L’esperienza che ho vissuto in Turchia è stata di certo una delle più belle della mia vita.
Grazie a quest’unica opportunità ho avuto modo di vivere e conoscere una cultura molto diversa dalle aspettative, ma in senso ovviamente positivo!
Innanzitutto i turchi sono un popolo molto ospitale: in famiglia facevano sentire noi ragazzi alla pari dei loro figli. Inoltre il dialogo ed il confronto sono sempre stati aperti e senza pregiudizi da entrambe le parti.
Io sono Sofia vengo da Bergamo, sono davvero felice di aver avuto la possibilità di fare questo youth-summercamp in Neustadt grazie ai Lions.
L'arrivo per tutti i partecipanti era all'aeroporto di Francoforte dove l'accompagnatore del camp Ralf, sua moglie Barbara e i Leo's ci hanno accolti.
Il camp è durato due settimane: da sabato 20 agosto al 27 sono stata in una famiglia ospitante , mentre dal 27 al 3 settembre in un ostello di gioventù nella cittadella di Neustandt.
Con la famiglia mi sono trovata molto bene, sono stati molto accoglienti e premurosi ed abbiamo costruito un rapporto che è sicuramente destinato a durare.
Un viaggio è un breve percorso che inizia e finisce a casa e ci sono alcune tappe che la contraddistinguono:
La prima è l’attesa che precede la partenza che si concretizza nella preparazione fisica ad affrontare il viaggio con l’acquisto dei biglietti per arrivare a destinazione o con il confezionamento dei bagagli e la richiesta dei documenti ma anche e soprattutto nella preparazione mentale che precede un periodo di cambiamento, se pur temporaneo. Ciò significa anche prepararsi a lasciare alle spalle la routine e “mettere in pausa” la vita a casa per vivere qualcosa di diverso altrove e così immaginarsi “come sarà” e definire nella mente delle aspettative. Ciò significa velatamente darsi un obiettivo, cosa che da subito permette di affrontare attivamente e non passivamente quello che l’esperienza ci regalerà.
La mia avventura è iniziata il 9 luglio all'aereoporto di Milano Malpensa, a causa della cancellazione del mio volo, il giorno prima avevo dovuto cercare un volo sostitutivo, che peró faceva scalo a Monaco.
Arrivata all'areoporto di Vienna nel tardo pomeriggio trovai all'uscita tutti i membri della mia Host Family: Ulli (Ulriche), Nicki (Nicholaus) e Anna, la mia Host Sister.
Dopo un caloroso benvenuto ci avviammo verso casa e dopo due ore di viaggio in macchina finalmente arrivammo a Hohenzell, una piccola cittadina a circa un'ora da Salisburgo. Due giorni dopo il mio arrivo incontrai anche il figlio maggiore, Valentin.
Mi hanno portata in molti posti, a fare il bagno in un lago, a visitare Linz e Salisburgo (dove ho incontrato anche i membri che sarebbero stati al campo con me la settimana dopo), a fare lunghe passeggiate nei boschi, a vedere concerti.
La mia esperienza iniziò questo giorno, ancora mi ricordo la paura che avevo di prendere l’aereo da sola, non che avessi paura di volare ma perchè ero terrorizzata dall’idea di perdere il volo (mi sono ritrovata a fare il giro dell’aeroporto di Orio perchè mi persi al primo piano).
Ero nervosa, lo ammetto, ma chi non lo sarebbe stato? L’idea di trascorrere 3 settimane in un paese all’estero dove non conoscevo nessuno era sì interessante ma mi metteva un po’ d’ansia.
Atterrata a Bucarest trovai Serban, un membro del Lions Club di Bucarest, ad aspettarmi per portarmi a casa di un altro membro del Lions Club, il Dottor Kozma.
In quella casa c’erano già altri due ragazzi che avrebbero passato due splendide settimane insieme a me, venivano entrambi dall’Italia: Mauro da Gorizia e Giulia da Sansepolcro. Incontrai anche il nostro futuro camp director, Alex.
Mi sento in dovere di anticipare questo piccolo Reportage del mio viaggio con un pensiero: tutto ciò che scrivo qui non potrà mai essere chiaro e vivido come una fotografia o un ricordo stesso, poiché dare forma a quelle emozioni che in pochi giorni ho provato è impossibile per me; cercherò dunque di spiegare tutti i motivi per cui questi giorni sono stati così importanti e belli per me.
L’idea di tenere un diario è stata scartata dopo la prima notte di permanenza in famiglia e quindi la mia prima notte in Turchia, scrissi infatti nel piccolo quaderno che avevo portato con me: ” sono senza valigia e vestiti puliti,dopo aver perso un aereo.
Benvenuti in Turchia”.
Per cominciare vorrei ringraziare l’associazione dei Lions club per avermi concesso di provare questa splendida esperienza, sicuramente indimenticabile che mi ha migliorato sotto moltissimi aspetti e mi ha aiutato a crescere.
Nonostante il colpo di stato avvenuto in Turchia nei giorni in cui mi trovavo ospite della mia host family, devo dire che mi sono sempre sentito al sicuro e tutti gli avvenimenti non hanno influenzato la mia permanenza; la famiglia è sempre stata molto disponibile e ha sempre cercato di farmi sentire tranquillo,oltre a permettermi di visitare luoghi fantastici come Pamukkale che porterò sempre dentro.
Mi chiamo Chiara Ragazzoni,
il primo luglio la mia avventura per l’Australia è cominciata: ho preso l'aereo a Milano insieme ad altre due ragazze Marta e Sara con cui sono stata assieme anche l’ultima settimana al Camp. Passate le 24 lunghe ore di aereo, con scalo a Dubai, il 3 luglio sono arrivata all'aeroporto internazionale di Sydney dove ho incontrato la mia "host mum" Fiona e “la mia sister” Freya, che mi stavano aspettando a braccia aperte. I primi tre giorni li abbiamo passati a Sydney una delle città più belle al mondo con i suoi tram, i suoi grattacieli e le sue spiagge e con mille ristoranti diversi.
Abbiamo visitato le attrazioni più famose come l’Opera House, the Rocks, Sydney Harbour Bridge, Taronga Zoo e tante spiagge mozzafiato.
La mia esperienza in Finlandia è stata divisa in due parti: la prima di due settimane in una host family, la seconda di una settimana in un camp.
Il 2 luglio sono arrivata all’aeroporto di Helsinki e ho subito incontrato la famiglia ospitante che vive ad un’ora dall’aeroporto ad Hameenlinna, una città di medie dimensione. La famiglia è composta dai due genitori, una bambina ed un bambino.
Sono stati subito molto ospitali e hanno sempre cercato di offrirmi il meglio, partendo da una camera in cui potevo avere i miei spazi da sola fino al cibo, nonostante gli orari fossero abbastanza diversi da quelli italiani. Con la famiglia ho potuto visitare diversi luoghi sempre immersi nella natura e tra questi i più importanti sono stati diversi parchi nei quali si potevano trovare magnifiche viste sul paesaggio.
Mi chiamo Flavio, ho 17 anni e quest’anno sono stato in Finlandia per la mia prima esperienza con i Lions e credo sia stata l’esperienza più bella che mi sia mai capitata.
Oltre ad aver viaggiato da solo per la prima volta ho visitato un Paese con paesaggi spettacolari e conosciuto persone stupende. Infatti la cosa più bella di questo viaggio è stata la calorosa accoglienza che mi è stata data sia in famiglia che dai responsabili Lions del campo.
La Finlandia si è presa un piccolo pezzo del mio cuore, non solo per i suoi paesaggi, ma anche e soprattutto per la sua cultura e le sue tradizioni.
Il 19 luglio finalmente parto, con quel senso di smarrimento misto a pura felicità che si prova la prima volta, da soli in aeroporto. È davvero difficile riassumere tutte le emozioni che mi ha fatto provare un paese meraviglioso e non tanto conosciuto come la Malesia.
Ho sentito l’ospitalità e il calore delle due famiglie che mi hanno accolta come una figlia, mi hanno dato l’opportunità di viaggiare e di vedere questo paese dal punto più a nord fino al sud, aggiungendo al mio itinerario persino la modernità e la bellezza di Singapore.
Il mio viaggio è diviso in due parti fondamentali che, per questo, lo rendono unico.
Nelle prime due settimane, sono stata a Segamat e sono stata accolta dalla prima famiglia con uno striscione di benvenuto, con addirittura una mia foto e il mio nome. È davvero incredibile come siano contagiosi i loro sorrisi!
Questa è la parte in cui sono entrata in un contatto concreto con una cultura totalmente diversa da quella occidentale.
Sono arrivata in Finlandia una domenica pomeriggio di luglio e le tre settimane trascorse lì sono veramente volate, come tutte le cose belle. La mia host family era composta da Anu e Matti, i genitori, Elias, Katriina, Samuel e Maiju i figli, tutti molto simpatici, socievoli, con tanta voglia di fare; poi c'erano Daniel, il ragazzo messicano, carino, solare e pieno di senso dell'umorismo e Michelle, norvegese, scout come me, positiva, sincera e altruista, come una sorella maggiore, in assoluto la persona di cui sento più la mancanza. La nostra casa si trovava immersa nella campagna finlandese nella zona di Alavus (centro-sud), circondata da campi verdi e fattorie rosse, vicino ad un piccolo lago.
Era una domanda che veniva posta molto spesso, e che riusciva a mettere in difficoltà quasi tutti. Generava silenzi imbarazzati, risposte banali e mai convincenti. Ma non con me, io sapevo cosa replicare al complicato quesito: “perché hai scelto proprio il Brasile?”
Volevo imparare il significato di una parola, ecco perché.
“Saudade”.
Un termine che non ha traduzione in italiano, né in nessun’altra lingua. Una parola che per essere compresa non può essere definita da un dizionario, deve essere vissuta. La saudade indica una forma di malinconia, affine alla nostalgia. Ma nessuno può capirne il vero significato finché non avrà occasione di vivere in mezzo al popolo brasiliano, di abbracciare quegli sconosciuti privi di formalità e pudori, di godere del loro fanciullesco entusiasmo e di rispondere ai loro inaspettati sorrisi di gioia generati anche solo dal vedervi.
Anche quest’anno grazie al Lions Club ho avuto nuovamente la possibilità di partecipare agli scambi giovanili.
Meta? L’Ungheria! Ho trascorso la prima settimana a Budapest, in una famiglia che mi ha accolta sin dal primo istante, facendomi sentire a mio agio e coccolata. Durante questa prima settimana ho potuto scoprire la bellezza di questa capitale, vivendola a pieno, di giorno e di notte, visitandola in tutte le sue sfaccettature e ricchezze.
Qui ho conosciuto alcuni ragazzi con cui avrei trascorso le successive due settimane nel camp e le loro famiglie ospitanti, sempre pronte a collaborare per pianificare al meglio i nostri giorni, assecondando le nostre richieste ed esigenze!
Il 15 agosto il mio viaggio in Giappone si è concluso. Definirlo ‘viaggio’ sarebbe troppo riduttivo poiché si può pensare ad uno come tanti altri. Invece no: questa incredibile esperienza vale molto più di un semplice viaggio, cela dietro di sé tanti insegnamenti, tanti modi di fare che l’atmosfera di quei luoghi ti fa acquisire involontariamente.
Infatti (quasi) tutti i giapponesi si presentano molto simili. E’ qualcosa di innato, fa parte della loro formazione ed educazione, che li fa compiere le stesse azioni, gli stessi gesti lo stesso modo di interagire che sicuramente si tramandano e che involontariamente trasmettono anche a chi si avvicina a loro.
Ventuno giorni della mia vita totalmente diversi dalla solita monotona ed ordinaria routine del mio paese.
E’ impensabile poter descrivere in così poche righe un’esperienza simile, un mese di continue scoperte, meraviglie e riflessioni sono difficili da trasmettere attraverso semplici parole.
La parola esatta per dare un’idea di ciò che abbiamo vissuto è “diverso”. Tutte le nostre abitudini e i nostri modi di vivere sono stati modificati radicalmente; partendo dal modo di mangiare o di vestirci per arrivare al modo di vivere e pensare.
L’India ci ha regalato maturità soprattutto per due aspetti, il primo è sicuramente lo spirito di adattamento, senza il quale non avremmo potuto vivere questo mese in modo positivo. Abbiamo capito che le indicazioni temporali indiane sono ancora più labili di quelle italiane, minuti ed ore non hanno differenza.
La mia esperienza in Norvegia è accaduta per caso. Infatti quando compilai il modulo datomi da una leader dei Lions non avevo scelto come opzione la terra dei fiordi, bensì paesi più simili all'Italia, sia dal punto di vista paesaggistico che dal punto di vista climatico. Per questo quando mi hanno comunicato che un'altra ragazza della mia città che sarebbe dovuta partire per la Norvegia aveva rifiutato e mi chiesero se volevo sostituirla ed andare io al suo posto, esitai all'inizio e non dissi subito di sì. Ma poi, ripensandoci, mi resi conto della grande opportunità che questa associazione mi stava offrendo ed accettai.
La nostra prima tappa fu Vangen dove alloggiammo in una tipica cabina norvegese, nelle vicinanze di Oslo. Qui ho incontrato quella che poi sarebbe diventata la mia compagna di stanza per tutto il campo: Marta, una ragazza originaria della Croazia alla quale mi sono legata molto.
Appena arrivati all'aeroporto vidi subito i leaders dei Lions lì ad aspettarmi con alcuni ragazzi del campo che erano già arrivati. Ci presentammo e, superato l'imbarazzo iniziale, abbiamo cominciato a fare amicizia e a conoscere ognuno un po' della vita degli altri.
Un mese indimenticabile, pieno di nuove avventure e scoperte, circondato da persone meravigliose!
Premetto che il pre-partenza non è stato facilissimo per me, ad essere sincero l’idea di finire per un mese dall’altra parte del mondo senza i miei affetti un po’ mi intimoriva: ricordo benissimo l’ultimo giorno in Italia, uno strano mix di emozioni, dalla paura del salto nel vuoto all’impazienza di tuffarsi in questa nuova avventura che sotto sotto sapevo sarebbe stata meravigliosa.
Questa estate mi è stata offerta l’opportunità tramite la scuola di partecipare al programma Lions per gli scambi giovanili. Mi ricordo ancora perfettamente la mia reazione quando mi è stato annunciato che la meta del mio viaggio sarebbe stata la Turchia: ero al contempo sia felice per il fatto che ero stato scelto sia dubbioso perché è risaputo come in questi ultimi anni la Turchia non ha sempre vissuto una situazione tranquilla. Nonostante ciò, dopo qualche chiamata e rassicurazione da parte dei responsabili Lions e, soprattutto, dopo aver rasserenato i miei genitori, ho scelto di partire deciso a fare nuove esperienze e a conoscere una nuova cultura e un nuovo Paese.
Arrivato ad Ankara ho trovato ad aspettarmi un responsabile del Club e la famiglia che mi hanno subito dato un caldo benvenuto. Uscito dall’aeroporto la capitale mi si è presentata come un’immensa metropoli dai grandi stradoni e dai grattaceli enormi immersa nell’altopiano anatolico.
Viaggiare permette di scoprire posti nuovi, vedere il mondo nelle sue diverse espressioni, conoscere persone e le loro storie, sapendo che ognuno di loro ha qualcosa di nuovo da insegnarti.
Quando il Lions club mi ha comunicato la possibilità di partire per l'Indonesia la gioia è stata incontenibile! Sapevo che ad aspettarmi c'era un'esperienza unica, ma le mie già alte aspettative non si sono dimostrate all'altezza di ciò che avrei avuto la fortuna di vivere! Il programma di viaggio era intenso: ben cinque città dell'isola di Java attendevano me e la giovane ciurma di tedeschi, polacchi, olandesi, russi, turchi e...altri tre italiani .