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Dalla recente esperienza del luglio-agosto 2009 in Inghilterra, prima in famiglia nei dintorni di Londra e poi nel campo, sito in Keele University vicino a Birmingham, non posso rilevare che opinioni positive. All'arrivo, previsto per il 21 luglio ho trovato subito all'aeroporto di Birmingham insieme ad altri disponibilissimi organizzatori Lions dei vari distretti, la persona che ci ha accompagnato (eravamo suddivisi in gruppi di 7 persone) per tutta la permanenza a Londra in famiglia nel visitare al meglio la città e dintorn : il suo nome è Raza Ismail; a mio parere una persona speciale, di origine indiana, che, insieme alla moglie e ai figli, mi ha dato l'opportunità di conoscere e apprezzare nuove culture, anche diverse dalla nostra.
Raza è stato inoltre molto disponibile con ognuno di noi e sempre in ascolto di ogni problematica che eventualmente emergeva. Inoltre devo riservare un particolare apprezzamento alla famiglia che mi ha ospitato per 10 giorni : è composta da due persone, marito e moglie sulla sessantina, con già dei figli grandi e nipoti.

Trovo davvero difficile descriverle efficacemente quello che per me è stata l'esperienza del Lions Youth Exchange poichè credo che le semplici parole non siano sufficienti allo scopo. Quando sono partito dall'Italia alla volta dell'Inghilterra ero pieno di grandi aspettative ma quello che alla fine ho sperimentato e scoperto le ha di gran lunga superate.
Appena atterrato all'aeroporto di Birmingham i Lions locali mi hanno accolto molto calorosamente ed entusiasticamente e ho avuto modo di conoscere alcuni dei ragazzi che avrei poi rivisto al campo.
Una volta preso il mio bus per Warrington ho avuto modo di osservare la suggestiva campagna inglese e di attraversare splendidi villaggi in cui il verde dell'erba e degli alberi si mescolava in armonia con il rosso dei mattoni e il legno bianco delle case creando una affascinante atmosfera tipicamente Inglese. Arrivato a Warrington sono stato accolto dalla mia host family. Barry ed Erica Collins, questi i nomi dei miei host-parents, sono due ex ufficiali di polizia ormai in pensione; persone affabili e cordiali che sono riuscite a farmi sentire davvero "a casa" e che hanno fatto di tutto perchè il mio soggiorno fosse speciale.

Essere ospitati, sentirsi accolti a braccia aperte da una famiglia che, riponendo fiducia in te e nel club che ti sponsorizza, apre le porte ed il cuore ad un completo sconosciuto è un’esperienza senza dubbio particolare.
Lo scambio di quest’anno è stato molto bello: la gentilezza con cui la mia host family ha accolto me e Sergii, il mio “Host brother” ucraino, mi ha dato la carica per tre settimane piene di divertimento, aiutato certo dai simpaticissimi nipotini di 2, 7 e 12 anni, dalle notti passate a festeggiare tutti insieme al campo, circondati da musica e persone che, in brevissimo tempo, sono passate da sconosciuti a migliori amici, il tutto inserito nelle bellissime città inglesi, che abbiamo potuto conoscere a fondo anche grazie all’instancabile aiuto dei Lion Clubs locali che ci hanno offerto esperienze indimenticabili come una gara di “Skittles”, gioco tipico inglese simile al bowling, o la “ Bonfire evening”, dove abbiamo cucinato la cena sui fuochi da campo, o ancora la cena cinese in China Town, con - letteralmente - decine di piatti diversi (tutti buonissimi!).
Un grande grazie a tutti quelli che hanno reso possibile questa esperienza, spero negli anni di poter partecipare attivamente alla realizzazione di esperienze simili per altri giovani “Exchange Students”.
Citando Robert, un mio caro amico dal Messico, “I’m not from Mexico and you’re not from Italy, we’re all citizens of the world”.

Il 13 Luglio 2010 è iniziata la mia seconda memorabile esperienza con gli scambi giovanili Lions.
L’anno scorso ho trascorso cinque settimane negli Stati Uniti, mentre quest’anno è stata la volta dell’Inghilterra. Sono partita dall’aeroporto di Venezia diretta a Birmingham e qui appena arrivata sono stata accolta dei responsabili Lions inglesi.
Ho trascorso i primi dieci giorni presso una famiglia di origine indiana a Londra, composta dai miei host-parents, due persone assolutamente adorabili, e la loro nipote. Ogni giorno la mattina mi trovavo con altri sei ragazzi e insieme abbiamo visitato Londra, i suoi musei, il castello di Windsor e un giorno siamo andati alla spiaggia di Brighton dove si trova il Pier più lungo del mondo. Fra i posti visitati c’è da ricordare Madame Tussauds, il museo delle cere, dove abbiamo potuto scattare la foto con la regina e il Thorpe Park, un parco divertimenti vicino Londra.
La cosa più bella, però, è stata poter condividere ogni momento della giornata con gli altri ragazzi ospitati dalle famiglie vicino Londra.
L’ultima sera abbiamo organizzato per il Lions e il Leo club locale, durante la cena di addio, uno spettacolo in cui abbiamo suonato e cantato “Hallelujah” e abbiamo ringraziato le nostre host-family e tutti i presenti per la disponibilità e il calore dimostratoci durante la nostra permanenza.

Avendo già fatto altri scambi scolastici, posso dire con certezza che questi 20 giorni in Inghilterra non sono stati nulla di paragonabile alle mie esperienze precedenti. Innanzitutto, il fatto di trovarsi per la prima volta “soli” in un altro paese, di dover gestire una lingua straniera per più di un mese, di trovarsi a confronto con realtà diverse, anche piccole, fa riflettere molto.
Ho sentito forse un po’ di difficoltà per non avere avuto, nella mia famiglia ospitante, una ragazza o un ragazzo della mia età che magari avrebbe avuto a disposizione più tempo libero per fare visitare, a me e alla mia host sister svedese, città e luoghi che solo chi  vi vive può conoscere.
Difatti, sebbene Linda e Jim, la coppia scozzese presso cui eravamo ospitate, sia stata gentilissima, erano spesso entrambi occupati con i rispettivi lavori, e non avevano molto tempo da dedicarci.
Dopo i primi dieci giorni, ci siamo spostate a Birmingham, dove insieme ad altri39 ragazzi di 25 nazionalità diverse abbiamo avuto modo di prendere parte a un programma di impegni dettagliato ed organizzatissimo, ricco di attività diverse. Ma nonostante tutto, la cosa che più mi ha colpita è stata la semplicità di quei momenti tutti insieme, dove sono nate delle meravigliose amicizie, dove ho avuto la possibilità di imparare tantissimo e di crescere come persona.
Grazie a chi ha reso possibile questa magnifica esperienza.

Se ripenso alle vacanze che ho fatto quest'estate, l'unica che potrei definire “indelebile”, nitida come se fossi tornata ieri, è la mia esperienza in Gran Bretagna.
Il mio viaggio alla volta dell'Inghilterra è incominciato il 25 Luglio a Milano Malpensa con destinazione Birmingham. Essendo la mia prima esperienza al progetto degli Scambi Giovanili organizzati dai Lions devo ammettere che ero molto agitata, ma al tempo stesso non vedevo l'ora di incominciare questa nuova grande avventura.
Dopo un viaggio di sole 2 ore arrivo a Birmingham e posso sperimentare e apprezzare da subito la grande ospitalità dei membri locali della Lions. Dopo le registrazioni di rito, essi controllano i piani volo di ritorno e forniscono “gratuitamente” a ciascun ragazzo i tickets necessari per gli spostamenti dall'aeroporto alle nostre future località, dove soggiorneremo per 10 giorni con la nostra host family. Tutti i membri si dimostrano premurosi e molto accoglienti, pronti ad esaudire ogni possibile richiesta per rifocillarci dopo il viaggio sino ad allora sostenuto. Nelle ore di attesa della partenza del treno per la Scozia, posso conoscere alcuni dei miei futuri compagni di avventura, che parteciperanno al camp che si terrà a Liverpool. 

Il 24 luglio sono partito per l’aeroporto di Birmingham, luogo di ritrovo per quasi tutti i ragazzi partecipanti al programma Campi Internazionali per la Gioventù & Scambi Giovanili Lions. Da lì siamo stati distribuiti presso le rispettive host famiglie, in Inghilterra e Scozia.

Mi chiamo Alessia, ho 18 anni, vivo a Padova, città del nord Italia.
Dal 24 luglio al 12 agosto 2013 ho partecipato allo Youth Lions Exchange con l’Inghilterra.
Il mio trasferimento in Inghilterra non è cominciato sotto i migliori auspici perché il mio volo da Venezia per Parigi è partito in ritardo ed ho perso quello di coincidenza per arrivare a Birmingham. Ho maledetto, per tutte le due ore che ho aspettato il volo successivo, l’Air France e l’aeroporto di Parigi.
Visto il mio ritardo non ho potuto fare conoscenza subito con i ragazzi che partecipavano con me agli scambi giovanili, già arrivati in aeroporto prima di me.
Ho avuto la fortuna di stare in famiglia con un’altra ragazza che avrebbe poi fatto il campo assieme a me: il suo nome è Mona, è originaria della Norvegia ed è mia coetanea. E’ una ragazza molto sveglia, simpatica e affidabile. Mi piace parlare con lei su Facebook, ancora adesso che abbiamo finito il campo.

Un'esperienza positiva in ogni tratto: a partire dalle persone passando per una fantastica organizzazione generale fino alla conoscenza di luoghi e abitudini nuove. Sono stato felice ed onorato dalla maniera in cui sono stato trattato,dallo sbarco all'aeroporto fino ancora a oggi in quanto, nonostante le tre settimane siano ormai alle spalle, i contatti con la famiglia ospitante e le persone conosciute sono attivi e portano ancora tanti sorrisi.
Sono arrivato a Londra con cinque ore di ritardo rispetto al previsto perché la compagnia aerea ha avuto problemi con maltempo e controlli ma ciononostante sono stato accolto da due persone meravigliose (Judith John e Glyn John) che da subito mi hanno fatto sentire bene,a mio agio e con cui ho avuto diverse chiacchierate molto piacevoli.
È stato incredibile e ammirevole come abbiano passato ventidue ore fra traffico,aeroporti e accoglienze pur di fare in modo che ognuno di coloro che hanno preso parte a questo scambio giovanile possa essere accolto nella maniera più appropriata.

Sono Marco, ho 18 anni, vivo ad Aramengo un piccolo paesino che si trova tra Asti e Torino. 
Io sono andato in Gran Bretagna e ho soggiornato con la famiglia in un villaggio vicino a Brighton nel Sussex, poi nel campus all’Università di Guildford nel Surrey. 
Questo per me non è stato il solito tipo di viaggio che si fa per andare a visitare città o una semplice vacanza per prendersi un po’ di relax quando vai insieme ai tuoi amici, ma una grande esperienza.
Facendo quest’esperienza ho imparato molte cose sul quel paese, come la loro cultura, il loro stile di vita, i loro modi di fare e ho aperto i miei orizzonti sul mondo. 
Andando da solo mi ha permesso di poter vivere il loro stile, cosa che non accadrebbe se si andasse insieme ai tuoi amici di sempre. 
La cosa più bella è stata quella di conoscere amici eccezionali che venivano da altri paesi, così ho potuto scambiare la mia cultura con loro, imparando molte altre cose nuove e divertendosi un sacco. 
Tra di noi abbiamo costruito grandi legami d’amicizia(che è uno degli scopi principali degli scambi giovanili lions) e ancora adesso che sono ritornato a casa, comunico con loro tramite Facebook e altri social network. Quest’esperienza su di me ha avuto ottimi risultati, in quanto non ho nessun giudizio negativo sui lions e voglio congratularmi con tutti quelli al mondo per il lavoro che fanno ogni anno per portare pace e comprensione su questo mondo. 
Vorrei anche ringraziare tutti quelli che mi hanno aiutato ad avere questa grande opportunità che penso che mi sarà molto d’aiuto nel mio futuro e in quello di molto altri.

Sono partito a inizio Luglio e sono tornato il primo Agosto. È stata davvero una esperienza unica e particolare! 
Partendo dall’inizio, il viaggio è piuttosto lungo e faticoso: non so che alternative ci siano, ma il mio volo ha fatto scalo in quattro nazioni diverse prima di giungere a Jakarta.
Ho passato 18 dei 21 giorni nell’isola di Java, la seconda più grande dopo Sumatra, e 3 giorni a Bali.
Per me era la prima volta in un paese asiatico, e il cambiamento di costumi e stili di vita talvolta è stato un  po’ spiazzante. È stata sicuramente una esperienza indimenticabile e incredibile, tanto faticosa quanto irripetibile. Irripetibile perché attraverso il Lions club ho avuto la possibilità di visitare e scoprire un mondo completamente diverso in una situazione di perfetta sicurezza e comodità; infatti la prima cosa che vorrei sottolineare è l’ospitalità e la disponibilità delle famiglie locali, le quali hanno organizzano insieme a me le escursioni, hanno pagato quasi per tutto, dal museo al ristorante, hanno saputo farmi conoscere la vera vita locale che altrimenti sarebbe inaffrontabile senza una guida. Le case delle famiglie sono sempre state molto belle e comode, trattandosi di famiglie particolarmente ricche nel territorio.

Risulta difficile esprimere con una relazione la meravigliosa esperienza che ho vissuto durante la mia permanenza in India. Se penso a tutto quello che ho potuto vedere, visitare, conosce e capire mi rendo conto di quanto sono stata fortunata a poter vivere un’esperienza simile. Ci tengo in modo particolare ad esprimere la mia gratitudine ai Lions e a tutti coloro che hanno fatto in modo che questo sogno per me potesse diventare realtà.
Durante la mia permanenza in India sono stata ospitata complessivamente da quattro famiglie diverse in altrettante città: Mumbai, Raipur, Calcutta e Delhi.
Non ho partecipato a nessun Campo, anche se inizialmente era in programma, ma ho comunque avuto il piacere di stare in compagnia di un’altra ragazza italiana, Erica, e in seguito anche di Yusuke, un giovane giapponese.
A Mumbai durante la prima settimana io ed Erica siamo state ospitate nell’appartamento della cugina di Chinmoy Davara, il Chairman indiano degli scambi giovanili.

Il mio viaggio in India è durato venti giorni.
Ho incontrato dapprima un altro ragazzo italiano, mio compagno d’avventura, nell’ aeroporto di Parigi e poi altri due ragazzi (ancora un italiano e una slovacca) una volta giunti a Mumbai.
Abbiamo trascorso i primi quattro giorni in questa città trafficata, capitale commerciale dell’ India.
Abbiamo visitato molti posti interessanti come le grotte elephanta e diversi templi ( islamici e hindu) e abbiamo avuto l’ opportunità di incontrare alcuni dei più importanti attori in uno dei migliori hotel della cosiddetta Bollywood!.

Sono stato accolto molto bene da Chimnoy Dawara e dalla famiglia che mi ha ospitato e ho fatto una bellissima esperienza. 
Come potrete notare anche dalle foto eravamo sempre insieme noi italiani e i ragazzi indiani ospitanti e ci hanno condotto in tanti luoghi interessanti.
E' senz'altro stata un'esperienza anche dal punto di vista umano estremamente forte : ho visto cosi' da vicino la poverta' della maggioranza della popolazione da rimanerne veramente toccato.

               
     
     

Lo scambio, organizzato da Hemant Agrawal, membro Lions e responsabile degli scambi giovanili, è stato strutturato nella forma di camp itinerante e prevedeva pernottamenti in diverse famiglie in varie città. 
Gli spostamenti sono stati organizzati in modo soddisfacente compatibilmente con le infrastrutture del luogo, infatti un autista ed un minibus sono sempre stati a nostra disposizione. Ciò ci ha permesso di spostarci nella varie città senza problemi, anche se spesso le condizioni delle strade hanno reso la durata degli tragitti piuttosto lunga. 
Anche dal punto di vista dell’organizzazione economica possiamo dire che la quota di partecipazione, piuttosto bassa per gli standard europei, ha coperto tutte le nostre necessità, dagli ingressi nei luoghi che abbiamo visitato ai pasti. 

Tornata a casa ho sentito come non fossi mai partita, come se fosse stato solo un sogno, del tempo di un battito di ciglio.
Quattro settimane in sostanza erano come volate, ma sono state abbastanza per farmi tornare con qualcosa in più, qualcosa che solo chi ha vissuto con me quest'esperienza può capire. E che non potrò dimenticare.
Pune, ottava città dell’India, seconda solo dopo Mumbai nello stato del Maharashtra, è stata lo sfondo. Situata a circa 500 metri dal livello del mare, la sua posizione geografica privilegiata ci ha protetto dall’umidità tipica nella stagione dei monsoni, e ci ha regalato scenari emozionanti: cascate d’acqua zampillanti, montagne verdi rigogliose, strapiombi mozzafiato, viste dall’alto di fiumi e laghi.  
Tanta vegetazione selvaggia, tanti animali in libertà. Il verde acceso strideva con il perenne grigio delle nuvole, e in mezzo metri di sari, il costume tradizionale per le donne, nei colori più accesi, brillanti, e scintillii di pietre, glitter, brillanti, argenti, su bracciali, collane, orecchini. Poi la metropoli, Mumbai, dal respiro internazionale, dal sapore piccante, ma con un retrogusto inglese che le regala un’allure affascinante, d’altri tempi.
Un match Italia-India finito in parità: partite di calcio si alternavano a balli, giochi collettivi, danze, piatti a base di verdure, spezie alla pasta col sugo. Il sacro, templi e riti religiosi induisti, al profano, Battisti come colonna sonora. La ricchezza e la povertà. Riflessioni seriose, insegnamenti, e risate corali, chiassose. Sempre assieme, noi e le nostre famiglie indiane. Tanti sorrisi, tanta premura e un’ospitalità che ci ha fatto sentire un po’ tutti come a casa, forse anche meglio.

Grazie a tutti.

Quest’anno con gli scambi giovanili ho avuto l’opportunità di andare in India. Tutto è cominciato un po’ per caso, perché mi era stato detto che non sarei riuscita a partire in quanto non c’erano abbastanza posti disponibili per tutti ed avendo io già fatto altri scambi…ricevo la telefonata, e subito al “ vuoi andare in india?” rispondo sicura “ no grazie!” perché avevo in mente un po’ quella che è la faccia povera del paese, e non era proprio entusiasmante! Poi però, un po’ parlandone con i miei, un po’ immaginando che sarebbe stata un’esperienza diversa dal solito ma comunque interessante, ho deciso di accettare e di partire alla volta dell’India!
Cosa dire riguardo al mio mese passato in India?E’ stato davvero qualcosa di diverso dal solito, nel senso che questo viaggio mi ha fatto davvero crescere come persona, e mi ha fatto vedere realtà totalmente diverse dalla mia o da quelle che possiam trovare nei paesi occidentali. Non nascondo il fatto che, nel vedere subito appena arrivate, le baracche dove dormivan le persone e la gente vestita di stracci stesa per le strade sia stato subito per me un pugno allo stomaco: un conto è sapere che esistono queste situazioni, cosa diversa è vederlo con i propri occhi.

Sono molto grato al Lions per la meravigliosa esperienza che mi è stata concessa di vivere. 
Un mese lontano dalle proprie abitudini, dalle proprie tradizioni, dal cibo che solitamente si consuma, dalla propria famiglia.
Una bellissima opportunità per crescere.
Quest'estate ho avuto l'occasione di trascorrere un mese in India, a Pune, grazie alla famiglia Shina del posto, a Vrunda Bapat  e agli amici del Lions  323D2 INDIA, distretto estremamente attivo per aiutare le persone su tutta l'estensione del sub-continente, che si sono dimostrati altrettanto accoglienti.

Appena atterrato in India,mi resi conto che non sarebbe stato facile: il primo impatto di odore e aria è stato traumatico.
Si va dall'aeroporto alla famiglia. Le strade e il traffico indiano lo lascio scoprire a voi!
Lentamente mi abituo e mi adeguo, e scopro una famiglia fantastica.
L'accoglienza e il calore della famiglia indiana è stata incredibile: mi sono sentito davvero parte integrante e sono stati incredibilmente accorti nel preparare il cibo, che noi siamo soliti trovare troppo piccante.

Una destinazione inusuale,atipica,per molti un ripiego. Per altri una sfida,un'avventura,un "must do" ovvero uno di quei viaggi che si inseriscono nella lista delle cose da fare prima di passar a miglior vita. 
Sovente,tuttavia,gli elementi di questa lista rimangono per molti solamente idee, cose che permangono nella sfera intenzionale va per un motivo o per un altro. Zeus (o forse sarebbe più appropriato Ganesh) ha voluto risparmiarmi il rimpianto di non aver mai visitato un paese cosí,un paese come l'India.
Fascino. È la prima sensazione che mi affiora in mente pensando a questo paese,credo che sia cosa alquanto comune,chi non sarebbe affascinato da un paese cosí? Ma la fascinazione è un processo che solitamente si interrompe quando si esperienza l'oggetto in questione,quando si vive quei luoghi,posti,mirabilie che fino a poco prima ci si era solo figurati in mente. In India non è cosí,almeno non lo è stato per me che di quei luoghi e di quelle persone continueró a portarne un ricordo indelebile nel cuore a lungo.