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La mia avventura a Cipro non era iniziata bene, anzi non era iniziata affatto. A dicembre mi era stato detto che i posti per il campo a Cipro, per il quale avevo fatto richiesta, erano stati già assegnati e che quindi probabilmente sarei stato ricollocato da qualche altra parte. Ero molto dispiaciuto, perché desideravo vivamente partecipare a quel campo. Ma una sera di marzo ho ricevuto una telefonata dal dott. Nicoloso, il referente degli scambi del mio distretto, che mi annunciava che ero stato ripescato: sprizzavo letteralmente gioia da tutti i pori.

Nel momento della scelta delle destinazioni per questo Scambio Giovanile ho pensato principalmente a quale paese nel mondo potesse essere più diverso dal mio, nella speranza di scoprire qualcosa di completamente nuovo.
Perciò la mia prima scelta fu il Giappone e fortunatamente fui accontentata. 
In un mese ho potuto osservare un modo di pensare e di vivere completamente diverso da quello occidentale e in particolare italiano.

Anche quest’anno ho avuto la fantastica opportunità di partecipare a uno scambio giovanile Lions e di visitare un altro Paese che avrà sempre un posto speciale nel mio cuore, Taiwan.
Dopo quasi quindici ore di volo e uno scalo a Dubai, io, Virginia e Gaetana, tre delle quattro ragazze italiane partecipanti al camp “Ancient Trees and Pacific Ocean”, siamo finalmente atterrate a Taipei dove gli organizzatori del camp ci aspettavano con un pulmino per portarci a Luodong, nella contea di Yilan, dove avremmo conosciuto le nostre host families.
Per la prima settimana ho alloggiato con Marta, un’altra ragazza italiana, nella casa del nostro ventiduenne host brother Jerry e di sua madre. Loro sono stati sempre molto gentili con noi e il primo giorno ci hanno portate a visitare Taipei dove abbiamo potuto godere della vista dal Taipei 101, il quinto edificio più alto al mondo, e assaggiare moltissimi cibi diversi al tipico Nightmarket.

C'è questo genere di cose, di esperienze che arrivano in modo inaspettato: accadono quando non le avresti mai previste, passano intense, rapide come treni in corsa, le guardi finire ad occhi lucidi e, in un attimo, capisci che ti rimarranno sempre dentro di te.
Qualcosa del genere mi è capitato con gli Scambi giovanili Lions, al campo in Norvegia, nei pressi di Oslo.
Lì ho incontrato persone (esattamente 23 ragazzi) da ogni parte del mondo: dal Giappone, dalla Germania, da Israele, dai Paesi Bassi, dalla Turchia, dal Messico,ecc..
Ma andiamo con ordine: è il 31, l'ultimo giorno di Luglio, quando metto piede nella terra dei fiordi, del salmone e dei vichinghi e l'aria sa di promesse e grandi speranze. Siamo agli inizi, c'è da combattere il tipico imbarazzo generale, saluti incerti sguardi insicuri e così via, solamente col trascorrere di due intense settimane scopriremo come passiamo velocemente dallo stato di 'sconosciuti anonimi' a quello di 'fratelli e sorelle per scelta'.

La mia esperienza australiana ebbe inizio la sera del primo di luglio dove verso le 20.30 presi il primo volo con destinazione Abu-Dhabi insieme ad altri due ragazzi italiani.
Passate le prime 7 ore di volo atterrammo nel bellissimo aeroporto della città emiratina dove incontrammo altri ragazzi italiani provenienti da Roma con i quali passammo le successive 15 ore di volo.
Arrivati a Sydney siamo subito stati accolti dai responsabili del campo i quali ci hanno accompagnato a Newcastle dove ho incontrato la mia famiglia ospitante.

In data 22 luglio 2016 ha avuto inizio il mio viaggio, direzione Marsiglia (Francia).
E’ stata per me la prima esperienza di Campo Lions e non sapevo assolutamente cosa aspettarmi.
Se avessi potuto scegliere la meta, probabilmente la Francia sarebbe stata una delle ultime; sono cresciuta con la convinzione che i francesi fossero un popolo eccessivamente patriottico e nazionalista, tanto da essere poco aperto nei confronti degli stranieri e dunque poco propenso ad interloquire con gli stessi.
Sono dunque partita con la consapevolezza (infondata, dato che mi ero da sempre preclusa la possibilità di interfacciarmi con un francese) e il timore di essere rifiutata dal popolo francese.
Non a caso ho, dunque, intitolato il mio report “ viaggio al di là dei confini italiani e mentali”…

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Sono Alice, ho 19 anni e nel luglio-agosto 2016 sono stata due settimane a Berlino con altri 20 ragazzi provenienti da ogni parte del mondo! Alloggiavamo in un ostello nel centro della città, in Alexanderplatz. Credo sia stata una delle esperienze più belle ed emozionanti della mia vita. E' stato fantastico incontrare ragazzi provenienti da ogni parte del mondo con cui si è presto creato un profondo legame e senso di gruppo e condividere con loro un viaggio indimenticabile.

Quest’ estate io, Alice Santarossa, ho avuto la possibilità di partecipare al programma “Campi e scambi giovanili” organizzati da Lions club International. La mia destinazione fu la Francia, più precisamente la regione Rhone- Alpes. Ad ormai un mese da questa fantastica esperienza, vorrei riassumere brevemente le innumerevoli e fantastiche occasioni vissute durante il mio soggiorno in Francia. Ospitata da una fantastica famiglia francese, la prima settimana ho vissuto dei piacevoli momenti quotidiani e di convivialità tipica transalpina, assaporando anche dei piatti locali squisiti. Ho potuto visitare la città di Grenoble, e la montagna Charmont-Som.

Quest’anno, come seconda esperienza dopo il Canada dell’anno scorso, ho avuto la possibilità di visitare uno stato, o per meglio dire, un’isola magnifica nell’oceano Pacifico situata davanti alla costa della Repubblica Popolare Cinese, Taiwan.

Il mio viaggio è iniziato il 29 luglio, quando, dopo sei lunghe ore di volo ho raggiunto l’aeroporto di Dubai dove ho potuto incontrare due delle tre ragazze italiane che avrebbero preso parte con me a questa esperienza, Lucrezia e Gaetana.

Dopo poco più di tre ore di scalo abbiamo potuto finalmente prendere il volo che ci avrebbe portato finalmente a Taipei, capitale di Taiwan.

Mi chiamo Marta, frequento il Liceo Linguistico e quest’estate ho avuto l’enorme fortuna di poter vivere, per un mese intero nella terra dei canguri!
Controllavo tutti i giorni la casella di posta aspettando un’ email che sembrava non arrivare più…una mattina durante la pausa a scuola ho scorso velocemente la posta e subito mi è saltata all’occhio una mail dal sig. Nicoloso con oggetto “AUSTRALIA”; mi è mancato il fiato dall’emozione, non potevo crederci! Ho subito chiamato la mamma per dirle che sarei volata fino all’altra parte del mondo! 

Sono già passate due settimane da quando ho lasciato l’Indonesia, e il mio cuore lì ci ritorna sempre, pensando al nuovo mondo che ha conosciuto, con le sue bellezze ma anche con le sue miserie.
Ed è quando fai viaggi del genere, così lontani non geograficamente, ma culturalmente, che non sai da dove iniziare a parlare.
“Beh come è stato? Ti sei divertita?” sono le domande ricorrenti che mi portano direttamente in Indonesia o dagli altri ragazzi con cui ho condiviso quest’esperienza, perché possono capirmi davvero.

Ho sempre desiderato andare in Giappone e quest’anno ho potuto realizzare questo sogno.
E’ stata un’opportunità davvero unica e sono molto felice di averla fatta.
Non è andato sempre tutto liscio, ma niente che non si sia risolto e poi sono quelle cose che mettono un po’ di pepe alla vacanza e su cui, appena torni a casa, ci ridi su.
La mia esperienza si può dividere in due periodi: uno più lungo in una famiglia ospitante e uno più breve nel Camp.
Entrambe mi sono piaciute molto.

5 settimane in Texas, 5 settimane che mi hanno resa una ragazza diversa, più socievole, più autonoma e dalla mente più aperta.
Sono partita da Catania il 26 giugno, cosciente di aver davanti un lungo viaggio da affrontare sola tra aerei e città nuove.
L’attesa di raggiungere i tanto sognati Stati Uniti sembrava infinita; volo dopo volo mi dicevo: “coraggio Vivina, ancora qualche ora e abbraccerai finalmente Bruce e Carrie, i tuoi genitori ospitanti”.
Ed il momento è arrivato.
Non sentivo più la stanchezza del viaggio ma solo eccitazione di essere arrivata a destinazione.

Si é conclusa la mia esperienza di Scambi giovanili in Austria e pian piano ho ripreso la mia monotona routine, che sembra adesso ancora più monotona dopo aver assaporato in tre settimane il gusto di un posto nuovo, un posto paradisiaco che é servito da cornice ai protagonisti del quadro: persone di diverse lingue, culture, passioni, con un filo in comune, la stessa voglia di aprirsi e donarsi all'altro, allargare i propri orizzonti e conoscenze.
Ho avuto modo di vivere una settimana come membro di una nuova famiglia , un'esperienza indimenticabile e molto positiva: la mia famiglia ospitante é stata molto disponibile e  si é sempre preoccupata di farmi vivere al meglio ogni attimo e cogliere ogni possibilità.

Penso di aver vissuto una delle esperienze più belle della mia vita.
Questo bellissimo viaggio mi ha permesso di conoscere una realtà completamente diversa da quella che vivo ogni giorno, mi ha fatto crescere molto, ma soprattutto mi ha permesso di creare nuovi legami. Uno dei legami più belli che ho creato è stato con la mia compagna di viaggio, Giovanna. Ci siamo incontrate per la prima volta all’aeroporto di Dubai e fin da subito era tanta la voglia di conoscerci sempre di più. 
Arrivate in Nuova Zelanda siamo state accolte da una bellissima famiglia. Tutti i giorni erano organizzati al meglio, ci hanno portato in giro e ci hanno mostrato posti incantevoli.

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Il mio viaggio in Indonesia è iniziato il 23 luglio e si è concluso il 14 agosto di quest’anno.
Inizialmente ero un po’ timoroso essendo il mio primo viaggio intercontinentale, Poichè per arrivare avrei impiegato un giorno intero o poco meno. Fortunatamente durante i vari scali ho incontrato i ragazzi italiani che hanno vissuto con me questa magnifica esperienza.
La prima tappa è stata Giacarta, capitale indonesiana situata a ovest della Java centrale. Io, Lorenzo e Christopher, i tre ragazzi del gruppo di dieci, siamo sempre stati ospitati insieme eccetto in una città.
La famiglia di Jakarta è stata molto ospitale e divertente, hanno un figlio, Pandu, con cui abbiamo instaurato un buon legame. La città non mi è piaciuta, in quanto troppo caotica ed affollata.

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La mia esperienza in Brasile? Beh, direi di cominciare dall'inizio.
Dopo 17 ore di volo passate in compagnia di altri due ragazzi italiani siamo arrivati a Porto Alegre, sud del Brasile. Si cercava il carnevale, il sole, il mare, il caldo; e invece no, ho subito dovuto sfatare questo mito. Anche in Brasile, purtroppo, d'inverno fa freddo, fa buio presto, e il mare è troppo gelido per poterci fare un bagno.
Appena atterrati in aeroporto troviamo ad accoglierci tutte le nostre host families e le chairpersons, e le strade di noi italiani si separano per città diverse. 
Dicevano che la mia città fosse vicino Porto Alegre, anche se era a 4 ore di macchina di distanza, passate in piacevolissima compagnia della mia chairperson e della mia host sister, che però, unico piccolo problema, non parlava inglese. Pochi lo parlano nel sud del Brasile, quasi nessuno.

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E anche quest’anno il mese di luglio è volato!

Ho iniziato la mia permanenza ad Hong Kong con Martina (l’altra ragazza italiana) e Dinara (la ragazza francese), con le quali ho condiviso la famiglia ospitante, composta da Sydney, Martin e le due gemelle undicenni Amanda e Catlin. La famiglia si è rivelata fin da subito molto carina e disponibile con noi, trattandoci come delle figlie. Insieme a loro abbiamo svolto le loro attività quotidiane, che andavano dal giocare a nascondino con le due bambine, al partecipare alle cene di gala in lussuosissimi ristoranti a sei stelle.

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La mia bellissima esperienza Norvegia è iniziata l’ 11 luglio con l arrivo all’ aereoporto della capitale .Arrivata nella casa della mia hostfamily ho subito conosciuto la mia host mum , la mia piccola nuova sorellina Pia, il mio hostfratello ,mio coetaneo ,Don e il miomhost papa . La famiglia è stata dal primo momento molto ospitale e hanno reso la casa accogliente per me e Rose ,una ragazza finlandese ospitata dalla stessa famiglia .
Con la famiglia ho imparato a conoscere le abitudini tipiche delle famiglie norvegesi, ho assaggiato piatti tipici e imparato tantissimo sulla cultura del luogo. Abbiamo trascorso insieme la prima settimana :siamo stati a Oslo a visitare la galleria nazionale,in cui l’artista protagonista è Munch ,siamo stati in varie fattorie e siamo andati alla ricerca dei norvegesi moose ,grossi animali tipici della Norvegia.

Il 23 luglio sono partita per l'Indonesia, la prima famiglia che mi avrebbe ospitato si trovava a Giacarta (la capitale), dopo un lungo viaggio sono arrivata nell'isola di Java pronta a vivere questa nuova avventura.
I primi quattro giorni li ho passati a scoprire Giacarta, solitamente durante il giorno la famiglia portava me e la mia compagna di stanza (una ragazza tedesca, con la quale mi sono trovata benissimo) a visitare questa bellissima città e la sera organizzavano qualche serata per tutti i dieci ragazzi che partecipavano a questo scambio.
Il 28 luglio abbiamo preso l'aereo e una corriera per Wonosobo, un paesino immerso nella natura molto legato alle tradizioni. 
Appena arrivati abbiamo cenato tutti insieme provando il cibo tipico di questa città ed abbiamo dormito un paio d'ore tutti nella stessa casa, perché alle 3 del mattino saremmo partiti per andare a vedere l'alba su un monte, un'esperienza indimenticabile.