Prendete un mappamondo, ammiratelo, guardate l’Italia.
Adesso fate fare mezzo giro al vostro mondo in miniatura: vi troverete davanti all’immenso oceano Pacifico.
Alla sinistra di questa distesa blu e alla destra della Cina, si intravede una piccola isola, il cui nome però è noto a tutti: Taiwan.
Tuttavia, nonostante la sua fama, pochi sanno veramente di cosa si tratta.
Quest’anno ho avuto la mia seconda esperienza con gli scambi Lions e quando ho saputo che durante l’estate avrei avuto l’opportunità di andare a Taiwan la prima cosa che ho pesato è stata: è dall’altra parte del mondo, non sono mai stata così lontana da casa. Ma l’eccitazione per il viaggio è stata forte nonostante prima della partenza io e i miei genitori fossimo preoccupati per la mancanza di informazioni da parte del campo e della famiglia.
Se prima di partire ero un po’ preoccupata perché la host family non si era mai messa in contatto con me, all’arrivo all’aeroporto di Kaohsiung ho trovato una calorosissima accoglienza, e da subito mi hanno trattata come parte integrante della famiglia, al punto che la mia host mom voleva che tra noi ci chiamassimo sister, e credo che anche questa piccolezza abbia aiutato a farmi sentire a mio agio. In famiglia con me c’era anche un altro ragazzo italiano e grazie a lui ho sentito meno la lontananza dal mio Paese. Appena arrivati a Donggang, la città dove la famiglia viveva, hanno voluto farci entrare nel clima taiwanese offrendoci quella che viene considerata dagli stranieri la specialità più apprezzata dell’isola, lo Jin Tsu Nai Char, a base di latte, the e delle palline gelatinose al tatto di cui nessuno ha saputo spiegarmi la provenienza. Al primo assaggio ne io ne l’altro ragazzo siamo riusciti a trovarlo buono, ma a dir la verità, dopo due settimane, sono arrivata a non voler ber altro che quello!
La mia vacanza a Taiwan è stata molto interessante divertente.
Durante il Campus mi sono trovata molto bene,direi benissimo, ho conosciuto persone da tutto il mondo e l'organizzazione era quasi ottima. Ci hanno portati in posti fantastici da visitare e organizzato divertenti attività anche per conoscere la loro cultura. L'unico problema riscontrato al campus è stato il fatto che erano presenti più ragazzi taiwanesi che ragazzi che venivano ospitati. Quindi eravamo quasi costretti a passare molto tempo anche con loro, dividendo la camera e le attività, senza poter intrattenere una conversazione perchè ignoravano la lingua inglese.
Durante il campus mi sono trovata in difficoltà nel momento di arrivo perchè mi hanno chiesto 200 $ per pagare il campus. Io ero ignota di questo fatto quindi mi sono trovata in una situazione molte sgradevole. Fortunatamente sono stati molto gentili e comprensivi e mi hanno accompagnato ad uno sportello ATM nei giorni successi per prelevare.
Quest'anno il grande treno dei Lions mi ha portato in un paese che da solo non avrei mai pensato di vistare permettendomi di vivere un esperienzaa dir poco avvincente.
Durante questi quindici giorni ho avuto modo di vivere in un mondo di costumi e tradizioni che conoscevo soltanto attraverso qualche film o qualche notiza internazionale; un mondo ben diverso da quello definito dalla marea di pregiudizi che qui in Italia fanno da padrone. Non é stata la prima volta che mi recavo nel continente asiatico ma è stata la prima volta che ho vissuto nel ecosistema più vicino al paese che più di tutti in questi ultimi decenni ha fatto parlare di se, la Cina.
Se volete rimanere scioccati e siete disposti a rischiare, osate. Se volete introdurvi alla cultura cinese ed alle tradizioni ed usi che ne conseguono in un modo più “smooth”, il Taiwan sarà un alternativa validissima ed entusiasmante.
La mia terza esperienza con gli Scambi Giovanili Lions in Taiwan non ha deluso le mie aspettative: infatti nonostante il lungo viaggio e la conseguente stanchezza sono rimasto immediatamente affascinato dalla nuova realtà in cui mi trovavo e dal calore che mi ha accompagnato per tutto il mio soggiorno in questa bellissima porzione di globo.
Dopo il caldo benvenuto ricevuto in aeroporto dalla famiglia io e la mia compagna di viaggio (una ragazza italiana con cui ho passato tutto il soggiorno in Taiwan) abbiamo fatto una full immersion negli usi e nelle tradizioni orientali, a partire dalla cucina.. Per una persona come me, abituata ad usare forchetta e coltello per mangiare quasi esclusivamente cibi italiani, sicuramente è stato l’aspetto che inizialmente mi ha colto più impreparato: l’assenza di posate se non le celebri chopsticks è stata la novità e la sfida che, sebbene con più di qualche incertezza iniziale, penso di aver vinto. In maniera più positiva invece sono rimasto colpito dal tipo di cibi, che ho sempre gradito sebbene qualche titubanza dettata dall’aspetto non sempre invitante..
Riguardo alla vacanza devo dire che è stata davvero fantastica.
Il volo aereo è stato faticoso ma tranquillo e tutto è andato bene sia all'andata che al ritorno.
Al mio arrivo sono stato accolto calorosamente da Lions e Leo e dopo poco sono stato accompagnato dalla famiglia ospitante.
Sono veramente felice di aver trascorso 3 settimane con loro perchè erano sempre a disposizione,simpatici e gentili e mi hanno fatto sentire della loro famiglia.
Per questo mi ritengo assai fortunato di aver avuto loro come ospitanti.
Ho visto la città,mi hanno portato a giro e mi sono divertito moltissimo.
Anche la settimana di campus è stata fantastica perchè ho conosciuto ragazzi di tutto il mondo ed è stato veramente facile legare con loro. Anche qui i responsabili erano sempre disponibili e hanno cercato in ogni momento di rendere indimenticabile questa vacanza.
Vi ringrazio ancora tantissimo per l'opportunità che mi hai dato spero di rivivere esperienze come questa.
Avevo sempre desiderato una vacanza in una nazione che non fosse la mia e che mi offrisse la possibilità di entrare in relazione con ragazzi da tutto il mondo e, quest’anno finalmente il mio sogno si è realizzato.
Appena arrivata la lettera del Lions Club di Zurigo che confermava la mia partenza per l’8 luglio 2006, la mia felicità arrivava fino al cielo e lo superava.
Il mio sogno avrebbe potuto finalmente realizzarsi.
Il prossimo luglio avrei trascorso le prime due settimane in famiglia, ospite della signora Françoise (…) e le seguenti in campo con altri ragazzi.
A partire dal 5 luglio al 3 agosto 2007 ho partecipato senza dubbio ad una delle più esaltanti e formative esperienze della mia vita, uno "scambio" presieduto dai Lions,volto a far conoscere ai ragazzi la bellezza dei più varii luoghi del mondo, nonchè per mettersi in contatto e scoprire tanti altri coetanei di paesi diversi.
Sin da subito il progetto mi è sembrato magnifico, così, dopo diverse vicessitudini, legate principamente alla lontananza delle varie destinazioni, la mia scelta è caduta prorio su uno dei paesi che più difficilmente sarei stata sprontata a visitare: la Svizzera.
Difatti, ho sempre pensato che non sarebbe stato particolarmente interessante visitare luoghi puramente a che fare con la cioccolata e gli orologi,ma grazie a questa grandiosa opportunità, ho avuto modo di capire che le prime impressioni non sono sempre quelle che contano.
Sono stata ospitata da due famiglie molto diverse, entrambe ovviamente molto gentili e cordiali.
Nella prima ho visitato le città più importanti svizzere, ho fatto rafting, visitato musei, fatto il bagno e preso il sole in deliziosi laghetti, passeggiato sulle montagne. Ho parlato inglese, cosa che da una parte mi ha data la consapevolezza per la prima volta in vita mia di quanto noi italiani, rispetto all'Europa (se non al mondo), abbiamo una conoscenza di questa lingua così fondamentale decisamente bassa. Sono una studentessa di un liceo classico, studio inglese da otto anni con risultati discreti, eppure non mi sentivo mai all'altezza degli altri. Dall'altra parte ho comunque dovuto tirare fuori quello che sapevo, sforzarmi per capire ed essere compresa. Naturalmente sono cresciuta anche in questo senso.
Il viaggio è stato davvero fantastico ed è un'esperienza che rifarei molto volentieri.
La famiglia con cui ho passato le prime due settimane è stata davvero molto ospitale e mi ha veramente fatto sentire a casa: è stato come avere una seconda mamma, anche se il marito parlava solo tedesco non è stato difficile stringere un buon rapporto anche con lui e la mia "sorella" è stata molto carina con me. E' stato interessate fare parte di una famiglia e di una cultura completamente diversa dalla mia, ed è una cosa che non mi aspettavo visto che la Svizzera non è così lontana dall'Italia.
Gli scambi giovanili sono decisamente un’esperienza fuori dal comune.
Il periodo passato in famiglia è stato pieno di attività, che mi hanno aiutato a conoscere il territorio circostante e a scoprire in modo diverso il mondo intorno a me.
Sfortunatamente, questo programma ricco ha occupato tutte le mie giornate, riducendo molto il tempo a mia disposizione per dialogare con la famiglia e per confrontarmi con i suoi componenti. In ogni caso, sono rimasto legato a loro.
La situazione al campo è molto particolare.
Nonostante la Svizzera sia al confine con l’Italia e possa sembrare un piccolo Paese molto simile al nostro, all’interno dei ventisei Cantoni si respira un’aria completamente diversa.
Ho trascorso la prima settimana di scambio nel Cantone dei Grigioni in una famiglia molto carina e ospitale composta da due genitori e due figlie, di cui una parlava italiano e l’altra purtroppo era assente a causa di un anno scolastico all’estero: mi sono sentito veramente a casa e, benché la mia permanenza sia durata solo una settimana, si è creato un legame molto forte e credo che il nostro rapporto continuerà in futuro. Durante la prima settimana, nonostante il tempo non sia stato particolarmente clemente, ho potuto esplorare, assieme alla famiglia ospite o con altri membri Lions del luogo, Coira, il capoluogo del Cantone, la famosa St. Moritz e ho perfino avuto occasione di visitare un'altra nazione: il Liechtenstein.
Cosa dire di tre settimane trascorse in Svezia in compagnia di ventiquattro ragazzi, più o meno coetanei?
Se poi dovessi aggiungere che erano tutti stranieri, provenienti un po’ da tutto i globo? Forse le parole non bastano a raccontare, né la lingua a rivivere momenti che ti cambiano dentro. Non era il primo viaggio da sola, né il primo soggiorno all’estero eppure era un salto nell’ignoto: sarei partita e per 21 giorni…cosa avrei fatto? Con chi? Dove? Questa esperienza non aveva nulla a che fare con la solite vacanze studio… ma io, ancora, non lo sapevo!
Il tema che avevo svolto per il concorso era sulle opportunità che la società offre ai giovani...(ndr Irene ha vinto un concorso scolastico sponsorizzato da un Lions Club che come premio prevedeva la partecipazione al programma Scambi Giovanili) credo che la consapevolezza di essere stata in qualche modo una “privilegiata” a poter partecipare abbia una doppia valenza: da un lato il dispiacere perché sono cosciente che se più persone potessero avere queste occasioni di confronto forse il mondo sarebbe un po’ migliore;dall’altro la voglia enorme di raccontare a tutti il significato di questo scambio per far sì che la mia opportunità non rimanga egoisticamente mia, ma possa in qualche modo essere utile agli altri.
Ancora una volta, grazie agli Scambi Giovanili, ho potuto vivere una meravigliosa esperienza.
L'anno scorso sono stato in Norvegia, quest'anno è stato il turno della Svezia.
Il viaggio, della durata di 3 settimane, mi ha concesso di dare uno sguardo il più possibile approfondito all'interno della società svedese, consentendomi di farmi un'idea un po' più precisa delle differenze tra i paesi nordici e l'Italia.
Ho potuto constatare quanti servizi lo Stato fornisce al cittadino, che sebbene debba pagare un grande quantitativo di tasse (circa il 50%), trova grandi agevolazioni in ogni campo, a partire dalla scuola che è completamente gratuita (compresi libri di testo e mensa).
Due mesi prima della mia partenza (13 luglio) sono stato contattato dal Sig. T. Backstrom del Lions Club, il quale, mi informava come sarebbe stato il mio soggiorno svedese.
Sarei stato ospite per una settimana presso la famiglia della Sig. ra Rudin in un piccolo paese, Storvreta, vicino alla città di Uppsala e per 2 settimane a Sigtuna, a nord di Stoccolma, per Camp Viking 2008.
Ho avuto diversi scambi di posta sia con la famiglia ospitante che con il Sig. Berggren, responsabile degli scambi giovanili e tutti si sono mostrati gentili con me, fornendomi il loro aiuto, numeri telefonici, e indirizzi se avessi avuto delle difficoltà durante il viaggio.Il viaggio è andato bene, all’aeroporto sono stato accolto dalla Sig.ra Rudin e accompagnato alla sua casa. Ospite con me, c’era anche Falco, un ragazzo tedesco.
Il mio viaggio in Svezia è andato benissimo e,come è successo anche lo scorso anno, mi ha fatto venire la voglia di ripartire!
Se proprio devo esprimere un parere oggettivo,l'unica pecca è stata la poca organizzazione da parte dei responsabili nel pianificare i viaggi di ritorno verso Stoccolma, dove la maggior parte delle persone aveva il volo per tornare a casa.
Con la host family mi sono trovato molto bene,malgrado fossero persone di mezza età e non avessero ragazzi in casa. Sono stati gentili e hanno cercato di farmi divertirmi in tutti i modi.
Ho trascorso il soggiorno nella loro summer house,la tipica casetta svedese di legno rossa e bianca.
Innanzi tutto devo dire che è stata un'esperienza davvero bellissima e mi sono divertita molto; le persone erano tutte gentili e disponibili e io credo di essere anche stata fortunata ad aver trovato una persona come Mats che coordinava tutto.
E' stato davvero professionale e nello stesso tempo simpatico e mai noioso.
La famiglia sempre disponibile alle nostre esigenze anche se abbiamo partecipato molto poco alla loro vita familiare, poichè ci hanno comprato dei biglietti per andare in città tutti i giorni e noi lì incontravamo gli altri ragazzi del campo. Ci venivano comunque sempre a prendere e ci accompagnavano sempre alla stazione, disponibilissimi.Abbiamo visitato molti posti e abbiamo fatto molti giochi per conoscerci e divertirci, grazie ancora di tutto.
Baci
Se c’è un’esperienza che ti fa pensare è proprio uno di questi campi.
Capisci che non sei l’unico a farti i progetti di vita a 18 anni, che non sei l’unico a ridere per delle cavolate, che non sei l’unico a sognare.
Che non sei solo.
Si, che la vita non si ferma al tuo paesino o al tuo quartiere, ma si apre a tutto il mondo!! Da Hong Kong alla California, dalla Turchia alla Danimarca.
Nel Campo in Svezia sono state effettuate molte attività differenti dal kayak alla sauna, dal tiro al piattello con il fucile al cavalcare fantastici cavalli, ma tutte con scopi ben precisi: formare un gruppo ben unito, compatto!! Di quelli che rimangono a ridere e a giocare a mille tipi di giochi con le carte fino alle 4 di mattina, di quelli che basta un’occhiata per intendersi, di quelli che piangi quando è l’ora dell’addio. Alla fine a fare il bello un Campo non sono i grandi eventi, quanto le piccole cose di tutti i giorni, dalla barzelletta al video visto insieme su “Youtube” di come sia divertente la pronuncia dell’inglese di un italiano. Non ci sono state pecche di nessun tipo nell’organizzazione, ne sui trasporti ne su orari. Anzi, mi complimento ai Lions Solvesborg per la precisione, l’impegno e l’umanità del loro lavoro, sempre disponibili e pronti ad ogni evenienza o disguido.
Grazie mille per questa esperienza!!
La auguro a chiunque possa avere la possibilità di intraprenderla!
Sono stata in Svezia presso il Polar camp in Lulea. Posso dire che la settimana in famiglia è stata organizzata perfettamente. La signora Faltmark ha curato i minimi particolari, venendoci incontro per ogni problema e le persone sono fantastiche e superdisponibili con tutti!E' stato incredibile venire a contatto con una cultura così diversa dalla nostra;all'inizio lo trovavo bizzarro, ma poi mi sono abituata ed ho cominciato ad assimilare i loro usi e farli anche miei.
All'inizio mi sentivo spaesata, nel mezzo del nulla: troppo verde, troppo silenzio, troppo nulla.
Dopo qualche giorno, però mi sono abituata e mi sono goduta la loro tranquillità.