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Questa esperienza penso sia stata l’esperienza più bella ed emozionante della mia vita, perché mi ha permesso di conoscere un paese fantastico ed incontrare persone gentili, disponibili e simpaticissime. Vorrei ringraziare infinitamente il LIONS Club che mi ha dato questa fantastica opportunità.
La prima settima in famiglia è stata molto divertente perché mi ha permesso di conoscere una parte della storia della Macedonia direttamente da persone che l’hanno vissuta. La ragazza che mi ha ospitato, Sofjia, era molto gentile e disponibile e mi ha fatto conoscere i suoi amici, facendomi conoscere la città dove viveva, Valadovo. Mi hanno reso anche partecipe della loro vita famigliare portandomi con loro alla cerimonia di laurea della cugina della cugina di Sofjia, nell’università americana di Thessaloniki, in Grecia. Quando ci siamo separate mi sono commossa, nonostante fosse solo una settimana che mi ospitavano.

Quest’anno ho partecipato per la prima volta a uno scambio Lions. La destinazione che mi è stata proposta era la Macedonia: all’inizio, sia io che i miei amici, eravamo un po’ scettici, poi ho pensato che visitare un paese nuovo, a differenza delle solite belle Francia, Spagna, Inghilterra, ecc. avrebbe potuto aumentare i miei orizzonti, anche molto.
Sono partita il 29 giugno e, dopo circa 5 ore di viaggio sono atterrata a Skopje, dove ad attendermi c’era il caloroso abbraccio di tutta la mia host family.
Era uno dei giorni più caldi dell’estate, ma fortunatamente la mia famiglia abitava a Krushevo, un piccolo paese su una montagna.
Con la mia host sister ho avuto la possibilità di fare lunghe passeggiate immersa nella natura e quindi anche di fare molte foto mozzafiato, tra cui quelle al panorama che si vede dalla croce che si trova sopra Krushevo.

it is so nice that Angelica and Giulia came to our country and participated in our camp. Communicating with them let us know more about your country, culture tand people. 

E’ la prima volta che ho partecipato ad un scambio giovanile organizzato dai Lions. Prima della mia partenza ero sia felice che un agitato poiché non sapevo cosa aspettarmi! Al mio arrivo all’aeroporto di Vilnius la mia famiglia ospitante mi stava aspettando li con un cartello sul quale c’era scritto il mio nome. Sono stato veramente fortunato la mia famiglia era estremamente ospitale e ha fatto di tutto purché mi sentissi come a casa, infatti il secondo giorno che era una domenica mi hanno portato dai loro genitori che per fortuna parlano russo, ci è voluto veramente poco perché diventassimo buoni amici e di fatti tutt’ora comunico con questa mia famiglia ospitante di Vilnius. Il primo giorno di attività con gli altri ragazzi è stato divertente abbiamo parlato di come siano capitati li ecc. Ognuno di noi ha detto di avere una famiglia ospitante molto simpatica e ospitale solo che alcuni ragazzi hanno sottolineato il fatto che le loro famiglie ospitanti parlavano inglese a malapena, penso che per il futuro si dovrebbe verificare che la famiglia che ospita il/la partecipante parlasse inglese, se no almeno una lingua con la quale potesse comunicare con il/la partecipante (in questo caso russo e tedesco hanno rimpiazzato l’inglese ma tra di noi ragazzi parlavamo quasi esclusivamente in inglese anche se un po’ di altre lingue si sentivano qua e la ma non lo si faceva apposta! Le attività svolte a Vilnius erano ben preparate e divertenti! Solo che quel giorno nel quale abbiamo dovuto esplorare la città di Vilnius con l’aiuto di una cartina e di informazioni chieste ai passanti il piccolo problema della lingua si è ripresentato, era un giorno feriale la maggior parte della popolazione stava lavorando e in giro c’erano solo pensionati che di inglese non sanno nulla, ma per fortuna il russo lo parlavano in 3 nel nostro gruppo, era una cosa inaspettata ma non se ne può dare una colpa a nessuno. Ognuna delle persone che abbiamo incontrato quel giorno era pronta riempirci di storie e informazioni sulla storia lituana e di quella della città di Vilnius.

Questo è il primo anno che partecipo a questa esperienza e non  sapevo proprio cosa aspettarmi ero molto ansiosa di partire!!
Quando ho saputo la mia meta ero un po restia, non sapevo nulla della Lituania, giusto quelle poche nozioni apprese alle medie, ma prima di partire mi sono ben  informata: menzionata per la prima volta nel 1009, la Lituania crebbe fino a diventare un'importante nazione nel medioevo, prima del 1918 faceva parte della Russia, di cui costituiva il governatorato di Kaunas e parte di quelli di Vilnius e Suvalki, la lingua parlata è il lituano e la moneta corrente è la lita (nel 2014 si convertirà all'euro).
Appena arrivata in aeroporto mi ha accolto il padre della mia famiglia che mi ha portata in un edificio dove  erano riuniti anche gli altri ragazzi, provenienti da Austria, Slovenia, Spagna, Polonia, Danimarca, Olanda, Israele..  

I pochi giorni passati insieme alla host family li ho trascorsi nelle città vicine a Petach Tiqwa la città in cui si trovava il Lions camp e dove sono stato ospitato i primi giorni. Durante il mio soggiorno con la famiglia ho visitato Gerusalemme e Tel Aviv (le due capitali d’Israele) e ho potuto gustare il cibo Israeliano(che fra l’altro era pure molto buono ma un’po piccante)che la mia famiglia preparava ogni giorno per me,cercando ogni modo per farmi sentire a mio agio,e devo dire che ci sono pure riusciti. Le settimane passate con i ragazzi però sono state le migliori:li da subito sono stato accolto benissimo e ho subito trovato dei buoni amici in tutti i ragazzi del campo. Dopo una settimana passata a girare nei dintorni di Petach Tiqwa insieme ai ragazzi siamo stai costretti a lasciare il campus per trasferirci nel sud dove siamo rimasti per tre giorni,dormendo in uno ostello per ragazzi dell’università.L’ultima settimana la ho passata nel nord(a Nazareth città araba)insieme al ragazzo turco che è stato ospitato con me dal Lions Club. Sfortunatamente però il giorno degli addii è arrivato e dopo molti pianti e scambi di abbracci ci siamo lasciati,tornando tutti nei nostri paesi,con la certezza di non poter dimenticare mai questa bellissima esperienza.

Il  mio viaggio in Israele è cominciato con una levataccia: è dura dover alzarsi quando la notte è ancora giovane per essere in aeroporto alle 05.30.
Questo è stato l’unico aspetto negativo di tutto il viaggio: l’Israele è un Paese stupendo e vi ho conosciuto molte persone meravigliose che me lo hanno fatto apprezzare ancora di più!
I primi due giorni sono stato in famiglia a Ness Ziona (cittadina a 20km da Tel Aviv), i dieci giorni seguenti ho viaggiato per tutto l’Israele e non avevamo un posto fisso dove fermarci, ogni giorno dormivamo in posti diversi; con questo tipo di Campo itinerante abbiamo visitato città magnifiche e ricche di storia: Tel Aviv, Nazareth, Gerusalemme, Akko, Jaffa...erano così numerose che non me le ricordo tutte. Avevamo una guida preparatissima e molto simpatica ed inoltre con noi c’era la figlia dello YCEC israeliano.

Quando sono partito per andare in Israele, non avevo la minima idea di cosa aspettarmi. 
Devo ammettere che le informazioni in mio possesso riguardo quella realtà erano poche e frammentate. Nell’immaginario collettivo Israele viene visto come un paese pericoloso, in quanto in costante conflitto non solo al suo interno ma anche nei suoi confini. 
Mi sono bastati pochi giorni per capire che la realtà è completamente diversa. 
E’ vero che questo paese nel corso della sua storia ha affrontato diverse guerre con diversi paesi e continua ad avere dei conflitti, ma è altrettanto vero che in questo periodo la situazione è tranquilla e gli israeliani cercano in ogni modo di mantenere la pace nel rispetto di tutti.

Non trovo parole migliori per definire questa esperienza: indimenticabile.
Per una serie di motivi: in primis, la meta, assolutamente inusuale e pertanto ancora più interessante; in secondo luogo,  l’accoglienza calorosa dei membri del Club così come della famiglia islandese ospitante; infine, il legame creatosi tra noi partecipanti- uniti dall’inglese, dalla passione per “l’esplorazione” e dalla curiosità, che si è accresciuta giorno dopo giorno di più, verso lo stile di vita e la diversa mentalità dei popoli con i quali abbiamo avuto modo di confrontarci.
Nonostante lo shock iniziale (bisogna ammettere che per chiunque provenga da una paese di più di mille abitanti, trascorrere nei piccoli villaggi islandesi ben tre settimane è un’impresa non indifferente), devo confessare che dopo qualche giorno ho iniziato ad amare la tranquillità e la pace dell’Islanda, grazie anche all’affetto, alla generosità e al calore dimostratimi dalla famiglia che mi ospitava.
Mr Oddgeirsson era sempre disponibile a soddisfare la curiosità mia e di Ziga (il ragazzo sloveno ospitato nella medesima famiglia): la sera non si andava mai a dormire prima della mezzanotte (e non solo per il fatto che nei mesi estivi il sole non tramonta praticamente mai!), ma soprattutto perché usavamo conversare della politica così come delle corse coi cavalli, delle imprese avventurose del nostro host father così come delle peculiarità dell’Islanda, terra piena di contrasti, delle curiosità culinarie italiane e slovene.

Nello scrivere e perciò ricordare questa mia bellissima esperienza, che ho potuto fare grazie all’associazione Lions Club, mi sento pervadere contemporaneamente da due sentimenti contrastanti: la gioia dei ricordi dei luoghi visitati e delle persone conosciute e la tristezza di non poterli rivedere a breve. 
  Il mio viaggio è cominciato il quattro Luglio alle ore 06.30 con la partenza dall’aeroporto di Bologna. Fin dall’inizio mi sono sentita molto agitata, come penso sia naturale per una persona che per la prima volta affronta un viaggio così lungo e sola. Una volta preso l’aereo l’agitazione è però diventata terrore, che fortunatamente poco dopo è svanito, grazie al pensiero che all’aeroporto di Amsterdam avrei incontrato un’altra ragazza italiana, che come me, grazie al Lions Club, andava in quella che in seguito avrei definito un’isola incantevole: l’ Islanda.

È difficile da descrivere in cosa consiste lo scambio giovanile in Islanda e in particolare  il camp “Ice and fire 2010” cercando di far capire ciò che veramente ho vissuto e il perchè questo viaggio rappresenta per me ora una delle esperienze più significative  della mia vita.
Dopo questo viaggio l'Islanda è per me diventata un luogo indimenticabile per ciò che ho visto, visitato e imparato sulla cultura locale, ma in primis perchè è il luogo dove ho conosciuto ragazzi provenienti da tutta Europa con i quali ho trascorso e condiviso giorni fantastici! Non solo ho conosciuto  persone islandesi con una cultura e una visione del mondo decisamente differente dalla nostra, ma anche ho avuto la possibilità di confrontarmi con ragazzi provenienti da altre otto nazioni europee(Norvegia, Svezia, Finlandia, Danimarca, Olanda, Belgio, Ungheria, Slovacchia), scoprire cosa pensavano dell'Italia e degli italiani prima di conoscermi e se ciò che pensiamo noi sulle loro abitudini, tradizioni e modi di pensare è vero oppure sono solo credenze. 

Il mio viaggio per la misteriosa Islanda è iniziato il 4 luglio 2013. 
Ormai giunta in territorio islandese durante l’atterraggio ho potuto constatare con immediata evidenza che vi erano solo delle grande distese di lava (almeno per quanto riguarda la parte ovest dell’isola). 
Il mio aereo è atterrato nell’unico aeroporto islandese che fa voli internazionali, Keflavik. All’aeroporto mi sono venuti a prendere i miei host-genitori più il responsabile dei Lions.
La mia famiglia abitava ad Akranes, un paese sul mare a mezzora dalla capitale, Reykjavik.

E' stata una delle più belle esperienze della mia vita.
Fantastico.
Ho conosciuto una famiglia bellissima che mi ha trattato come e meglio di un figlio. Ho visto una realtà molto diversa dalla mia ed ho conosciuto una nazione eccezionale. Incontrando anche lì una ottima organizzazione: decine di gite programmate, itinerari e mete bellissime. E poi soprattutto ho incontrato amici fantastici. Come le due ragazze italiane, Alessia e Chiara.
Ho visto posti bellissimi, che da sempre sognavo di vedere, ma soprattutto ho avuto la possibilità di conoscere e confrontarmi con giovani come me, provenienti da ogni parte del mondo.
Indimenticabile.

 

Per quanto riguarda le due settimane che ho trascorso in Inghilterra, nel complesso mi ritengo piuttosto soddisfatta. 
Per me era la prima volta all'estero da sola e sono stata contenta di averla potuta vivere in questa maniera.
La settimana in famiglia è stata piacevole, soprattutto perché ero con un'altra ragazza e perché nella mia zona si trovavano più famiglie ospitanti. Sono stati così organizzati incontri ed attività insieme con gli altri ragazzi e ragazze. 
Una sorta di camp pre-camp.
L'unico inconveniente con la mia famiglia ospitante, forse giustificato dal fatto che per loro fosse la prima esperienza come host family, sta nel fatto che i primi giorni io e la mia amica abbiamo dovuto fronteggiare alcune piccole spese che probabilmente non erano da noi dovute. Per il resto si sono dimostrati due persone squisite e molto affettuose, tanto che abbiamo mantenuto i contatti.
Per quanto riguarda il camp, giudizio molto positivo; carina l'idea di organizzare un Galà Dinner iniziale molto suggestivo e, anche se non ho potuto partecipare direttamente causa la mia partenza anticipata, lo show finale con danze e musica che ha visto la partecipazione (giustamente facoltativa) dei giovani partecipanti.

La mia famiglia era davvero “lovely”!
Kath e Alan abitano in una vecchia fattoria nel Nord del Wales e forse questo era l’unico loro difetto perché il posto era un po’ isolato e alla sera io e Grace (la ragazza di Hong Kong che era nella mia stessa famiglia) non siamo mai uscite…
Nonostante ciò la host family ne studiava una tutti i giorni per farci uscire di casa e divertire: un giorno siamo andate a visitare un castello, il giorno dopo al Lago, poi shopping, cinema…in poche parole molto disponibili, generosi, simpatici e gentili.
Il campo è stato altrettanto speciale: ora però sono disperata perché ho 40 nuovi amici che mi scrivono quotidianamente e non ho mai il tempo per rispondere a tutti!
Comunque sto raccogliendo le foto più belle per preparare un breve filmato..

L'esperienza di quest'estate in Inghilterra è stata veramente fantastica e aldilà delle mie aspettative. 
Ho passato dieci bellissimi giorni con una famiglia di Warrington, una cittadina tra Manchester e Liverpool. La famiglia era composta da Barry ed Erica, due signori simpaticissimi, disponibili e gentili; in una parola adorabili. 
Ho visitato assieme a loro, le città più importanti del nord ovest (Manchester, Liverpool, Blackpool, Chester) e sono stato addirittura più a nord, nel Lake district.
Ogni giorno era completamente organizzato, tra cinema, parco divertimenti, città da visitare e anche un po' di shopping! 

Dalla recente esperienza del luglio-agosto 2009 in Inghilterra, prima in famiglia nei dintorni di Londra e poi nel campo, sito in Keele University vicino a Birmingham, non posso rilevare che opinioni positive. All'arrivo, previsto per il 21 luglio ho trovato subito all'aeroporto di Birmingham insieme ad altri disponibilissimi organizzatori Lions dei vari distretti, la persona che ci ha accompagnato (eravamo suddivisi in gruppi di 7 persone) per tutta la permanenza a Londra in famiglia nel visitare al meglio la città e dintorn : il suo nome è Raza Ismail; a mio parere una persona speciale, di origine indiana, che, insieme alla moglie e ai figli, mi ha dato l'opportunità di conoscere e apprezzare nuove culture, anche diverse dalla nostra.
Raza è stato inoltre molto disponibile con ognuno di noi e sempre in ascolto di ogni problematica che eventualmente emergeva. Inoltre devo riservare un particolare apprezzamento alla famiglia che mi ha ospitato per 10 giorni : è composta da due persone, marito e moglie sulla sessantina, con già dei figli grandi e nipoti.

Trovo davvero difficile descriverle efficacemente quello che per me è stata l'esperienza del Lions Youth Exchange poichè credo che le semplici parole non siano sufficienti allo scopo. Quando sono partito dall'Italia alla volta dell'Inghilterra ero pieno di grandi aspettative ma quello che alla fine ho sperimentato e scoperto le ha di gran lunga superate.
Appena atterrato all'aeroporto di Birmingham i Lions locali mi hanno accolto molto calorosamente ed entusiasticamente e ho avuto modo di conoscere alcuni dei ragazzi che avrei poi rivisto al campo.
Una volta preso il mio bus per Warrington ho avuto modo di osservare la suggestiva campagna inglese e di attraversare splendidi villaggi in cui il verde dell'erba e degli alberi si mescolava in armonia con il rosso dei mattoni e il legno bianco delle case creando una affascinante atmosfera tipicamente Inglese. Arrivato a Warrington sono stato accolto dalla mia host family. Barry ed Erica Collins, questi i nomi dei miei host-parents, sono due ex ufficiali di polizia ormai in pensione; persone affabili e cordiali che sono riuscite a farmi sentire davvero "a casa" e che hanno fatto di tutto perchè il mio soggiorno fosse speciale.

Essere ospitati, sentirsi accolti a braccia aperte da una famiglia che, riponendo fiducia in te e nel club che ti sponsorizza, apre le porte ed il cuore ad un completo sconosciuto è un’esperienza senza dubbio particolare.
Lo scambio di quest’anno è stato molto bello: la gentilezza con cui la mia host family ha accolto me e Sergii, il mio “Host brother” ucraino, mi ha dato la carica per tre settimane piene di divertimento, aiutato certo dai simpaticissimi nipotini di 2, 7 e 12 anni, dalle notti passate a festeggiare tutti insieme al campo, circondati da musica e persone che, in brevissimo tempo, sono passate da sconosciuti a migliori amici, il tutto inserito nelle bellissime città inglesi, che abbiamo potuto conoscere a fondo anche grazie all’instancabile aiuto dei Lion Clubs locali che ci hanno offerto esperienze indimenticabili come una gara di “Skittles”, gioco tipico inglese simile al bowling, o la “ Bonfire evening”, dove abbiamo cucinato la cena sui fuochi da campo, o ancora la cena cinese in China Town, con - letteralmente - decine di piatti diversi (tutti buonissimi!).
Un grande grazie a tutti quelli che hanno reso possibile questa esperienza, spero negli anni di poter partecipare attivamente alla realizzazione di esperienze simili per altri giovani “Exchange Students”.
Citando Robert, un mio caro amico dal Messico, “I’m not from Mexico and you’re not from Italy, we’re all citizens of the world”.

Il 13 Luglio 2010 è iniziata la mia seconda memorabile esperienza con gli scambi giovanili Lions.
L’anno scorso ho trascorso cinque settimane negli Stati Uniti, mentre quest’anno è stata la volta dell’Inghilterra. Sono partita dall’aeroporto di Venezia diretta a Birmingham e qui appena arrivata sono stata accolta dei responsabili Lions inglesi.
Ho trascorso i primi dieci giorni presso una famiglia di origine indiana a Londra, composta dai miei host-parents, due persone assolutamente adorabili, e la loro nipote. Ogni giorno la mattina mi trovavo con altri sei ragazzi e insieme abbiamo visitato Londra, i suoi musei, il castello di Windsor e un giorno siamo andati alla spiaggia di Brighton dove si trova il Pier più lungo del mondo. Fra i posti visitati c’è da ricordare Madame Tussauds, il museo delle cere, dove abbiamo potuto scattare la foto con la regina e il Thorpe Park, un parco divertimenti vicino Londra.
La cosa più bella, però, è stata poter condividere ogni momento della giornata con gli altri ragazzi ospitati dalle famiglie vicino Londra.
L’ultima sera abbiamo organizzato per il Lions e il Leo club locale, durante la cena di addio, uno spettacolo in cui abbiamo suonato e cantato “Hallelujah” e abbiamo ringraziato le nostre host-family e tutti i presenti per la disponibilità e il calore dimostratoci durante la nostra permanenza.

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