di accenti, abbiate pieta' per il mio italiano, sono costretta a scrivere con gli apostrofi!)  
Innanzitutto devo dire che questa per me, oltre che la prima esperienza all'estero da sola, e' stata una splendida occasione per conoscere nuove persone e visitare un mondo per me del tutto nuovo. 
Le FAMIGLIE sono state gentili, accoglienti e pronte a soddisfare ogni nostra curiosita'. Sono stata in Porsche, in barca, perfino in "water taxi'' a Rotterdam. Per non parlare della mia compagna di viaggio estone: simpatica e molto gentile. E' un peccato dover partire sapendo di non poter rivedere mai più la maggior parte dei nuovi amici incontrati in Olanda. Per quanto riguarda il CAMPUS, e' situato in una scuola e possiamo disporre di ogni comodità (eccezzion fatta per lavatrice e lavaggio vestiti, ma non e un grande problema per me) 

Sono tornato solo qualche giorno fa dalle vacanze e ora  è iniziata la scuola.. :-(
Comunque in Olanda è andato tutto bene sia in famiglia che in campus, i ragazzi (e le ragazze...) erano bravi/e e anche i ragazzi dell'animazione erano simpatici.
Anche l'organizzazione delle attività era interessante.
Poi l'Olanda, e soprattutto Amsterdam, è il posto in cui ognuno di noi sogna di soggiornare almeno una settimana...
Sono molto contento di tutto e spero di rifare un'altra vacanza con voi dei Lions.

Inizio con il dire una cosa che forse avranno già detto tutti ma io la ripeto...
per me quest è stata un'esperienza stupenda che mi ha insegnato moltissime cose.
Naturalmente ho dovuto imparare anche a sopportare cose che magari non mi erano tanto gradite ma questa era niente messo a confronto con la bellissima esperienza che ho vissuto...
devo essere sincera nella prima famiglia presso Heusden era molto strano il loro modo di vivere forse perchè avevano dei bambini molto piccoli però è stato bello lo stesso
E' stato un pò difficile alzarsi la prima mattina molto presto ma poi, la seconda mattina, sapendo che c'erano questi tre stupendi bambini che mi aspettavano per giocare non mi è più pesato svegliarmi.

Ringrazio del viaggio che mi è stato offerto dalla Vostra organizzazione.
I dieci giorni che ho trascorso nella famiglia ospitante in olanda sono stati a dir poco stupendi e degni di essere ricordati. 
A proposito del campus non posso sentenziare altrettanto positivamente in quanto non sono stati giorni emozionanti.  Le gite che facevamo erano, a mio parere, poco istruttive ed edificanti ma in compenso,molto noiose. Per quanto riguarda il mangiare parecchie volte le cene venivano affrontate in orario pomeridiano (ore 16.30, 17) non conforme agli stessi orari olandesi che prevedono la cena alle ore 18.30 generalmente; questo creava un non semplice scompenso nel ritmo di vita di tutti campeggiatori. Non nascondo che ci siano stati problemi con lo young staff dovuti alle telefonate dato che i membri dell'organizzazione non accetavano l'uso del cellulare mobile durante la giornata creando tensioni non indiferenti..lo staff è persino arrivato a sequestrare il cellulare di un ragazzo proveniente dallo stato d'israele. Io stesso ho avuto da discutere con il direttore dello staff a proposito di questa questione. Denuncio inoltre una cattiva organizzazione per quanto riguarda le gite o qualiasi altra attività dimostrata dalle lunghe attese prima dell'inizio di ognuna di esse. 
Concludo con l'affermare che il comportamento del direttore del campus non era cordiale ma addirittura in certe situazioni scontroso e poco portato al confronto.
Vi ringrazio comunque con il dispiacere di aver in qualche modo intaccato il mio bellissimo ricordo dell'Olanda con le varie vicende realizzatesi nel campus

Sono un Leo  e questa estate (anno 2009) sono andato venti giorni in Olanda di cui cinque in una famiglia, cinque in un'altra e dieci in un campus.
Le due famiglie si trovavano nel centro Olanda e, anche grazie ai loro figli della mia stessa età (17-18 anni), mi hanno fatto passare un periodo bellissimo poichè mi hanno mostrato le principali attrazioni del luogo e mi hanno fatto anche andare in discoteche e pub dove mi sono veramente divertito.
Inoltre mi piace far sapere che l'accoglienza che mi hanno riservato è stata un'accoglienza degna non di un figio ma addirittura di un Re.

Successivamente mi sono trasferito al campus dove sono stato dieci giorni.
Il campus era a venti minuti da Amsterdam e tra gli organizzatori giovani e simpaticissimi, i ragazzi provenienti da ogni parte del mondo come Messico, Finlandia, Grecia, Mongolia, Danimarca, Turchia, Ucraina, India, Repubblica Ceca ed altri ancora, tra le giornate passate a giocare a biliardo e biliardino, tra quelle passate a visitare musei come quello di Anna Frank o come quello dell'Heineken e tra le giornate passate nella bellissima città di Amsterdam, i venti giorni complessivi della mia vacanza sono stati assolutamente meravigliosi.
In vita mia sono stato anche tre volte in Inghilterra con i miei amici ma andare in Olanda da solo è stata senz'altro l’esperienza  miglioree più arricchente che io abbia mai fatto.


Ve la consiglio vivamente

Volevo ringraziare per la splendida esperienza che ho fatto quest'anno in Olanda!
In famiglia ero con un'altra ragazza dalla Polonia e ci siamo trovate benissimo davvero, ci  consideravano loro figlie, con loro siamo andate a fare un giro in barca a vela, a visitare musei, castelli,siamo andate in bicicletta ecc...
Anche al campo mi sono divertita molto, ho conosciuto delle persone fantastiche con cui mi sto sentendo ancora quasi tutti i giorni tramite skype!! 
Con il campo sono andata a visitare Amsterdam, una città davvero stupenda, un'industria di carta, un'altra industria tessile, siamo andati in canoa (ed è stato davvero faticoso ma divertente;) , abbiamo fatto qualche passeggiata, alcune sere siamo andati a un festival in centro città...ecc...
Insomma, anche se potessi tornare indietro non cambierei proprio nulla della mia vacanza perché è stata STUPENDA!
Ora mi aspetta la scuola purtroppo!

Quando a novembre dello scorso anno, grazie alla scuola ho avuto la possibilità di fare quel test d’inglese non avrei mai immaginato che sarebbe proprio toccato a me e ancor meno avrei immaginato di vivere un’esperienza così unica.
Nel periodo che precedeva la partenza, ero molto felice, ma anche curiosa di ciò che mi avrebbe aspettato. Avevo solo sentito parlare di questi viaggi estivi per studenti e credevo non fosse proprio un’attività adatta a me, perché pensavo fatta per persone particolarmente estroverse, quale io non sono.
Per questo ero anche abbastanza impaurita e preoccupata, mi avrebbe ospitato per tre settimane un Paese straniero, in cui ero stata quando ero molto piccola con i miei genitori e che quindi ricordo appena. Ma i miei pochi e offuscati ricordi sono belli e di paesaggi tipici dell’Olanda.
Questa volta non c’era nessuno con me di conosciuto e avrei dovuto comunicare con una lingua che conosco a livelli scolastici.
Le mie aspettative erano comunque positive, mi aspettavo di incontrare una famiglia che mi avrebbe accolto come una loro figlia per dieci giorni. Avrei di sicuro visitato e conosciuto le tipicità di ogni genere e ciò mi avrebbe quindi permesso di conoscere questo bellissimo Paese in tutte le sue particolarità. Pensavo che di sicuro avrei incontrato molta gente disponibile a conoscermi sia in famiglia, sia al campo.

Il mio viaggio è iniziato il 9 luglio.
Era la prima volta che viaggiavo senza i miei genitori in un paese estero e per tutto il viaggio in aereo non ho fatto altro che pormi continue domande sulla mia decisione.
Appena arrivata sono stata accolta dai Lions che mi hanno accompagnata alla mia famiglia.
Dopo un viaggio di 2 ore, sono riuscita finalmente a conoscere le persone che mi avvrebbero ospitato, ovvero persone speciali, che sono riuscite a farmi sentire a casa nonostante i diversi usi e costumi.
La prima settimana è volata e io ho dovuto salutare la mia prima famiglia per andare a conoscere la seconda.

La mia avventura è iniziata il 14 di luglio, ero abbastanza tranquilla, visto che questa era la seconda esperienza con gli scambi giovanili (la scorsa estate ero stata in Finlandia). Partita da Linate, sono atterrata nell’immenso aeroporto di Amsterdam Schiphol, dove ho aspettato al meeting point in attesa della mia famiglia; in quell’arco di tempo ho avuto l’occasione di dare il benvenuto e salutare diversi ragazzi da tutto il mondo e conoscere le persone che sarebbero stati al campo con me. 
In casa ero ospitata con Narjes, una ragazza proveniente dalla Norvegia, ma originaria dell’Arabia Saudita. Abitavo in un paesino chiamato Poortugaal, vicino a Rotterdam, che era anche collegato alla grande città dalla metropolitana, per cui era molto facile da raggiungere.
Paul e Gabrielle, i miei host parents, erano molto curiosi di conoscere le nostre culture e di mostrarmi la loro, assaporando i piatti tipici olandesi, come saucijzebroodjes, caldi bocconcini ripieni di salsicce, kroket, delle crocchette fritte a base di carne, patate fritte, lesse, in tutte le salse e zuppe a volontà, visto il clima freddo e la pioggia intensa della prima settimana.

Io sono andato in Olanda per tre settimane. 
I primi 10 giorni li ho passati in due differenti famiglie; entrambe molto disponibili e socievoli; personalmente mi sono trovato molto bene. Mi è piaciuto soprattutto il fatto di avere un programma comune con i ragazzi che alloggiavano presso le famiglie dello stesso paesino (Gouda).
Abbiamo viaggiato e visitato moltissime cose interessanti e coinvolgenti. Man mano che i giorni passavano ho visto casa sempre meno fino a starci unicamente per lavarmi e dormire. Di questo, sia chiaro, sono molto contento.
Finiti i 10 giorni sono partito con il campo, eccitato e speranzoso di trovare persone altrettanto simpatiche a quelle conosciute in precedenza.
E così è stato.

Dal 13 luglio al 3 agosto ho preso parte allo scambio giovanile Lions in Olanda.
Durante il soggiorno ho trascorso i primi dieci giorni in due diverse famiglie ospitanti, mentre gli ultimi dieci sono stati quelli del campo.
La prima famiglia è venuta a prendermi all’aeroporto e poi ci siamo recati al porto dove ci siamo imbarcati. 
Lì ho conosciuto la ragazza bielorussa, facente sempre parte dello scambio, che avrebbe trascorso con me i giorni in famiglia; sulla barca c’erano John and Margreet Van Der Meer e due ragazzi di una famiglia Lions invitati dalla coppia per farci compagnia durante i primi due giorni. La mattina seguente siamo salpati per Amsterdam dove avremmo trascorso tutti e 5 i giorni con la famiglia. Per me la barca è stata un esperienza completamente nuova non essendoci mai andata, è stato anche interessante perchè durante la navigazione ho avuto la possibilità di vedere il paesaggio olandese, una volta arrivati a Amsterdam abbiamo navigato lungo i canali e ho avuto la possibilità di vedere molto della città. Il primo giorno abbiamo camminato per la città tutti insieme, il giorno dopo invece ho visitato il museo di Van Gogh e l’ultimo giorno siamo rimasti sulla barca con la famiglia e una dei loro figli. Il 18 ci siamo trasferite con il treno da Amsterdam a Barveld nella seconda famiglia, lì ci hanno fatto visitare la piccola cittadina e il mercato settimanale che si svolge solo in estate. 

Sono partito il 13 Luglio per l'Olanda, da un caldissimo aeroporto di Bologna.
Dopo un'ora e mezza di volo, atterro nella famosa Amsterdam, il primo trauma è trovare la mia valigia che vedo girovagare sola sul nastro trasportatore. Incontrai immediatamente i Lions accanto al meeting point e poco dopo la mia "mamma" olandese.
Siamo andati a fare un giro in spiaggia, ho visto il freddo mare del nord e la meravigliosa sabbia dorata, tutto sembrava un sogno e solo ora mi rendo conto che lo era.La sera mi trasferisco nella nuova casa, bellissima, classica, ordinata, pulita con delle splendide persone; la mia famiglia si è subito dimostrata particolare, partendo dal fatto che una decina di anni prima adottarono Feng e forse da quel momento non persero mai il desiderio di conoscere, di vivere la cultura degli altri per poi imparare a rispettarla.
La famiglia ci porta ovunque, in barca, a giocare a tennis e a bere tanta buona BIRRA!

Sono tornata dal soggiorno che mi avete offerto lo scorso sabato 3.08.2013.
Voglio subito esprimerle la mia più profonda gratitudine per l'opportunità di cui ho goduto. Ne ho apprezzato la grande organizzazione, la serietà del progetto, la sapienza e l'esperienza nella scelta dei luoghi visitati, delle famiglie ospitanti, del campus, una ricca vigna di coltivazione di rapporti e di scambi culturali, di tradizione e di costumi diversi.
A tutto questo voglio aggiungere la passione che ho avvertito in chi, qui in Italia, promuove queste iniziative e la sua, con la dedizione e il tempo regalatimi, anche al telefono, quando con pazienza infinita ha rassicurato la mia famiglia e ci ha dato ogni informazione.
Grazie di cuore e la prego di trasmettere la mia gratitudine anche agli altri membri della sua associazione e alla commissione  che mi ha elargito di un dono così prezioso per la mia formazione e il mio arricchimento culturale e spirituale.
Naturalmente le invio alcuni scampoli di vita olandese e cosmopolita perchè tanti studenti di tante nazionalità diverse presenti nelle foto hanno reso il quadro di questa vacanza così variopinto e straordinario.

PS Mi piacerebbe sapere se vi siano delle possibilità di diventare "Leo" per potere partecipare a progetti, scambi o attività internazionali Lions perchè davvero notabile e straordinaria è la fucina di cultura, svago e formazione offerti da questa associazione.

Mi chiamo Alessandra e anche quest'anno ho avuto la fortuna di partire tramite l'organizzazione Lions in Olanda. 
Sono stata dieci giorni in due famiglie diverse e dieci giorni al campo. 
In famiglia mi sono trovata molto bene e sono stata accolta come una figlia. Ho avuto la fortuna di passare questi giorni con altri ragazzi Lions ospitati in diverse famiglie dalla mia ed è stato un piacere condividere con loro tanti bei momenti e attività. 
Anche il campo è stata una bellissima esperienza, ho avuto la possibilità di conoscere persone fantastiche provenienti da tutto il mondo. 
Abbiamo fatto molte attività e abbiamo visitato una gran parte del paese visto il suo perimetro molto piccolo. 
Grazie a questo scambio ho conosciuto un'altra cultura e ho avuto la possibilità di conoscere tantissima gente che non scorderò' mai. 
Ringrazio ancora il Lions per avermi dato l'occasione di vivere al massimo questi 20 giorni in questo splendido paese molto diverso dall'Italia.

La mia avventura è iniziata il 13 luglio. Non posso negare l’agitazione fosse molta…una nuova cultura, una lingua diversa, persone mai viste e, soprattutto, un’esperienza del tutto nuova per me! Per migliorare la situazione, arrivata all’aeroporto di Amsterdam ho scoperto che la mia valigia era rimasta a Francoforte (dove avevo fatto scalo)!!! Tuttavia, nonostante il piccolo intoppo iniziale presto risolto, le mie preoccupazioni sono subito svanite.
Ad attendermi, più accoglienti e calorosi di quanto avrei mai potuto immaginare ecco Hans e Brigitte, i miei “host parents” e My, la ragazza svedese che è stata con me per l’intera durata dello scambio. La nostra casa non era in Olanda ma appena oltre il confine con il Belgio, in un piccolo paesino di campagna Meer…era così strano attraversare tutti i giorni più volte il confine! La cosa che più mi ha colpita è stato il modo con il quale ci hanno accolto, veramente come fossimo state membri della famiglia spiegandoci la loro storia, la loro routine, portandoci addirittura sul loro posto di lavoro! Le passeggiate, le visite a Breda(città olandese dove entrambi lavorano e alla quale sono molto legati), i mitici racconti di Hans sulle curiosità e sulle leggende del Paese, le serate passate a guardare film o ascoltare musica tutti insieme sul divano, con la tazza di latte macchiato(per loro specialità tutta italiana) che mi preparavano appositamente tutte le sere sono momenti che porterò sempre nel cuore. Pur non avendo figli della nostra età, hanno fatto di tutto per farci conoscere dei nostri coetanei, figli di loro amici o altri ragazzi dagli scambi. Non dimenticherò mai le pedalate verso casa alle 5 e mezza del mattino in mezzo al paese deserto tra risate e canti! 

Tutto emozionato del viaggio, arrivai all’aeroporto di Amsterdam (Schiphol) verso ora di pranzo (circa le 12:00), era una giornata abbastanza soleggiata per il clima olandese, la famiglia, puntuale, aveva aspettato il mio arrivo all’ aeroporto. 
La mia famiglia olandese mi accolse subito e tra l’altro mi trovai anche bene, eravamo in cinque: Wim, Daphne, Gerben, Samuel ed io. Wim, mio padre, era un uomo d’affari, amante della cucina italiana e della cultura in generale, spesso infatti discutevo di arte o musica con lui. Daphne, mia madre, amante anch’essa della cucina, in particolare di quella italiana. Gerben, mio fratello, era un ragazzo di 15 molto alto per la sua età, molto simpatico, amante degli sport, infatti ebbi l’occasione di andare in piscina con lui e a giocare a tennis (lo sport che praticava).

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