Anche se scrivo in ritardo non c'è pericolo che non ricordi l'esperienza che ho vissuto!
La prima settimana, quella che ho passato in famiglia, è stata fantastica: innanzitutto sono stati gentilissimi a venirmi a prendere all'aeroporto di Praga per andare insieme in treno fino a Ostrava (che dista 200 km dalla capitale!).
Non appena siamo arrivati mi hanno fatto subito sentire a casa: la casa era molto bella e la famiglia è stata veramente gentilissima!
La mamma cucinava benissimo e ogni giorno il "mio fratello" organizzava qualcosa da fare, ed ogni giorno è stato emozionante e bellissimo. Abbiamo visitato molti castelli, città, musei, centri commerciali (cosa della quale gli sarò sempre grata) e la cosa che mi ha stupita di più è stata la loro gentilezza ed educazione; infatti ogni volta che andavamo a mangiare fuori mi pagavano SEMPRE TUTTO loro!
Anche per quest’anno è finita la mia esperienza con gli scambi giovanili Lions. “Finita” per modo di dire, perché quel camp, quella stravagante Slovacchia e quella magnifica Repubblica Ceca, quei ragazzi, uno più simpatico, pazzo e originale dell’altro, si sono tenute una buona parte del mio cuore.
Questa è stata la mia seconda esperienza con i Lions, e se l’anno scorso l’emozione della partenza era affiancata da mille dubbi e paure, quest’anno le parole d’ordine erano solo partire e conoscere nuovi paesi e persone, l’unico sentimento che mi accompagnava era emozione allo stato puro.
Sono arrivata all’aeroporto di Bratislava e subito le mie due host-sister mi hanno accolto e accompagnato a casa della sorella minore, dove avrei passato i primi giorni, per poi trasferirmi nella casa della sorella maggiore e infine in quella dei genitori. La settimana successiva è stata intensa e frenetica, ho visitato nuove città e nuovi paesini, assaggiato una miriade piatti tipici con gusti e sapori tutti nuovi per il mio palato, ma non è mancato anche un po’ di relax alle terme o, essendo tre ragazze, lo shopping. Tutto ciò accompagnato ovviamente da lunghissime chiacchierate e lezioni di slovacco o italiano, durante le quali erano più le risate che le parole realmente imparate!
L’1 agosto 2014 sono partito per la Repubblica Ceca e sono arrivato nel primo pomeriggio all’aeroporto di Praga dove mi aspettava Jan, il padre della prima famiglia, con un cartello su cui era scritto il mio nome. Poco dopo ci ha raggiunti il figlio più giovane Matous di 16 anni, e insieme siamo andati in macchina fino alla loro casa aČeské Budějovice. Poco dopo ho conosciuto la madre, appena tornata dal lavoro, e insieme abbiamo cenato. Quella sera ho visto tutta la casa, scoprendo con piacere che c’era anche una piscina. Nei giorni seguenti mi hanno portato su un torrente a praticare il Sup (Stand-up paddle) board, una specie di surf a remo; e ad un parco attrezzato per sport e pic-nic appena passato il confine con l’Austria. Al terzo giorno ci ha raggiunto Lukas, il fratello maggiore (19 anni). La giornata più bella della settimana è stata quella in cui abbiamo navigato lungo il fiume Vltava (in italiano Moldava) con una barca a remi. Il programma era quello di fermarsi a dormire in tenda lungo il fiume per poi continuare l’indomani fino a Český Krumlov, il cui centro è patrimonio dell’UNESCO; purtroppo però la pioggia ci ha costretti a tornare a casa.
Era gennaio quando ho vinto questo piccolo concorso nella mia scuola fiorentina, e non avevo idea dell'enorme esperienza a cui sarei andata incontro.
Ero spaesata ma tranquilla, perchè neanche realizzavo di affrontare questo viaggio sulle mie gambe.
Il primo viaggio da sola della mia vita.
Il primo agosto parto, arrivando nella notte in una cittadina chiamata 'Opava', a pochi kilometri dal confine con la Polonia. Mi accolgono due donne, una madre e sua figlia, Barbora, che mi fanno accomodare come se fossi giá parte integrante della famiglia. Lì devo dire di aver conosciuto la generositá e la premura più incondizionate da parte di due persone praticamente estranee.
E non c'erano grandi edifici da visitare o parchi infiniti e strabilianti, ma la carenza di attrazioni è stata facilmente compensata dalla pienezza del loro cuore. Comunque, ho visitato anche due castelli, incantevoli.
Salve a tutti! Mi chiamo Alessia Olmi e quest'estate ho partecipato all'exchange organizzato dai Lions in Repubblica Ceca per tre settimane, ospite presso tre differenti famiglie.
La mia prima preoccupazione fu riguardo la lingua e l'impossibilità di riuscire a stabilire un dialogo spontaneo, e fortunatamente si è rivelata l'ultimo dei miei pensieri: forse l'inglese non era perfetto dal punto di vista grammaticale, ma né io né le mie famiglie abbiamo avuto problemi di alcun genere. Anzi, l'esatto opposto, e alla fine della settimana la preoccupazione divenne lasciare la mia prima famiglia.
Con loro mi sono sentita veramente bene, basti pensare che in casa la televisione non era mai accesa e il tempo trascorreva in compagnia, tra gite fuori porta, varie attività, come la pittura su seta, e splendidi discorsi che spaziavano dall'arte alla storia, dalla filosofia alle situazioni nei rispettivi paesi.
Quando la mattina del primo agosto sono atterrata all’aeroporto di Vienna, mi sentivo un po’ smarrita, sia per la vastità del posto, sia per la lingua a me sconosciuta. E inevitabilmente mi domandavo, emozionata, come sarebbe stata l’esperienza che di lì a poco avrei vissuto. Finalmente, tra la moltitudine ho incontrato Tomas e Marta, due giovani che per me sarebbero diventati, di lì a poco, genitori adottivi e amici, guide e compagni di strada. Che dire di loro… Semplicemente meravigliosi! Fin dal primo istante gentili, comprensivi e attenti, mi hanno fatto sentire parte della loro famiglia e hanno condiviso con me la loro storia, i loro pensieri e sentimenti, le loro passioni e la loro casa.
E così, nella spensieratezza e nel divertimento, abbiamo esplorato la città di Bratislava, che ho trovato estremamente curata e rasserenata dal fluire del Danubio, ma ancora recante le ferite della dittatura comunista. Ho avuto il piacere di conoscere almeno in parte le loro famiglie e alcuni loro amici, assistendo persino al concerto improvvisato di un fantastico chitarrista, sul balcone di casa! È stato emozionante anche il contatto con la storia del luogo: il Medioevo, rievocato da alcuni giovani che, vestiti all’antica, mostravano tecniche e segreti dell’epoca; le splendide chiese e il castello, testimoni dell’amore nutrito dalla famiglia imperiale per la città di Bratislava; infine i racconti di Tomas, appassionato conoscitore di storia moderna. Estremamente piacevole è stata anche la scoperta della cucina locale: basata soprattutto su carne e formaggi, è estremamente saporita e molto sostanziosa. In particolare, unico al mondo è il piatto bryndzové halušky, in cui gli gnocchetti di patate si uniscono al formaggio di pecora nazionale.
Quest’anno ho avuto la magnifica opportunità di partecipare al “Youth Camp 2007 Portugal”, organizzato dal Lions Club di Faro, città nel sud del Portogallo.Il mio soggiorno in Portogallo ha avuto la durata di tre settimane, dal 14 Luglio al 4 Agosto, l’ultima delle quali ho passato ospitata in una famiglia.
Al mio arrivo al campo c’erano molti altri ragazzi che avevano già trascorso la loro settimana in famiglia. Ho avuto l’occasione di fare amicizia, conoscere, scambiare idee e informazioni sulla cultura con ragazze e ragazzi provenienti da diversi Paesi. Precisando meglio, al campo hanno partecipato oltre a me, 16 ragazzi: Sandra (Austria), Melissa (Germania), Tanja (Finlandia), Dorien (Paesi Bassi), Jeff (Canada), Alex (Ucraina), Astrid (Belgio), Lukas (Austria), Umur (Turchia), Ioana (Romania), Gàbor (Ungheria), Katharina (Svezia), Evgeniya (Russia), Lara (Croazia), Ena (Danimarca) ed Emily (USA, Washington DC).
Su quest’ultima ragazza desidero scrivere qualche parola in più, in quanto era stata ospite a casa mia l’estate scorsa, sempre tramite il Lions Club, e quest’anno, grazie ad un’incredibile coincidenza e ad una fortuna pazzesca, abbiamo avuto l’occasione di ritrovarci ed approfondire ancora di più il nostro rapporto d’amicizia.
I spent two fantastic weeks in a host family in Portugal, in Figueira Da Foz.
Everyone was very nice and kind to me, the accommodation was great and the place, too.
We used to spend the afternoons at the beach, and some days we went to visit the most important near cities of Portugal, like Coimbra, Fatima, Alcobaça, Obidos, Batalha and of course, Lisbon.
Sono Elena Lentini e volevo rubarvi un po' di tempo perché leggiate il report della mia esperienza semplicemente unica in Portogallo grazie a voi Lions.
Penso che la mia famiglia ospitante sia stata una delle migliori, sono onorata di essere stata a casa di due figure molto importanti nel grande gruppo dei Lions in Portogallo, tra l'altro mi hanno dato dei pensieri per il nostro distretto qui in Italia.
Gentili, disponibili, mi hanno trattata come un'altra nipote, ero in compagnia di Debora, loro nipote che è venuta poi al campo con me e quindi ho potuto condividere con lei queste 3 incredibili settimane. Con loro ho visitato Lisbona e Cascais: castelli, musei, spiaggette e ho conosciuto molte persone gentilissime che mi spiegavano in inglese gli edifici e le cose tipiche, qualcuno sapeva persino un po' di italiano!
Se devo parlare del campo non saprei da dove cominciare. Organizzazione perfetta: attività, orari, libertà.
Sicuramente non riesco a riassumere tutto cio' che ho vissuto nelle tre settimane trascorse laggiu', ma posso affermare con sicurezza che questa e' stata l'esperienza piu' importante fatta fino ad ora.
Innanzitutto, perche' sono partita senza i miei genitori e i miei amici verso un paese e con persone che non conoscevo.
Nonostante questo, non mi sono mai sentita sola: nella prima settimana sono stata a Elblag, nel nord della Polonia, in una famiglia ospitante molto disponibile e gentile che mi ha fatto subito sentire integrata. Nonostante i genitori parlassero solamente polacco la figlia diciannovenne ha cercato di tradurre tutto quanto dicevano in inglese in modo che potessi capire.
La ragazza mi ha fatto conoscere la citta' e i suoi amici, abbiamo parlato spesso delle differenze fra i nostri paesi e attraverso le conversazioni fatte, non solo con lei ma anche con chi ho avuto l'occasione di incontrare, ho scoperto che la Polonia ha vissuto un grande cambiamento dagli anni Novanta in poi. Sicuramente il livello di poverta' e' piu' basso e la loro cultura e' molto piu' aperta. I giovani, ad esempio, hanno una conoscenza dell'inglese molto buona e non hanno problemi a parlarlo con gli stranieri. Gli adulti, al contrario, conoscono il russo, in quanto hanno condotto i loro studi quando ancora la Russia controllava l'est europeo.
Tra tutte le città europee, forse la Polonia è quella verso la quale si nutrono più pregiudizi.
é una nazione fredda, densa di storia,in molte cose ancora "indietro"; a Danzica la gente passeggia sotto il sole, è estate,ci sono turisti provenienti da tutte le parti del mondo che guardano sorridendo gigantografie di Giovanni Paolo II ai margini delle strade.
Avevo paura sull'aereo, guardavo il cielo,le nuvole e pensavo a quello che avrei vissuto, a chi mi avrebbe aspettato...ma ogni mio dubbio era infondato: la mia famiglia era semlicemente meravigliosa e mi sono sentita veramente a casa. Ho legato tantissimo con la mia "host sister" e i suoi amici. é stato come rivedere dopo tanto tempo persone che già conoscevi. mi ha impressionato tantissimo la loro disponibilità ed accoglienza. nel periodo in cui sono stata con loro ho conosciuto anche qualche ragazza e ragazzo con cui avrei trascorso le due settimane nel campo. è stato un sollievo rivedere molte facce conosciute il primo giorno del campo.é stata questa la parte della vacanza piu interessante,stimolante, divertente. ho conosciuto persone provenienti da tutte le parti del mondo, ci siamo scambiati idee,fatti un sacco di scherzi, abbiamo ballato, giocato insieme, ma soprattutto abbiamo parlato, ci siamo confrontati. abbiamo visitato la regione, sempre pronti ma assonati nel nostro caro pulmino, abbiamo cantato le nostre canzoni preferite.
Paese freddo? Paese povero? Persone antipatiche?
Queste erano le mie convinzioni prima di partire per lo scambio giovanile.
MI SONO SBAGLIATO
Paese freddo? Forse un po' ma sono state le persone che ho conosciuto a scaldarmi il cuore e le giornate. Paese povero? Assolutamente no. Persone antipatiche? Ogni singola persona che ho conosciuto mi ha lasciato bellissimi ricordi e non solo.
Mi chiamo Federico Minardi, abito a Reggio Emilia e quest’estate sono stato ospitato da una famiglia in Polonia a Poznan.
Partii il 28 Luglio alle 6 del mattino e nonostante la stanchezza le prime impressioni furono molto buone, all’aeroporto di Poznan c’erano le mie due sorelle che mi aspettavano; mi portarono subito a visitare il centro della città con le sue caratteristiche capre sulla torre della piazza centrale.
Non è stata la mia prima esperienza con i Lions, sapevo già che il primo giorno serviva a sciogliere la tensione e a conoscersi , difatti dopo i primi giorni mi sentivo già parte della loro famiglia.
Mi chiamo Paula Smarandoiu, ho 19 anni ed abito a Brescia. Quest’estate ho avuto la mia prima esperienza con i Lions, dopo aver vinto un concorso indetto dalla mia scuola. Non potrò mai ringraziarli abbastanza per questa magnifica opportunità!
Beh, che dire, prima di partire tante erano le domande che non mi davano pace (come sarà la Polonia? come sono le persone? sarò in grado di adattarmi?), insomma, le mille domande di una ragazza diciannovenne che affronta il suo primo viaggio da sola.
Allo stesso momento però, l’idea di confrontar mici mi stuzzicava e mi incuriosiva in una maniera incredibile.
Il 4 agosto, dopo un viaggio interminabile, arrivai al mio camp, in Borne Sulinowo, con tantissime aspettative, aspettative che alla fine sono state ripagate.
La mia prima settimana è stata in famiglia. É stato veramente un periodo molto bello, perchè da subito sono stati molto disponibili e gentili: per esempio, il mio bagaglio è andato perso per un giorno e loro mi hanno fornito di tutto. Ho sinceramente apprezzato che mi lasciassero dormire tutta la mattina senza mettermi pressione e al mio risveglio mi trovavo sempre una tipica colazione italiana, molto diversa dalla loro. Solitamente il pomeriggio era dedicato a visitare: il posto migliore è stato senza dubbio Malbork, perchè ora posso dire di aver visto il castello più grande d'Europa.
Siccome il tempo era veramente otttimo e soleggiato, sono anche riuscita a fare il bagno nel mar Baltico ben due volte e in un lago. Un'altra attività molto interessante è stata andare in barca vela: molto rilassante. Ho adorato quando sono andata a Danzica, perchè è il genere di città che amo: vivace e con un'architettura interessante. Era un periodo particolarmente buono per andarci perchè c'era una specie di fiera.
Grazie al programma Lions Youth Exchange, quest’estate nel mese di luglio sono stata in Perù.
Per la prima e l’ultima settimana del mio soggiorno sono stata ospitata dalla famiglia Cano Del Castillo, a Lima; le due settimane centrali ho partecipato ai due campi organizzati dai gruppi Lions locali.
La famiglia che mi ha ospitato e' composta dai genitori, i figli Elias e Adela e la nonna di 99 anni. Sono stati tutti gentilissimi: mi hanno accolta in casa loro come una figlia e una sorella, mi sono sentita fin da subito a mio agio. Con loro ho potuto visitare il centro della capitale, i quartieri più importanti, ho visitato Ika, a sud del Perù, vicino al deserto... e soprattutto ho potuto vivere fino in fondo in quella enorme e caotica città che è Lima.
Insieme alla famiglia ho partecipato ad attività di beneficenza organizzate dalDistretto; in particolare un giorno siamo andati in uno dei quartieri più poveri a distribuire coperte alle famiglie bisognose con bambini piccoli; ho anche visitato la biblioteca che stanno costruendo grazie ai fondi raccolti, per permettere a tutti i bambini di quel quartiere di studiare.
Anche quest’anno ho potuto partecipare agli Scambi Lions!
Non deludono proprio mai!
La meta questa volta è stata il Perù.
Un paese veramente bello, ma molto differente per quanto riguarda clima, paesaggio, storia, cultura e altri aspetti. In poche parole un altro mondo! La prima cosa che colpisce è la gente, tutti molto amichevoli e gentilissimi.
La prima sera, dopo essere arrivata ho avuto la possibilità di partecipare al cambio di Governatore del distretto. Signore e signori tutti eleganti, ambiente formale, una vera e propria serata di gala, anche se il tutto è iniziato verso mezzanotte e la cena è durata fino alle tre. La cosa più spettacolare è stato vedere, tra una portata e l’altra, signori e signore di tutte le età, iniziare a ballare la salsa con molta scioltezza e gusto! Chiunque è capace e sa ballare salsa,merengue e altri balli, infatti per me e l’altra ragazza americana degli Scambi è stato forse in un primo momento un po’ imbarazzante, ma poi molto divertente, farci insegnare tutti questi ritmi meravigliosi! La serata si è poi prolungata fino alle 6 di mattina, e incredibilmente nessuno era stanco!
Peru!
Parola d’ordine: Il tempo è relativo.
Si perché in Peru il tempo si ferma ed è tutto relativo. I tempi non sono mai rispettati ma in definitiva non è poi così male, non c’è mai fretta e nessuno si arrabbia se fai tardi. Il Peru a mio avviso non è un paese per tutti.
Mi spiego: per come è stato organizzato quest’anno si può andare a stare in famiglie che non hanno molte possibilità economiche quindi non sempre erano garantiti tutti i pasti e la visita della città. I due campi a cui ho partecipato sono stati molto divertenti. Ho conosciuto persone da tutto il mondo e abbiamo legato molto; anche qui dall’organizzazione di quest’anno la cena non era mai inclusa e anche 2 pranzi erano liberi (!!!). Più che un convenzionale campo Lions con tutte le attività sportive, visite attorno la nazione e presentazioni dei paesi, è stata una vacanza. Siamo stati sempre in hotel, girando per tutte le famose attrazioni del perù dagli insediamenti Inca vicino a Cusco a Machu Picchu, alla giungla mangiando sempre piatti tipici e mai fast food o zozzerie simili.
Ciao ragazzi, in questa breve lettera andrò a riassumere ciò che ho vissuto grazie lo scambio Lions in Perù.
Un' esperienza fantastica mai vissuta prima sia per i luoghi che ho visitato sia per la compagnia e l'accoglienza peruviana.
Tutto è iniziato con la semplice idea di andare a fare un'esperienza in uno stato diverso dall'Italia per scoprire le tradizioni di una cultura totalmente estranea; non mi sarei mai immaginato di andare in Perù perchè, come prima scelta, avrei voluto visitare l'America del Nord o il Brasile.
Dopo varie contrattazioni e diverse possibilità offerte mi si è presentato il Perù e, buttandomi, ho accettato.
14 Luglio 2013, aeroporto di Malpensa. Il mio aereo parte alle 19.00 e sono pronta per affrontare le 14 ore e mezza previste prima di atterrare all’aeroporto di Lima alle cinque del mattino successivo, ora locale. A Malpensa, con me, parte uno dei tre ragazzi italiani con cui condividerò l’esperienza in Perù, Damiano. Riccardo e Gherardo li conosciamo a Madrid, prima di prendere il secondo aereo.
Atterrati a Lima siamo accolti da Armando che mi ospiterà, insieme con Gherardo ogni volta che ci fermeremo nella capitale, insieme a lui ci aspetta il caos indescrivibile delle strade peruviane, a cui faremo fatica ad abituarci. Lima è una città piena di vita, che alterna quartieri poveri con persone che vendono qualsiasi tipo di merce su teli stesi per terra a strade con villette con giardini curatissimi e barbecue.
Dopo quattro giorni nella capitale passati a visitare la città con gli amici di Armandito, iniziamo il primo di una lunga serie di interminabili viaggi in pullman alla volta di Chymbote, il più importante porto peruviano per esportazione di pesce, dove siamo ospitati da Willy e sua madre Nora che ci fanno conoscere il posto e il ceviche, il piatto tipico a base di pesce crudo, limone e cipolla. Dopo altri quattro giorni ci spostiamo alla volta di Trujillo, città più turistica che ospita siti importanti come la Huaca del Sol y la Luna (templi delle popolazioni preincaiche), Huanchaco (spiaggia con una antichissima tradizione surfista), Chan Chan (cittadella costruita con sabbia e fango). Visitiamo tutti questi luoghi, ospitati da Carmela, proprietaria di un bed and breakfast, prima di tornare a Lima per poi prendere un aereo interno per andare a visitare una delle sette meraviglie del mondo: Machu Picchu.