Sono Ambra Tallone, ho diciotto anni e l’estate scorsa sono stata in Svezia per tre settimane.
Essendo il mio primo campo Lions, non sapevo davvero cosa aspettarmi. L’unica cosa che speravo era di conoscere un Paese diverso dal mio e fare nuove amicizie: entrambe le cose si sono avverate.
Iniziamo dalla settimana in famiglia: la mia “mamma ospitante”, Jeanette, è stata veramente gentile, mi ha fatto visitare Stoccolma e mi ha presentata anche ai suoi genitori, che mi hanno portata a fare una gita con la loro barca su un’isola bellissima. Ho trascorso dei bellissimi momenti e non abbiamo avuto problemi con la lingua. Forse l’unico problema è stato la brevità di questa settimana, perché la conoscenza resta solo superficiale. Sarebbe stato bello averne un’altra a disposizione da passare con loro.
Domenica sono tornato da una bellissima esperienza, dove ho potuto conoscere una nuova cultura ( svedese ), nuovi paesaggi e sopratutto nuovi amici. Ho imparato molte cose e conosciuto tante culture diverse, ma in quelle tre fantastiche settimane, noi ragazzi eravamo come un'unica cultura.
E' stata un'esperienza unica, nonostante non avessi una host family nella prima settimana, siamo andati in kayak per i fiordi svedesi, dormito all'aperto in un'isola disabitata e pescato nelle fredde acque del Mar Nord, tutte esperienze che difficilmente potrò ripetere, ma che porterò sempre con me come bagaglio culturale.
Informazioni prima di partire per il campo
Sin dal primo momento in cui la mia richiesta di partecipare ad un campo in Svezia è stata accettata,sono stato subito informato di tutto. L’organizzazione prima della partenza è stata a dir poco eccezionale. Il responsabile in Svezia e il responsabile della Svezia in Italia sono sempre stati disponibili e puntuali nel tenermi aggiornato. La famiglia ospitante mi è stata comunicata con largo anticipo (più di un mese prima della partenza) offrendomi così l’opportunità di mettermi subito in contatto con loro; nei giorni precedenti al volo di andata, inoltre, ho ricevuto informazioni fondamentali relativamente agli spostamenti dall’aeroporto alla città della host family che mi hanno permesso di vivere con grande serenità i primi momenti in terra scandinava (il responsabile del campo mi ha infatti inviato una cartina dell’aeroporto indicando il punto di ritrovo al suo interno e ha programmato per me il viaggio in treno, con tanto di biglietto pagato, dall’aeroporto alla stazione di destinazione).
Quando ho saputo che avrei partecipato ad uno degli Scambi Giovanili Lions in Svezia, la prima cosa che ho pensato è stata: Oddio, e adesso cosa faccio?
Mentre prendevo parte al concorso non avevo mai pensato seriamente alla possibilità di vincere e di poter partire alla scoperta di un Paese diverso dal mio, e devo ammettere che quando la possibilità è diventata realtà, prima della felicità è arrivato lo shock. Io, imbranata e timida come pochi, avrei dovuto cercare di inserirmi in un contesto totalmente diverso dal mio, prima in una famiglia sconosciuta e poi in un campo con altrettanto sconosciuti ragazzi di tutto il mondo?
Pura follia, non ce l’avrei mai fatta.
Il mio viaggio in Svezia è stato qualcosa di assolutamente indimenticabile.
I miei due host-brother erano due ragazzi fantastici, sempre disponibili con me. Appena sono arrivata abbiamo preparato insieme la mia stanza, spostando i letti dalla fattoria alla casa. La mia famiglia aveva una fattoria con molti animali, pecore e cavalli.
Ho avuto modo di conoscere le loro abitudini di vita, alcuni cibi tipici svedesi e i loro interessi.
Questo in Svezia è stato il mio primo viaggio con il programma di scambi giovanili organizzato dai Lions.
La mattina della partenza ero molto agitata perché essendo la prima volta che passavo tre settimane fuori casa da sola non sapevo cosa mi aspettasse. Arrivati all’aereoporto di Copenaghen ho trovato subito un responsabile Lions che mi ha accolto calorosamente e mi sono sentita subito più tranquilla. Dopodichè ho dovuto prendere il treno per spostarmi dalla Danimarca alla Svezia dove alla stazione avrei trovato ad aspettarmi la mia host family.
Durante il viaggio ho avuto modo di conoscere dei ragazzi che poi avrei rincontrato al campo dopo la settimana trascorsa in famiglia. Arrivata alla stazione di Halmstad non è stato difficile riconoscere la mia nuova famiglia e la ragazza russa che avrebbe vissuto con me perché grazie al largo anticipo con cui mi erano stati forniti i contatti si della host family che della ragazza avevo avuto modo di parlare con loro e di scambiarci foto.
Prima della mia partenza, la mia famiglia ed io abbiamo ospitato per circa cinque giorni un ragazzo danese: Simon Ackermann. E’ stato interessante e ricco di emozioni convivere e condividere le nostre tradizioni con una persona così culturalmente diversa da noi.
Arrivato il giorno della partenza, infatti, è stato molto commovente salutarsi ricordando i bei momenti trascorsi insieme. Tutt’oggi continuiamo a tenerci in contatto nella speranza che il nostro non fosse un vero e proprio addio ma soltanto un “arrivederci”.
Dopo due settimane è finalmente giunto il tanto atteso giorno della mia partenza.
It was an amazing experience, it involved me a lot and I've called my family just 3 times in three weeks!!
the first week I spent with my host family that was from Poland but lived since 2001 in Sweden, they were really goodmanners and generous with us, although the host-parents had to work they had 4 children, the bigger of 22 ages that let us see the city and various location around Vimmerby.
In the first week I live also with other 2 people: an Israelian girl and a Japanese guy which I made a really good friendship!
La mia esperienza in Svezia comincia il 27 Luglio, dopo 2 ore di aereo e altre 3 e mezza di pullman.
Quando finalmente sono arrivata a Norrkoping e ho conosciuto Anna, la mia host mum, mi sono resa conto che non avevo alcun motivo di essere agitata per quello che sarebbe stato il mio primo viaggio all’estero da sola: dal primo momento in cui mi ha vista si è rivelata disponibile e felice di ospitarmi.
Avrei passato quella settimana con un’altra ragazza, che sarebbe poi venuta nel mio stesso camp: Eriikka, una ragazza finlandese di due anni più grande di me, si è a sua volta rivelata una “sorella” meravigliosa, e, anche se il suo modo di fare da fredda finlandese era ben diverso dal mio di brava italiana, con il passare del tempo siamo diventate inseparabili.
Quest'anno ho avuto il piacere di partecipare al programma degli scambi giovanili Lions in Svezia.
È stata una magnifica esperienza che mi ha fatto crescere sia a livello personale, sia soprattutto a livello lionistico, interagendo con persone che, pur essendo di culture, usi e costumi diversi dai nostri, condividono la stessa passione che proviamo noi per la nostra associazione.
Per me questa esperienza ha avuto anche un significato speciale, in quanto, ricoprendo la carica di presidente all'interno del mio Leo Club, sentivo il dovere di far conoscere il mondo dei Leo ed invogliare tutti i miei nuovi amici ad iscriversi ad un Leo Club.
Il 27 luglio, la mattina alle 9, il mio volo è decollato da Milano Linate con destinazione Amsterdam, da cui ho preso poi un altro aereo per arrivare a Stoccolma.
Appena arrivato sono stato accolto calorosamente dalla mia host family e dal manager del campo in cui ho poi passato le ultime due settimane.
Il viaggio in auto dall'aeroporto a quella che sarebbe stata per la prima settimana la mia casa è durato circa un'ora e trenta minuti, durante il quale la host family mi ha spiegato quali erano le principali usanze delle famiglie svedesi e mi ha descritto la composizione della loro famiglia.
Arrivati a casa (molto bella e grande), mi hanno mostrato le varie camere e ho potuto scegliere una delle due stanze riservate agli ospiti. L'altra stanza libera è stata occupata il giorno seguente da un ragazzo turco, anche lui partecipante degli scambi giovanili Lions.
La prima cosa che mi ha colpito della Svezia già dal tragitto che portava dall’aeroporto a casa della mia host family era la natura incontaminata: si vedevano campi, laghi e foreste, nelle quali ogni tanto si poteva scorgere un sentiero o una strada che portava ad alcune case, fra cui quella dove avrei alloggiato per una settimana.
La famiglia ospitante cercava in tutti i modi di rendermi partecipe della loro cultura, facendomi partecipare a festival, visite nei musei (come dimenticare l’ABBA museum, vero orgoglio per gli svedesi) e visite a Stoccolma, il tutto intervallato da giri in bicicletta e passeggiate nella natura.
Per prima cosa sono estremamente grata per avere avuto l'opportunità di partecipare ad uno dei campi intrenazionali Lions. E' stata una bellissima esperienza che mi ha lasciato un segno indelebile e grazie alla quale mi sento oggi una persona più aperta e disponibile al dialogo interculturale.
I primi 5 giorni che ho passato nella host family sono stati molto interssanti per conoscere da vicino un modo di vivere diverso da quello del mio paese. Mi sono sentita davvero parte di una seconda famglia e sono riuscita ad istaurare un bellissimo rapporto con i miei host parents.
Grazie alla loro disponibilità e gentilezza ho trovato una seconda casa,dove posso sentirmi libera di tornare ogni volta che voglio.
Il 27 luglio 2014 sono partita per intraprendere un viaggio di tre settimane in Svezia.
Prima di partire ero un po’ preoccupata perché questo sarebbe stato il mio primo soggiorno da sola senza genitori ma, nello stesso tempo, ero elettrizzata all’idea di conoscere nuove persone provenienti da diverse parti d’ Europa.
Appena arrivata ad Arlanda (l’aeroporto di Stoccolma) ho incontrato alcuni dei ragazzi che sarebbero stati nel camp con me. Un rappresentante dei Lions mi ha accompagnato in macchina fino a Gnesta, la piccola cittadina dove abitava la mia famiglia ospitante, che si è subito dimostrata molto gentile e disponibile.
Poiché io avrei soggiornato presso i signori con altre cinque ragazze (una turca, una finlandese, una olandese, una tedesca ed una francese), la famiglia ci ha messo a disposizione una casa tutta per noi a pochissima distanza dalla loro abitazione.
Pronto per una nuova esperienza, il 6 agosto sono partito, destinazione Svezia.
A dire la verità non mi sentivo veramente pronto, dubbi e paure mi rendevano nervoso e l'euforia per il primo viaggio da solo all'estero contribuiva ad elettrizzarmi ancor di più.
Sfortunatamente, appena partito, ho avuto qualche problema con gli aerei e sono arrivato a Copenaghen tardi e senza bagaglio, questo è giunto a destinazione solo due giorni dopo. Ad accogliermi all'aeroporto c'era Ronnie, il simpaticissimo direttore del campo, e con lui altri due ragazzi, Valentin che avrei poi incontrato nuovamente al campo e Jakub. Giunti a Malmo il gruppo si è diviso, io e Jakub ci siamo recati a casa della nostra ospite Gerd dove dopo aver conosciuto i suoi cinque figli e Hans, un altro ragazzo che faceva parte del progetto di scambio ci siamo sistemati. I giorni passati in famiglia sono stati molto rilassanti, abbiamo visitato un museo dei vichinghi, l'acquario e assistito ad una gara di auto. Una delle nostre attività preferite si è rivelata essere il biliardo, ma anche al cinema e nei negozi ci siamo divertiti molto e il cibo al contrario di ciò che mi aspettavo non era niente male. Purtroppo ben presto abbiamo dovuto salutare Gerd e figli per trasferirci al campo, anche se mi sarebbe piaciuto passare un altro po' di tempo con loro.
La destinazione da me scelta per partecipare al progetto di scambi del Lions Club è stata la Svezia. Inutile dire che tale esperienza mi abbia lasciato ricordi bellissimi e amicizie che porterò sempre con me.
La mia famiglia, due coniugi entrambi membri del Lions Club, è stata fin da subito aperta e disponibilissima. Da loro ho trascorso la prima settimana del mio soggiorno in un paese chiamato Norrtalje, insieme ad un’altra ragazza di origine tedesca con cui ho stretto un forte legame.
Per tutti i giorni che abbiamo passato insieme sono sempre riusciti a trovare qualcosa di bello da farci fare e ad impegnare le nostre giornate.
Quest’estate grazie al programma di scambi giovanili dei Lions ho passato tre indimenticabili settimane in Svezia.
Il mio soggiorno è stato suddiviso in due parti: la prima, della durata di una settimana, presso una famiglia; la seconda della durata di due settimane presso un camp immerso nella natura.
Settimana in famiglia nel villaggio di Söderköping
Quando mi è stato proposto il Sud Africa, ho dovuto pensarci almeno mezza giornata prima di accettare. Ero impaurita, ne avevo sentito parlare solo come uno stato pieno di problemi e povero. Mi immaginavo elefanti che camminavano tranquillamente per strada. Infine mi sono detta “ quando mi ricapita un’occasione del genere” e così sono partita.
A Francoforte ho incontrato le mie compagne di viaggio ed io ero l’unica ad avere contatti con una famiglia;loro non sapevano che fine avrebbero fatto. In aereo ci siamo trovate a fianco di una giornalista che ci ha rassicurato. Era la seconda volta che ci andava e, date le nostre espressioni di smarrimento, si è messa a raccontare di questa terra e i suoi occhi dicevano il vero.
Dopo 12 ore di volo siamo giunte a destinazione.
Prima tappa: Città del Capo.
Ringrazio nuovamente per aver organizzato così bene il viaggio in Sudafrica!!
La gente è stata gentilissima con noi e superospitale...
Le varie famiglie hanno cercato di combinare un pò di turismo e un pò riguardo la vita Lions
Quest'estate sono andata in Sud Africa. 35 giorni fantastici. Ogni ettimana cambiavo città con il fine di visitare la bellezza di 5 luoghi diversi: Johannesburg, Durban, Easth London, King's Williams own e infine Cape Town.
Di conseguenza ho cambiato molte famiglie, tutte molto gentili e ospitali. Sono riuscite pienamente a farmi capire l loro stile di vita, origini, tradizione e naturalmente, mi hanno aiutato a migliorare il mio inglese.
Il fatto che mi ha colpito maggiormente è stato l'affiatamento dei soci del lions sudafricani.
Ogni domenica si incontravano per compiere opere di bene, ad esempio a Cape Town costruivano un centro per animali malati, a Johannesburg riverniciavano i giochi per bambini.
Un grande patrimonio lasciato da un lion è stato devoluto quasi totalmente in beneficienza.
Insomma, mi hanno fatto capire come un piccolo numero di persone unito può migliorare la condizione di molti altri esseri viventi.
E' stata un'esperienza assolutamente interessante, divertente, costruttiva e soprattutto da ripetere il prima possibile