La mia esperienza con lo Youth Exchange Program, quest’anno, ha avuto come meta il Giappone. Vi ho trascorso un mese, dal 16 luglio al 16 agosto, in parte presso famiglie e in parte in camp. Siccome il Giappone è un luogo talmente diverso e particolare da potervi parlare in proposito per giorni e giorni, mi soffermerò sui dettagli che mi hanno colpito di più dal punto di vista “lionistico” e umano.
Prima di tutto, vorrei confermare a tutti coloro che mi avevano vivamente sconsigliato di scegliere il Giappone come prima meta… che avevano perfettamente ragione! Uno dei pochissimi lati negativi del mio viaggio è stata infatti la difficoltà di comunicazione che spesso sorgeva: a volte mi sono sentita un po’ in imbarazzo notando che i miei interlocutori giapponesi non mi capivano, e dispiaciuta perché non potevamo a volte condividere alcune opinioni, esperienze o conoscenze in quanto troppo difficili (per loro) da esprimere. Tuttavia, questo non ha costituito per me un grosso problema, essendo ormai abituata a relazionarmi con qualsiasi tipo di persona, ma magari per qualcuno all’estero per la prima volta da solo questo potrebbe essere un ostacolo piuttosto scoraggiante.
Mi scuso per aver inviato questo resoconto così tardi, forse troppo tardi, e potrei accusare di questo i tanti impegni che ho avuto fino ad ora, ma la verità è che non sono riuscita a farlo prima perché sono rimasta così amareggiata e delusa dal viaggio che il solo ripensare a quei giorni per scrivere una relazione mi innervosiva tanto da trovare qualunque scusa per non farlo.
La prima famiglia che mi ha ospitato pareva davvero poco interessata a me e a farmi conoscere il loro paese. E’ anche vero che mi hanno fatto vedere cose molto interessanti, ma molto poche, e una volta al campus ho ascoltato con invidia tutto quello che gli altri ragazzi avevano fatto e visto.
I componenti della mia famiglia erano tutti molto indaffarati e passavano con me pochissimo tempo, tranne quando mi portavano alle cene nelle loro ville o alle serate dei club, in cui ostentavano in maniera molto poco velata la loro ricchezza ai loro amici e colleghi e mi mostravano come fossi parte di tutto questo, mi sono sentita spesso un oggetto esotico, arrivato direttamente dall’Europa, da mostrare agli amici.
...é stata certamente un' esperienza memorabile e per questo voglio innanzitutto ringraziare il club che me ne ha dato l' opportunità.
Prima di partire ho ricevuto gli indirizzi degli altri ragazzi che sarebbero partiti con me e questo ci ha permesso di metterci in contatto e aiutarci nella preparazione della partenza. Ci siamo così dati l' appuntamento all' aeroporto parigino per proseguire il viaggio insieme. Sono arrivata all' aeroporto di destinazione puntuale e ad attenderci c'erano alcuni responsabili lions che ci hanno affidato alle rispettive famiglie.
I primi quattro giorni sono passati molto velocemente: fortunatamente sono capitata in famiglia con un' altra ragazza che sapeva parlare inglese e facendomi un pò da interprete mi ha aiutato in diverse situazioni (ho sentito infatti che la maggior parte dei giapponesi non ha dimestichezza nel parlare ques ta lingua e molti ragazzi hanno avuto difficoltà su questo fronte).
Quest’anno ho voluto sperimentare il Sol Levante: ero troppo attirato da manga, videogiochi, samurai e conseguentemente arti marziali. Fortunatamente ci sono riuscito.
Il mio viaggio è iniziato con una sorvolata dell’intera Asia, dove ho potuto vedere nascere il sole, poi tramontare e poi sorgere ancora !!!.
Quando io e altri ragazzi, figli di lions, siamo arrivato all’aeroporto di Osaka ( il quale si trova su una specie di atollo sul mare),prima di ammetterci in Giappone, ci hanno fatto una foto e su di un monitor che registrava la temperatura dell’individuo, hanno controllato che non avessimo addosso nulla di sospetto.
Una volta ammessi, ognuno è stato ricevuto dalla rispettiva famiglia ospitante, le quali ci hanno accolto molto calorosamente e con molto affetto.
Superate le presentazioni e i vari convenevoli, io sono salito su di un autobus che mi ha portato a Nara e da lì ho preso un treno che mi avrebbe portato a Kawanishi, un piccolo paese di non più di 8000 abitanti.
Il mio viaggio in Giappone si è svolto dal 16 Luglio al 19 Agosto 2008.
Durante la permanenza sono stata ospite presso i Lions Club delle città di:
- Tokamachi
- Kariwa
- Nagaoka
In tutte le famiglie sono sempre stata trattata con affettuoso riguardo, riuscendo a stabilire con ogni nucleo famigliare un buon legame ed una reciproca intesa.
Per il terzo anno consecutivo ho avuto la fantastica occasione di poter partecipare agli scambi giovanili dei Lions.
Il tre luglio sono partita verso il paese che sognavo di visitare da anni: il Giappone! Prima di partire mi sono informata riguardo la cultura e le tradizioni del posto per non sentirmi completamente un pesce fuor d’acqua ma devo ammettere che finché non ho vissuto le esperienze sulla mia pelle non avrei mai potuto capire a fondo il paese del sol levante e i suoi abitanti.
Il mio viaggio è stato esattamente come me lo sognavo se non meglio e si può descrivere in due sole parole: frenetico e meraviglioso. Dal giorno del mio arrivo fino a quello della partenza non ho passato un minuto senza fare o vedere qualcosa di diverso e per questo devo ringraziare la mia famiglia e gli organizzatori del campus.
Lo scambio che è durato complessivamente 4 settimane comprendeva un periodo di homestay e 10 giorni di camp. Durante l’homestay sono stata ospite presso 3 famiglie diverse. Penso che sia stato un bene poter cambiare perché ogni famiglia mi ha fatto conoscere aspetti diversi del Giappone.
Il volo (solo il tratto Parigi-Nagoya) è durato dodici ore, ma chiacchierando un po’ con gli altri italiani, guardandosi un film e tentando di imparare “piacere di conoscerla” e qualche altra parola in giapponese il tempo è trascorso velocemente e improvvisamente ci siamo trovati nella fantastica terra del sol levante.
Credo di aver fatto un madornale errore a scegliere il Giappone come mia prima tappa per gli scambi giovanili!
Ho puntato subito al top, e sono certa che non mi troverò mai così bene da nessun'altra parte del mondo!
Il Lions che mi ha ospitata mi ha proprio adottata. Tutti volevano fare qualcosa per me (c'è chi mi ha portata in aliante, chi a Tokio Disney..), per questo non sono rimasta tutte e tre le settimane con la stessa famiglia, malgrado mi trovassi così bene, ma solo due, per poter abitare anche con un altro paio famiglie appartenenti allo stesso club che ci tenevano tantissimo ad ospitarmi!
Probabilmente il fatto che io fossi italiana era un valore aggiunto ai loro occhi: i Giapponesi, con pochissime eccezioni, amano l'Italia alla follia!
Quest’estate sono stata in Giappone. Sono andata dal 17 luglio al 18 agosto nella periferia di Hokkaido, al nord del Giappone.
Sono stata ospite di 3 famiglie diverse e poi ho fatto 6 giorni di campus.
La prima famiglia, la famiglia Kokita, si trovava a Sapporo una delle città più grandi del Giappone. La famiglia era composta dai genitori, un figlio di 19 anni e una figlia di 18.
Con loro non mi sono trovata molto bene forse perché era il mio primo impatto con una cultura totalmente diversa dalla nostra e poi tutti loro non parlavano inglese quindi è stato un problema poter comunicare. Tuttavia sono Stati molto gentili, come del resto tutti i giapponesi. Mi hanno fatto visitare molti posti, come un’natica cittadina, OTARU, dove io e la figlia abbiamo preso il Gengiska, simile al riscio, poi abbiamo visitato dei parchi con cascate e ruscelli in stile Giappone.
Mi scuso per il ritardo con cui invio la mia relazione, ma sono appena tornata da una settimana passata in Ucraina da una amica conosciuta l'anno scorso in Danimarca, proprio con Y.E. Lions!!
Il viaggio in Giappone è stato qualcosa di stupendo ed irripetibile, un semplice grazie per l'opportunità non è abbastanza!
Sono state 5 settimane fantastiche, entrambe le famiglie sono state molto carine e sempre disponibili,non siamo stati fermi un giorno!
Abbiamo visitato ovviamente parecchi templi,sia Osaka che Kyoto; sono andata a giocare a bowling e a golf, a vedere il teatro kabuki, a fare i vasi col tornio e molte altre! e pur non avendo fatto il camp i vari Lions Club ci hanno organizzato diverse attività (a me e ad altri 4 ragazzi da Taiwan, USA, Canada e Germania) tra cui anche una visita ad Hiroshima e svaghi; era molto divertente anche perché nelle varie cene o pranzi coi membri dei club dovevamo sempre fare un discorso,e siccome pochissimi parlano l'inglese il discorso doveva essere fatto in lingua giapponese!
Fantastico! Devo perà dire che l'esperienza più bella è stata sicuramente quella di conoscere delle persone così fantastiche,così disponibili,sempre pronte ad aiutarti,cosa stupefacente perchè in contrasto con il loro carattere timido e distaccato.
il bilancio non posso che dire essere nettamente positivo,anche se ho trovato problemi per quanto riguarda lo scambio di spille e gagliardetti in quanto ad ogni incontro i soci ci consegnavano gagliardetti e quant'altro e io ne avevo solamente uno, che ho scambiato al primo incontro!avro.
Ho portato a casa circa 20 spille e 15 gagliardetti,non meno...
L'esperienza giapponese la si può esprimere con una sola parola:FANTASTICA!!
E' un posto fuori dal mondo nel vero senso della parola:sembra di essere addirittura in un altro mondo!
Tutto è differente dall'Italia,dall'Europa e credo dall'America stessa e non direi solo x alcuni particolari ma in generale..le case, i ristoranti, le strade, le relazioni umane, la tecnologia...tutto!!
Se si va nel particolare poi è ancora meglio: le persone sono gentilissime(ti fanno diecimila regali anche se ti hanno conosciuto il giorno stesso!!) e cordialissime; la loro cultura è particolarissima e a mio parere bellissima e interessantissima: ho provato il disegno e la scrittura giapponese, la cerimonia del the e altre cose troppo uniche e singolari che qua e da nessun'altra parte troveremmo.
Il cibo è assolutamente BUONISSIMO!!!!!!! Ho assaggiato di tutto(ma davvero di tutto!!) ed è tutto spettacolare:se ti sai adattare non hai problemi! Se però non ti piace il pesce è un disastro:l= Lo mangiano sempre!!!
Sono stato ospite del Lions Club MD334 dal 17 Luglio al 18 Agosto.
Il viaggio è stato piuttosto faticoso (circa 20 ore di viaggio), ma tutto si è svolto senza problemi.
La mia prima famiglia ospitante mi ha subito accolto all'aeroporto, accompagnata anche da alcuni rappresentanti del Lions Club.
La permanenza in famiglia è stata ottima, la signora che mi ospitava parlava un buon inglese e anche la famiglia di sua figlia era molto simpatica. Mi hanno presentato al sindaco di Seto, la città in cui ero ospite, a provare il kendo in prima persona, a vedere degli incontri di sumo, e ad un sacco di cene organizzate con il Lions Club.
Il periodo trascorso nel campo (circa 10 giorni) è stato forse il più divertente del viaggio. Insieme ad altri 49 ragazzi da 24 paesi diversi abbiamo condiviso un sacco di esperienze uniche e visitato posti fantastici. Si sono subito instaurate delle buone amicizie, alcune delle quali cercherò di mantenere anche a distanza.
Ho avuto l’opportunità di conoscere la cultura giapponese e le famiglie che mi hanno ospitato sono state tutte molto accoglienti e disponibili.
Sono stata un mese e mezzo nell’area di Tokyo e la mia vacanza si è divisa tra campo e famiglia. Sono felice di aver provato entrambe le esperienze in quanto nel campo ho potuto conoscere giovani provenienti da tutto il mondo, stringere nuove amicizie e visitare alcune zone di Tokyo con Y.E.S giapponesi, in famiglia ho potuto vivere di persona il loro quotidiano e imparare molto riguardo ai loro usi e costumi.
Le famiglie sono state molto disponibili ed hanno programmato ogni giorno un’attività diversa e interessante.
La mia avventura è cominciata il 16 luglio, quando sono partita da Malpensa per arrivare a Tokio in Giappone.
In aeroporto a Milano ho incontrato una ragazza di Vigevano che aveva la mia stessa destinazione, per cui abbiamo viaggiato vicine (per fortuna perché il viaggio era abbastanza lungo!). Dopo 12 ore di viaggio siamo arrivate finalmente a Tokio, dove abbiamo avuto qualche difficoltà con i bagagli, ma niente di grave…siamo riuscite a prendere l’ aereo per Sapporo grazie all’ aiuto di un membro dei lions che era venuto per aiutarci, per fortuna!. Abbiamo viaggiato per altre 2 ore e finalmente siamo arrivate a destinazione. All’ aeroporto di Sapporo ci aspettavano le nostre famiglie e un gruppo di lions che ci hanno accolto e ci hanno fatto un sacco di foto!!! Dopo aver salutato l’ altra ragazza sono andata finalmente a casa.
La mia prima famiglia è stata davvero molto gentile e disponibile, mi ha portato a vedere dei posti molto belli e interessanti. L’ unico problema era la comunicazione poiché nessuno della famiglia parlava bene in inglese, comunque con l’ aiuto dei gesti, dei dizionari e delle immagini alla fine siamo riusciti a capirci lo stesso! Dopo 5 giorni con la prima famiglia sono andata al campo ad Hakodate, dove mi sono davvero divertita.
Stavolta sono stata io a partire: i miei tre fratelli da anni viaggiano con gli scambi giovanili e da anni ascolto i loro racconti; quest'annoinvece sono tornata io da una meravigliosa esperienza e tocca a me essere assediata dalle domande di tutti.
Che dire? Sono stata accolta come una principessa in tutte le tre famiglie che mi anno ospitato; e' nota la gentilezza e la disponibilita' dei giapponesi, ma non avrei mai creduto arrivassero a tanto: vorrei vedere quale padre di famiglia italiano, con famiglia appresso, si organizza per portare una ragazza straniera sconosciuta in un negozio e per piu' i tre ore si sorbisce
1) prove di vestiti tradizionali
2) vestizione
3)imbellettamenti vari
4) acconciatura complicatissima
5) set fotografico.
Quest’estate ho partecipato per la prima volta agli scambi giovanili dei Lions e posso dire che è stata un’esperienza assolutamente fantastica. La mia scelta è ricaduta sul Giappone perché erano diversi anni che volevo visitarlo, e appena mi si è presentata l’occasione non ho esitato un momento a farlo.
Sono partito alla volta del sol levante il 16 luglio. Dopo un viaggio abbastanza pesante di circa 18 ore (ho preso 2 aerei) sono arrivato all’aeroporto di Tokyo, dove c’era un membro dei Lions ad aspettarmi, il quale mi ha subito portato a visitare la Tokyo Tower. Ammetto che il primo impatto è stato abbastanza forte: innanzitutto il clima è molto caldo e umido e ci vogliono diversi giorni per abituarsi, inoltre sembra proprio di essere in un altro pianeta. Ti guardi intorno e non vedi niente scritto con i caratteri romani, ti muovi senza sapere dove stai andando e capisci che senza una guida al tuo fianco sei perduto.
Anche quest’anno grazie al Lions Club ho avuto l’occasione di effettuare un incredibile viaggio, la cui meta è stata il Giappone.
Durante la mia permanenza sono andata incontro a qualche problema causato principalmente dalla lingua, visto che poche erano le persone che parlavano inglese. La mia Host Family in primo luogo non lo parlava, o meglio ne aveva una conoscenza molto scarsa ma non gliene faccio una colpa. Sono state persone gentilissime e molto disponibili: grazie a loro ho visitato numerose città diverse, templi a mio parere fantastici, luoghi affascinanti e numerose persone simpatiche e ospitali (alcune di queste fortunatamente parlavano inglese e un paio perfino italiano!).
Innanzi tutto vi ringrazio di tutto cuore per avermi dato l’opportunità di partecipare a questo fantastico progetto che solo chi lo ha vissuto di persona può rendersi conto di quanto sia sconvolgente in senso positivo e quanto aiuti a crescere e maturare.
Vivere un mese in un paese straniero,non proprio a due passi da casa (infatti il viaggio è abbastanza stancante, per fortuna ero insieme agli altri ragazzi italiani, Valeria e Andrea, inutile dire che dopo mezz’ora d’aereo eravamo già amicissimi), dove non parlano italiano e anche in inglese non è così facile comunicare, perché è molto difficile trovare delle persone che lo parlino bene o che vogliano parlarlo (la comunicazione è stata l’unica nota dolente del viaggio, soprattutto a Kanazawa, dove le Host families diciamo che 2 su 3 non lo parlavano affatto..), dove il cellulare non prende, non hai un computer tuo per chiamare in Italia…insomma devi un po’ imparare a cavartela con le tue gambe in ogni circostanza…e ogni giorno ti trovi ad affrontare una nuova sfida, perché molte tradizioni sono diverse dalle nostre,quindi a volte non sai se ti stai comportando nel modo giusto, speri solo che te lo dicano se sbagli qualcosa e punti tutto sull’emulazione.
Sono Riccardo Alberto CARAPELLESE, e ho avuto la fortuna di vivere l’esperienza degli scambi culturali in GIAPPONE o meglio OKINAWA E MYAKO.
E’ stata un’ esperienza diversa dalle altre perché non ho solo conosciuto un nuovo paese, tra l’altro fantastico, ma soprattutto un modo diverso di ospitare e un nuovo modo di approcciarsi con la gente.
Ho trascorso 2 settimane ad OKINAWA, dove ho vissuto in una clinica ginecologica perché il mio hostfather è un ginecologo, proprietario della clinica e sua moglie la manager della stessa. La cosa non mi è pesata, anche perché ero l’unico ragazzo.
Il Giappone è una terra lontana - e non solo geograficamente parlando. Per millenni vi è fiorita una civiltà ed una cultura che nulla ha a che fare con la nostra, qualcosa di completamente diverso da tutto ciò cui siamo abituati. Fino a poco più di un secolo fa, un europeo in viaggio in quel lontano Paese si sarebbe sentito catapultato in un altro mondo.
Il Giappone che vediamo oggi è indubbiamente molto diverso: la sua apertura all'occidente, per quanto relativamente recente, ha causato dei rapidi e vistosi cambiamenti di stile di vita, tanto che uno fra i principali centri urbani giapponesi come Osaka appare, a prima vista, come una metropoli statunitense. Tuttavia, queste innovazioni, per quanto importanti, non hanno cancellato la cultura e la mentalità della terra su cui si sono sviluppate. Al contrario: anche gli elementi più 'occidentali' vengono riletti in una chiave diversa, e convivono in armonia con la tradizione, formando un tutt'uno con essa. E così capita, per usare immagini forse un po' banali ma efficaci, di incontrare ristoranti tradizionali gomito a gomito con americanissimi McDonald's, o di vedere esposti nel reparto abbigliamento di un qualsiasi centro commerciale dei kimono, che per una ragazza è normalissimo indossare, e non solo in occasione di particolari celebrazioni; soprattutto a Kyoto, capita spesso di vedere ragazze che passeggiano semplicemente, vestite con abiti tradizionali.